La questione più che altro (Nottetempo, 2015) è che Ginevra Lamberti inganna il lettore con la scrittura briosa, il ritmo martellante, l’ironia bizzarra. Ci si aspetta una lettura leggera, divertente, a tratti malinconica e invece ci si commuove e si viene irretiti dalla protagonista e dal suo mondo di affetti.

La genitrice, il genitore, la nonna-di-su e la nonna di giù, fino all’equivoca figura del nonno-di-giù, il lettore è rassicurato che quei nomi asettici e freddi non gli possono catturare il cuore, né stritolarlo fino a farlo dolorare, e invece sta proprio lì l’inganno. Passo dopo passo, straniati dal bombardamento della scrittura e dall’originalità naturale e fresca dello sguardo, diventano figure familiari, con le quali il lettore si trova a solidarizzare e finisce per riconoscere parti di sé intime e vere, fino a soffrire per la sofferenza e la perdita, la scomparsa e la malattia, senza mai perdere il sorriso o la leggerezza dell’insieme.

Alla fine rimane la felice sensazione di non saper se ridere o piangere, ma la certa consapevolezza di aver vissuto tra le pagine di Ginevra Lamberti.

Romanzo composito e stratificato, quanto più la lingua e lo stile tende a renderlo solido e unitario. Le questioni poste sul tappeto sono tante, alleggerite dallo sguardo straniante ed esilarante della protagonista: il lavoro, lo studio, le amicizie, la vita in provincia, Venezia, ma su tutti i sentimenti, il rapporto genitori figli, tra incomprensioni e avvicinamenti, somiglianze e divergenze. Un romanzo di formazione anche, in cui non si disegna una linea, ma piuttosto un cerchio in cui tutto cambia e tutto torna. Intorno alla protagonista e alla sua famiglia, una società bulimica e superficiale, falsamente impegnata e ingannata, in cui i giovani non possono che galleggiare sperando di non affogare.

Se Ginevra Lamberti ama calcare il lato grottesco dei personaggi, l’effetto ottenuto è un’aderenza maggiore alla realtà. Quanto più le sue figure si astraggono e si ingigantiscono nelle loro unicità, tanto più lo strato indelebile della loro verità viene allo scoperto e travolge il lettore, facendogli sentire la forza delle loro personalità nella fragilità delle loro esistenze.

La questione più che altro è che non so come vivere

pensa la protagonista, mentre il lettore vive con lei, con lei sente l’insulsaggine di certi fenomeni, la vacuità di molte esperienze e la forza delle relazioni e dei sentimenti.

La questione più che altro