Cara Giuditta,

questo libro è tanti libri insieme.

È un giallo – vedi l’agghiacciante scena di apertura – pronto a diventare rapidamente una spy story e ad assumere di nuovo, strada facendo, i toni del thriller; parla di guerra, di terrorismo, di grandi città e di villaggi afghani, di sofisticate tecnologie e di antiche brutalità.

Non si può non affezionarsi a Pilgrim, l’eroe classico, come lo definisce l’autore, che si porta dentro una ferita e suo malgrado non riesce mai a essere così freddo e calcolatore da escludere il fattore umano, che nel suo mestiere è un intralcio, uno scomodo carico; e non si può non affezionarsi al suo nemico, il Saraceno, forgiato da un dolore che lo induce a disegnare un piano di catastrofe per il mondo intero, eppure a sua volta tormentato da una debolezza, una sola, piccola e insieme immensa.

Questo libro che è tanti libri si fa leggere di corsa, apre molte porte e sa lasciarle socchiuse quel tanto da non dare mai la certezza di aver capito fino in fondo; e dietro ogni porta c’è una sorpresa, chiarissima, quando finalmente la vedi tutta intera.

Ti lascio alla lettura, certa che sarà buona, molto buona.

Questo è il messaggio con cui Beatrice Masini, direttrice editoriale di Rizzoli Straniera, accompagna Pilgrim di Terry Hayes. A lettura terminata, devo darle ragione in tutto e ringraziarla, perché ho molto apprezzato il gesto di mettere la firma nell’invito alla lettura del libro. Non ultima delle ragioni per cui ho letto Pilgrim con grande curiosità suscitata dal biglietto e dall’attenzione che veicolava.

Due giorni interi, staccando a fatica e malincuore gli occhi dalle pagine.

Pilgrim, nonostante superi le 800 pagine, si fa leggere di corsa, perché avvince non solo per la ricchezza della trama e la molteplicità dei personaggi, ma anche per la sapiente struttura narrativa, in cui l’io narrante, l’agente segreto Pilgrim, anticipa con sottigliezza i futuri esiti , nei punti salienti e problematici della vicenda, con frasi sibilline che non consentono al lettore di interrompere la lettura. Così si va avanti, di corsa e con il fiato sospeso.

Questo libro è tanti libri. La stessa vicenda in cui Pilgrim si trova invischiato si biforca in due filoni distinti di indagine, che si sovrappongono e intersecano, con forzature verisimili gestite con grande abilità. Tanti libri perché variegati sono gli scenari, i momenti e i temi. Un affresco della contemporaneità, romanzato e cinematografico, in cui si incastrano terrorismo, guerra fredda, scenari vecchi e nuovi di povertà e emarginazione, dittature e servizi segreti.

I due protagonisti, Pilgrim e il Saraceno, sono due eroi contemporanei. Hanno la grandezza di quelli mitici nella solitudine in cui portano avanti la loro missione, la spregiudicatezza e crudeltà dei desideri folli, eppure conservano i loro tratti umani e le loro fragilità. Se Pilgrim può ricordare Enea, per la pietas nei confronti del padre e il recondito desiderio di trovar pace alla propria esistenza, il Saraceno è un novello Solimano, crudele sprezzante con una fascinosa smodata temibile grandezza. Eppure entrambi condividono la stessa zavorra: il proprio cuore.

Tu non sei come me; sei diverso da tutti gli agenti che ho conosciuto, Scott. La tua zavorra è il tuo cuore” disse.

Ci pensai per un istante. La mia zavorra era il mio cuore? Nessuno me l’aveva mai detto, ma sembrava esserci un fondo di verità.

Sarà proprio il cuore e la compassione a muovere Pilgrim e a fargli commettere un errore nel momento fondamentale e conclusivo della sua lotta contro il Saraceno.

Ci voltammo, guardammo il Teatro della Morte e mi resi conto di ciò che mi ero lasciato sfuggire, dell’errore su cui mi sarei interrogato tutta la vita. L’avevo fatto apposta?

Ci sono tante porte in questo romanzo, molte rimangono socchiuse, come la conclusione che racconta una scena possibile ma non certa.

Io avrei sorriso senza dire nulla, ma nel mio cuoe avrei avuto la risposta, avrei saputo di preciso cosa mi ero lasciato alle spalle: erano le parole scritte nel Vangelo secondo Marco,capitolo 16, versetto sei.

Il romanzo tocca tutti i punti caldi della nostra storia recente: New York nella fatidica data dell’11 settembre, l’Afghanistan dell’invasione russa e dei talebani, la terribile dittatura siriana, Gaza e i profughi di questa martoriata zona orientale, fino alla Turchia nell’ambiguità della propria politica, senza dimenticare campi di concentramento e torture.

Non mancano per gli appassionati del genere effetti cinematografici, scene movimentate e violente, sparatorie rocambolesche e inseguimenti forsennati.

Ci sono, però, anche gli affetti, l’amore e l’amicizia, sui quali Hayes poggia uno sguardo lucido e penetrante.

Una buona lettura, molto buona. Aveva ragione Beatrice Masini.

Pilgrim
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