di Antonello Saiz

Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”
Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”

 

 

 

 

 

 

La Letteratura deve sempre Spiazzare

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Venerdì 15 Settembre abbiamo festeggiato in Libreria. Sono passati tre anni da quando io e Alice abbiamo aperto questo spazio di Cultura indipendente. Dopo tre anni di vita Esistiamo e Resistiamo ancora, e cerchiamo di farlo fornendo sempre una proposta culturale forte e valida e suggerendo libri capaci di spiazzare sempre il lettore. Perchè questo deve fare la Cultura e la Letteratura: spiazzare, disorientare. Essere una piccola libreria indipendente nel cuore del centro storico di Parma e conservare l’indipendenza comporta sforzi e sacrifici. Siamo nati dal sogno nel cassetto di dare vita a un luogo dedicato interamente al tema del viaggio, e col tempo siamo diventati una sorta di casa del viaggiatore dove ha potuto trovare ampio spazio tutta l’Editoria indipendente di qualità. Eravamo partiti con l’idea che tra i nostri scaffali a predominare fossero la letteratura di viaggio e le guide tradizionali e quelle dai percorsi insoliti, ma col tempo la scelta mirata di titoli della narrativa classica e contemporanea ha fatto di noi un punto di riferimento tra i rifornitori di Belle Storie Spiazzanti. Quei libri scelti uno per uno con accurata selezione ha finito per caratterizzare una precisa identità. Del resto si può viaggiare in tanti modi: leggere ci permette di viaggiare con la mente, pur restando fermi sul divano di casa. La sensibilità che accomuna un buon lettore ad un viaggiatore attento è la stessa. La capacità di sorprendersi e riuscire a vedere oltre, la creatività e la fantasia di scoprire mondi immaginari è proprio la stessa in un viaggiatore e in un lettore. Così, insieme a tantissimi lettori che amano i libri che disorientano, quelli che fanno viaggiare con il corpo o con la fantasia, noi abbiamo fatto festa e onorato questo piccolo traguardo dei tre anni, senza mai chiudere la saracinesca o cambiare sede. La nostra serata è partita inaugurando la terza edizione della rassegna Gente di Fotografia con Tiziano Ghidorsi che ha presentato in anteprima il suo ultimo lavoro “Anatomie di Danza”. 10404072_337368543118312_5942558924177559511_mA seguire una vera e propria Festa di Compleanno con tanto di torte e vino e libri e libri e libri nuovi di zecca per questa stagione che andiamo a inaugurare. Una Festa Grossa per il giorno del nostro terzo anniversario. Una gran festa della musica, della fotografia, della scrittura, della parola e delle buone letture. Con i suoni e le parole in musica di Alberto PadovaniRoberto Vitale e Massimiliano Usai abbiamo festeggiamo insieme agli amici e ai lettori che ci hanno accompagnato in questo viaggio. Una festa che è stata una bella occasione per dedicarci pensieri sull’importanza dei libri, della lettura e di una libreria indipendente come la nostra. Tre anni assieme sono un avvenimento importante da festeggiare per tutti quelli che non solo amano i libri, ma sognano e desiderano un altro modo di fare cultura, di intrecciare relazioni, di concepire l’azione intellettuale. 21371163_10209952269911986_1338718883655559690_nÈ importantissimo sostenere un luogo e dei librai che stanno tentando di portare aria nuova e di condividere, in modo franco e diretto, idee e progetti. Tre anni in cui abbiamo voluto condividere con i frequentatori della Libreria ma anche con quelli della nostra Pagina Facebook letture e proposte culturali ma anche soprattutto fare divulgazione per tanta microeditoria di qualità e scrittori poco conosciuti e talenti della città di Parma e dell’Emilia. Il progetto è cresciuto nel tempo rivolgendosi a un numero sempre maggiore di lettori curiosi di farsi spiazzare da titoli insoliti. Tre sono i momenti più belli della festa che porterò con me nel Diario dei ricordi. Una carezza lungo la spalla da parte di Alice mentre Alberto Padovani suonava un pezzo tratto da “Le canzoni dell’automobile”, tanto amato da Igino; quella carezza faceva seguito alla mano di Silvana Caronna che batteva il tempo sul mio corpo mentre Roberto Vitale cantava “Cu ti lu dissi” di Rosa Balistreri. aPochi conoscono in Italia la voce e la storia interessante di questa cantastorie e femminista siciliana. Siamo un popolo distratto, un popolo che dimentica e non vuole sentire… ma una libreria di qualità deve puntare anche sulla conoscenza e la divulgazione attraverso la musica da far ascoltare. Il terzo momento emozionante è stato quando sempre Silvana, a fine serata, mi ha detto che “Il Paese dei segreti addii” di Mimmo Sammartino, suggerito nello Zaino due settimane fa, a lei era piaciuto proprio tantissimo. Da un anno io consiglio questo libro a squarciagola, e mi dispiace che in pochi mi abbiano ascoltano. Succede sempre così. Anche col libro di Nada, “Leonida”, che adesso tutti comprano in libreria sapendo che Venerdì 22 settembre passa a trovarci. Forse ha ragione chi dice che non so fare bene il mio mestiere di libraio e forse anche per questo mi commuovo le poche volte che qualcuno mi segnala un bel libro suggerito da me. A proposito di letteratura che spiazza e disorienta, ho un aneddoto da raccontarvi. Ho avuto l’onore di presentare pochi giorni fa in un magnifico complesso monumentale del 1300 “Il libro dei segreti addii” con l’Autore e Giuditta Casale, a Teggiano in provincia di Salerno. Avevo preparato tre letture molto intense e commoventi per quella serata e dopo averne fatte le prime due, avrei dovuto leggere una terza che parlava della tragedia di Marcinelle in Belgio e di migrazioni e migranti, ma, ho improvvisato leggendo nel refettorio del Convento e sotto un affresco imponente del 1400, appena restaurato, di pompini fatti ad arte e di sesso gioioso. Giuditta aveva appena chiesto a Sammartino il suo personaggio preferito, io mi aspettavo Rosina Battaglia l’aggiustaossa Nostra Signora della Pompa Magna, e invece lui ha scelto i due fratelli Abel e Tobia, e a quel punto io mi sono messo a leggere della famosa Tecnica dello Svolazzo della Sacerdotessa dei boccagli. Vedevo la gente in sala ridere, signore non più giovanissime ridere a crepapelle e pure mio fratello Giuseppe, in fondo alla sala, ridere di gusto e persino Giuditta e Mimmo al mio fianco sogghignare. A fine presentazione la moglie di Mimmo Sammartino, con la borsina nera di Holt della NNE e che ci faceva abitanti dello stesso posto ideale, mi ha detto che quella era la presentazione più bella a cui avesse mai assistito e io ho pensato a Francesca Chiappa e Silvia Sorana, le mie amiche di Hacca, e a quanto avrebbero riso pure loro di questo libraio sboccato e fuori di testa che disorienta. Questo deve fare la Letteratura: Sorprendere e incuriosire inaspettatamente. La vera letteratura deve spiazzare!

0La festa è continuata anche sabato 16 settembre con la presentazione in Anteprima del secondo romanzo di Tito Pioli, “Ho sposato mia nonna”, edito dalla casa editrice Del Vecchio.
Il nuovo libro di Tito Pioli, come il precedente “Alfabeto Mondo”, edito da Diabasis, nelle ultime pagine non solo porta un chiaro riferimento alla Libreria Diari di Bordo ma anche un ringraziamento diretto ad Alice e Antonello, i librai di borgo Santa Brigida. “Alfabeto Mondo” e “Ho sposato mia nonna” sono il simbolo di quello che dicevo qualche piano più su, che la letteratura deve sorprendere e spiazzare. Ma anche quello che una libreria seria dovrebbe fare con i Libri: seguirli e accompagnarli in tutto il loro percorso, anche quello precedente e successivo alla pubblicazione e spiazzare e disorientare i propri lettori con libri per niente facili. L’ultimo romanzo di Tito Pioli mi ha fatto provare anche l’emozione di essere dentro al libro come protagonista di uno schizzo surreale con tanto di nome e cognome nell’episodio “Dal buco della serratura”. Ricordo con precisione che eravamo in piscina a San Giovanni in Persiceto un paio di anni fa io, il mio compagno Igino e il nostro nipotino Leonardo, quando lessi per la prima volta ad Alta Voce ” Dal buco della serratura”. Alla fine della lettura Leo, che di anni allora ne aveva sette, mi chiese preoccupato: “ma quindi Tu Antonello sei stato pure in galera”? Sono queste le piccole magie spiazzanti e le fantasticherie sorprendenti della lettura e della scrittura. 0000La Nonna di Tito è uscita in libreria il 14 settembre e ha trovato, dopo mille porte sbattute in faccia al talento puro, finalmente un editore coraggioso e importante come Del Vecchio. Grazie a Paola Del Zoppo e a Pietro Del Vecchio oggi posso leggere con emozione anche il ritratto delicato che fa del mio Igi nello struggente episodio intitolato “Igino dagli occhiali appannati” . Come dice Andrea Cabassi nella recensione al libro su questo stesso blog:
Igino: un amico che ci ha lasciato troppo presto per intraprendere il suo viaggio verso l’Altrove. Igino: un amico che Tito Pioli fa rivivere in pagine leggere, poetiche, struggenti allo stesso tempo, come solo un scrittore di grande talento sa fare.

Mi piacerebbe tanto oggi che questa poesia a forma di romanzo potesse capitare tra le mani di chi ha procurato tanto dolore a Igino e capire, finalmente, tutto quello che non si è voluto capire in nome di quella ottusità che questo libro, a suo modo, combatte. Igino aveva un amico in Tito e una stima incondizionata. Assieme si ritrovavano nelle retrovie della Libreria ad ogni presentazione, senza saltarne mai una. Come dice Tito stesso : “Ci siamo sempre trovati in fondo io e Igino io credo perchè dal fondo si vedono meglio le cose non in mezzo non avanti proprio in fondo come se ci fosse già un fondo nella nostra amicizia anche se ci conoscevamo da poco quelli che stanno in fondo sono come militari in parata non li sposti anche con lusinghe anche con premi quelli che stanno in fondo sono come missionari che vogliono vedere le spalle degli altri le teste i profili altrimenti è meglio andare a casa tanto un fondo si trova sempre un fondo dove stare in chiesa nella fila al cinema Igino come me era uno che voleva guardare dal fondo di tutto”.

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In questa settimana di festeggiamenti e aspettando la presentazione in Anteprima del libro di Tito, abbiamo voluto dare ampio risalto anche ai volumi non recenti del catalogo della casa editrice Del Vecchio. Tra i tanti titoli di questa casa editrice indipendente di qualità che si possono trovare da noi ho scelto per lo Zaino innanzitutto i libri di Lutz Seiler “Il peso del tempo” e “Kruso”.

http://www.delvecchioeditore.com/libro/cartaceo/38/il-peso-del-tempo

Per la prima volta in Italia con Del Vecchio è stata pubblicata la magnifica raccolta di racconti di uno dei migliori scrittori tedeschi della sua generazione. Raccolta di racconti premiata dalla critica tedesca con il PREMIO FONTANE e il DEUTSCHER ERZAHLERPREIS, il premio per i narratori tedeschi. Equilibrio fra presente e passato, lancette stagliate nel cerchio del tempo, frammenti di vite che si accumulano e si sorpassano. Il miglior scrittore tedesco della sua generazione racconta, fra privato e Storia, com’è cambiata la Germania dal dopoguerra a oggi. Tratto distintivo dell’intensa scrittura di Seiler è l’intreccio di meditazione e memoria. Frammenti di vite disperse in luoghi diversi (Stati Uniti, Kazakistan, Berlino), ma tutte accomunate dalla ricerca di difficili equilibri fra presente e passato, dal bisogno dell’autore di rinarrare le vicende che hanno trasformato gli scenari della natura e della storia tedesco–orientale, dal dopoguerra al 1989 e oltre. Regolarissime esistenze che improvvisamente diventano, o si rivelano, asincrone. L’oggetto che dà il titolo tedesco all’opera, “Die Zeitwaage”, è un cronocomparatore, una “bilancia del tempo”: permette di misurarlo, di sentirne il peso. Del tempo, in questi racconti, conta il peso specifico, più che il peso complessivo, perché è un tempo che va oggettivato, in una narrazione che dalle storie vuole arrivare a misurare la Storia. Lutz Seiler è nato in un paesino della Germania Est ormai scomparso, Gera. 14412684373490-Domenica SEILERPoeta attento e innovativo, è uno dei maggiori scrittori della Germania contemporanea, autore di eccezionali essays, intense raccolte poetiche (un’antologia delle quali è tradotta e pubblicata in Italia da Del Vecchio Editore, con il titolo “La domenica pensavo a Dio”), e di un romanzo, anch’esso uscito in Italia per Del Vecchio Editore con il titolo “Kruso”. Insignito di numerosi riconoscimenti per le sue opere sia narrative che poetiche, con Kruso lo scrittore tedesco ha ottenuto il PREMIO UWE JOHNSON e il BUCHPREIS.
14302888231468-KrusocoverÈ il 1989, le due Germanie sono ancora divise. Ed, studente di letteratura a Halle, ha perso la sua ragazza in un incidente. Dopo alcuni mesi passati a seppellire il dolore sotto “scorte” di versi imparati a memoria, decide di “saltare giù”: riordina con cura la sua stanza e parte per raggiungere Hiddensee, quell’isola leggendaria del Mar Baltico – il mare dell’Est – che, si dice, è fuori dal tempo. Dopo alcuni avventurosi giorni a vagare sull’isola trova impiego e alloggio come sbucciatore di cipolle alla locanda All’Eremita, un albergo ristorante gestito da Werner Krombach, che si considera capitano di una nave di cui il personale composto da filosofi, poeti e professori universitari costituisce l’equipaggio. Una notte, incuriosito dai rumori, Ed sgattaiola fuori dalla sua stanza e si trova immerso in una singolare atmosfera da sabba notturno. Che accade quando l’oscurità cala sull’Eremita? E chi è questo “Crusoe” di cui tutti parlano? E proprio il giorno dopo Ed incontra Alexander Krusowitsch – è lui, Kruso, uno strano russo–tedesco dalla pelle e i tratti di un sudamericano, maestro di cerimonie e padrino dell’isola, che inizia Ed ai rituali dei lavoratori stagionali e alle regole che governano le loro notti, accogliendolo come un Venerdì che pian piano gli diventa indispensabile. Gradualmente Ed scopre che all’Eremita, sull’Arca, scorre un tempo che traccia una linea diversa dal tempo del mondo di fuori, e che il cuore segreto delle attività di Kruso è l’utopia promessa a ognuna delle anime naufragate del Paese (e della vita) che anela alle Radici della Libertà. Ma gli eventi dell’autunno del 1989 non mancheranno di sconvolgere anche la vita sull’isola.
Un romanzo avvincente e imprevedibile, il primo, attesissimo romanzo di Lutz Seiler disegna un arco dall’estate del 1989 al presente, fino allo stupefacente epilogo a Copenhagen, nelle catacombe della polizia di Stato danese. Kruso è la storia di un’avventura, di una splendida amicizia e di una vita che cambia. Il primo romanzo in cui la “Svolta” è un pretesto per nutrire le infinite possibilità creative dell’immaginazione, in un inno alla poesia e alla narrazione.

14610449857638-italia_webTra gli altri titoli del catalogo della Del Vecchio un posto d’onore spetta al libro di Fabio Massimo Franceschelli “ITALIA”, considerando il fatto che l’autore proprio in questi giorni è tra i quattro i finalisti della 54° edizione del prestigioso Premio Riccione per il Teatro, intitolato a Pier Vittorio Tondelli, concorso per testi teatrali in lingua italiana o in dialetto non rappresentati in pubblico, che quest’anno compie 70 anni,con l’opera “Damn and Jammed”.

Italia è un apologo surreale e pulp sull’Italia, un Paese incapace di guarire da se stesso che si avvia danzando verso la propria rovina. Siamo ai giorni nostri. Nessuno può essere sicuro del proprio posto di lavoro. Diciassette lettere di cassa integrazione, più una – giustificatissima – di licenziamento, devono essere recapitate ai rispettivi destinatari. La consegna di tali missive scatena una rocambolesca girandola di avvenimenti, intrecciandosi alle minute vicende di un grande centro commerciale alla periferia di una città del Sud che affaccia sul mare, dove «si parla un dialetto stretto stretto fatto di ì, ù e ò accentate». È l’imponente supermercato La Cattedrale il microcosmo in cui si snodano i destini dei personaggi: un direttore connivente e succube del potere mafioso locale, un manager freddo e insensibile alla sofferenza dei lavoratori, che però si rivela anche ingenuo e sprovveduto, un attempato dongiovanni ossessionato dal sesso, una giovane promoter frustrata da un lavoro indecoroso, un sindacalista incapace di far fronte alla crisi, una guardia giurata perseguitata dai gabbiani, un ex artificiere ossessionato dall’11 settembre, e infine Italia, ostinata vecchina affondata nel proprio oscuro dialetto, che, apparentemente ai margini della modernità, sarà testimone coriacea del maelstrom degli eventi.Franceschelli mescola con sapienza tutti i generi, dall’horror alla commedia, dal grottesco al realistico, in una narrazione pacata e implacabile, caratterizzata da una raffinatezza che non cade mai nell’affettazione e da una ricchezza linguistica che conferisce un’aura di realismo e insieme di universalità a ognuno dei personaggi.In una sorta di molteplicità indotta, i protagonisti si muovono freneticamente intorno alla Cattedrale, rendendo comicità e ironia alla tragedia annunciata negli allucinanti e allucinati inseguimenti, tra reazioni sconnesse, assurde riflessioni e una labile accettazione della verità quotidiana della natura umana.
54296Una buona libreria per arrivare a buoni traguardi deve, come abbiamo visto, saper pescare tra le novità che escono ma anche tra i titoli vecchi dei cataloghi di qualità delle case editrici indipendenti. Prendiamo ad esempio la casa editrice Sur che ci accompagna dall’inizio della nostra avventura… Tra i film che sono stato in programma alla Mostra del Cinema di Venezia c’era una pellicola dal titolo «Zama» diretta da Lucrecia Martel, e prodotta da Pedro Almodóvar. Il film è tratto dal romanzo omonimo dello scrittore argentino Antonio Di Benedetto. Un libro sull’attesa senza fine da leggere assolutamente e scritto da un autore la cui opera è al centro di una vivace riscoperta in diversi paesi.
9788897505280_0_200_0_0Don Diego de Zama è un oscuro funzionario della corona spagnola di fine Settecento: relegato ad Asunción, in Paraguay, vive lontano dalla famiglia, appeso alla flebile speranza di una promozione per cui è disposto a tutto, ma che tarda ad arrivare. Da quell’angolo sperduto nell’immenso vicereame del Río de la Plata, dalla riva di un fiume che pare ai confini del mondo, Zama aspetta: le lettere della moglie Marta, notizie dalla Spagna, un nuovo amore, un’ultima occasione di redenzione. Pubblicato nel 1956, Zama è oggi considerato un romanzo spartiacque del Novecento argentino: ricostruendo un passato remoto e quasi sconosciuto, Di Benedetto crea una storia senza tempo.
Tra le novità che consiglio nello Zaino di questa settimana non posso non mettere il libro di una casa editrice che accompagna il nostro percorso fin dai nostri primi mesi di vita, la NN E, la casa editrice che non sbaglia mai un colpo e che anche con “Paradisi Minori”, la prima raccolta di racconti della statunitense Megan Mayhew Bergman nella magnifica traduzione di Gioia Guerzoni, centra il bersaglio. Già solo la scelta grafica della copertina e il primo racconto, a mio parere modesto di libraio, valgono tutto il costo del libro.

bergman1024x1024I racconti di Megan Mayhew Bergman parlano di uomini e donne alle prese con le grandi scelte e i piccoli dilemmi di ogni giorno. La ricerca d’identità dei personaggi, il loro dibattersi per costrui­re relazioni d’amore solide e profonde si specchiano negli animali che abitano le loro vite. Protagonisti di Paradisi mi­nori sono proprio gli animali – animali veri, amati o temuti, selvaggi o addo­mesticati. La nostalgia e il rimpianto di una donna si incarnano in un pappagal­lo che custodisce la voce della madre scomparsa; l’amore di una figlia per il padre raggiunge il culmine nella vana ricerca di un picchio in via d’estinzione; e l’istinto materno si esprime nella cura di un piccolo lemure invece che di una figlia ormai lontana.
Dai boschi del Vermont alle paludi del­la Florida, Megan Mayhew Bergman posa il suo sguardo gentile e pieno di compassione sul mondo e sulle sue creature, e racconta delle trappole di solitudine e dolore in cui cadiamo tut­ti, ma anche della folle ricerca d’amore che muove i fili delle nostre esistenze.
Il libro come è indicato sul retro è per chi legge e rilegge il menu del suo ristorante prefe­rito anche se lo conosce a memoria, per chi vede in ogni animale una persona e in ogni persona un animale, per gli occhi di David Bowie e Crazydi Patsy Cline, e per chi ha trovato alla fine il suo ultimo slancio, come la balena che, stremata dal parto, spinge il suo piccolo verso la pelle dell’acqua per consegnarlo al mondo in un respiro

Nello Zaino di Antonello: La Letteratura deve sempre Spiazzare