di Giovanni Accardo

scrittore, docente, saggista e organizzatore di eventi culturali a Bolzano.
scrittore, docente, saggista e organizzatore di eventi culturali a Bolzano.

 

 

 

 

 

 

 

 

Nata dieci anni fa, all’interno di un laboratorio di estetica organizzato in un liceo di Bolzano, la rivista on-line «Fillide» è giunta al numero 20, numero che segna un rinnovamento grafico (logo e grafica di Margherita Parrilli), della redazione (Giovanni Accardo, Alessandro Cavagna, Maddalena Fingerle, Alex Piovan, Barbara Ricci, Emanuela Scicchitano), del sito web (Gianluca Trotta e Sandro Ottoni), dei collaboratori e delle rubriche. Una tappa molto importante che consolida e accresce il patrimonio di relazioni e collaborazioni con scrittori, studiosi, artisti, filosofi che la rivista ha costruito negli anni.

Fillide_logo

Sfogliando i numeri fin qui pubblicati, troviamo articoli dedicati alla leggenda di Fillide, sui primi manoscritti medievali, francesi e tedeschi, che lodano oppure denigrano per motivi moralistici l’amante di Alessandro Magno e, nel contempo, mettono in ridicolo la figura del sapiente affascinato dalla bellezza della donna. Dall’iconografia derivava anche l’immagine di copertina utilizzata fino al numero 19, che riproduceva uno stallo ligneo dell’abbazia di Montbenoît in Franca Contea.

L’aspetto teorico e filosofico del comico ha poi costituito il secondo importante filone della ricerca che ha presentato alcuni articoli di storia del pensiero (su Jean Paul Richter, Fritz Mauthner e Henri Bergson) e numerose segnalazioni dedicate al dibattito contemporaneo (Giulio Ferroni e Peter Berger). L’analisi letteraria e critica si è rivolta principalmente ad alcuni grandi autori del Novecento italiano (Luigi Malerba, Andrea Zanzotto, Tommaso Landolfi, Italo Calvino, Camillo Sbarbaro, Alberto Savinio), ma ha proposto anche autori del passato meno conosciuti o dimenticati (Amalia Guglielminetti, Paolo Bellezza, Giuseppe Zucca). Ma negli ultimi anni sono stati pubblicati anche dei numeri monografici o tematici: ad esempio il nr. 12 è stato interamente dedicato all’estetica della cartolina, con contributi filosofici, letterari e iconografici; il nr. 13 alla figura di Pulcinella tra antropologia, storia, letteratura e filosofia; il 15 alla gallina nella letteratura e nell’arte, mentre il 16 allo scrittore Alberto Savinio.

Anche l’ultimo numero ha un tema: Ridere con gli animali, cercando nella filosofia, nella letteratura, nell’arte e nella musica alcuni momenti di comicità e di umorismo che ci rivelano questa capacità di spostare il punto di vista fuori di noi. Come scrive nell’editoriale Luisa Bertolini, direttrice della rivista, «Non sappiamo se gli animali, gli altri animali, possano ridere; non sappiamo se, quando sembrano ridere, siamo noi ad attribuire loro un comportamento antropomorfo e se, quindi, avesse ragione Porfirio nell’affermare che il riso è proprio dell’uomo. Di contro alcuni ricercatori hanno cercato di analizzare l’evoluzione del riso nella storia della biologia animale, rivelando che i confini non sono poi così netti e definiti.» Lo scrittore Giorgio Vasta, intervistato proprio in questo numero, ritiene che nel nostro osservare gli animali ci sia qualcosa di più profondo e segreto che non ci lascia tranquilli, che non ci fa staccare gli occhi e che ci lascia un’eco inquieta. Del resto artisti e scrittori hanno evocato spesso questo elemento sfuggente della vita e del pensiero degli animali, indicando la linea di confine che ci separa e ci unisce a loro, come nel suggestivo racconto di Antonio Prete e nell’illustrazione di Nora che lo accompagna. Vicinanza e lontananza hanno fatto sì che gli animali diventassero spesso protagonisti dell’invenzione artistica e letteraria e, per quanto ci riguarda, hanno loro permesso di ridere, di ridere tra loro e di ridere di noi. Il cane – scrive Benno Simma nella sua agendina di immagini – è l’antidoto dell’io, dell’incapacità di distanziarsi da sé; il gatto sospeso sui fili della copertina di Michela Antino è un gioco delicato, in bianco e nero, che vuole annullare tutto quanto pretende alla totalità e che si esprime nella fissità di un principio o del potere, come denunciano l’orso di Heine, il somaro di Frassineti, gli animali del Roman de Renart, la volpe di Janacek, le metamorfosi degli animali del cavalier Marino e la parodia delle silhouettes di code di Lichtenberg.

Saggi (di Gaspare Giudice sulla Metamorfosi di Kafka, di Mattia Cavagna sul Roman de Renart, di Fabrizio Cambi su Heine, di Marco Belpoliti sugli animali di Primo Levi), interviste a scrittori (Giorgio Vasta, Matteo B. Bianchi, Paolo Zardi) e studiosi (a Francesco Zambon sui bestiari medievali), segnalazioni, audio-racconti e molto altro fanno del numero 20 una tappa davvero importante nel percorso di «Fillide».

Infine, i lettori potranno trovare nella rivista anche racconti, fotografie e illustrazioni. L’illustrazione è un’altra bella novità, infatti la rivista ha selezionato 20 racconti inediti sul tema del numero e ogni racconto è stato illustrato. Si tratta di racconti molto diversi: alcuni fanno decisamente ridere, altri sono serissimi, hanno però il riso come tema, altri ancora inseriscono il grottesco o il non senso oppure la riflessione sullo scrivere. Appunto, racconti da ridere.

(Giovanni Accardo è uno dei redattori della Rivista Fillide)

La rivista on-line «Fillide» è giunta al numero 20
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