Le scrittrice Comodine

Sul numero del 17 agosto di Donna, l’inserto di “Repubblica”, la copertina è dedicata a cinque scrittrici italiane: Rosella Postorino, Teresa Ciabatti, Claudia Durastanti, Nadia Terranova e Veronica Raimo

Una foto bellissima, che mostra il fascino delle scrittrici, ma che, come sempre più spesso e banalmente accade sui social, è stata oggetto di critiche e derby. Io ho messo il mio like, sia perché ammiro da tempo la scrittura di tutte loro, infatti con ciascuna sul blog c’è un prezioso Chiacchierando, eccetto con Claudia Durastanti con la quale è ancora in corso, quindi ci sarà:

Clicca sulla foto per accedere al Chiacchierando con Rosella Postorino.
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sia per la gioia di vedere, finalmente, anche la figura della scrittrice come icona glamour.

Può essere la copertina di un settimanale un implicito invito alla lettura? Io spero di sì, anche perché l’articolo di Laura Piccinini all’interno del magazine era illuminante e l’approfondimento di Elena Stancanelli fondamentale, visto che i manuali delle scuole superiori ancora trascurano le donne tra le loro pagine, offrendo agli alunni un quadro del Novecento letterario quasi interamente al maschile.

Quella copertina ha acceso una lampadina e suggerito un elemento di confronto con le Comodine, splendide e appassionate lettrici (chi ancora non sapesse chi siano, può recuperare QUI): quale scrittrice aveva lasciato in loro un solco profondo e con quale titolo?

Propongo i loro suggerimenti in rigoroso ordine alfabetico, ringraziandole di rispondere sempre entusiasticamente alle mie iniziative e di impreziosire la mia vita e il mio spazio letterario.

Adriana: Quando ci è stato chiesto di indicare il titolo di una scrittrice del cuore con una breve motivazione ho avuto difficoltà a rispondere per una serie di ragioni. La mia esperienza di lettrice è relativamente recente. Dopo il periodo adolescenziale mi sono avvicinata poco ai romanzi, preferendo più i saggi, i “contenuti”. Non potevo perdere tempo. Cinque anni fa è nata in me una forte esigenza di leggere e di confrontarmi con altri condividendo pensieri, emozioni, conoscenze. Poi l’incontro con Giuditta e le Comodine: una delle opportunità più belle che la vita mi ha donato. Grazie a loro ho conosciuto autori e libri meravigliosi, di cui ignoravo completamente l’esistenza.
Quando, inizialmente, Giuditta mi parlava dell’importanza per lei non solo del contenuto ma forse ancor di più di come un libro fosse scritto, non riuscivo a comprendere bene cosa volesse dire.
E qui ritorno alla richiesta iniziale.
Non so quale sia la mia scrittrice del cuore, ma posso dirvi qual è stata la prima che mi ha fatto capire le parole di Giuditta: Valeria Parrella con “Tempo di imparare”. Ho scoperto quanto sia importante il come e non solo il cosa, anzi quanto il cosa sia rafforzato dal come.
Voglio prendere in prestito delle parole che la Parrella ha usato nel suo libro (pur riferendole ad una situazione diversa).
Quando incontri un bel libro “sorridi,” o soffri, “del sorriso impercettibile che irradia in ogni luogo dell’anima per proiettarsi in viso: non quel sorriso che abbisogna dei denti. Uno più profondo”.

Anna: La scrittrice del cuore…
A questa domanda rispondo, chiedendo scusa alle altre numerose scrittrici che hanno preso il mio cuore: Oriana Fallaci.
In questi pomeriggi assolati non riesco a non pensare al suo libro ” Un uomo”, che lessi qualche decina di anni fa nell’estate successiva alla maturità. Già la dedica mi travolse “Per te”, pensai all’amore unico e straordinario che aveva unito Oriana ad Alekos. 
Racconta, con rabbia e passione, la parte della sua vita più privata, che la sconvolse e la riempì di gioie e dolori, tra cui quella della perdita del loro figlio durante un litigio. 
Sono descritte dettagliatamente le torture fisiche e psicologiche che subì Alekos quando fu arrestato ed è stato un pugno nello stomaco, che mi ha lasciato una sensazione dolorosa, pensando che a parlarne era la donna che lo aveva amato.
Alekos, uomo orgoglioso e fiero delle proprie idee, segnato dalla sofferenza della prigionia, uomo difficile, che i nemici non erano riusciti a piegare, UN UOMO.
Un romanzo che è storia, amore, dolore, eternità, disperazione, da cui emerge, attraverso una scrittura intensa, appassionata, nostalgica, tutta la tenerezza, l’amore, l’ammirazione e il rispetto per quest’uomo. L’ho letto più volte e ogni volta mi commuovo.

Cinzia: “Verde acqua” di Marisa Madieri.  Il delicato racconto dell’esodo istriano. La Storia che incontra le storie dei singoli individui, delle loro famiglie. Con finestre aperte sull’oggi, sull’essere cittadina e madre alla luce di ciò che è stato. Pagine struggenti eppure lucide.

Dina: Per me Charlotte Brontë. La sua “Jane Eyre” è una delle prime donne moderne della letteratura: pronta a sfidare il destino che sembra segnato per vivere la vita che vuole.
Federica: Tra le numerose scrittrici che ho amato – e amo – oggi, alla richiesta di Giuditta, mi viene da rispondere: Edith Wharton. L’autrice de “L’età dell’innocenza”, con il quale fu la prima donna a vincere il Premio Pulitzer. Mi lascia senza fiato per la raffinatezza delle frasi, la perfezione delle composizioni, la profondità delle psicologie e, soprattutto, per quel suo modo di declinare una caratteristica del suo maestro (e amico) Henry James: quel lasciare sempre qualcosa di aperto, di non definitivo, in ogni sua storia. Quel rimandare sempre a qualcosa d’altro che è – e rimarrà per sempre – inconoscibile. Cosa di meglio, allora, di alcuni racconti che già per i loro oggetti si pongono nell’ottica dell’inaccessibile ed inafferrabile? 
Quando lessi “Storie di fantasmi”(Bompiani) rimasi folgorata. Beati quelli che ancora devono leggerlo!

Maria N.: Alla richiesta di Giuditta io dico: Elizabeth Strout autrice del libro “Amy e Isabelle”. Sono rimasta affascinata perché è stata capace di catturarmi con una storia dal sapore quotidiano, dipinta da uno stile ricco e fluido.

Maria S.: “Americanah” di Chimamanda Ngozi Adichie. Per il suo dar voce alle donne in modo non scontato e per la capacità di raccontare l’incontro tra culture e la loro possibile contaminazione non senza qualche rinuncia.

Rosaura: Care comodine, io indico come scrittrice del cuore Isabel Allende con il romanzo “Paula”. 
Per un solo motivo: fu il primo regalo, durante il nostro fidanzamento, di mio marito.
Allende prende spunto dalla malattia della figlia ed usa la scrittura come mezzo per riunire intorno a Paula tutti i componenti della sua bizzarra  e fantastica famiglia perché tramite i ricordi formino una catena umana che trattenga la propria figlia, Paula, in vita.

Le scrittrici delle Comodine