di Maria

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AMY E ISABELLE

amyeisabelle-ne-light-671x1024Amy e Isabelle, tradotto in Italia da Martina Testa per Fazi, è la storia di una figlia (Amy) e di una madre (Isabelle), ambientata nella sonnacchiosa provincia americana in una non ben precisata epoca presumibilmente degli anni ’50.

Persino scontato è il richiamo ai quadri di Edward Hopper per descrivere lo stile curato e minimalista della scrittrice statunitense Elizabeth Strout, vincitrice del Premio Pulitzer nel 2008.

La Strout ha esordito nel 1998 proprio con Amy e Isabelle ed anche nei libri successivi: Olive Kitteridge (traduzione di Silvia Castoldi) , I ragazzi Burgess (traduzione di Silvia Castoldi), Resta con me (traduzione di Silvia Castoldi), Mi chiamo Lucy Barton (traduzione di Susanna Basso, Einaudi) dedica particolare attenzione al mondo femminile.

Temi ricorrenti sono: la (vana) ricerca dell’amore e della felicità, il difficile rapporto tra genitori e figli, l’incomunicabilità, la solitudine. Il tutto descritto con grande maestria ed inconfondibile capacità nel tratteggiare attraverso dettagli e silenzi le vite normali di persone normali, nelle quali tutti riusciamo ad immedesimarci fino a sentirle vicine come quelle di vecchi amici.

Questo romanzo è intenso, delicato e toccante, imperniato sul rapporto intimo e quasi morboso tra le due protagoniste, che si stempera nel bel finale attraverso il ritrovato valore della sincerità al di là delle convenzioni e del perbenismo.

Amy e Isabelle (è corposo, ma non annoia mai) si potrebbe definire un romanzo di formazione e sull’amore, anche amicale.

Consigliatissimo.

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