di Antonello

Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”
Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”

 

 

 

 

 

 

Speciale Luigi Malerba

Malerba
Dieci anni fa, nel maggio del 2008, scompariva un Gigante della letteratura del secondo Novecento, Luigi Malerba. Autore di narrativa, libri per l’infanzia, sceneggiature televisive e che con la città di Parma ha tanto da condividere. Noi abbiamo la presunzione di voler fare divulgazione con la nostra libreria, ma alla nostra maniera e con i nostri titoli dell’editoria indipendente di altissima qualità, con i nostri titoli di riscoperta dei grandi del passato. Nel nostro catalogo abbiamo la fortuna di avere una casa editrice prestigiosa come Quodlibet che da anni si occupa di ricerca e progetto e riscoperta. Molti dei libri più belli di Luigi Malerba sono stati pubblicati nella collana Compagnia Extra di Quodlibet curata da Ermanno Cavazzoni, soprattutto i testi di aforismi, fantasie e paradossi, quelli che Luigi Malerba stesso definiva “libri anfibi”, cioè da leggersi in comune fra genitori e figli. Io, per esempio, da libraio e lettore, un libro come “Galline pensierose” lo renderei obbligatorio nelle scuole tutte.
Comunque resta il fatto che una intera settimana l’abbiamo voluta dedicare a far conoscere la scrittura sublime di Luigi Malerba. Anche nei nostri Eventi settimanali e Mercoledì abbiamo ospitato il professor Giovanni Ronchini, docente e critico letterario, che ha presenta un libro di poesie, “Professione Confusa”, del nostro Rocco Rosignoli (che con Berceto e Malerba ha tanto in comune!). Tra le ultime fatiche di Giovanni Ronchini, ricordiamo la curatela del Meridiano dedicato proprio a Luigi Malerba.
Mercoledì 28 novembre, il polistrumentista e cantautore Rocco Rosignoli ha presentato la sua raccolta poetica “Professione Confusa”, Editore Ass. Culturale Il Foglio. Una silloge rapsodica, musicale, filastrocchevole eppure colta, che sorprende e commuove a ogni sua pagina. Alternando ironia, dramma, cinismo e pietas, Rocco Rosignoli inanella forme poetiche libere e ingabbiate come i movimenti di un’unica sinfonia orchestrale: poliritmia, registri stilistici, argomenti e punti di vista si snodano lungo una trama dettata dall’emozione. La Prefazione al libro di poesie è di Max Manfredi.

Sabato, poi, in libreria abbiamo ospitato un’altra persona molto giovane come Cinzia Dezi, vincitrice proprio del Premio Luigi Malerba 2017 con il libro “La Smania”. Con noi c’è stata anche Anna Lapenna, moglie di Malerba, e amica e sostenitrice dei Diari.

“Chi entra qui dentro vive costantemente la scoperta perché è ben guidato da due librai bravi come voi. Avete creato un luogo attento, con persone partecipi. Si sta davvero bene qui”.

Ha detto a fine serata la moglie di Luigi Malerba, dopo averci deliziato di aneddoti su Natalia Ginzburg, Giulio Einaudi, Cesare Garboli, Tonino Guerra, Moravia e Monicelli.

2“La smania”, appena pubblicato da Mup Editore (Monte Università Parma), ha una protagonista femminile che si chiama Ester Baruffi che è partita per un “esilio volontario a Parigi” e con grande ironia affronta le sue disavventure parigine. L’unico vero faro che illumina il grigiore della vita della protagonista sembra essere il teatro. La non-trama del romanzo ruota attorno alle vicissitudini di questa giovane italiana emigrata a Parigi. Fra prove teatrali, un contratto da bibliotecaria e dei coni gelati il cui equilibrio è precario quanto la condizione dei giovani attuali, la protagonista deve fare anche i conti con la solitudine. Eppure a fare da contorno a questo quadro di disagio e di isolamento (quello linguistico e umano di un’italiana in terra francese) sono i colori sgargianti della comicità.
Lo spaccato di gioventù che emerge dal romanzo, è quello di una gioventù precaria, squattrinata, che ha l’autoironia come unica arma di resistenza al mondo. L’ironia è anche il filtro tramite cui l’autrice si immerge nella realtà per indagarla e al tempo stesso ne prende le distanze. L’ironia rende tutto tanto grottesco da essere vero. L’ironia è la risata che evita l’urlo di follia finale. L’ironia (citando il titolo dell’opera della Dezi) è smania trattenuta.

Cinzia Dezi è di Ravenna, una laurea in Filosofia, un master alla Sorbona, l’esperienza da insegnante liceale, un corso di scrittura creativa alla Bottega Finzioni di Carlo Lucarelli. Ed è proprio la Bottega Finzioni ad essere stata una tappa determinante per la Cinzia Dezi scrittrice su cui agiscono anche gli influssi letterari di Malberba stesso (specie quello del “Serpente”).

Luigi Malerba era nato nel 1927 a Berceto in provincia di Parma. Nel 1950 si era trasferito a Roma.

“sono migrato come gli uccelli in cerca di luoghi dal clima più mite”

diceva, e qui è rimasto fino al 2008, anno della morte.
Scrittore, sceneggiatore, editore, viaggiatore, difensore appassionato del patrimonio artistico e culturale del nostro Paese, collaboratore del “Corriere della Sera” prima e di “Repubblica” poi, per oltre vent’anni, è stato fra i più importanti rappresentanti della storia culturale del secondo Novecento. Ha fatto parte del Gruppo 63 e fondato La Cooperativa Scrittori. Le sue opere sono state tradotte in tutte le lingue del mondo, compreso il ladino e l’esperanto. Ha scritto romanzi memorabili: “Il serpente” (1966), “Salto mortale” (1968) per citare i suoi primi; raccolte di racconti: “Testa d’argento” (1988), “Dopo il pescecane” (1979); cronache di viaggi, nonché personalissime stravaganze, come “Le galline pensierose” (1980, e 2014 l’edizione completa Quodlibet).
Tra i libri di Luigi Malerba che si possono trovare ai Diari  ricordiamo “Storiette e Storiette tascabili”.
Brevi storielle semplici, come esempi dell’inverosimile e acuta stupidità umana. Piene della migliore comicità di Malerba. I personaggi pensano molto ma pensano solo coglionerie, e spesso coglionerie ingegnose: Agrippone che cerca di produrre maiali a sei zampe; il bambino Tonino che fa l’anarchico per raggiungere all’inferno lo zio; Cesarino che non sopporta il passato remoto ma vive bene lo stesso; e poi il dirottatore di treni, il pittore che dipinge i rumori, e così via. Ma è una comicità piena di benevolenza verso questi stupidi eccentrici e la loro superiore stupidità. Questa è la raccolta completa delle Storiette e Storiette tascabili.

“Il pataffio” di Malerba è un buffo romanzo che si muove in un medioevo pieno di fame e carestia. I nomi dei personaggi sono già un eloquente programma, il marconte Cagalanza, la marcontessa Bernarda, grassa e scontenta, la corte tutta disgraziata e approssimativa, con i soldati arrugginiti e affamati, i contadini più affamati ancora, raramente qualcuno trova un pollastro o un somaro cotto, più spesso lo sogna. Alla fame non c’è mai fine, e questa è la trama fondamentale che accomuna contadini e sgangherati signori. Si parla un bellissimo maccheronico semi romanesco, semi latino, o semi qualcosa d’altro. Parente prossimo della Armata Brancaleone di Mario Monicelli.

Tra i libri di Luigi Malerba che si possono trovare ai Diari ricordiamo anche “Strategie del comico”, un libro scritto e preparato da Malerba ma rimasto finora inedito e da pochissimo pubblicato da Quodlibet nella collana Compagnia Extra.
Una variopinta passeggiata attraverso esempi di comicità di ogni tipo, il faceto, l’arguto, il filosofico, e poi la scempiaggine, il comico quaresimale e il comico deperibile, con abbozzi di classificazioni, comiche esse pure, perché del comico – dice Malerba – non si danno definizioni o regole definitive. E si gode seguendo il suo accumulo di casi, presi anche in Cina, Turchia, Armenia, Rinascimento, avanguardie, cinema di Buster Keaton e presidenti americani che saltano una pagina del discorso senza avvedersene.Si gode seguendo questo accumulo accelerato di storielle senza alcuna pedanteria teorica, col gusto bizzarro del narratore che spazia nel campo vasto del riso.

Un posto speciale tra i libri di Luigi Malerba merita “Galline Pensierose” .

Per Malerba osservare le galline vuol dire esplorare l’animo umano nei suoi inesauribili aspetti gallinacei

aveva detto Italo Calvino, aggiungendo che

queste storielle sulle galline stanno tra il leggero umorismo del nonsense e la vertigine metafisica degli apologhi zen.

Un libro dove le galline pensano, parlano, progettano e si danno da fare, sempre ad imitazione e in concorrenza con gli esseri umani, moltiplicandone la comica stupidità e il sempre fallimentare anelito filosofico.
Sono 146 brevissime storielle, più 9 inedite composte da Malerba nel 2008 da aggiungere alla precedente edizione Mondadori 1994 (la prima è Einaudi 1980).

Nella stessa atmosfera delle Galline sono immersi i “Consigli inutili” .

«Se avete dei figli fategli mangiare fichi con formiche. Arricchirete in questo modo i loro ricordi d’infanzia».

La miglior vena comico fantasiosa di Malerba. Dagli anni Novanta fino al 2008 Luigi Malerba ha coltivato questo genere che chiamava «consigli inutili». Sono brevi e molto divertenti storielle su come produrre il fango, su come riuscire a stare in piedi, su come perdere involontariamente una lettera sgradita, su come avere un’ombra, sulla difficile arte di non far niente, e così via. Si tratta di scritti inediti, tranne alcuni usciti in rivista. A seguire otto biografie di personaggi immaginari, mediamente strambe e paradossali, dall’antichità classica al Settecento. Le due raccolte sono state preparate e ordinate da Malerba nell’aprile 2008.

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A proposito di Quodlibet, a presentare “La Smania” di Cinzia Dezi in libreria è stato lo scrittore Mauro Orletti, autore per la casa editrice marchigiana del libro “Guida alle reliquie miracolose d’Italia”. Nel Medioevo le reliquie di santi, beati e martiri viaggiavano da un luogo all’altro d’Europa: dita, mani, gambe, piedi, teste, lingue, cuori e capelli. Le parti più pregiate riguardavano la specialità del santo: di Antonio di Padova, predicatore, la lingua; di Sant’Apollonia i denti cavati con le tenaglie: Paolo VI li fa raccogliere e ne riempie una cassetta con 3 chili e mezzo.Questa guida permette di conoscere le più celebri e curiose reliquie, di cui l’Italia è piena: quelle ancora venerate perché incredibilmente miracolose, quelle cadute in disgrazia perché false e inefficaci; le vicende di chi le ha trovate e protette, oppure rubate, fatte a pezzi, falsificate e vendute. Il Santo Prepuzio, l’autentica lettera del diavolo, il corpo avventuroso di San Marco, il sangue di San Lorenzo e così via.
Mauro Orletti vive e lavora a Bologna. Ha collaborato con la rivista «L’accalappiacani» (DeriveApprodi), settemestrale di letteratura comparata al nulla che si faceva a Reggio Emilia.
Mauro Orletti è autore, sempre per Quodlibet, del libro “Piccola storia delle eresie”.
Il libro racconta vita e dottrina, usi e costumi di gruppi eretici più o meno noti, dal primo secolo dopo Cristo fino al grande scisma del 1054; una piccola storia delle eresie, che accoglie senza raddrizzarle le faziosità e le falsificazioni dei vincitori del conflitto, i padri della storiografia ecclesiastica.Un panorama incredibilmente variegato e bizzarro, che comprende sette eretiche che si considerano immortali, oppure angeli discesi dal cielo; che venerano Caino e tutti i dannati dell’Antico Testamento, che pregano senza sosta il Dio che li ha messi al mondo, che girano sempre scalzi, che fanno il voto del silenzio perpetuo, che praticano l’autocastrazione, o si abbandonano a orge rituali, che accettano la Trinità, oppure credono in una Santa Quaternità; che adorano Maria offrendole pane biscottato, o mettono in dubbio la sua verginità…
Tutti – chi più chi meno – hanno dato il loro contributo prezioso alla formazione sul versante opposto dell’ortodossia.
Ricordiamo che Cinzia Dezi è la vincitrice della nona edizione del Premio Malerba. Il Premio Luigi Malerba di Narrativa e Sceneggiatura è stato creato per tutti coloro che, ovunque nel mondo, scrivano in italiano, qualunque sia la loro nazionalità o la loro lingua madre. Tra i vincitori del Premio Luigi Malerba delle passate edizioni vogliamo ricordare Roberto Moliterni che da pochi mesi è in libreria con il nuovo romanzo “La casa di cartone”, edito da Quodlibet.
Questa è una storia d’amore di oggi, conoscenza via internet sui social network, ammiccamenti, poi frasi spinte, convivenza, mobili Ikea, cataloghi, comuni banalità, e fine dell’amore, perché oggi una relazione non dura più del mobilio di truciolato compresso. Narrata con il noi, come fosse la storia di chiunque, perché anche l’amore forse è un prodotto destinato al consumo; vicenda crudele e quasi sociologica, in cui si ritrova il nostro mondo impressionante e anonimo.

«Ci siamo baciati altre volte, su internet, durante quel tramonto perpetuo e immaginario.»

000Nel finale della nostra serata emozionante su Malerba ho consegnato ad Anna Lapenna il libro di un mio caro amico. Non conoscevo Roberto Venturini prima di aver letto questo libro. Leggendo il suo libro prima e poi guardando la web serie da lui creata ho capito che poteva essere tranquillamente uno degli eredi di Luigi Malerba. Ho avuto l’onore di presentare a Pistoia questo libro al Festival “L’anno che verrà” nell’ottobre scorso e, davanti a una platea di tantissime persone, ho citato e ricordato Luigi Malerba e quanto la comicità del libro di Roberto Venturini avesse preso spunto dalla scrittura di questo geniale uomo di letteratura. L’omaggio a Malerba e a” Storiette e Storiette tascabili” nel libro è diretto, nel senso che viene proprio citato, molto bello ed emozionante informare Anna di questo, come pure del fatto che nel frattempo Roberto ha vinto il prestigioso Premio Bagutta. Il libro è edito dalla spumeggiante e tenace case editrice milanes Sem, da soli due anni sul mercato. Questo titolo da noi in Libreria ha spopolato, inizialmente per il titolo lungo e accattivante, “Tutte le ragazze con una certa cultura hanno almeno un poster di un quadro di Schiele appeso in camera”, e poi col passaparola, per l’innovativa scrittura e la storia veramente potente.
Luca ha 30 anni, è un assistente universitario, corregge bozze e crede nell’amore, anche se le sue relazioni non sono mai entusiasmanti. È cresciuto guardando Bim Bum Bam, va in giro su una Fiat 500L del ’71 e pensa che i quadri di Pollock siano il risultato dello starnuto di un pittore sbronzo pestato a sangue davanti a una tela bianca. Una sera conosce Silvia, con la quale fa subito sesso. Lei ostenta disincanto e cinismo ma, in fondo, ha solo una paura tremenda: apparire normale. Inaspettatamente, se la ritrova davanti all’università: Luca vorrebbe riavvicinarla, ma Silvia non sembra interessata. All’esame, per vendicarsi le rifila un 29, «il più insignificante tra i voti alti». Segue una specie di aggressione da parte della ragazza, che culmina in uno scambio di baci. Così inizia la loro storia, angosciante come le carni livide di Schiele o esplosiva e policroma come i rapidi colpi di spatola di Monet. Ciclotimici sì, ma anche meravigliosamente normali. Un viaggio divertito e dissacrante nelle inquietudini di una generazione perduta tra aperitivi, mostre d’arte ed etichette come “radical chic”, “new normal”, “hygge” e “hipster”. Una coppia che si tormenta e si compiace di tormentarsi. Un amore che precipita nel vuoto cosmico di una generazione disillusa, ma sempre molto ironica. E, in quel vuoto, risuona l’eco dei miti del passato con cui si racconta.

Uno Zaino speciale di Antonello dedicato a Luigi Malerba