Nuccia ha scoperto da poco una nuova amica, si chiama Emily, vive a Londra ed è di poco più grande di lei. Abbiamo chiesto alla sua creatrice, la scrittrice Lucia Vaccarino se ci potevamo incontrate per chiacchierare dei suoi libri e della sua protagonista, che tanto ha affascinato Nuccia. – Venite nel mio piccolo e scombinato giardino, attorno al tavolo del portico, davanti a una tazza di tè con gli scones, per sentirsi un pochino più vicine all’Inghilterra. – questo il suo cordiale, per noi irresistibile, invito, perché quando una scrittrice ti apre le porte della sua casa è come se ti aprisse il cuore.

Con tutti i romanzi della serie “My, mum & mistery” (Fabbri) sotto il braccio, io e Nuccia ci siamo presentate puntuali e sorridenti all’appuntamento e tra un sorso di tè e un morso agli scones abbiamo subito cominciato a curiosare.

Me, mum and mistery Detective per caso

Il genere giallo in cui ti cimenti ha delle regole ferree e prestabilite. Come ti poni nei riguardi del genere? È difficile coniugare il genere giallo con la letteratura per ragazzi? Hai avuto dei riferimenti o dei modelli, all’interno della letteratura per ragazzi, su cui fare affidamento o è tutto nato dalla tua fantasia?

Incalza Nuccia, senza lasciarle il tempo di rispondere alla mia domanda.

Cara Lucia, sono una fan della serie “My, mum & mistery”. Emily è una ragazzina molto simpatica, che accetterei volentieri come amica. Io sono una bambina paurosissima, e mi chiedo con quale coraggio risolva omicidi e furti. Mi piacerebbe vedere “don Matteo”, perchè anche lui è un investigatore, ma non mi è stato ancora permesso dai miei genitori, perchè il film si svolge di sera, e loro esigono che vada a letto presto.

Come mai hai ambientato a Londra i tuoi libri? Ci hai forse vissuto?

Per me, Londra è una città bellissima, e sarei molto curiosa di visitarla. Mia zia a volte ci va per lavoro, e mi porta qualche souvenir. L’ultimo regalo è stato un libro in inglese. Io, in inglese me la cavo abbastanza bene. Mi ha promesso che la prossima volta che ci andrà mi porterà con lei. Per questa decisione sono gasatissima.

 Carissime Nuccia e Giuditta, sono davvero contenta di essere stata scelta per questa intervista virtuale.

(Ma come, direte voi, non eravate a casa della scrittrice? Questa volta è solo finzione, ma la prossima ci presentiamo davvero a casa di Lucia con un bel mazzo di fiori per ringraziarla dell’accoglienza)

Innanzitutto vi faccio i complimenti per la splendida iniziativa, che tra l’altro è molto vicina allo spirito di “Me, Mum & Mystery” visto che vede all’opera una mamma e una figlia!

Procedo per punti.

Mi sono appassionata al giallo quando avevo l’età di Emily, la mia protagonista. Ero una grande fan di Sherlock Holmes, Miss Marple, Poirot… E per me il giallo è sempre rimasto legato ai ricordi di quelle letture, di quelle atmosfere tipicamente inglesi e retrò. Così, quando un mio amico scrittore, Pierdomenico Baccalario, mi ha proposto di scrivere una serie su una mamma e una figlia alle prese con dei casi misteriosi, ho subito accettato la sfida. Passare da lettrice a scrittrice di gialli non è stato semplice all’inizio, ma per fortuna fra i miei amici scrittori c’era un esperto di questo genere letterario, Alessandro Gatti, e i suoi consigli sono stati preziosissimi per imparare a creare delle storie che fossero avvicenti e interessanti per il giovane pubblico della serie.

Cara Nuccia, ti capisco benissimo perchè anch’io sono un po’ paurosa. Emily è effettivamente un tipo intraprendente, in grado di affrontare molte difficoltà con slancio. Anche lei però ha le sue paure, come tutte le ragazzine in crescita. La paura di andare in una scuola nuova dove non conosce nessuno, oppure la paura di non riuscire a ricucire un’amicizia dopo un litigio… Mi piaceva l’idea di una giovane investigatrice energica ma anche tenera e con qualche piccola grande insicurezza. E anche Emily ogni tanto bisticcia un po’ con la sua mamma per avere più libertà, come succede a tutti nella realtà (me lo ricordo bene, anche se sono passati un po’ di anni…). D’altro canto Emily sa di poter sempre contare su sua madre per un aiuto, un consiglio o quattro chiacchiere davanti a un buon tè con i biscotti.

Non ho mai abitato a Londra, ci sono andata semplicemente in vacanza e per lavoro, però l’ho sempre trovata una città dal fascino incredibile. E, viste le mie passioni letterarie, diciamo che se penso al giallo penso istitivamente a Londra, o alla campagna inglese, quindi è stato abbastanza naturale immaginare Emily e Linda in quei luoghi. Vedrai che ti divertirai tantissimo in vacanza con la tua zia!

Me, mum & Mistery Il caso dell'elefante d'avorio

Lucia, per farti comprendere il grado di comunione che Nuccia ha provato leggendo i tuoi romanzi, ti riporto la richiesta che mi ha fatto a lettura ultimata: – Mamma, non puoi licenziarti dalla scuola (sono infatti un’insegnante!) per aprire un’agenzia di investigazioni? –

I tuoi modelli sono anche le mie letture giovanili, che mi hanno lasciato una grande passione per il genere giallo. Più Christie che non Conan Doyle, per la verità.

Con la curiosità di lettrice per cui l’officina dello scrittore è sempre piena di incanto: chi legge per primo il libro che stai scrivendo? Solo a lettura ultimata o anche mentre lo scrivi?

Accidenti, sono davvero lusingata! Mi fa piacere che le giovani lettrici si identifichino in Emily, perchè vuol dire che allora mi ricordo bene cosa voglia dire avere quell’età!

Per quanto riguarda il primo lettore del manoscritto, facciamo un passo indietro, così posso darvi un quadro più completo sulla nascita di ogni volume della serie. Le mie prime lettrici sono le mie editor, alle quali sottopongo innanzitutto una sinossi di una pagina che spiega ciò che voglio raccontare. Dopo l’approvazione di quella paginetta, procedo con una scaletta per capitoli, in cui racconto brevemente ma dettagliatamente ciò che accade in ogni capitolo. Questa scaletta è molto utile per iniziare a distribuire i pesi del racconto, anticipando possibili problemi di scrittura e permettendo alle editor di darmi suggerimenti e consigli. La scrittura non è mai un lavoro solitario! Solo dopo aver sistemato per bene la scaletta procedo con la stesura vera e propria del romanzo, e lo faccio leggere solo quando è finito, perchè finchè l’ultimo capitolo non è terminato potrebbero esserci piccole modifiche anche su quelli precedenti.

In questa nostra epoca di talent show, anche sugli scrittori, leggere la cura, la precisione, il lavorio sul testo per arrivare al libro vero e proprio mi sembra un ottimo insegnamento!

Cara Lucia, mi ha colpito che Emily abbia perso il papà, per quale motivo hai scelto che il papà non ci fosse?

Il fatto che Emily non abbia il papà è dovuto al fatto che la serie sia prevalentemente al femminile. Ogni tanto bisogna mettere i propri personaggi in situazioni difficili per farli reagire, e il fatto che Emily e Linda fossero l’unica famiglia l’una per l’altra permetteva di raccontare un legame molto forte anche nelle avversità.

Anche io e mia mamma abbiamo il rito di bere la tisana. È un momento tra noi che mi piace molto. Anche tu hai l’abitudine di berla e con chi?

La mia compagna di tisane è mia sorella Stefania. Ogni tanto ne acquista di stranissime, come liquirizia-cannella-peperoncino…

Mia madre non ama cucinare, e io scherzo sempre con lei dicendo che per il compleanno le regalerò uno dei libri di cucina di Benedetta Parodi. Di Linda mi dispiace che sia così ossessionata dalle calorie, mi diverte invece che compia delle azioni in base al suo stato d’animo: preparare i muffin quando ha problemi di lavoro; dipingere le pareti quando è innamorata. Da chi hai tratto spunto per questo atteggiamento?

Una piccola puntualizzazione: Linda non è ossessionata dalle calorie, ma dal mangiar sano e naturale. Da brava londinese al passo coi tempi, è un po’ snob in fatto di cibo, fissata con le cose biologiche e magari un po’ esotiche e strambe, ed è molto attenta ad assicurare una massiccia presenza di verdura e frutta nell’alimentazione di casa. Ma in fin dei conti non disdegna le cose buone… E infatti è un pochino cicciottella, ma si piace così. Ho voluto prendere bonariamente in giro quel tipo di moda alimentare (alla quale non sono del tutto immune, nella mia dispensa ho un sacchettino di quinoa, del cardamomo e anche dello sciroppo d’acero), e contrapporla a un certo gusto da ragazzina in crescita che si nutrirebbe solo di pizza e dolci. E dopotutto è una dinamica familiare tipica: le mamme propinano spinaci e broccoli, e le figlie sbuffano sognando patatine e sfiziosità assortite.

L’idea degli hobby in base all’umore e al problema del giorno mi è venuta in mente quasi per caso, non c’era un’ispirazione reale. O almeno non a livello cosciente. Però quando mi blocco su un capitolo e non so cosa scrivere di solito corro in cucina e preparo un dolce, e questo inverno, dopo un periodo di superlavoro, mi sono fatta regalare una macchina da cucire…

Per Emily hai tratto spunto da qualche persona reale?

Per quanto riguarda Emily invece è come mi sarebbe piaciuto essere, e come forse in parte un pochino sono stata. Un po’ maschiaccio, un po’ imbranata, un po’ saggia e un po’ avventata. Volevo un’alternativa alle principesse e alle fanciulle romantiche. Non che non mi piacciano, spesso anzi le trovo adorabili, è che ce ne sono già tante in circolazione.

Me, mum and mistery Caccia all'uomo scomparso

Finalmente dopo questo fitto scambio tra Nuccia e Lucia, riesco a prendere la parola e a formulare la mia nuova domanda.

Come è nata per te la voglia di essere scrittrice? Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Ho deciso che avrei fatto la scrittrice quando ho imparato a leggere. In prima elementare ho scritto il mio primo “libro”, un raccontino illustrato da me, sulle prime pagine di un quadernino a quadretti. Ce l’ha ancora a casa la mia compagna di banco dell’epoca. Per questo chi mi conosce da tanto tempo dice “beh, ma io lo sapevo che avresti fatto la scrittrice!”. In realtà non è stato un percorso così lineare, ho cambiato idea molte volte, ho studiato tutt’altro, ho corretto la rotta quando mi sono accorta che stavo andando nella direzione sbagliata rispetto alle mie aspirazioni, ho sperato di riuscire a occuparmi di cinema e invece sono stata catapultata nel mondo della televisione, specializzandomi in programmi per bambini. La tv vista da dentro è molto divertente! E questo mi riporta ai talent show di cui si parlava, per aggiungere che l’aspetto più ironico è proprio tutto il lavoro esistente dietro a un programma televisivo. Una delle cose che ho sentito dire più spesso dai bambini in visita su un set (in particolare quando ho lavorato per Disney) è “wow! Ci vogliono tutte queste persone e tutto questo lavoro per fare un programma?!”. Ho anche ambientato un’avventura di Emily e Linda nel mondo della televisione, proprio per raccontare questo mondo così noto ma così poco conosciuto, e il libro è in uscita proprio questo mese.

Per il futuro spero di scrivere ancora tanti libri, sto inventando nuove avventure di Emily e Linda ma ho anche un’altra giovane protagonista pronta a spiccare il volo, si chiama Matilde ed è l’eroina fantasy buffa e pasticciona di una serie dal titolo Matilde e l’Ippogrifo. Amo molto i gialli, ma non solo. Ormai ho accumulato molti anni da lettrice, e a pensarci bene ho avuto dei periodi tematici. Fino a dieci anni ero un’appassionata di classici, da “Pinocchio” a “I ragazzi della via Paal”, da “Piccole Donne” a “Cuore” (ci ha messo lo zampino mia nonna, secondo la quale una storia non è bella se non fa almeno un po’ piangere…). A undici anni leggevo principalmente gialli, a tredici fantasy, a quindici ero una fanatica della fantascienza. A venti mi sono ripromessa di non leggere mai romanzi d’amore, a trenta ne ho trafugato qualcuno dalla libreria di mia sorella… Ma se devo trovare un comune denominatore ai miei lavori diciamo che ultimamente mi piacciono le storie al femminile che parlano di sentimenti veri ma fanno anche un po’ ridere.

Cara Lucia, se io fossi al posto di Emily, a mangiare sempre frutta e verdura, sarebbe una scaramuccia ad ogni pasto. Quando mamma cucina verdure come broccoli e verza, ne sento l’odore e faccio finta di avere la febbre. Ma lei mi smaschera dicendo che se avessi l’influenza ne dovrei mangiare doppia porzione. Leggendo i tuoi libri ho notato che risolvendo i misteri, Emily combina qualche guaio, come incolpare persone che sono innocenti o non svelare prove alla  giustizia. Anche a me è capitato. Una volta a scuola il mio banco era sporco di scarabocchi colorati. Ho iniziato ad incolpare qualche compagno: Alessandro “forse”, Claudia “possibile”…

Alla fine si scoprì che il colpevole ero io: nel mio astuccio c’era un buco, e qualche colore senza tappo aveva combinato il guaio. Quando rimisi a posto lo zaino per tornare a casa, lasciò il segno.

I libri che hai scritto sono gialli, era il tuo tipo di libro preferito anche da piccola? Hai scritto solo i libri della serie di Emily o anche altri?

A me sono sempre piaciuti i gialli, perchè è emozionante scoprire il colpevole. Io non avrei mai intuito i colpevoli dei tuoi libri.

Mi sono così innamorata di Emily che ho chiesto a mamma se si può licenziare e aprire un’agenzia investigativa. So che non è un gioco il lavoro degli adulti, ma risolvere misteri sarebbe vivere un’esperienza unica. Da grande sono indecisa sul lavoro che potrei fare: scrittrice? Astronauta? Giornalista? Paleontologa? Penso di aggiungere alla mia carriera l’investigatrice!

Me, mum & mistery Il mistero della stanza n.11

Ottima osservazione Nuccia, effettivamente Emily ogni tanto sbaglia o esagera, fa cose avventate e si caccia in qualche guaio. Questo perchè penso che nessuno di noi, per quanto portato a fare qualcosa, possa dirsi veramente capace e preparato senza aver prima studiato e fatto pratica. Per questo Emily legge i taccuini e i libri di zio Orville, sui quali trova tanti trucchi, metodi e incoraggiamenti per diventare sempre più brava. Però mi piaceva l’idea di creare una protagonista che non si scoraggia, che impara e che ogni tanto scopre anche il valore di fare un passo indietro e chiedere scusa. Io mi sono arrabbiata così tante volte, da bambina, per non essere capace di fare qualcosa, quando in realtà avrei solo dovuto avere la pazienza di imparare (o di allenarmi: soprattutto negli sport credevo di essere totalmente e irrimediabilmente negata, quando in realtà ero semplicemente una pigrona).

Sono davvero onorata, addirittura voler aprire un’agenzia investigativa! Ma sono sicura che la tua mamma sia un’ottima insegnante, e il suo è un lavoro così complicato e prezioso che forse è meglio non portarla via ai suoi studenti! Il mio nonno paterno, tutti i miei zii materni e per un breve periodo anche i miei genitori hanno fatto gli insegnanti, quindi un pochino so come funziona…

Nuccia, che bello avere così tanti interessi! Insegui i tuoi sogni, anche quando prendono delle strade un po’ contorte. Pian piano capirai cosa vuoi fare (io ero indecisa fra scrittrice, fumettista e pasticcera).

Sono curiosa di sapere a quali programmi televisivi hai lavorato, per scoprire se ti nascondi dietro uno dei nostri preferiti.

Pensi solo a scrittura per ragazzi oppure non fai differenze o preferenze? Questa è la mia ultima domanda! Hai una bellissima voce, brillante e squillante!

Ti ringrazio molto, è stato davvero bello fare questa chiacchierata virtuale con voi! Ancora complimenti per la bellissima iniziativa, sono diventata una fan del vostro blog, lo seguirò con attenzione per nuovi spunti di lettura.

Ho collaborato allo sviluppo di vari programmi, sia cartoon che live action, sia per piccoli che per grandi. In particolare ho lavorato alla produzione delle serie di animazione Qpiz e The DaVincibles, per Disney invece mi sono occupata della sketch comedy Life Bites e di Art Attack, e ho collaborato ad alcuni episodi di Get the Party. Alcuni progetti sui quali ho lavorato invece vedranno la luce più avanti. Una cosa particolare del lavoro in televisione è che spesso si fa un pezzetto di strada con un progetto, magari iniziato da qualcun altro, e poi lo si lascia in altre mani, per poi reincontrarlo cresciuto e cambiato. È davvero un lavoro di gruppo che richiede passione, pazienza e un po’ di testa dura, ma regala delle belle soddisfazioni. E mi ha fatto incontrare persone bravissime e interessantissime.

Per quanto riguarda la scrittura, non so esattamente perchè, ma se penso a una storia mi viene naturale pensarla per ragazzi. Diciamo che la narrativa per ragazzi è il mio genere preferito. Sarà perchè è un genere molto serio ma anche molto divertente, e molto magico.

Grazie a te, Lucia, sei stata deliziosa. Io sono diventata, attraverso l’entusiasmo di Nuccia e la mia passione per i gialli, una lettrice di Emily e della sua mamma. Li presteremo anche alla nonna di Nuccia, che è un’appassionata del genere. Ci riempie di gioia che tu ci segui. Quando vorrai darci dei consigli di lettura, noi ti ospitiamo con grande gioia. Siamo sempre di più una famiglia numerosa e polifonica, con mille interessi.

Tienici aggiornate sulle tue novità!

Grazie, Lucia, della disponibilità. Sei stata molto simpatica. A me piace molto Art Attack. Correrò in libreria a comprarmi il prossimo libro di Emily.

Grazie ancora, e ancora complimenti per il vostro splendido sito, è stata davvero una bella chiacchierata.

Chiacchierando insieme a Nuccia con… Lucia Vaccarino
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