Intervista a Mathilde Bonetti di Sara e Luisa
Mia figlia Sara ha conosciuto i libri di Mathilde la scorsa estate ad Orbetello grazie ad Alice, della Libreria Bastogi, la migliore libraia che un bambino, e non solo, possa incontrare. Una ragazza che con pazienza e acume sa trovare sempre il libro che il bambino saprà riconoscere come scritto apposta per lui.
Grazie alla nostra Giuditta, poi, siamo riuscite ad entrare in contatto proprio con Mathilde. Non potete nemmeno immaginare l’emozione provata in casa nostra.
Ma il mio grazie commosso va a Mathilde Bonetti, che, attraverso le sue pagine, ha reso magici tanti pomeriggi.
Di seguito l’incontro epistolare di Mathilde e Sara: un angolo tutto solo ed esclusivamente loro.
Cara Mathilde,queste sono le domande che vorrei farti da molto tempo e penso che tutti siano molto curiosi di leggere le risposte.
Mathilde e la sua gatta
Nelle tue storie c’è un procione. Tu hai un procione? Ti piacciono i procioni?
Sono curiosa. Quanti anni hai?
Adoro quando mi chiedono l’età. E ancora di più quando la rivelo. Ne ho 44.
Ci racconti che lavori hai fatto e che lavoro fai ora oltre ad essere una scrittrice?
Da ragazzina ho fatto i lavori più pazzi. Portavo fuori i cani alla gente quando ancora nessuno aveva mai sentito parlare di dog-sitter, ho servito ai tavoli in diversi ristoranti della mia zona, davo ripetizioni di inglese. Poi ho sempre scritto. Sono stata una giornalista free-lance per tantissimi anni, ho tradotto libri di tutti i tipi (cosa che faccio ancora, quando non scrivo i miei). Da quando sono diventata autrice a tempo pieno, o scrivo i miei romanzi, appunto, o traduco dall’inglese quelli di altri. Inoltre insegno ballo.
Quando eri piccola come me che libri ti piaceva leggere?
Di tutto. Salgari era il mio autore preferito alle elementari, perché mi trasportava lontano in paesi che sognavo di vedere e in avventure che sognavo di vivere. Ma rubavo anche i romanzi di mia madre, giusto perché erano “da grandi”, per poi scoprire che erano anche quelli avventure bellissime, come molti di Wilbur Smith o Barbara Taylor Bradford che lei leggeva spesso.
Io ho un nome preferito e nelle storie che invento mi chiamo sempre Iris. Tu hai un nome preferito? Lo hai dato a qualcuno dei tuoi personaggi?
No, ma tutti i miei personaggi hanno molto di me. C’è Martina, che ama gli animali ed è un po’ insicura; c’è Angelica, della serie Tre amiche sul ghiaccio, che è timida ed eterea, c’è Cleo, che è eccentrica e contro le regole stupide; c’è Sadia, che è golosa come lo ero io da ragazzina. Ma anche tutti gli altri hanno tanto di me. E a proposito di nomi… ne cerco sempre uno originale per le mie protagoniste!
In quale momento della giornata scrivi le tue storie?
La notte. E’ il momento più bello. La tranquillità che ti avvolge è come una coperta di sogni e per scrivere c’è bisogno di sogni.
Tu come inventi le storie? C’è una tecnica per inventare le storie?
Sto leggendo La gatta magica 4. Ci saranno anche la 5, 6, etc.?
Usciranno a inizio anno il 5 e il 6. E io sto scrivendo il 7 in questi giorni…
Hai scritto altri libri, oltre La gatta magica, che mi consigli di leggere?
Ho scritto una sessantina di libri, quindi hai solo l’imbarazzo della scelta! So che hai quasi otto anni… per la tua età consiglio Un rapace per amico (Mondadori) e – se sei una lettrice avida che non si spaventa per un libro lungo – Cavalcando un sogno (Piemme – il Battello a Vapore). Sempre di Piemme potrebbe piacerti la mia serie dedicata al pattinaggio su ghiaccio, così trovi le ragazze di cui parlavo prima. Il primo volume si intitola Tre amiche per tre paia di pattini.