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C’è un’avvertenza per i lettori del nuovo romanzo di Gaetano Cappelli, “Una medium, due bovary e il mistero di Bocca di Lupo” (Marsilio, 2016): astenersi se astemi, perché il romanzo risente non solo del bouquet inebriante dell’Aglianico pugliese, il Bocca di Lupo del titolo, ma anche perché è pervaso dall’ebbrezza, moderata e aurea, che già Orazio, rimodellando in chiave latina la lirica greca, associava al vino e al comporre, mescolandoli con le gioie della vita.

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“Una medium, due bovary e il mistero di Bocca di Lupo” è in primis un romanzo di puro divertimento, scritto con quel sorriso sornione e dissacrante, che a mio vedere è la cifra più vera di Gaetano Cappelli, condito in maniera brillante con il pastiche linguistico, le invenzioni lessicali e prima ancora fonetiche dell’oralità, una certa cialtroneria dei personaggi appassionati  di beni materiali (il vino, il cibo, il sesso) e poco consapevoli della seppur  minima briciola di eticità o interiorità,  in una visione boccacciana e antiromantica, che nulla ha di cinico, volta com’è al burlesco e al faceto.

Tenuta "Bocca di Lupo", Minervino
Tenuta “Bocca di Lupo”, Minervino

Nel nuovo romanzo torna come protagonista un personaggio già noto: Guido Galliano, scrittore frustrato e vilipeso dal destino, già apparso in “Toccati” nella raccolta “Canzoni della giovinezza perduta” (Marsilio 2010) e successivamente  in “L’ombra del falco obeso e la Corvette di Springsteen” di “Storie scritte sulla sabbia” (Marsilio 2014). Di quest’ultimo “Una medium, due bovary e il mistero di Bocca di Lupo” è il sequel. Il nefasto premio “Dirupo d’oro” che tanto è costato al nostro scrittore esaurito è in qualche misura causa e cagion dei suoi nuovi mali. Per vincere il “Dirupo d’oro” la giunonica Finizia ha bisogno di una guida, e quale Virgilio migliore dello scrittore che più ama e che per giunta ha vinto lui stesso il “Dirupo d’oro”? Per la donna non si tratta soltanto di gloria letteraria, ma soprattutto di sovrastare la rivale acerrima, un tempo amica cara, Maddalena Videtti, che di romanzi ne ha pubblicati ben due (anche se con case editrici locali e sconosciute) e che ritiene di essere la legittima e unica futura vincitrice del Premio. Se non bastasse questo triangolo, già di per sé complicato, per le strane implicazioni che ciascun personaggio intreccia con il proprio vissuto e con i personaggi secondari (mariti, amanti, malavitosi, librai, e l’umanità infinita che Cappelli sa sfoggiare con grande arguzia e senso della commedia, regalando a ciascuno una piccola parte sul palcoscenico della narrazione, con un tic, una caratteristica, una notazione particolare o più ancora un’intonazione e una flessione linguistica), nel romanzo scorre parallelo al piano terreno un piano metafisico, ectoplasmatico, ultraterreno in cui esplica il suo potere Eusapia Palladino, divenuta la medium più famosa al mondo, pur con alterne fortune e che, ormai spirito, brama che la sua fama venga ricordata in un romanzo di successo: quello appunto che Finizia vuole e che Guido Galliano dovrebbe aiutarla a scrivere, avendo a disposizione, per fomentare l’ispirazione tutta la cantina della tenuta “Bocca di Lupo”, oltre alla stessa Finizia che ben si presta a ritemprare lo scrittore con le sue arti erotiche.

Ma D’annunzio, Agatha Christie, la malavita cerignolana, il rumorista Cantalamessa che ci stanno a fare? Tocca scoprirlo al lettore, a cui io assicuro momenti di piacevolezza e di spasso.

Ma c’è sempre una linea di riflessione narrativa in Cappelli, che in “Una medium, due bovary e il mistero di Bocca di Lupo” si trasforma in un curioso, esilarante manuale pratico di cosa non fare se si vuole scrivere un romanzo. All’ingenua domanda di Finizia, che con sorpresa chiede allo scrittore se non basta la storia eccezionale di Eusapia Palladino per scrivere un romanzo, Guido Galliano spiega che serve altro oltre una buona storia per scrivere un vero romanzo e smontando a uno a uno i suggerimenti narrativi che la donna rintraccia nella vita della sua eroina, traccia un anti-canone letterario che molto racconta del mondo libresco di oggi.

14484751_690804867735352_1664871790974192231_nTra i tanti personaggi che si affastellano nelle pagine, il più vicino al lettore è senza dubbio il narratore. Un narratore onnisciente, ironico sagace a tratti mordace, con il destino più che con i personaggi che ne pagano lo scotto, che strizza l’occhio o dà di gomito al lettore, ponendosi nella condizione di sodale più che di guida. In questo solco io rintraccio la felicità più piena della scrittura di Cappelli: mai maestro né giudice dei suoi personaggi e della società che dietro di loro si delinea, ma osservatore divertito e solidale che insieme al lettore trae conclusioni implicite, facendo scattare il tranello narrativo in cui tutti i personaggi prima o poi finiscono per incappare e inciampare.

Adesso, qualsiasi scrittore capiti nei pressi d’una libreria nelle settimane immediatamente successive all’uscita d’un suo libro, certo non riuscirà a esimersi dall’entrarvi pure se appartenendo, come ormai anche il povero Galliano appartiene, alla sterminata schiera degli autori d’insuccesso, sa bene che una volta dentro troverà gli scaffali inzeppati dai libri dei re delle classifiche – che sempre siano maledetti! – e mai, nemmeno per errore, una sola copia del suo ultimo nato. Ma è più forte di lui. Nonostante abbia stragiurato di non sottoporsi mai più a una simile lacerante umiliazione, il povero derelitto, calamitato

come da un diabolico magnetismo, ogni volta varca la soglia fatale e sdaang una randellata finisce di demolire quel po’ che rimane della sua autostima. E invecennò! Eccolo lì, “Il deserto che avanza”, campeggiare, risplendente nei caratteri d’oro di quel suo titolo di merda, addirittura al posto d’onore, accanto alla cassa.

14525077_690804831068689_1294487121831085277_oEcco, da oggi 29 settembre, se entrerete come Guido Galliano in una libreria, troverete, spero in bella mostra, “Una medium, due bovary e il mistero di Bocca di Lupo” di Gaetano Cappelli: buona lettura!

Una medium, due bovary e il mistero di Bocca di Lupo
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