di Antonello Saiz

Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”
Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”

 

 

 

 

 

 

 

Bromance o della Fratellanza Fortificata nei romanzi

000 (1)

Sabato 18 novembre ai Diari abbiamo presentato il libro di Nicola H. Cosentino “Vita e morte delle aragoste” edito da Voland. La domenica precedente era stato il traduttore Giuseppe Girimonti Greco a presentarlo alla Rassegna di Pistoia, “L’Anno che verrà”, assieme alla editrice Daniela Di Sora. Chiacchierando con Giuseppe è venuto fuori che adesso, in letteratura, va molto di moda il bromance, proprio come quello di Cosentino. Il termine bromance è diventato di uso comune a tal punto da esser comparsa una voce su Wikipedia per intendere lo stretto rapporto, non sessuale, tra due uomini. Molti libri hanno trattato il rapporto sociale non erotico tra persone dello stesso sesso, ma solo in tempi recenti c’è stata come un’autocensura, quasi che ci fosse quella strana forma di pregiudizio, in chi scriveva e poi in chi leggeva, di interpretare le dinamiche di due maschi inseparabili, complici, amici per la pelle come dinamiche omosessuali.
Per fortuna è iniziato, di recente, un nuovo modo di raccontare il maschio in letteratura con protagonisti che impongono una struttura narrativa svincolata dal classico rapporto tra partner maschile e femminile, ma che resta lontana dalla romance gay. Questo nuovo fenomeno viene definito appunto bromance, contrazione con gioco di parole e accostamento dei due termini ‘bro/brother’ (fratello) e ‘romance’,ovvero storia d’amore. Anche se il termine per definire questo “stretto rapporto, non sessuale, tra uomini” è un neologismo, il concetto in se è tutt’altro che nuovo. Se guardiamo indietro nella letteratura troviamo qualcosa di simile già nell’Iliade di Omero con Achille e Patroclo. Amleto e Orazio in Shakespeare sono una delle bromance letterarie per eccellenza, o Pip ed Herbert di “Grandi speranze” di Dickens, e Sherlock Holmes e John Watson in Conan Doyle. In tempi più recenti possiamo parlare di bromance letterarie, con Lennie e George di “Uomini e topi” di John Steinbeck, ma anche con Sal e Dean di “Sulla strada” di Kerouac.
Storie di amicizie maschili, dove è concesso lo spazio anche per tenerezze e dolcezze, in quel luogo che potremmo definire di “fratellanza fortificata”. Un amico, del resto, te lo scegli e un fratello no, te lo ritrovi. Per cui una storia d’amicizia può essere più importante e duratura di una storia d’amore e gli abbracci e i gesti di affetto di un amico sono quelli che ti fanno crescere e che ti soccorrono e confortano nei tuoi momenti di sconforto, proprio come fanno, in quella casetta al mare, Antonio e Vincenzo Teapot col loro amico Marco, che ha appena perso suo fratello Emilio in un incidente sulla Sila, nel libro di Nicola H. Cosentino.

Clicca sull'immagine per accedere al sito della casa editrice.
Clicca sull’immagine per accedere al sito della casa editrice.

Facendo riferimento alle aragoste del titolo, nel corso della vita, tra un carapace e un altro della muta si rimane spesso nudi, fragili e impauriti, come le aragoste, ma si continua a crescere comunque e a seguire percorsi, e se accanto c’è un amico, tutto può essere, se non più semplice, di sicuro meno faticoso.
“Vita e morte delle aragoste” di Nicola Cosentino ha al centro una storia di amicizia tra due uomini. Una storia di crescita e formazione, nel racconto di dieci anni di amicizia, dal 2005 al 2016, tra Vicenzo e Antonio. Il racconto di dieci anni in capitoli: ogni capitolo ha l’anno di riferimento e l’episodio accaduto in quell’anno. Dieci anni raccontati attraverso la bella metafora delle aragoste che non interrompono mai la crescita, e per adattarsi al cambiamento abbandonano di continuo il carapace che le avvolge per crearne uno nuovo. La voce narrante è quella di Antonio che cerca di tracciare la sua amicizia con Vincenzo, che per scrivere sceglie quello strano nome di Teapot, per via di una Teiera volante in una notte in Inghilterra. Tra la provincia calabrese e Roma, tra sogni di gioventù, appartamenti condivisi, viaggi, storie d’amore, ambizioni letterarie, legami che nascono e rapporti che si sfaldano, Antonio e Vincenzo attraversano insieme gli anni del liceo e dell’università, fino ad arrivare alla soglia dell’età adulta. Attorno a loro un corteo di figure originali e di donne dai forti caratteri: tutti capaci di gettare una luce inedita sulla vita di tutti i giorni. Un romanzo ironico e raffinato che ci consegna l’istantanea di una generazione dagli affetti e dagli interessi precari, e un protagonista indimenticabile, Vincenzo Teapot, continuamente in bilico tra successo e resa, un perfetto figlio della nostra epoca: non grande, non tragico, un eroe che fa spallucce davanti al dolore e teme soltanto il fallimento.
La storia di Vincenzo e Antonio ci racconta di quel sentimento forte e intenso che è racchiuso dentro la parola amicizia e che quelle grandi e importanti non hanno davvero nulla da invidiare ai grandi amori, che spesso battono persino in durata.

0

Durante la presentazione in libreria, incalzato dalle domande mie e della traduttrice e bibliotecaria Giovanna Barca, parlando di Bromance e Fratellanza, lo scrittore calabrese ha fatto accenno come suo riferimento a “Il grande Gatsby” di Francis Scott Fitzgerald. Anche qui al centro della storia l’amicizia tra Nick, il narratore e Jay Gatsby. La vicenda principale è ambientata nel 1922 in una località fittizia a Long Island: qui si è da poco stabilito Nick Carraway, un agente di borsa che vive in un modesto villino accanto alla villa sfarzosa di un personaggio eccentrico e misterioso, Jay Gatsby. Gatsby, tanto elegante quanto schivo, è solito tenere feste sfrenate e sfarzose a cui partecipa la società ricca benestante. Su Gatsby e sul suo oscuro passato circolano le voci più disparate: egli in realtà si chiama James Gatz, ed è nato in una famiglia di umili contadini del Nord Dakota. Scappato di casa James si fa assumere sullo yacht del ricco Dan Cody: James entra così nel mondo elegante e lussuoso dell’alta borghesia e cambia il suo nome in Jay Gatsby. Durante il servizio militare e poco prima della partenza per il fronte della Prima guerra mondiale, Jay conosce la bella ereditiera Daisy Fay Buchanan e se ne innamora follemente. I due si giurano fedeltà ma Daisy, partito il protagonista, si sposa con un ricco e famoso giocatore di polo, Tom Buchanan. Al suo ritorno dalla guerra, dopo un periodo trascorso ad Oxford, Gatsby torna a West Egg: il suo unico obiettivo è riconquistare la donna amata. Gatsby si arricchisce così col contrabbando illegale di alcolici e acquista la gigantesca villa di fronte a quella dove Daisy e Tom sono soliti trascorrere i periodi di vacanza. Il suo obiettivo è impressionare Daisy facendo sfoggio del suo stile di vita e delle sue ricchezze.
Nick, cugino alla lontana di Daisy, trascorre il suo tempo con la protagonista e Tom; tramite loro conosce Jordan Baker, con cui Nick intreccia una tiepida relazione amorosa. Attraverso Jordan, Nick scopre che, nonostante le apparenze, il matrimonio di Daisy e Tom non è affatto felice: Tom ha un’amante, Myrtle Wilson, che è sposate con il meccanico George, alla cui officina chi vive a East Egg si ferma spesso sulla strada per New York. Nick è attratto dalla personalità di Jay fino a quando viene invitato ad un party alla villa di Gatsby, che si rivela un personaggio dal fascino magnetico e dotato di carisma e buon gusto, ma anche mistificatore e bugiardo. Attraverso Jordan, Jay chiede a Nick di aiutarlo a riconquistare Daisy: egli dovrà invitare la cugina a casa propria senza sverarle la presenza di Gatsby. Il piano funziona: Daisy è molto sorpresa nel vedere Jay dopo quasi cinque anni, ma alla fine cede alla passione per il protagonista, con cui intreccia una relazione. Gatsby, per poter frequentare Daisy senza destare sospetti, invita lei e Tom alle sue feste e, nonostante Nick cerchi in tutti i modi di dissuaderlo, egli è convinto di poter strappare l’amata al marito. Tom tuttavia inizia a sospettare qualcosa e trova conferma alla sua gelosia durante una festa organizzata dalla famiglia di Daisy, cui partecipa anche Gatsby. Tom fronteggia il rivale al Plaza Hotel di New York, rinfacciando a Jay Gatsby i traffici illegali con cui ha costruito la propria ricchezza e soprattutto il fatto che Daisy ha scelto di sposare lui. Gatsby risponde che è sicuro che Daisy sia pronta a lasciare Tom per lui, ma la protagonista, osservando la scena, capisce di amare il marito. Tom, conscio della vittoria, fa tornare Jay e Daisy in macchina da soli verso East Egg, per umiliare il rivale. Sulla via del ritorno Daisy, alla guida della vettura, investe e uccide Myrtle, che era appena riuscita a fuggire da casa, dove il marito George, certo della sua infedeltà, l’aveva rinchiusa. Daisy, sconvolta, non si ferma per prestare soccorso e fugge. Nick, Tom e Jordan sopraggiungono poco dopo sulla scena dell’incidente, ipotizzando che Jay fosse alla guida. Nick si reca da Gatsby, che gli svela come si sono svolti davvero i fatti ma affermando di voler proteggere Daisy. Nick prova a convincere Jay ad abbandonare Long Island e tutta la sua vita, compresa Daisy, ma Gatsby rifiuta categoricamente, ancora convinto che Daisy alla fine tornerà da lui. Nel frattempo George, parlando con Tom, scopre che la vettura dell’assassino è di Gatsby, convinto che egli sia stato anche l’amante di Myrtle, si reca alla villa di jay con una pistola in pugno. Il protagonista è su un materassino in piscina: George gli spara e lo uccide sul colpo, e poi si suicida. Nick arriva alla villa solo per constatare la morte dell’amico e per riflettere sulla sua infelicità senza Daisy.
Nick, nel finale del romanzo, organizza il funerale di Gatsby, cui partecipano solo lui, un alcolizzato e il padre di Gatsby, orgoglioso dei successi del figlio. Nick decide di abbandonare Long Island e la dissipata vita di New York per tornare nel natio Midwest: nell’ultima notte prima della partenza, egli vaga per la villa deserta di Gatsby, riflettendo sul destino tragico dell’amico e sull’illusione del sogno americano, che pare definitivamente sul viale del tramonto.

Clicca sull'immagine per accedere al sito della casa editrice.
Clicca sull’immagine per accedere al sito della casa editrice.

Anche in “Eclissi” di Ezio Sinigaglia, edito da Nutrimenti, Giuseppe Girimonti Greco mi ha fatto osservare che il protagonista, l’architetto triestino Eugenio Akron e Ben non sono amanti, ma il primo è segretissimamente innamorato del secondo. Come tutti i romanzi di Sinigaglia c’è questa Bromance fra ragazzi.
È la storia di un bilancio esistenziale questa di Eugenio Akron, protagonista quasi settantenne, che arriva su un’isola del Mare di Norvegia, dalla quale sarà possibile assistere a un’eclissi totale di Sole durante l’equinozio di primavera. È vedovo da tre anni e non riesce ad abituarsi alla perdita della moglie, e considera questo su una sperduta isola nordica il suo ultimo viaggio, un regalo di compleanno anticipato per i suoi settant’anni, un’estrema emozione strappata alla quotidianità. Ad accoglierlo è la natura ruvida di un popolo abituato a convivere con la scura solennità delle rocce e la vastità dell’oceano: una donna austera gli affitta una camera, un arcigno pescatore gli offre la sua barca per osservare l’eclissi dal mare. Tuttavia, tra i forestieri accorsi per l’evento, Akron s’imbatte in un’eccentrica vedova americana, Mrs Clara Wilson, che gli impone, con garbata energia, la sua presenza. L’inattesa complicità che si instaura fra i due fa riaffiorare nella memoria dell’uomo un ricordo del passato, un nodo irrisolto che troverà soluzione soltanto fra le tenebre dell’eclissi. A trent’anni dal suo esordio nel 1985 con Il “Pantarèi”, metaromanzo sul romanzo del Novecento, che uscì per una piccola casa editrice dopo aver collezionato molti rifiuti ma anche l’elogio di lettori come Vittorio Sereni, Giovanna Bemporad e Giuliano Gramigna, Ezio Sinigaglia torna alla narrativa con questo racconto potente e suggestivo, caratterizzato da una scrittura magnetica, ironica, di rara perfezione formale.

Clicca sull'immagine per accedere al sito della casa editrice.
Clicca sull’immagine per accedere al sito della casa editrice.

In “Ruggine americana” di Philiph Meyer, pubblicato nel 2010 da Einaudi con traduzione di Cristiana Mennella, la bromance è tra Isaac e Billy. Siamo a Buell, in Pennsylvania, il sogno americano prende la ruggine accanto agli scheletri delle acciaierie dismesse e alle rovine delle fabbriche abbandonate. La crisi economica ha dislocato la produzione in Asia o in Sud America, lasciando senza lavoro e identità operai e famiglie. In un paesaggio di speranze incenerite e progetti vanificati sul nascere ogni istante ricorda alla coscienza l’impotenza di uscire dalla situazione di crisi e rinascere.Il lavoro che se ne va lascia dietro di sé una comunità in cui la fine del sogno di una nazione si ripete, ogni giorno, nei sogni infranti dei suoi abitanti. Come quelli di Isaac English: vent’anni, timido, insicuro, ha il cervello di un genio ma il college rimane un sogno da quando la madre si è suicidata e lui, qualche tempo dopo, ha tentato di imitarla. Sarebbe morto se non l’avesse salvato Billy Poe. Isaac ha iniziato a prendersi cura del padre, costretto su una sedia a rotelle in seguito a un incidente sul lavoro. Isaac è diverso dalla sorella, che non aveva esitato a fuggire a Yale dopo la morte della madre. In paese Isaac ha un solo amico,appunto, Billy Poe, non molto sveglio ma grande e grosso, un campione di football, tanto che a scuola era riuscito a guadagnarsi una borsa di studio per l’università. Ma Billy ha una madre che vive da sola in una baracca, un padre irresponsabile e alcolizzato, e per questo non ha mai avuto il coraggio di mollare tutto e andarsene.
Poi un giorno, dopo anni passati ad accudire il padre invalido, Isaac decide di scappare di casa e partire per la California. Appena fuori città si imbatte nell’amico Billy e quando scoppia un temporale decidono di ripararsi in un capannone abbandonato: l’incontro con tre senzatetto darà inizio a un’imprevedibile catena di eventi che segneranno per sempre le vite di Isaac, Billy e degli altri personaggi.

Clicca sull'immagine per accedere al sito della casa editrice.
Clicca sull’immagine per accedere al sito della casa editrice.

C’è uno di quegli scrittori italiani, sufficientemente dimenticati, che corrisponde al nome di Manlio Cangogni, che ha scritto un romanzo con protagonista una bellissima storia tra due uomini dal titolo “Azorin e Mirò”, pubblicato da Fazi editore,nel 1996 grazie alla cura di un caro amico dei Diari come Simone Cal­tabellota, con introduzione di Sandro Veronesi. “Azorin e Mirò” è la storia di un’incredibile amicizia tra due giovani scrittori spagnoli che, in realtà, sono Carlo Cassola (Mirò) e lo stesso Cancogni (Azorin). Ambientato in una Madrid che ha tutti i tratti della Roma fascista degli anni ’30, il libro dà voce a un sodalizio umano e letterario con toni quasi profetici perché contiene in germe il destino dei due scrittori e il senso di una generazione di fronte a se stessa.Azorin e Mirò sono due giovani aspiranti scrittori che vivono appartati, in una solitudine in fondo gratificante. Un giorno si incontrano a una recita studentesca e diventano amici. Azorin e Mirò rifuggono dai luoghi comuni e dalla retorica, nella vita come nella scelta dei libri. Detestano la letteratura inautentica, i libri dove “tutto è falso”, dove prevale l’esibizione di “passioni artificiali, inesistenti”. La verità è per loro qualcosa di speciale, che abita nel cuore degli uomini e nella loro memoria.L’amicizia tra Azorin e Mirò procede fra incontri quotidiani, conversazioni, passeggiate, continue scoperte di affinità emotive e spirituali.Azorin, più vanitoso e “immaginoso”, subisce un giorno il fascino letterario di T, in realtà un agente provocatore e si fa coinvolgere dalla politica, sino ad allora profondamente aborrita. Firma un manifesto contro la dittatura e per tale azione viene arrestato e recluso. Finché Mirò, sapendolo estraneo agli intrighi politici, non lo fa liberare, con l’aiuto di un magistrato, del cui figlio è amico.La trama della loro amicizia pian piano si ricompone. Un bel giorno Mirò si sposa e i due amici sono costretti a separarsi. Il matrimonio, felice, nella casa di campagna lasciatagli dai genitori, spegne in Mirò ogni ambizione letteraria. Nel frattempo Azorin conduce una vita “ricca di fatti, di avventure, d’incontri, vana e accidentata”. Egli avverte, tuttavia, un interiore senso di vuoto, l’esistenza colma soltanto di sciocchezze.Quando si incontrano finalmente di nuovo, tra i due amici cala l’imbarazzo, il disagio, l’indifferenza, l’estraneità.Morta la moglie di Mirò, i due scrittori si riconciliano e si ritrovano a vivere insieme nel grande appartamento di Azorin. Ormai vecchi, ripensando agli anni della giovinezza e all’entusiasmo per “la loro esperienza sub-liminare”, concludono: “È quanto di meglio abbiamo avuto”.
Un classico cominciato nella Firenze occupata dai nazifascisti e pubblicato per la prima volta nel 1948 sulla rivista “Botteghe Oscure” di Giorgio Bassani, è stato riproposto in questa nuova edizione accompagnata da un racconto saggio di Sandro Veronesi. Una storia capace di farsi beffe della Storia, del contesto in cui è nata, e dell’ambiente letterario e politico in cui di volta in volta è riapparsa. Proprio come un classico. Il libro descrive le alterne fortune dell’amicizia fra i due protagonisti, con uno stile rapido, preciso, senza fronzoli. E con la storia delle vicende dei due amici, racconta la teoria letteraria che insieme avevano elaborato: quella del sublimare, che tanto ha fatto discutere la critica letteraria, in particolare nell’immediato dopoguerra, in nome del neorealismo sì-neorealismo no.

Clicca sull'immagine per accedere al sito della casa editrice.
Clicca sull’immagine per accedere al sito della casa editrice.

Storia di amicizia, tutta declinata al maschile quella di “Shotgun lovesongs” struggente esordio di Nickolas Butler, edito da Marsilio. Un romanzo intimo, toccante, che ruota attorno alle vicende di quattro uomini,Henry, Lee, Kip e Ronny, legati da una profonda amicizia, consumata nella sperduta cittadina rurale di Little Wing, nel Wisconsin. Amici fin dall’infanzia, hanno poi preso strade diverse. Henry, bello, onesto e leale, e fin troppo prevedibile, è rimasto nella fattoria di famiglia e ha sposato dieci anni prima il suo primo amore, mentre gli altri se ne sono andati altrove in cerca di fortuna.Un agricoltore con due bambini e che non ha soldi da sperperare. Ronny è diventato una star del rodeo,ma il bere lo ha portato alla rovina: era una star dei rodeo, immagine di possenza in groppa ad un toro scalciante. Poi l’incidente, quando era ubriaco. L’ospedale, la disintossicazione, la menomazione: è come se Ronny fosse rimasto un ragazzone per sempre. Sotto la protezione di Lee, che copre le sue spese, che controlla che beva solo Coca Cola (ma c’è tutto il paese che sorveglia Ronny, come lo tenessero stretto in un abbraccio), che lo scherma dagli sgarbi di Kip, perché Ronny non sia mortificato, non si senta diverso.
Kip ha fatto i soldi in città: è un broker e ha guadagnato talmente tanto da poter realizzare il suo sogno: acquistare e ristrutturare la vecchia fabbrica di Little Wings, un enorme edificio in disuso su cui salivano da ragazzini a bere qualche birra e fumare, aspettando l’alba. Il musicista Lee ha trovato la fama ma ha avuto il cuore spezzato. Ora tutti e quattro sono tornati in paese per un matrimonio. Ma vecchie rivalità si insinuano nel clima di festa e nella felicità del ritrovarsi, e il segreto di una moglie minaccia di distruggere un matrimonio e un’amicizia. “Shotgun Lovesongs” è un vibrante inno alle cose che contano davvero nella vita, l’amore e la lealtà, il potere della musica e la bellezza della natura.
È bello il legame di amicizia che lega i quattro, ma quello tra Lee, la stella della musica, e Ronny, l’ex stella del rodeo, è speciale, ci fa perdonare tutto a Lee, anche il segreto che condivide con Beth, anche la cecità sentimentale che gli fa sposare la donna sbagliata e divorziare quasi subito.

Clicca sull'immagine per accedere al sito della casa editrice.
Clicca sull’immagine per accedere al sito della casa editrice.

Storia di due uomini anche ne “Le braci” dello scrittore ungherese Sándor Márai, pubblicato da Adelphi per la prima volta in italiano nel 1998.
Dopo quarantun anni due uomini, che da giovani sono stati inseparabili, tornano a incontrarsi in un castello ai piedi dei Carpazi. Uno ha passato quei decenni in Estremo Oriente, l’altro non si è mosso dalla sua proprietà. Ma entrambi hanno vissuto in attesa di quel momento. Null’altro contava, per loro. Storia di due uomini diversissimi tra loro: Henrik,il generale, uomo ricco e fedele alle regole; Konrad, povero e gracilino, amante dell’arte e della musica.
Henrik e Konrad sono diventati amici sinceri e poi è capitato di innammorarsi della stessa donna, Krisztina, che è diventata moglie di Henrik. Opposti sentimenti, il tradimento, il desiderio, la tentazione dell’omicidio. Poi Konrad sceglie la fuga e dopo quarantuno anni di distanza il fuoco della passione è diventato brace, alimentata dall’alito dei ricordi di Henrik, che l’hanno tenuta viva con una cura e un’attenzione maniacali. Dopo quarant’anni di lontananza e di silenzi e tormenti si incontrano. Nel corso del libro scopriamo come i due si sono conosciuti e come sono diventati amici e poi, in un lungo monologo del generale, quello che è successo dopo, che cosa li ha fatti allontanare, che cosa è rimasto così tanto in sospeso da averli tormentati a lungo entrambi.
Il tempo trascorso ha cambiato il mondo; i volti, i suoni, gli odori che hanno fatto da sfondo alla gioventù dei protagonisti non esistono più. Krisztina è morta. Henrik e Konrad sono superstiti di un’epoca ormai scomparsa: la Vienna splendida di fine impero, la Vienna di Francesco Giuseppe, degli Strauss, di Klimt. La grande cultura mitteleuropea, sepolta sotto le ceneri delle Grande Guerra. E si accorgono alle soglie di un nuovo sanguinoso conflitto con un senso di smarrimento e distacco che li rende inadatti, a tratti patetici e a tratti malinconici, ostinatamente abbarbicati ad una dignità che non hanno più ragione d’essere. Ha senso mantenere accese per tanti anni le braci delle passioni umane? Che valgono gli amori e i tradimenti di singoli uomini a fronte delle grandi tragedie dell’umanità intera?L’incontro/scontro tra Konrad e Heinrik si tramuta in un lungo monologo di quest’ultimo. Ci sono domande alle quali non è ancora riuscito a rispondere. Sono le domande che porrà a Konrad, l’unico che può scoprire l’ultimo velo. Poi il tempo proseguirà per la sua strada, abbandonando i protagonisti alla loro solitudine. Al silenzio della morte.

Clicca sull'immagine per accedere al sito della casa editrice.
Clicca sull’immagine per accedere al sito della casa editrice.

Una bella storia di amicizia tra due ragazzi anche “Eureka Street”, edito da Fazi, scritto da Robert McLiam Wilson. Siamo a Belfast, Irlanda del Nord, 1994. In una città ridotta a un campo di battaglia, Chuckie e Jake, protestante il primo, cattolico l’altro, sono legati da profonda amicizia.La vita e un grande rapporto di amicizia scorrono lungo le strade mente impazzano i conflitti. Chuckie, antieroe grasso e sempliciotto, riesce a compiere mirabolanti imprese commerciali grazie a progetti tanto fantasiosi quanto ridicoli, fino a costruire un impero finanziario che lo renderà immensamente ricco e famoso. Jake, invece, nonostante la sua scorza da duro, è un inguaribile romantico e non cerca denaro e ricchezza, ma un amore che gli riempia la vita. Intorno a loro un’intera galleria di personaggi: Crab e Hally, trasportatori senza scrupoli al servizio di un usuraio; Slat Sloane, socialista che va a letto solo con donne di destra; Roche, sporco e violento Gravoche assetato di affetto; Max, fascinosa americana che ne ha passate di tutti i colori; Aoirghe, giovane repubblicana fanatica, e tanti altri: ubriaconi, vagabondi, cittadini comuni, poeti. Sullo sfondo i conflitti irrisolti che balzano brutalmente in primo piano quando un attentato in uno snack bar sconvolge l’atmosfera bislacca, divertita e farsesca che domina il racconto.L’orrore di fronte allo spettacolo delle vittime rende il clima pesante come una cappa di piombo, ricordandoci il dramma di una città sconvolta da decenni di lotta fratricida. Poi, la commedia della vita cancella il sangue e fa dimenticare la tragedia della morte, e le vicende improbabili e sgangherate di Chuckie e Jake tornano a dominare di nuovo le pagine del romanzo. Sarà la commedia della vita a cancellare il sangue, e a dominare di nuovo tra le pagine del romanzo saranno le vicende improbabili e sgangherate di Chuckie e Jake. Caso editoriale al tempo della sua uscita, “Eureka Street” è considerato ormai un classico della narrativa europea, romanzo corale, umoristico e insieme commovente, magistrale nel descrivere la vita quotidiana di una città dilaniata dalla guerra civile.

Clicca sull'immagine per accedere al sito della casa editrice.
Clicca sull’immagine per accedere al sito della casa editrice.

Un libro meraviglioso del filosofo Tristan Garcia, pubblicato dalla casa editrice NNE, dal titolo “Faber” è una struggente storia di amore e ma anche di amicizia tra due uomini, Faber e Basile. Il libro inizia da una fine, quando Madeleine va a recuperare Faber in un rifugio sperduto di montagna. Faber non è più il ragazzo anticonformista e straordinario di un tempo. Da qui, i ricordi di Faber, Basile e Madeleine si intrecciano per raccontarci come sono stati gli anni della loro giovinezza e della loro amicizia. Madeleine e Basile sono solo due problematici bambini delle elementari quando nella loro vita irrompe Mehdi Faber, un ragazzo bellissimo e straordinario, di origini magrebine, abbandonato quando aveva soli tre mesi e adottato dai coniugi Richard e Anna Faber. Appena arrivato a scuola, mette a posto i bulli che li tormentano e getta le basi di un sodalizio lungo anni. Tutto riesce bene a Faber. Il triangolo tra i tre ragazzi si cementa in una borghese quotidianità fatta di mattinate a scuola, il pomeriggio a far merenda e ascoltar musica a casa di uno o dell’altro. Eppure, crescendo, diventa sempre più evidente che i semplici Maddie e Baz non potranno tener dietro all’esplosiva personalità del loro guru, che infatti comincia a frequentare assiduamente altri ragazzi in cerca di un esercito con cui condurre la sua battaglia contro le istituzioni. Faber era un giovane speciale che rifiutava i limiti, prometteva una vita diversa e al liceo è stato lo spirito guida di una occupazione e di una rivolta contro ogni ipocrisia e conformismo. Anni dopo, Madeleine e Basile, i suoi amici e seguaci più fedeli, ricevono una lettera che contiene una richiesta d’aiuto in codice. E decidono di sacrificare le loro vite ormai autonome per riportare a Mornay l’amico di un tempo. Il loro legame si rinsalda ma tornano a galla vecchi rancori e vecchie storie, anche quelle più segrete e tragiche, che li costringevano in un’alleanza soffocante. Faber si è ormai trasformato in una sorta di oscura leggenda: mostro manipolatore oppure antica divinità abbattuta dalla ferocia dei nuovi dèi. E i suoi amici si ritrovano in bilico tra fascinazione e paura.

Nello Zaino di Antonello: Bromance o della Fratellanza Fortificata