Dieci Buoni Motivi
di Daniela Alibrandi
per NON leggere “Una morte sola non basta”
NON LEGGETELO:
- Perché non sarete voi a condurre il gioco nel sottile braccio di ferro che ingaggerete con l’autrice.
- Per le pericolose scariche di adrenalina che alcune scene potrebbero procurarvi.
- Perché potreste restare intrappolati nelle descrizioni filmo grafiche di scenari semplici e dimenticati.
- Perché la critica lo ha definito un grande romanzo neo realista e la sua autrice “entomologa del linguaggio” e “biografa della convulsione”.
- Perché potreste incappare nell’inconfutabile evidenza che il male si costruisce giorno per giorno e che la sua intensità non si discosta poi molto da altre passioni.
- Perché potrebbero darvi fastidio le rumorose litigate e l’echeggiare di stornelli sui ballatoi dei palazzi romani.
- Perché potreste dover sostenere il contatto con l’animo del mostro, camminare al suo fianco, guardando la realtà con i suoi occhi e respirando i suoi stessi respiri.
- Perché potreste dubitare della convinzione che la famiglia sia sempre il luogo più sicuro, trovandovi invece a credere con forza nel potere dell’amicizia.
- Perché disturba la descrizione di stuzzicanti scene di sesso e di alcuni passaggi pulp.
- Perché se non avete a disposizione un certo numero di ore vi troverete in difficoltà con tutte quelle pagine da divorare.
Dieci Buoni Motivi per NON leggere “Una morte sola non basta”
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