Da tempo mi ripromettevo di partecipare al Book Club organizzato da Bompiani con la direttrice editoriale, Beatrice Masini, donna di libri tout court che ho avuto l’onore e il piacere sommo di incontrare al Women’s Fiction Festival di Matera, durante l’edizione che la vide Baccante, il premio che il Festival offriva alla donna che si fosse distinta nel mondo editoriale. È rimasta la mia Baccante del cuore.

Colgo l’occasione per un libro che mi ha affascinata e incuriosita sin dalle recensioni, numerose e autorevoli, che ne hanno festeggiato l’uscita: Matrix di Lauren Groff.

Appuntamento il 4 ottobre alle 21 su Zoom. Ed è stato particolarmente coinvolgente leggere il libro sapendo di poter essere illuminata dalla sagacia e dalla capacità critica di chi l’ha pubblicato.

Beatrice Masini affascina con la sua sobria ed elegante affabulazione e per introdurre al libro le tante persone collegate per l’incontro ci porta defilate nell’officina editoriale, svelando e dettagliando i particolari della pubblicazione del nuovo romanzo di un’autrice nota, e già pubblicata da Bompiani con Fato e Furia, che racconta un amore fatale e furibondo di due persone che si incontrano da giovani e insieme attraversano la vita, segnata da un piccolo mistero, e Florida, una raccolta di racconti, augurandosi che ci sia presto occasione in Italia perché torni a parlarne l’autrice stessa.

Masini mette in evidenza il fatto che Lauren Groff fosse già stata pubblicata in Italia prima di Bompiani e molto amata fin dall’inizio. Sottolinea inoltre un dato importante, che dovrebbe sempre accadere, a suo avviso, ma che di fatto non sempre accade né è sempre possibile: a darle voce in Italia è da sempre Tommaso Pincio, abile nel rendere voci difficili di donne. Lo stesso ha raccontato molto bene su TuttoLibri il suo lavoro di traduzione, forse il pezzo che più di ogni altro mi ha invogliata a leggere il romanzo.

Con Matrix Lauren Groff si stacca dal racconto del contemporaneo, – sottolinea Beatrice Masini – dal limitrofo con la sua vita. E qui svetta una domanda decisiva che verrà ripresa incisivamente sul finale dell’incontro: cos’è un romanzo storico? con l’ammissione della direttrice editoriale di amarli molto. Non esiste un modello del genere. Ognuno fa come vuole. Nel caso di Lauren Groff l’adesione al genere nasce dalla sua passione per la letteratura antica francese e inglese, che in maniera insolita coesistono in lei. Anzi Beatrice Masini rivela che la scrittrice americana parla molto bene il francese, cosa non scontata negli Americani, con un accento molto piacevole. Per questa sua passione ha incontrato Marie de France.

Continuando ad attraversare le stanze del lavoro editoriale, ci spiega che quella di Matrix è stata un’acquisizione serena, perché in quanto già autrice Bompiani sono stati il primo editore a leggere il libro. Anche affidare la traduzione è stata una scelta semplice. L’unica necessità è stata aspettare che Tommaso Pincio fosse disponibile, perché era giusto che fosse lui a trovare la chiave per entrare in queste nuove pagine della scrittrice americana.

In effetti la traduzione di Tommaso Pincio è come sempre calzante e ficcante. L’ho già amato molto come traduttore di Valeria Luiselli, per uno dei suoi libri più belli, Archivio dei bambini perduti, e ora metterò anche Matrix nello scaffale d’elezione delle traduzioni pinciane.

Anche il titolo, continua Beatrice Masini, non ha fatto problemi: una parola latina già nell’originale che introduceva subito nel mondo raccontato. Parola solenne, importante, scolpita nella pietra, che campeggia sulla copertina. Quando si lavora alla copertina di un autore straniero – ci svela Masini – si dà uno sguardo alla copertina dell’edizione originale e a quelle straniere già uscite. Per Fato e furia la casa editrice italiana ha lavorato su una variante della copertina americana. Per Matrix, invece, la copertina è arrivata dopo alcuni tentativi, che volevano creare una connessione con il romanzo precedente, ma che sono stati bocciati, uno con molto garbo anche dalla scrittrice.

Scorrono sul video le diverse proposte ed è stato divertente entrare in possibilità interpretative, quali sono i progetti per le copertine, che di solito rimangono nascoste al lettore.

La copertina scelta, un labirinto, che è presente anche nella narrazione come espediente per isolare e difendere il monastero dalle incursioni nemiche, è una soluzione di grande fascino e ricchezza che rende benissimo con la rosa (un implicito omaggio a Umberto Eco?) e le spine l’atmosfera medioevale di cui il romanzo è impregnato e che sono motivo del fascino esercitato dal libro sui lettori.

A questo punto dell’incontro Beatrice Masini ci prende per mano e ci conduce con passo sicuro e illuminante tra le pagine, le intenzioni e le occasioni del romanzo. Ci racconta che il romanzo segue con linearità la vita di Marie dall’età di 17 anni, quando giunge al monastero, un luogo che prima aborre e poi adatta alla sua visione.

Marie è la prima poetessa francese, scrittrice di lai con temi ricorrenti, ma molto forti dal punto di vista femminile: sono abitati da maghe, streghe, amori e passioni. Nei suoi componimenti, che suonano molto bene in francese antico, ma che nella traduzione appaiono alquanto stereotipati perdendo quella musicalità in cui furono composti, c’è anche divertimento e gusto, qualcosa che luccica. Beatrice Masini ricorda che la stessa Lauren Groff è partita dalla traduzione non semplice dei lai. Ritroviamo anche l’indole di Marie, che è una donna con molte donne dentro, ma che sa anche guardarsi dall’esterno e prendersi in giro.

Le protagoniste del romanzo sono due, – chiosa Beatrice Masini – e questo elemento dona un certo dinamismo: Marie de France e Eleonora d’Aquitania. Sarà proprio quest’ultima a relegare Marie in una sperduta, affamata, misera abbazia. Marie è figlia illegittima, frutto di una violenza, ma è anche una figura strana, fuori misura, una gigantessa. Non c’è spazio per lei a corte.

Già nelle prime pagine la vediamo a cavallo e la vedremo spesso cavalcare che per lei è sinonimo di libertà. E con questo commento Beatrice Masini staglia nella mia mente l’immagine a cui sempre legherò questo personaggio femminile così veemente e prepotente.

Pur essendo giovane quando viene rinchiusa in un’abbazia per volere della Regina, aveva già avuto un passato breve e intenso, e si era trovata bene a corte, anche perché ammira Eleonora d’Aquitania, un sentimento duplice e complesso che sconfina nell’amore. Per tutta la sua vita, – continua Beatrice Masini – Marie non farà che anelare a un ricongiungimento con Eleonora. Nella sua foga architettonica costruisce, persino, una dimora per le donne nobili che vogliano essere accudite o trascorrere un periodo lontano dal mondo, sperando che venga anche Eleonora come ospite.

Marie è una donna che ha letto, che sa mettere in parole quello che prova. Beatrice Masini si chiede, e con la domanda insinua in noi che ascoltiamo un quesito interessante, se una ragazzona decisamente brutta, strappata alla corte può avere i pensieri complessi che Groff regala a Marie. È questo il fascino del romanzo, a mio avviso: entrare con acribia come sa fare Lauren Groff nella mente di una donna del medioevo, e vivere insieme a lei le temperie del tempo e del destino.

Ci sono altre donne con le quali Lauren Groff ha raccontato di essersi confrontata, oltre a Marie de France.

Appare nel romanzo Melusina, per esempio, metà donna e metà serpente o pesce, che sposa un umano, e questo come sempre accade nel mito sarà motivo di grossi guai. È un personaggio molto amato nei romanzi storici, a cui Lauren Groff non si sottrae dall’omaggio in Matrix.

Poi c’è Eleonora, che è l’incarnazione del potere femminile. È la regina, una donna libera nella contraddizione affascinante che nasce dal fatto che è libera perché regina. Cambia molti mariti. Ha una storia molto vivace che si distingue nel tempo storico in cui vive.

Sull’analisi della protagonista Marie la lettura di Beatrice Masini, per me che ho già letto il romanzo, appare riverberante. Afferma, infatti, che Marie è un personaggio di grande complessità: non può essere donna fino in fondo, ma non vuole essere uomo e quindi sceglie una via intermedia: una virago. In questo calarsi in un mondo che non ama e che non ha scelto, assume molti atteggiamenti eretici. All’inizio non crede neppure in Dio. Diventando badessa, non appena muore la sua predecessora, trasformerà l’abbazia diventando una donna molto potente.

Il potere di Marie passa attraverso il lavoro. C’è un passaggio, – e qui a prendere il sopravvento nel raccontare Matrix è la scrittrice sopraffina quale Beatrice Masini è – in cui sono elencate tutte le lavoratrici, con termini che finiscono per lo più in -trix perché sono tutte donne quelle che vivono e lavorano nell’abbazia.

Nel seguito del discorso la scrittrice Masini lascia il passo alla traduttrice che ci illustra una contraddizione, voluta e consapevole in cui con Tommaso Pincio hanno deciso di imbattersi: come tradurre i nomi propri? Sono stati tutti lasciati nella dicitura originale, eccetto il nome della regina: Eleonora è tradotto, a vantaggio della scorrevolezza, perché in Italia è conosciuta appunto come Eleonora d’Aquitania, e lasciare l’originale avrebbe creato uno stridore, anche se sembra in apparente contraddizione con gli altri nomi che non sono stati tradotti.

Un altro personaggio gigantesco su cui sofferma l’attenzione Beatrice Masini è Wulfhild, che per la badessa è una figlia d’elezione. E in questo frangente c’è una notazione che illumina un punto fondamentale della personalità di Marie. Anche quando non ha una visione mistica, – spiega Masini – Marie procede per visioni come nel caso del primo incontro con Wulfhild bambina. Le scatta sempre qualcosa che le dà una percezione di ciò che sarà.

In questo caso particolare, l’abbazia viva di donne. E infatti con il proseguire degli anni quella primitiva visione profetica si avvererà, l’abbazia si riempirà di donne e per ognuna di loro Marie troverà un posto adatto in cui sentirsi valorizzata.

Ma i personaggi che affollano l’abbazia, che da povera e misera con poche suore allo stremo diventa un comunità piena di talento, di vita, di attività e ricchissima per volere e intuizione di Marie, sono molteplici e per ognuna di loro Groff sa rivelare e scheggiare l’indole e la personalità, in un caleidoscopio formidabile di possibilità del femminile.

Vivere tutte insieme, essere un cuore pulsante, una comunità viva con tante idee e tante innovazioni può essere un’eresia. – commenta Beatrice Masini. Ed è da questa consapevolezza che nasce il labirinto, un’opera di guerra, che è anche un’opera di difesa.

Sul finire di questo incontro così pieno di spunti, non potevano mancare i consigli di lettura offerti da Beatrice Masini. Si parte con Hilary Mantel, che ha rivoluzionato il romanzo storico: perché usa il presente e perché entra nei pensieri di Cromwell, mostrandocelo anche come uomo o padre o marito. Questo suggerimento di lettura, offre l’occasione per ricordare la grande scrittrice inglese da poco scomparsa.

Si prosegue con il Premio Nobel della Letteratura nel 1928, Sigrid Undset, e in particolare il romanzo Kristin Lavransdatter, ambientato nel Medioevo; e ancora Il serpente dell’essex di Sarah Perry, che Masini confessa le sarebbe piaciuto pubblicare ma era stato già opzionato da Neri Pozza, casa editrice per la quale è uscito in Italia. Un tipico romanzo vittoriano.

Non si può dimenticare la leggendaria Melusina che con la sua coda di pesce o serpente striscia anche in Possessione di Byatt, giocato su due piani temporali. Libro preferito di sempre, confessa Masini e io mi associo a lei, perché anche per me Possessione di Byatt è stata una lettura inebriante e indimenticabile. Come mi associo alla gioia che sarebbe incoronare la scrittura di Byatt con il Premio Nobel per la Letteratura.

Ultimo consiglio, un libro Bompiani: Corpi di luce di Sarah Moss.

A glossare i consigli di lettura, Beatrice Masini sottolinea che Lauren Groff ha un modo suo di trattare il passato remoto. Un modo volutamente anacronistico, che a mio avviso è la cifra stilistica di Matrix.

Nella conclusione dell’incontro torna a parlare la direttrice editoriale, una delle tante funzioni nel mondo editoriale incarnate da Beatrice Masini, con un’anticipazione sul prossimo romanzo di Lauren Groff, ancora un romanzo ambientato nel passato: nell’America del 1600, con al centro un personaggio femminile e molto forte.

Questo resoconto, invece, si conclude con un mio duplice invito: leggere Matrix, sapendo che ci sarà un altro romanzo di Lauren Groff da attendere con curiosità; e partecipare al prossimo Bookclub di Bompiani perché per i lettori e le lettrici appassionate è un varco interessante da cui godersi la lettura di un libro.

Partecipando al Bookclub su Matrix con Beatrice Masini