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Berlino. In fuga

dal muro

di Saverio Simonelli

 Patrizia http://www.leultime20.it/

twitter: @patrizialadaga

 Giuditta

twitter: @tempoxme_libri

1. Dai un voto alla copertina e spiegalo
Voto:.7 1/2.

Una copertina fresca, adatta a un pubblico giovane, che ben si sposa con il linguaggio semplice del libro, sebbene non renda del tutto la drammaticità degli eventi raccontati.

Voto: 7.

Copertina allegra e scanzonata, che ben sottolinea lo spirito con cui sono raccontate le fughe più eclatanti e riuscite dalla parte Est a quella Ovest della città. Anche il colore azzurro cielo è calzante!

2. L’incipit è …
Da racconto per bambini.

Nonno Walter scostò la tendina, aprì la finestra e poi, a braccia conserte appoggiate al davanzale, si mise a guardare i ragazzi che giocavano a pallone nel giardino del comprensorio.

La trovata del nonno che raccoglie le testimonianze dei fuggitivi è un simpatico escamotage per introdurre le singole storie.

Nonno Walter scostò la tendina, aprì la finestra e poi, a braccia conserte appoggiato al davanzale, si mise a guardare i ragazzi che giocavano a pallone nel giardino del comprensorio.

Un clima disteso e quotidiano, ragazzi che giocano e un vecchio alla finestra. I ragazzi, uno in particolare, sono avidi di storie, soprattutto quelle che riguardano un tempo passato ma di cui ci sono ancora tracce eclatanti in città. Saverio Simonelli sin dall’incipit chiarisce di voler raccontare una storia drammatica come quella che per lunghi anni ha visto Berlino divisa ferocemente in due, con lievità e semplicità, giocando sulla differenza generazionale: un nonno che racconta ai giovani amici del nipote gli aspetti più incredibili di quella triste storia, facendola diventare qualcosa di allegro e vitale.

3. Due aggettivi per la trama
Curiosa e coinvolgente, specialmente perché narra fatti reali. Comprensibile e leggera
4. Due aggettivi per lo stile
Elementare e sobrio. Chiaro e semplice.
5. La frase più bella

L’insopprimibile desiderio di libertà dell’essere umano, al di là di ogni ideologia politica, è espresso in modo eccellente in questa frase, che mi sembra riassumere lo spirito di tutto il libro:

Per lui il Muro era una gabbia da spezzare non solo per motivi politici. Anzi, di politica gliene importava poco. Lui voleva semplicemente alzarsi la mattina e sapere di potere almeno pensare a un posto qualsiasi dove andare. Liberamente. Ai tropici come dietro l’angolo della prossima strada.

Le pagine più belle sono quelle finali di ciascun racconto, in cui l’ansia e il tremore che i rocamboleschi, ingegnosi, ma anche folli piani di fughi falliscano si stemperano con dolcezza, sollievo e felicità nel successo che arride ai temerari. Ma lascio ai lettori di assaporarli, senza anticiparne neanche uno.
6. La frase più brutta

La negazione della libertà attraverso l’imposizione della forza:


E mentre parlava tornava indietro con il pensiero fino al giugno di nove anni prima quando suo cugino era sceso in piazza per protestare contro le politiche del governo che all’epoca pretendeva da tutti i lavoratori almeno un 10% di produzione in più ma con lo stesso salario. A quelle dimostrazioni, a quelle sacrosante proteste lo Stato rispose con i carrarmati dei Russi. Fine delle speranze.

Non ci sono pagine brutte, perché Saverio Simonelli decide di raccontare una pagina difficile della storia europea con candore e ingenuità. Il modo più adatto per parlare ai ragazzi, come nella finzione narrativa fa nonno Walter. Ecco un esempio di come riesca a dire la paura, i timori, le ansie, senza lasciarsi trascinare dal senso di tragedia:

Sente le braccia della donna che ora si arrampicano sulla sua schiena. Sente il respiro che contiene tutte le domande e le paure del mondo. Tutte le fughe di tutti i prigionieri di tutta la storia, tutti i libri che lei ha letto, tutti i racconti che invece lui ha ascoltato all’Ufficio Viaggio, come chiamano tra loro il luogo delle riunioni clandestine.

7. Il personaggio più riuscito
Axel Mitbauer, il giovane campione che fuggirà percorrendo 25 chilometri a nuoto, di notte, nelle acque del Mare del Nord. Un ragazzo con una determinazione e un coraggio straordinari. Nel racconto mi ha commosso la figura di sua madre, che lo appoggia e lo coccola fino a pochi istanti prima della pericolosa impresa. Saverio Simonelli dà voce a tutti i temerari che hanno considerato la libertà indispensabile tanto da rischiare la vita con la fuga pur di riconquistarla. Tra i fuggiaschi quello che mi è rimasto nel cuore è il nuotatore Axel Mitbauer, che si abbandona al suo elemento, l’acqua, per continuare ad accarezzare il sogno di gareggiare, con la struggente malinconia di lasciare a Est la madre.
8. Il personaggio meno azzeccato
Nessuno perché un personaggio reale è quello che è. Come potrebbe non essere “azzeccato”? Meno convincenti mi sono sembrati i personaggi della cornice, il nonno Walter e i ragazzi. Un pretesto narrativo che mi sembra poteva essere maggiormente approfondito e che a tratti scade nella retorica.
9. La fine è…
Interessante perché rivela che cosa è stato dei protagonisti delle fughe una volta arrivati a Berlino ovest. Riassuntiva e con un pizzico di retorica che io in sincerità avrei evitato.
10. A chi lo consiglieresti?
Agli studenti che di Berlino e del suo muro hanno letto soltanto sui libri di storia e a tutti coloro che hanno voglia di ricordare quanto la libertà, che spesso diamo per scontata, sia stata spesso un diritto negato per il quale l’essere umano ha spesso rischiato la vita. Sicuramente ai ragazzi, a partire dalle scuole medie, per il tono colloquiale e la semplicità dello stile, l’allegria con cui si raccontano le storie pur velate dalla malinconia, la precisione dei dettagli e la ricostruzione delle vite e delle condizioni dei berlinesi dell’Est scritti senza calcare la mano, ma mantenendola sempre leggera nel tocco.

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P&G BERLINO. In fuga dal muro
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