Le due terne finaliste al Premio Sinbad sono state scelte dalla seconda giuria, formata da Franco Cordelli, Andrea Cortellessa, Marcello Fois, Michele Mari ed Elisabetta Rasy per la narrativa italiana e da Simonetta Bitasi, Concita De Gregorio, Nicola Lagioia, Marco Missiroli e Michela Murgia per quella straniera.

Non posso esimermi da un commento in qualità di giurata della Prima Giuria incaricata di selezionare la decina di entrambe le categorie.

La terna straniera mi vede perfettamente e profondamente d’accordo.

I tre libri selezionati sono magistrali e confesso che sarebbe molto difficile per me scegliere il vincitore. Sorj Chalandon con Chiederò perdono ai sogni (traduzione di Silvia Turato, Keller editore) è un romanzo dal timbro fortemente maschile, ma con una poetica dei sentimenti molto pronunciata. Un romanzo dallo sfondo storico, filtrato dal soggettivismo del protagonista, uno degli eroi della lotta irlandese per l’indipendenza, che finisce per diventare, suo malgrado, spia degli inglesi. Una lingua dura, battagliera, fiera come lo fu la lotta per la propria identità. Un mondo chiuso, claustrofobico, rigido, che incatena il personaggio e i suoi affetti. Una storia che lascia il segno e che da una posizione scomoda costringe il lettore a guardare alla storia dell’Irlanda e a ciò che si muove dietro le ideologie e i nazionalismi.

Con Annie Ernaux, Gli anni (traduzione di Lorenzo Flabbi, L’Orma Editore) e Miriam Toews, I miei piccoli dispiaceri (traduzione di Maurizia Balmelli, Marcos y Marcos) tocchiamo le vette dei capolavori. Il primo racconta la seconda metà del Novecento come sfogliando un album dei ricordi, per frammenti e flash, che però riescono a illuminare i rivolgimenti epocali, i piccoli slittamenti e gli impercettibili mutamenti che hanno caratterizzato il “secolo breve”. Il secondo è il racconto commovente di due sorelle, del loro amore incondizionato su cui aleggiano come un’ombra nera i tentativi di suicidio della sorella più talentuosa. Un romanzo straordinario, che suona nel cuore del lettore come se fosse “un piano di cristallo”.

Un applauso a L’orma e Marcos y Marcos va fatto non solo per la bellezza sublime delle storie proposte, ma anche per il manufatto libro. Materiale di eccellente qualità, copertina elegante e di pregevole fattura, carta che è un piacere sfogliare. Il libro è anche questo.

 

Veniamo alla terna italiana: Beatrice Masini, La cena del cuore. Tredici parole per Emily Dickinson (illustrazioni di Pia Valentinis, rueBallu), Tommaso Pincio, Panorama (NNE), Eugenio Vendemiale, La festa è finita (Caratteri Mobili).

La mia scelta sarebbe stata molto diversa. Il libro di Vendemiale non è nelle mie corde, quello di Beatrice Masini ha una sua poetica leggerezza, l’ho letto con piacere e portato con me in classe, dove sta segnando il passo del corso di poesia di quest’anno. Inoltre, (un applauso scrosciante alla casa editrice rueBallu), è un manufatto eccellente, perfetto, curato nei minimi dettagli. Un oggetto libro che affascina e incanta, come le poesie della scrittrice statunitense e le parole alate di Beatrice Masini. Però nella decina c’erano altri titoli, che avevano una loro necessità narrativa a tal punto che mi sarebbe stato difficile estrapolare una terna e avrei optato per una cinquina:

1)     L’estate del cane bambino di Mario Pistacchio e Laura Toffanello (66thand2nd)

2)     Ti ho visto che ridevi di Lou Palanca (Rubbettino)

3)     L’appartamento di Mario Capello (Tunuè)

4)     Panorama di Tommaso Pincio (NNE)

5)     XXI secolo di Paolo Zardi (Neo edizioni)

Quello che mi ha conquistato di questi romanzi è l’originalità del loro dettato. Storie importanti, necessarie, che indagano il nostro presente senza perdere di vista l’introspezione e la soggettività. Sono tutte scritture di grande fascino, con felicità di sguardo e passo consapevole. Comunque se terna doveva essere, sarebbero entrati i primi tre.

Una cosa è certa, il Premio Sinbad riempie un vuoto nei mari dell’editoria e dei premi letterari. La selezione dei titoli non solo ha il merito della trasparenza, ma avviene anche facendo leva sulla varietà, e diversa specializzazione, dei giurati.

Non resta che aspettare la premiazione del vincitore per ciascuna delle due categorie, con la curiosità di ascoltare la motivazione dei giurati della Seconda giuria, che avrà luogo al Teatro Margherita di Bari venerdì 20 (narrativa straniera) e sabato 21 novembre (narrativa italiana).

Nell’attesa, buona lettura!

Il Premio Sinbad ha fatto terna!