di Antonello Saiz

Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”
Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”

 

 

 

 

 

 

La Custodia e la Cura

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Sono sempre le comunità dei lettori che si creano intorno al libro a fare le librerie, e soltanto in un secondo momento vengono i librai con le loro scelte e la loro cura. Bisogna fare in modo che le librerie diventino luoghi di scambio e dentro esse far circolare, quanto più è possibile, idee nuove e saper mescolare l’entusiasmo alla divulgazione. Per creare una sana comunità intorno ai libri bisogna “fare cultura dal basso” e saper stimolare la curiosità del singolo lettore e tessere, poi, relazioni, creare comunicazioni e ponti tra i diversi lettori. Le belle librerie che al sabato sera diventano piene non si creano dal nulla. Bisogna lavorarci parecchio e fare in modo che diventino una realtà con cui confrontarsi e fare i conti. Una grande opportunità persa, invece, per chi con consapevolezza le vuole ignorare o ha deciso di non frequentarle! Bisogna saperli accudire con buone letture, quei lettori. Sorvegliare quel patrimonio umano con attenzione e con cura, in modo che non subisca danni e si ingrossi e si conservi intatto nel tempo. Quando intorno al libro si crea una comunità bisogna usare tutte le forze in campo preservare e saper vigilare e riguardare quelle realtà. Realtà che non sono più solo negozi in cui acquistare libri ma spazi comuni in un quartiere. Spazi in cui si organizzano incontri, eventi, presentazioni e reading. Spazi dove si chiacchiera con i librai, ma pure tra lettori. Spazi in cui ci si lascia consigliare, ma dentro cui si entra in contatto con altri lettori e fare parte di una vera e propria comunità di amanti dei libri…

“La cura… sono arrivato a pensare che sia un segreto che infatti non viene tramandato di bocca in bocca. Va di pena in pena. Le persone che curano -animali, piante o una scala- sono le uniche resistenze di cui il mondo dispone contro la dispersione.”

A proposito di cura e del custodire, Sabato 26 Gennaio in Libreria, Raffaele Riba ha presentato il suo ultimo romanzo “La custodia dei cieli profondi”, edito da 66thand2nd Editore.

Cascina Odessa è il satellite periferico di un Pianeta che naviga placido ai margini della Via Lattea. Un mausoleo eretto sopra i resti di un cane, un microcosmo con un passato perfetto ma ora afflitto dalla malattia della dispersione. Gabriele lotta, contrappone la cura al disfacimento, è erede e custode, e resiste al progressivo sfaldarsi della propria famiglia. Finché non si consuma l’addio più doloroso, quello di suo fratello. Il legame è spezzato, e perfino l’universo sembra accordarsi a questo cataclisma minore: nel cielo compare un altro sole – un sole debole -, una luce blu si fonde con la luce gialla, allaga la notte, sovverte il ritmo circadiano. Piovono poiane, i grilli tacciono, gli alberi sono allo stremo, le ore si dilatano in secoli, millenni. E per il Custode è arrivato il momento di abbandonarsi alla folle entropia del Tutto.

Raffaele Riba è nato a Cuneo il 15 maggio 1983. Ha un diploma di perito chimico e una laurea in Lettere. Attualmente vive e lavora a Torino, e si occupa della narrativa italiana da 66thand2nd.
Nel maggio del 2011 ha vinto la terza edizione del concorso 8×8 e nel novembre dell’anno dopo ha partecipato alla VII edizione di Esor-dire con il brano Qui. Ha pubblicato: “Il dentro di un altro fuori”, apparso sul primo numero di Cadillac (2012); “La storia di Cinzia” che fa parte del libro “100 Storie per quanto è troppo tardi” (Feltrinelli, 2012); “L’eloquenza delle nature morte” su Watt; “La crocifissione”, nell’antologia “Si sente la voce” (Cartacanta, 2012) e tre racconti nella collana “Singolari” della casa editrice LiberAria (2012).

Riba

Nel 2014 Raffaele Riba è uscito, sempre per 66thand2nd, con il suo romanzo d’esordio,“Un giorno per disfare”.

Un’agghiacciante sequenza di cinque fotografie ritrae un enorme Pluto di peluche che avanza lungo Main Street, si sfila la testa pelosa e si dà fuoco con una bottiglietta di benzina. Siamo a Disneyland Paris nel pieno delle celebrazioni per il dodicesimo anniversario del parco. A scattarle è Jacques Vian, inviato di «Le Monde», affetto dai primi disturbi del Parkinson e deluso dalla vita. Sotto il vestito sintetico c’è Matteo Danza, un dottorando in Etologia convinto di conoscere il modo per contrastare il «declino dell’uomo». Jacques è attratto dal gesto di Matteo e come un esploratore si immerge nella sua storia, nelle sue convinzioni e nelle sue paure senza risparmiare sé stesso. Un lungo reportage emotivo in cui Jacques diventa il cantore dell’utopia di Matteo e ne suggella il sacrificio, consapevole anche lui che l’uomo è un animale in cattività nella natura artificiale che si è costruito e persuaso della necessità di «riordinare le nostre convinzioni e correggere il punto di fuga», ridiventando finalmente uomini.

“Certi spettacoli mi addolorano ancora, altri no. Certe morti sì, altre no.” Antoine Volodine, “Angeli minori”.

In esergo al libro “La custodia dei cieli profondi” di Raffaele Riba, viene riportata la frase tratta dal capolavoro di Antoine Volodine, ” Angeli minori”, pubblicato in Italia da L’orma con traduzione di Albino Crovetto.

Antoine Volodine è il più inclassificabile degli scrittori francesi contemporanei. Nel libro

la civiltà è da tempo tramontata, e alcune vegliarde immortali guardano con occhi delusi il nipote Will Scheidmann: lo hanno creato con pezzi di stoffa e incantesimi, ma ne sono state tradite. Pronto a essere giustiziato dalle proprie nonne, Will le intrattiene come un novello Sheherazade con una particolarissima forma di racconti intessuti di storie e figure stranianti, allucinate: sono i narrat, «istantanee romanzesche» di sua invenzione, nelle quali tutte le trame di un’unica tela narrativa si incrociano, si sfilacciano, si riuniscono. L’umanità di cui narra è ormai quasi estinta, e solo sparute voci si levano da una terra ridotta a un ammasso post-apocalittico di tendopoli e rovine. Le strade sono, però, ancora vive di una piccola e folle masnada di musicisti, scrittori, vagabondi e sciamani, che pur nella disperazione non rinuncia alle speranze dell’amore e al piacere di un humor nero feroce e vitale. Angeli minori e? un’opera seducente e folgorante su un mondo oltre la fine del mondo. Una sinfonia di voci e personaggi che provengono da un futuro riposto nei lati oscuri della nostra coscienza.

Mercoledì 23 Gennaio, ai Diari, Maria Cristina Alfieri ha presentato il libro “Fammi luce”, Capponi Editore, con il giornalista Antonio Mascolo.

Dopo l’esordio con ‘Bocca di pietra’, Maria Cristina Alfieri, giornalista e scrittrice, presenta il suo secondo romanzo ‘Fammi luce’, che intreccia le storie di due personaggi, Enrico e Ljuba, chiamati a fare chiarezza su un vissuto sentimentale complesso e non risolto. Enrico, spaesato dall’incontro inatteso con la bellissima Ljuba, arriva a mettere in discussione il rapporto con la moglie, innescando una crisi famigliare dagli esiti imprevedibili. Ljuba, emigrata in Italia dall’Ucraina per motivi economici, fatica a gestire lo scollamento tra i suoi sentimenti, che la legano alle persone lasciate in patria, e la vita reale, che la vede impegnata come domestica in Italia. Viaggiando tra Milano a Chernivtsi, la provincia pavese e New York, i due personaggi incrociano figure carismatiche come Avinash Ganesh, il pioniere della cucina indiana in Italia e Frate Ave Maria, il santo visionario dell’Eremo di Butrio. Una storia che l’autrice dedica a tutte le donne che, come Ljuba, sono costrette a emigrare separandosi dagli affetti più cari e passando la vita a lavorare nelle case di chi è nato in un posto migliore del loro.

Altro libro della casa editrice 66thand2nd è quello di Lionel Shriver dal titolo: “I Mandible. Una famiglia, 2029-2047” nella traduzione di Emilia Benghi.

Un’opera potente, fantasiosa e divertente, che pone domande profondissime.
Anno 2029. Gli Stati Uniti non sono più la guida dell’Occidente. Una nuova moneta, il bancor, si è imposto come valuta di riserva mondiale, facendo crollare il dollaro fino a renderlo carta straccia. L’intransigenza del presidente Alvarado, primo latinoamericano alla Casa Bianca, trascina il paese nell’isolamento: l’acqua diventa una risorsa sempre più rara e la vita quotidiana si trasforma a poco a poco in una lotta per la sopravvivenza. Neanche i facoltosi Mandible sfuggono al destino dei loro compatrioti. La fortuna accumulata dal trisavolo Elliot e oculatamente preservata dal bisnonno Douglas, scaltro agente letterario newyorkese, si polverizza nel giro di una notte a causa del crollo dei mercati. Mentre le città si riempiono di senzatetto con gli abiti griffati, i membri superstiti della famiglia si ritrovano stipati a Brooklyn in casa di Florence Darkly, nipote di Douglas, e poi sulla strada in cerca dell’unico lavoro ancora utile, quello nei campi. Finché, anni dopo, una fuga catartica verso Ovest non porterà Willing, il figlio di Florence, a inseguire il miraggio dell’ultimo avamposto di libertà, in una nazione in cui tutte le aziende sono in mano a stranieri e le tasse vengono prelevate tramite chip impiantati nella nuca dei contribuenti. In questo romanzo Lionel Shriver presta la sua voce provocatoria e sempre autentica a una storia avvincente su come il mondo che conosciamo potrebbe diventare. Una distopia realistica che coglie il nucleo delle eredità negative che rischiamo di lasciare alle prossime generazioni.

Da Giovedì 24 in libreria è arrivato il nuovo libro di uno scrittore molto amato ai Diari, Mario Benedetti, dal titolo “Impalcature – Il romanzo del ritorno” nella traduzione di Maria Nicola per nottetempo.
Mario Benedetti (1920-2009), è stato uno dei massimi narratori e poeti del Novecento e scoperto da subito ai Diari, quasi dopo l’apertura, grazie al suggerimento della scrittrice Simona Baldanzi, reduce da un viaggio in Uruguay. Benedetti ha cominciato a guadagnarsi la vita come commerciante, contabile, impiegato, giornalista e traduttore. È stato direttore del Centro di Ricerche Letterarie della “Casa de las Américas” all’Avana, e del Dipartimento di Letteratura Latinoamericana, dell’Università di Montevideo. Dopo il golpe militare del 1973, ha rinunciato all’incarico universitario ed è partito in esilio, durato 12 anni, prima in Argentina, poi in Perù, a Cuba e in Spagna. Nel 1999 ha ricevuto il prestigioso Premio di Poesia Reina Sofìa. Tradotti in Italia: “Racconti” (Multimedia, 1995), “Inventario: poesie 1948-2000” (Le Lettere, 2001), “Grazie per il fuoco” (La Nuova Frontiera, 2011) e “Fondi di caffè” (La Nuova frontiera, 2013). “Chi di noi”, del 1953, è il sorprendente romanzo d’esordio. “La tregua”, pubblicato da nottetempo nel 2006 e rilanciato nel 2014 con grande successo, ha ricevuto il Mix Prize 2015.

Impalcature è il romanzo che Mario Benedetti scrive al rientro dal suo esilio, seguito al golpe militare in Uruguay del 1973 e durato 12 anni, durante i quali l’autore ha vissuto prima in Argentina, poi in Perù, a Cuba, in Spagna.
Il titolo Impalcature, dice lo stesso Benedetti, descrive la struttura a più livelli – alcuni reali, alcuni metaforici, molti discontinui e incompleti – di un racconto intriso di nostalgie, ricordi, storie di persone amate, abbandonate, ritrovate, perdute per sempre. La storia di Javier è la storia degli esiliati degli anni duri della dittatura in molti paesi latinoamericani, che si ritrovano a raccontare e a fare i conti con le proprie fughe malinconiche, i ritorni in punta di piedi, le utopie giovanili e le sconfitte della vecchiaia.

Per chi ha letto “La Bastarda della Carolina” è arrivato in Libreria “Due o tre cose che so di sicuro” di Dorothy Allison, minimum fax , nella traduzione di Sara Bilotti.
Dopo “La bastarda della Carolina”, salutato anche in Italia come un capolavoro, Dorothy Allison si sposta dal romanzo al memoir per esplorare in profondità la storia della sua famiglia, e ci regala un piccolo gioiello:

un’esplorazione dei tanti modi in cui i pettegolezzi di una generazione possono trasformarsi in leggende per chi li eredita. Illustrato con fotografie tratte dalla collezione personale dell’autrice, Due o tre cose che so di sicuro racconta la storia delle donne Gibson – sorelle, cugine, figlie e zie – e degli uomini che le hanno amate, che spesso hanno abusato di loro e che, ciononostante, ne hanno condiviso i destini. E racconta la storia della stessa Dorothy e del percorso di riscatto che l’ha portata a scrivere La bastarda della Carolina e a conquistare, attraverso la parola e la reinvenzione letteraria, la propria personalissima salvezza. Provocatorio, controverso e brutalmente onesto, il memoir della Allison ha la forza di raccontare di nuovo, da una prospettiva diversa e complementare, un mondo white trash nel quale bellezza e dolore, amore e crudeltà, sconfitta e riscatto non sono mai separabili, ma due facce di un’unica medaglia.

Giovedì 24 gennaio alle ore 21 L’Angolo dell’Avventura Parma ha organizzato una serata con Gianni Gamba, grande viaggiatore e coordinatore di Avventure nel Mondo, che ci ha accompagnato in uno dei suoi numerosi viaggi con le sue immagini e la sua esperienza, in giro per MADAGASCAR. La serata era in collaborazione con la Libreria Diari di bordo che
A PROPOSITO DI MADAGASCAR … per l’occasione ha suggerito un libro molto bello di Giulio Querini, pubblicato da Fazi, dal titolo, “Sotto il cielo del Madagascar”.

I rocciosi altipiani, le lussureggianti foreste, le strade piene di colori e brulicanti di vita del Madagascar sono lo scenario di una tormentata storia di amore, fede e passione. Padre Saverio, gesuita, oltre a essere impegnato nell’evangelizzazione dei poveri, insegna economia all’università di Antananarivo.
Ingenuo ed entusiasta, sia come prete che come economista deve ben presto fare i conti con un groviglio di ostilità e incomprensioni. Trasferito a Tuléar, una remota cittadina del Sud che l’isolamento ha preservato dai vizi dell’incombente modernità, subisce il fascino dell’ambiente esotico e della profonda religiosità della popolazione.Nel colorato mercato della cittadina, Saverio incontra una giovane malgascia, Anita, venditrice di mandarini: la sua primitiva innocenza seduce il gesuita, che non riesce tuttavia a comprendere i motivi che la rendono succube di un misterioso Maestro – un moderno sciamano – abile nell’incantare i suoi proseliti con guarigioni e miracoli.
La ricerca dell’ineffabile Maestro diviene per padre Saverio un’ossessione: i tentativi di svelare la sua vera identità e le ragioni del suo travolgente proselitismo si concluderanno con uno scontro dall’esito imprevedibile.

Giulio Querini, con uno stile nitido ed essenziale, ci racconta una storia con l’esperienza di chi ha contemplato per decenni le sfumature del cielo del Madagascar. Giulio Querini, professore ordinario di economia all’Università di Roma La Sapienza, autore di numerosi saggi economici, ha insegnato economia politica in varie università del Madagascar. Per Fazi ha pubblicato nel 2004 il romanzo “L’isola e il vento”.

Nello Zaino di Antonello: La Custodia e la Cura