di Antonello Saiz

Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”
Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”

 

 

 

 

 

 

 
Gente e Letteratura Figa Nel Borghetto!

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La scorsa settimana si parlava di Scrittori parecchio fighi e di come togliere la polvere dalla letteratura o la letteratura dalla polvere in cui è caduta. Questa settimana voglio raccontarvi di Gente e Letteratura Figa Nel Borghetto.

Si parla spesso di discriminazione anche nelle letture. La discriminazione ha spesso i toni pacati, soprattutto in una città di provincia. Noi abbiamo scelto di stare contro le Discriminazioni anche quando ha toni così pacati che ci si potrebbe passar quasi sopra. L’errore di molti é proprio in questo lasciar correre. Che male c’è in fondo ad ammettere che certi temi sono ormai vecchi e sanno molto di anni settanta o che non si leggono tanti libri scritti da donne o magari dire io non sono omofobo perché ho tanti amici gay. Di luoghi comuni e ovvie banalità, nel voler essere “politicamente corretti”, se ne sentono tanti.
Beh noi, non a caso per tre incontri di fila nella nostra libreria del borghetto Santa Brigida, ci siamo soffermati su tematiche importanti come la scrittura al Femminile e poi la Violenza contro le donne e ancora l’Omofobia perchè siamo convinti che il solo racconto di certi temi non basta; bisogna capire.

18554900_10213582336461405_1266032935_nAbbiamo ospitato una giovane scrittrice all’esordio, Marta Zura-Puntaroni e l’abbiamo fatta presentare da una persona che da oltre venti anni é in campo dalla parte delle Donne, Fabrizia Dalcò

Virginia Woolf, Marguerite Duras, Doris Lessing, Harper Lee, Sibilla Aleramo e Annie Ernaux e Goliarda Sapienza, sono solo alcuni nomi di scrittrici che ci piacciono e suggeriamo di continuo… ma l’elenco potrebbe continuare all’infinito. Ai Diari la penna felice di Scrittrici Donne è sempre stata ben gradita e accetta fisicamente: Elisabetta Bucciarelli, Rosa Mogliasso, Ilaria Gaspari, Ginevra Lamberti, Alessandra Minervini, sono solo alcune delle scrittrici che abbiamo fortissimamente voluto ai Diari e i loro libri sostenuti nel tempo e consigliati. Spesso libri di esordio come “Grande Era Onirica”, perché la buona letteratura va saputa stanare e poi proporla. E se il Borghetto dei Diari si riempie di gente figa per noi è importante, perché il sostegno dei Lettori è essenziale per far vincere non solo la Qualità ma anche creare ponti col dialogo e poter abbattere i muri della Discriminazione. Così una pacca sulla spalla e una presenza fisica diventano necessari per sostenere le piccole battaglie per l’uguaglianza di genere che portiamo avanti quotidianamente come libreria.
18578483_10213582337141422_1376350635_nIn una serata veramente frizzante e spumeggiante, abbiamo presentato uno dei libri più belli in assolotuto letti in questo 2017 e il fatto che abbia incontrato il favore di tantissimi amici Blogger e Lettori mi ha, personalmente, parecchio confortato. Anche nella scrittura possiamo non essere un paese tanto provinciale, ma capace di avere libri con un respiro perfetto, come dice Ivano Porpora che per l’esattezza ha scritto: “Il libro di Marta Zura-Puntaroni per me è stata una lettura potentissima. Mi ci sono affidato curioso per il consiglio di un’amica con cui i gusti a volte convergono, a volte no; e invece è un libro potente, con una scrittura precisa, e che non ha una pagina di troppo che sia una. È una cosa rara trovare un libro di cui tu possa dire: ha il giusto respiro. Grande era onirica non ha il giusto respiro, ma il respiro perfetto; questo e la perfetta padronanza della scrittura, come se fosse anche quella una forma di respiro, mi fanno pensare che sia una voce che continuerà, e da seguire”. 

18492676_10213582335501381_944930314_nLibro Candidato al Premio POP – Premio Opera Prima del Master in Editoria della Fondazione Mondadori, racconta la vita della giovane Marta ed è un viaggio impaziente tra i viali di Parigi, le piazze di Siena e i boschi delle Marche. È un viaggio tramato da amori assoluti e assolutamente sbagliati, cosparso di farmaci e rituali per tenere a bada l’ansia, nell’attesa testarda della felicità. Marta sa di aver estratto una buona carta alla ruota dei destini, tutto è stato preparato perché le cose vadano nel verso giusto per lei, ma lo stare bene è la superficie levigata e illusoria di un lago ghiacciato. Marta si muove verso il centro, dove la crosta è più sottile e il pericolo non si percepisce e a volte sprofondare è inevitabile. Ma lei non si rassegna, risale ostinata tra le onde dei sogni e delle sostanze, della storia familiare e della passione fatale per un uomo molto più grande di lei. “Grande Era Onirica” è un romanzo poco educato, coraggiosamente sincero e commovente, sostenuto da una scrittura virtuosa, lucida e sognante.
Sulla piattaforma di Senzaudio lo storico amico dei Diari Gianluigi Bodi scrive :

Prima di aprire il libro mi sono perso nella copertina. Ho passato lunghi minuti a fissarla, ad osservare le forme dell’essere umano, ed enumerare muscoli che non ho mai avuto. Mi sono chiesto, come faccio sempre, se ciò che c’è tra le pagine, ciò che nasce dal contrasto tra il nero dell’inchiostro e il bianco del vuoto è una rappresentazione plausibile di ciò che ci viene mostrato.
Sì.

Nel caso di “Grande era onirica” di Marta Zura-Puntaroni posso dire di sì. Posso dire che entrare dalla copertina fornisce una possibile interpretazione al suo libro. Io vorrei parlarvi di questa mia interpretazione consapevole che in un libro come questo le interpretazioni sono paurosamente vicine ai lati oscuri che ci portiamo dentro.

La narratrice, Marta, vive tra una dipendenza e l’altra, si appoggia agli aiuti psicologici, Freudiani, fricchettoni, hippy da comunità e gruppo di sostegno. Parla dei suoi amori senza mai nominarli davvero, come se non li avesse conosciuti abbastanza. Forse nel processo terribile che porta alla conoscenza di noi stessi, un processo impossibile da portare a termine, forse perdiamo qualcosa. Dimentichiamo qualcosa degli altri.

Marta cova un misto di rabbia e ansia, ha dei momenti in cui la mancanza di controllo la rende inerme.
Le grandi ere oniriche sono scandite dalle dipendenze. Alcol, tabacco, psicofarmaci, etc. Quasi che Marta stesse cercando una chiave di lettura della realtà attraverso il sogno.
Marta è avvolta dal buio. Lo porta con sé. Un buio che impedisce agli altri di vedere, che impedisce a lei stessa di vedere. E’ quel nero della copertina che andrebbe rischiarato.

Chiariamo alcuni punti. Non è la prima volta che leggo storie di ragazze in lotta con la vita, con la definizione di se stesse. Ho letto di amori frantumati, di rapporti con i genitori da film horror, di tendenze suicide espresse in milioni di modi. Ho letto cose pessime.

Ma non qui.

Lo stile a tratti asettico, un’ironia che sfocia nel cinismo. Una sottile consapevolezza di essere privilegiata, ma non basta. Un senso del sé che brucia per mancanza di alibi. Marta non vuole alibi. Siamo tutti sullo stesso piano.

Grande era onirica è quel romanzo che dovremmo leggere quando abbiamo la sensazione che la nostra vita sia in pausa. In quei momenti in cui sopraggiungono le domande più fastidiose, una tra tutte: ha senso tutto questo?

L’esordio di Marta Zura-Puntaroni è ottimo. Minimum Fax fa da madrina a questa nascita letteraria e non posso che augurarmi che i prossimi passi siano lunghi e ben distesi e sempre su questa strada.

Marta Zura-Puntaroni è nata a San Severino Marche e vive a Siena, dove ha studiato letteratura ispanoamericana. Lavora come social media manager nel campo della moda e cura il blog Diario di una Snob. Grande Era Onirica è il suo romanzo d’esordio.

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La presentazione di questo libro edito da Minimum Fax era stata preceduta il Mercoledì da un’altra presentazione che vedeva al centro dell’attenzione il volume a cura di Valeria Babini “Lasciatele vivere. Voci sulla violenza contro le donne”, edito da Pendragon. Ne hanno parlato con la curatrice l’editore della Pendragon Antonio Bagnoli,  Silvia Marchesini, psicologa e psicoterapeuta,e Nicoletta Paci, Vicesindaco del Comune di Parma, delegata alle Pari opportunità.
Il volume nasce con l’intento di raccogliere molti punti di vista e molte domande per capire e combattere una delle piaghe più gravi e dolorose del nostro tempo: la violenza contro le donne. Il libro nasce da un corso sulla violenza contro le donne organizzato dall’Università di Bologna, per tre anni consecutivi. Un corso regolarmente inserito nel piano di studi della laurea triennale in filosofia, al pari dell’informatica e delle lingue straniere. 18515985_10213582336501406_708454900_nFuori da ogni spettacolarizzazione, si è cercato di affrontare questa drammatica questione sociale, con le soli armi del ragionamento e del dialogo; e lo si è fatto chiamando a parlare persone di diversa formazione scientifica e professionale, non necessariamente professori universitari.

È una questione di (in)civiltà che va affrontata e che in queste pagine, lontano dalle semplificazioni e dalle spettacolarizzazioni, viene analizzata da voci autorevoli della cultura umanistica e scientifica. Uomini e donne i cui interventi costituiscono, nell’insieme, una riflessione multidisciplinare che ha l’obiettivo di coinvolgere tutti noi nella comprensione di questo drammatico problema sociale e di stimolarci a pensare. Nel libro si tenta di mettere insieme studenti e pubblico, portarli dentro l’università o meglio aprire l’università alla cittadinanza, per sollecitare tutti a pensare e riflettere insieme sulle cause della violenza contro le donne. Il libro raccoglie diciotto saggi con testi di Annarita Angelini, Valeria Babini, Marco Balboni, Fabrizio Battistelli, Remo Bodei, Marianna Bolko, Stefano Ciccone, Carlo Flamigni, Paola Govoni, Dacia Maraini, Lea Melandri, Daniela Minerva, Maura Misiti, Adriano Prosperi, Massimo Recalcati, Cecilia Robustelli, Maria Grazia Ruggerini, Milli Virgilio.In allegato al libro il docu-film Di genere umano, in cui il regista Germano Maccioni miscela poeticamente voci e volti di intellettuali, studenti e bambini con filmati d’epoca, dando vita a un concerto di punti di vista che parla al cuore.

18492858_10213582336941417_872337497_nDicevamo che il racconto su certe tematiche da solo non basta; bisogna capire, e per noi dei Diari essendo inaccettabile che l’orientamento sessuale possa ancora essere un pretesto di offese abbiamo deciso che la nostra battaglia per l’uguaglianza dovesse passare anche attraverso un libro piccolo e potente,come quello scritto da Stefano Antonini dal titolo “Torna. Lettera di un padre al figlio omosessuale”. Un libro che è soprattutto un progetto di sensibilizzazione dedicato a chi ha fatto della comprensione e dell’ascolto la sua bandiera. Per la giornata contro l’omofobia abbiamo scelto questo libro. La giornata è celebrata in tutto il mondo attraverso l’organizzazione di eventi di sensibilizzazione alle discriminazioni di stampo omo-, trans- e bifobico e volte al ricordo e alla commemorazione di tutte le vittime di crimini di questo tipo. Si é scelta questa data perché il 17 maggio del 1990 viene rimossa l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dall’Organizzazione mondiale della sanità. Nel 2007, in seguito ad alcune dichiarazioni di autorità polacche contro la comunità LGBT, l’Unione europea ha istituito ufficialmente la giornata contro l’omofobia sul suo territorio. La fotografia del mondo attuale continua a non è per nulla positiva: esistono a nazioni dove si è ancora costretti a nascondere le proprie scelte d’amore, condanne e una nuova ondata omofoba dilagala nei paesi dell’ex blocco sovietico. In 75 Stati si criminalizza l’omosessualità e sono cresciute le leghi che ne condannano la pratica e si finisce in cella. Dall’ergastolo alla pena di morte. Al momento sono 13 gli stati delle nazioni unite che prevedono la pena di morte per atti omosessuali, tra i quali Mauritania , prevista la lapidazione, Yemen , Arabia Saudita. In altri 14 stati il massimo della pena e l’ergastolo in Malesia, Zambiae Pakistan, fino a 15 anni in Angola, Kenya e Marocco. In 17 stati sono state promosse leggi che limitano la libertà di espressione sull’orientamento sessuale , come in Russia e Ucraina, mentre e da più parti, in modo preoccupante, se ne chiede l’adozione.

18492938_10213582336541407_177548228_nCosì Lunedì 15 Maggio in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia del 17 Maggio la libreria Diari di Bordo per sensibilizzare e contrastare questi fenomeni ha scelto, in collaborazione con le Associazioni LGBTI Aldo Braibanti, Agedo e Ottavo Colore, di presentare questo libro in una serata con Arturo Balostro, Libraio e Blogger del Seminalibro.
In un mondo che urla ed ha dimenticato il dialogo, un ponte fra genitori e figli, questo caso editoriale che in meno di un mese ha venduto oltre 1000 copie. “Torna” è il primo libro di Stefano Antonini, un romanzo epistolare, un libretto per confrontarsi da pari a pari fra il genitore nella pagina e la propria quotidiana evoluzione nell’affiancare senza incollarsi ai propri figli, orientarsi davanti a qualcosa di disorientante come un figlio che non corrisponde a quel che abbiamo sognato di con e per lui. Un padre rientra a casa prima dal lavoro e trova il figlio diciassettenne tra le braccia di un ragazzo. Lo stupore, la rabbia e il dolore gelano ogni sua reazione. Si chiude in camera e riesce a fare solo una cosa: scrivere una lunga e toccante email al figlio. “Torna” è la lettera che ogni ragazzo rifiutato dalla famiglia avrebbe voluto ricevere, è l’occasione, per ogni genitore incapace di accettare la diversità, di aprire un dialogo con se stessi per trovare quelle risposte che, da soli, è difficile darsi. Torna è la lettera che forse avrebbe evitato il suicidio di molti minorenni che, di diverso, avevano solo la capacità di amare. Torna è anche la risposta di un figlio alle parole di un padre che non ha mai chiuso la porta in faccia alla speranza.

Tra gli scaffali dei Diari i libri sensibili a certe tematiche sono sempre stati di casa. Segnalo per la casa editrice Caracò un libro uscito di recente nella collana Cosmi, una serie di racconti dal titolo “L’uomo nero: stereotipi maschili raccontati dalle donne”, una sorta di antologia – laboratorio frutto di un progetto di un gruppo di autrici, Simona Giacomelli, Elena Mearini, Cira Santoro, Anna Scardovelli, Monica Stefinlongo, Cristina Zagaria accompagnate tutte da una storica amica dei Diari di bordo, una delle voci più autorevoli della scrittura italiana di questi anni, Elisabetta Bucciarelli. Le sei autrici pur avendo grande dimestichezza con la parola non sono “scrittrici” nel senso più stretto del termine, e qui raccontano in altrettanti racconti sei uomini.
Chi sono i maschi e dove stanno andando? Come stanno cambiando stereotipi maschili? Domande difficili a cui hanno cercato di rispondere le sette autrici che firmano i racconti e la prefazione (che diventa una guida di lettura) di questa antologia. “L’Uomo Nero” è il maschio cattivo, non per forza violento in maniera evidente, piuttosto quell’essere umano che non è mai abbastanza, che non è all’altezza, che non si concede, che non si fa carico, che non si prende cura, che non si mette in gioco nella coppia, che non è maschio a sufficienza, in sintesi non è conforme a ciò che vorremmo che fosse. Quindi l’Uomo Nero non esiste. I protagonisti dei racconti, di età, professione, estrazione sociale e formazione culturale differente, si muovono tra il luogo comune legato alla loro immagine e la volontà di frantumarlo, tra l’aspirazione al cambiamento e la costrizione dei condizionamenti socioculturali. Molto bella la copertina con “Le api Arianna e Teseo” di Carmine Luino. Tra i racconti segnalo il mio preferito, quello scritto da Cira Santoro.

Siccome i libri non scadono mai, quando sono belli, a proposito di giovani esordi e letteratura al femminile voglio oggi segnalare una delle prime scrittrici giovani che abbiamo ospitato ai Diari un paio di anni fa, vale a Ginevra Lamberti con il suo “La questione più che altro” edito dalla meritevole Nottetempo, casa editrice sempre attenta alle nuove leve della narrativa in Italia.
Un libro parecchio interessante che ha per protagonista una donna, Gaia e attraverso il suo racconto si fa una mappa di quella che è la nuova generazione del precariato, di tutti quei giovani laureati che passano da un lavoretto all’altro, senza che nulla sia mai definitivo, senza che i soldi bastino mai. Una mappa antropologica di tutti quei giovani trentenni in cerca di identità e senso. Tutto questo raccontato come se fosse una piccola fiaba, dando un’enorme attenzione alla forma e alla leggerezza. Nella valle dove Gaia vive, la questione piú che altro è che Gaia si annoia di noia mortale. Nel suo presente immobile si affacciano nonno-di-giú, che racconta la sua storia di vedovo di successo in un programma tv del pomeriggio, nonna-di-su, che ha chiesto a santa Rita da Cascia di proteggerla, la madre, che ha divorziato per eccesso di traslochi e il padre, che ha tracce di polmoni nella nicotina e un’irrefrenabile voglia di ridere. Mancano diciannove giorni a Natale, ventiquattro a Capodanno, qualcosa di piú all’ultimo esame. Dato che Gaia si annoia e non ha abbastanza soldi per fare il giro del globo in orizzontale e tagliarlo in due, cosí magari si apre e dentro ci trova ciò che le manca, si trasferisce prima a Mestre e poi nella laguna piú bella del mondo. Solo che neanche lí c’è quello che cerca, il lavoro è sempre un “lavoretto”, il padre si ammala, i nonni invecchiano e Venezia non è che il fondale di cartone per i selfie dei turisti. Con un tono brillante e una lingua che richiama le favole e le filastrocche, nel suo romanzo di esordio Ginevra Lamberti racconta una generazione che cerca di inventarsi un futuro lontano (il piú possibile) dal presente e finisce per scoprirlo come il premio di una caccia al tesoro.
Questa settimana nello Zaino :

"Grande Era Onirica" di Marta Zura-Puntaroni, Minimum Fax.
“Grande Era Onirica” di Marta Zura-Puntaroni, Minimum Fax.
"Lasciatele vivere. Voci sulla violenza contro le donne", a cura di Valeria Babini, Pendragon.
“Lasciatele vivere. Voci sulla violenza contro le donne”, a cura di Valeria Babini, Pendragon.
"Torna. Lettera di un padre al figlio omosessuale",di Stefano Antonini, Astro Edizioni.
“Torna. Lettera di un padre al figlio omosessuale”,di Stefano Antonini, Astro Edizioni.
"L'uomo nero: Stereotipi maschili raccontati da donne" AA.VV., Caracò Edizioni.
“L’uomo nero: Stereotipi maschili raccontati da donne” AA.VV., Caracò Edizioni.
"La questione più che altro" di Ginevra Lamberti, nottetempo
“La questione più che altro” di Ginevra Lamberti, nottetempo
Nello Zaino di Antonello: Gente e Letteratura Figa Nel Borghetto!