Dieci Buoni Motivi
di Valentina Di Cesare
per NON leggere Tutti i soldi di Almudena Gomez
1. Perché é un romanzo sulle differenze sociali che restano l’unico vero discrimine tra esseri umani, divari che si innestano sin dai nastri di partenza, eterni spartiacque che normano i rapporti tra le persone e che continuano a fare la differenza in termini di possibilità, realizzazione, scelte, conseguenze.
2. Perché é una storia che fa luce su stereotipi e luoghi comuni che infestano quotidianamente le nostre vite, ma di cui spesso non riusciamo a fare a meno per andare avanti e tenere in piedi le nostre certezze.
3. Perché sottovalutare chi abbiamo davanti è un grosso rischio, e il più delle volte chi lo fa commette una sciocchezza.
4. Perchè è un romanzo che invita ad ascoltare, esercitare e interpretare il silenzio, e in un momento storico in cui ci si accapiglia per ogni minima divergenza di pensiero e si parteggia per qualcuno o qualcosa riducendo il dibattito a pura tifoseria, una scelta simile non è appetibile, e dunque è raramente presa in considerazione.
5. Perché la voce narrante mente al lettore e a se stessa sin dall’incipit.
6. Perché in Italia non si può pensare di comprendere quel che sta dietro ai fenomeni di emigrazione economica se non si fanno i conti col proprio passato (e direi anche presente) migratorio, ridotto dai più ad argomento di serie B e trasformato in un carrozzone di luoghi comuni, folklore e malinconia.
7. Perché la morte come disse Fernando Pessoa è la curva della strada e morire è solo non essere visti.
8. Perché certi rapporti che portiamo avanti negli anni non sono amicizie ma piuttosto alleanze, patti silenti tra solitudini che si aggrappano a qualcuno nel terrore di sprofondare.
9. Perché il lavoro manuale e fisico ha una grande dignità ma non siamo più capaci di riconoscerlo.
10. Perché di noi, quando non ci saremo più, resterà quel che gli altri racconteranno. Diventeremo ricordi, proiezioni, caricature per poi svanire inesorabilmente nel nulla. Per fortuna!
Con Valentina Di Cesare ho tenuto un’entusiasmante conversazione online sulla pagina Facebook della casa editrice Polidoro editore: QUI chi volesse ri-vederla.