Dieci motivi 

di Alessandra Minervini

o-ALESSANDRA-MINERVINI-facebook

per NON leggere “Overlove”

COPERTINA_ov copia

 

  1. Per non ritrovarsi tra i piedi Blondie e Bowie. “B&B erano giovani a tutti i costi, con le loro canottiere a righe, con i pantaloncini strappati sul culo e con le scarpe di tela. Rosa lui, azzurre lei. Se le scambiavano. Avevano lo stesso piede, la stessa terra sotto i piedi. Era questo che li aveva uniti, come prima cosa. Non erano antipatici. Erano ricchi. Privi di sfumature. Provavano dei sentimenti, ma non moltissimi”.
  2. Per evitare l’alitosi di Ninni. “Ninni era il papuzzo. Non un padrino e non un patrigno. Un papuzzo. Le era stato vicino dopo la morte del padre più per riconoscenza nei confronti di chi aveva creduto nel suo talento che per dedizione genitoriale. Ninni non aveva figli. Non aveva mogli. Non aveva amanti. Non aveva forme di vita da accudire. Cominciava le giornate con un bicchiere di Marsala che in quel momento aveva appoggiato sul bancone del Negozio per spostare la radio minuscola verso l’ingresso, lontano da Anna. Vicino la radio, Ninni muoveva le lunghe mani, una dentro l’altra, come se volesse infilarci qualcosa. Ma le sue mani erano vuote”.
  3. Per non tele-ricoverarsi con Carla. “Guardando la puntata numero sette della serie numero dieci, la televisione si è accesa e si è spenta di colpo e il cuore di Carla pure, insieme allo schermo.«Sei arrivata in un brutto momento». Era questa la frase che Carla ripeteva a sua figlia, dalla morte di Nunzio. Se stava dormendo, se stava guardando la tv, se stava piangendo, se stava ascoltando l’adorato reggae, se stava pensando al marito, se non stava pensando a niente. Qualsiasi cosa Carla stesse facendo era un brutto momento”.
  4. Per non accettare la corte di Mario Destino (che si sa che gli scrittori si innamorano una volta al giorno). Mario usava bene le parole, scriveva bigliettini di continuo. Lo aiutava a non perdere la concentrazione per il suo libro, diceva. Qualunque cosa lui facesse (dormire, mangiare, parlare, baciare, scopare) era una posa; qualunque cosa stesse facendo in realtà era un esercizio per scrivere il prossimo libro. Aveva sempre una storia da scrivere e due espressioni facciali: una di diniego oltranzista, soprattutto durante le discussioni, l’altra da adolescente lussurioso. Non possedeva prossemica ma erano concentrate in lui tutte le qualità che una donna desidera: la gentilezza e la propensione a stimare più del reale qualsiasi manifestazione corporea femminile, compresi i brufoli premestruali che per lui erano naturali opere d’arte. Nature morte”.
  5. Per non distruggere i gatti di porcellana di Minnie. “Minnie era il nome dell’ashram che aveva fondato e nel quale viveva, un posto dove offrono banane marce sugli altari. In quel luogo aveva dato agio al mondo intero. Il trullo a sedici coni che ospitava l’ashram si affacciava su una piscina gonfiabile, un luogo non meno taroccato della ristrutturazione e dell’arredo di tutti i locali. Perfino Aladino si sarebbe sentito di troppo in mezzo a tutte quelle lampade nepalesi, alle statue e alle campane tibetane, alle ruote di preghiera in rame, ai portaincensi indiani, ai batik di ogni misura e specie, e a tutti quei gatti. Gatti di porcellana e gatti di peluche. Gatti di oro smaltato e gatti di pelo vero. «Adoro i gatti. Ma sono allergica a quelli naturali»”.
  6. Per non sbronzarsi da “Dino” con Massimo Cristiano. “L’amico si è preso una sbronza ragliante dopo il concerto dei Blur. Il suo occhio destro è una nuvola spezzata da un tuono. Viola. Incandescente. Un cielo irlandese prima della tempesta, di quelli che Carmine studia sui libri. Mai visti dalle sue parti. Esotici, affascinanti per un ragazzino perturbato. Carmine ha la resistenza all’alcol di un musulmano. Massimo Cristiano, al contrario, beve da tempo, beve a scuola dove il suo nome è una prece. Il giorno del suo dodicesimo compleanno trova sul banco una croce di legno con attaccato in cima il suo volto disegnato con l’UniPosca. Tornato a casa, Massimo Cristiano beve della birra, rubandola nel frigo di sua nonna, si sente meglio e da allora non smetterà più di bere”.
  7. Per non ascoltare le menate da hit dei Miamai. «Sei un cantante in gara?». «Sono i Miamai, e vinciamo», rispondeva a tutti. Si era anche messo a canticchiare il ritornello di Overlove e la cosa aveva subito funzionato. Ragazzi e ragazze, ma anche i signori e le signore presenti, accompagnavano la canzone, dondolando le teste da un lato all’altro. Massimo fissò Carmine ingigantendo gli occhi, temeva che potessero esserci problemi e che qualcuno potesse dire in giro che la canzone faceva schifo. Carmine gli accarezzò la testa, non doveva temere nulla. Overlove era perfetta”.
  8. Per non adottare un pavone,Tess. «Ce l’hanno fatta solo loro. Sono animali gli unici superstiti del tornado che in questi giorni ha squarciato in due il basso ventre della California».La voce dell’inviato della CNN si spezza, sopraffatta dalle carcasse umane, abbandonate in una gora di sangue. Un pavone passeggia indifferente tra le macerie in cerca di un filo d’ombra e un po’ di cibo. Ha fame e il bisogno lo costringe a relazionarsi con gli altri. Una delle sue zampe, quella destra, si è rotta. La trascina in mezzo al disastro: non ha l’aria della vittima, sembra il carnefice. Nella gabbia devastata dalla tempesta, si può ancora leggere il suo nome inciso in oro smaltato: tess”.
  9. Per non innamorarsi di Anna. Quando erano lontani, come succedeva per la maggior parte dei giorni, ad Anna per la nostalgia fiorivano addosso delle piume smodate, viola con sottili striature verdi. Il peso delle piume era imprevisto come un temporale e, dopo un po’, a seconda della distanza che li separava, le piume diventavano insopportabili. Cicatrici ossidate. Con questo peso sulle spalle, novella dea della mancanza, Anna aveva preso la loro storia e l’aveva schiacciata come si fa sulle pareti con gli insetti minuscoli, quelli che si temono anche se non possono nuocere”.
  10. Per non innamorarsi di Carmine. “Carmine aveva una cosa, una caratteristica: in assenza, attiva o passiva, vinceva sempre. Non seguiva una certa strategia eppure creava dipendenza. Per esempio non taceva e basta, professava silenzi così lunghi da diventare offensivi. Dopo diversi anni – tre – e alcuni mesi – cinque – Anna aveva capito che essere innamorati non basta per desiderare qualcuno. Voleva bene a Carmine. Voleva bene persino a sua moglie e a sua figlia, pur non avendole mai viste. Quella a cui non voleva più bene era se stessa”.
Dieci motivi per NON leggere “Overlove”