Dieci Buoni Motivi

di Filippo Vignali

per NON leggere Il presente di ricordare

Il presente di ricordare

1. Perché in questo libro non c’è l’intrattenimento senza pensieri, anzi, di pensieri ce ne sono molti;

2. Perché l’autore parla di cose che non ha vissuto per esperienza diretta. Vignali infatti la pensa un po’ come Ishiguro: ciò che abbiamo sotto gli occhi è troppo condizionato dal reale perché l’immaginazione possa attecchire, si racconta meglio ciò che non si conosce;

3. Perché non è una storia adrenalinica: qui si cerca di rispettare gli stessi tempi della vita, con le sue lentezze e le sue pause; 

4. Perché da un certo punto di vista non accade nulla di straordinario, a meno di considerare straordinario l’abituale scorrere dei giorni; 

5. Perché non ti sprona ad affidarti ciecamente alla tecnologia, ma ti esorta a usare la tua memoria, a mantenerti vigile e consapevole; 

6. Perché non ti dice che in un mondo che cambia a ritmi vertiginosi ciò che è accaduto in passato non si ripresenterà, anzi;

7. Quanto sono irritanti i bambini che dimostrano intelligenza e spirito critico? E in questo libro ce ne sono a pacchi;

8. Perché il tema del libro gira intorno a due argomenti pallosi per definizione: la storia e la politica. La storia del nostro recente passato e il modo in cui oggi esprimiamo il nostro essere cittadini;

9. Perché l’autore ha un debito di gratitudine nei confronti di John Fante, Paola Mastrocola, Andre Dubus e Bernard Malamud: se questi scrittori non ti piacciono è meglio girare al largo, non credi?

10. Perché Filippo Vignali non è certo quello che si dice un giovane autore ma questo è il suo primo romanzo, non vorrai mica prenderti la responsabilità di tutto il suo entusiasmo?

Dieci Buoni Motivi per NON leggere “Il presente di ricordare”