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Bambini nel tempo

Risultati immagini per bambini nel tempo salmon

di Ricardo Menéndez Salmòn

 Patrizia http://www.leultime20.it/

twitter: @patrizialadaga

 Giuditta

twitter: @tempoxme_libri

1. Dai un voto alla copertina e spiegalo
Voto: 5Spermatozoi vaganti in un mare di rosso. La copertina italiana non mi ha convinto, specie se comparata con quella dell’edizione originale spagnola (Anagrama), nella quale si rimane irrimediabilmente ancorati allo sguardo del bimbo in primo piano. Voto: 8In un primo tempo non avevo fatto caso ai disegni della copertina nei dettagli, solo a libro ultimato mi sono accorta che non sono semplici ghirigori quelli che si agitano sul fondo rosso, ma spermatozoi guizzanti e in movimento ondulatorio. Ho trovato la copertina di grande leggerezza espressiva, avvalorata come sempre per i tipi Marcos y Marcos dall’ottima qualità della materia prima: la carta.
2. L’incipit è …
Solenne e di gran efficacia.

E come l’istante del concepimento, quel misterioso impatto in cui due princìpi collidono per cambiare il corso del mondo, fu impercettibile, con entrambi i protagonisti inconsapevoli di ciò che nasceva all’interno dei corpi, altrettanto silenzioso fu l’istante della disgrazia.

E come l’istante del concepimento…

Folgorante con quella congiunzione iniziale che congiunge in un immediato abbraccio il lettore e l’io narrante e crea una subitanea, lirica immedesimazione.

3. Due aggettivi per la trama
Spezzata ma coerente. Dilaniante e artificiosa.

La prima parte del libro, “La ferita”, è come un racconto a sé, di spietata inaudita dilacerante bellezza.

4. Due aggettivi per lo stile
Aulico, magnifico Perfetto e seducente, forse troppo.
5. La frase più bella
La sintesi del vincolo padre-figlio in poche righe. Un’immagine potente in cui ogni genitore può riconoscersi.

Ogni padre sa cosa significa sentire quel peso sulle spalle, un peso inesistente e allo stesso tempo insostenibile. inesistente perchè l’amore non pesa; insostenibile perchè il figlio amato è la sostanza più pesante del mondo

La bellezza della prosa di Ricardo Menéndez Salmòn è incontestabile. “Bambini nel tempo” è una lunghissima frase piena di grazia ed eleganza, senza mai una caduta di stile, sempre tersa e cristallina. Ma forse proprio la sfolgorante bellezza della scrittura è un limite del libro, come se bloccasse il sentimento, lo irrigidisse nella sua adamantina perfezione. Scelgo dunque una frase che mette ben in luce la poetica del libro:

E si chiese se per caso la letteratura non fosse che un’altra forma di religione, un’altra pratica superstiziosa per combattere la morte con un’arma fantasmagorica: la parola. I suoi libri gli parvero lì, in quel minuto di pace dentro la chiesa, come l’ennesimo grido umano nella lotta contro il destino comune.

6. La frase più brutta
Un brano terrificante quello in cui Ricardo Menéndez Salmón descrive la sofferenza della piccola Lavinia, amica d’infanzia di Gesù. La forza distruttiva della malattia è potenziata dalla grandezza della prosa. La bruttezza si riferisce, naturalmente, solo al contesto. La versione originale è potentissima:

Lavinia se pudre, se pudren sus huesos y se pudre su aliento.

Perché Lavinia marcisce. Marciscono le sue ossa, marcisce il suo alito.

Nella traduzione italiana, tuttavia, Claudia Tarolo ha scelto di mitigare l’orrore utilizzando un verbo, sempre doloroso, ma forse un po’ meno atroce:

Perché Lavinia si disfa. Si disfano le sue ossa, si disfa il suo alito. Qualcosa senza nome e con un unico attributo – una tristezza empia che la malattia regala – la divora da dentro, nelle ondate di sangue più pallido che, con la costanza di un pendolo, docile e sconfitta, la sua gola deposita per lo più nella sputacchiera di alabastro, o a volte, quando l’impulso prevale sui riflessi, sulle lenzuola stese da dolcissime mani.

Continuo la citazione precedente, che nella sua algida bellezza mette ben in luce il limite riscontrato nel libro, di azzerare la carica sentimentale nel dettato eccessivamente lavorato e ammaliante:

Altri avevano i loro riti, il loro mistero incarnato; lui aveva il suo tabernacolo di carta, un luogo in cui nessun cadavere si sarebbe decomposto nei secoli dei secoli, e a cui pure accorrevano pellegrini da tutto il mondo.

Una cattedrale gotica, piena di volute e ghirigori, in cui la forza incantatrice della parola fa perdere forza e pienezza al sentimento che la anima, eccezion fatta per la prima parte, in cui perfezione stilistica e afflato narrativo si tengono in un equilibrio compiuto.

7. Il personaggio più riuscito
Antares, il protagonista della prima parte, l’uomo che perde il figlio bambino e che vede la sua famiglia, il suo intero mondo, sgretolarsi tra le mani. L’autore rende palpabili il suo dolore e la sua impotenza. I padri, nella loro disperazione e inanità: l’io narrante e Giuseppe della parte centrale.
8. Il personaggio meno azzeccato
Gesù (e la sua infanzia inventata). Ho trovato tutta la seconda parte del libro pesante e contorta. Un diversivo  originale, ma che non mi ha convinto del tutto. Nel terzo episodio il romanzo recupera l’intensità della prima parte. Gesù, in cui l’artificio risulta più evidente. Per quanto geniale nella sua portata filosofica e narrativa, la presenza del divino come bambino di cui raccontare l’infanzia risulta cerebrale e forzato.
9. La fine è…
Poetica. La vita che in un modo o nell’altro riesce sempre a vincere il dolore, la morte, l’oblio. Ammaliante.
10. A chi lo consiglieresti?
Bambini nel tempo è un libro per lettori pazienti, che non cercano storie per intrattenersi, ma parole per provare emozioni, riflettere e cercare di dare un senso alle cose del mondo. A chi nei libri ama la ricercatezza della parola, la perfezione lucida della scrittura, l’ingegnosità della narrazione.

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P&G Bambini nel tempo