di Federica Pergola

Federica

 

 

 

La spia che amava

La spia che amava

La vita di Christine Granville, nata Krystyna Skarbek, primo agente segreto britannico donna, in un ritratto firmato da Clare Mulley, conduttrice televisiva, che con questo lavoro ha ottenuto la medaglia Bene Merito della Repubblica di Polonia.

Difficile stare dietro a questa donna scintillante, carismatica, coraggiosa, sensibile, impavida eppure stranamente fragile, con problemi di autostima legati alla sua famiglia d’origine (un padre aristocratico, affascinante ma inaffidabile, che aveva sposato sua madre, figlia di un ricco banchiere ebreo, per il suo patrimonio).

Lei, polacca in una Polonia da poco di nuovo indipendente (ma che dopo solo venti anni dovette di nuovo cedere all’invasione tedesca) quando, insieme al padre, comincia a viaggiare tra Varsavia, Cracovia e Cieszyn inizia a riflettere sulle sorti degli ebrei polacchi e sul crescente antisemitismo che si stava manifestando in modi sempre più aggressivi.

Così, quando i rombi della guerra sconvolgono l’Europa, quando la Storia travolge la quotidianità del vivere, Christine capisce di non poter assistere a ciò che semplicemente accade. (”Prosperava nel pericolo. Era un tonico per lei”).

E diventa il contatto britannico, a Budapest, per la resistenza polacca. Comincia ad attraversare i confini tra gli Stati (con gli sci e a piedi, scavalcando i Carpazi anche in pieno inverno!), trasportando microfilm, informazioni segrete, armi ed esplosivi britannici ai polacchi in esilio in Ungheria.

“Fu la prima donna a lavorare come agente speciale per gli inglesi…impegnata in numerosi teatri di guerra durante l’intero conflitto, comprese le operazioni sotto copertura in diversi paesi occupati (dove l’aspettativa di vita di un agente era di pochi mesi)…rivelò i preparativi tedeschi per l’invasione dell’Unione Sovietica…organizzò la fuga di centinaia di polacchi e di militari internazionali dai campi di prigionia in Ungheria; sostenne i preparativi per l’invasione alleata della Francia meridionale…salvò la vita a numerosi ufficiali polacchi, francesi e britannici…”

“Sotto la minaccia dell’invasione, dell’occupazione e del terrorismo, combatté con una passione, un patriottismo, una determinazione e un coraggio che nessun agente speciale durante la Seconda guerra mondiale riuscì ad eguagliare”

“Visse senza limiti, tanto generosa quanto crudele”,

sempre libera da convenzioni e restrizioni. Ebbe due mariti, numerosi amanti, un’infinità di ammiratori, fu la “spia preferita” di Winston Churchill e  Ian Fleming, ex ufficiale dei servizi segreti noto ormai soprattutto perché autore di James Bond, disse di lei:

brilla letteralmente con tutte le qualità e lo splendore di un personaggio da fiction. Raramente si trovano tipi del genere”.

Eppure, alla fine della guerra, stentò ad ottenere la cittadinanza britannica, lei, che aveva servito la Gran Bretagna per tutto il conflitto! Con la Polonia sotto l’amministrazione sovietica, infatti, lei, che aveva combattuto con gli Alleati, non aveva speranza di poter tornare in patria. Si trovò quindi senza un posto dove andare e senza lavoro. Quando cominciarono a segnalarla per le onorificenze e le medaglie al valore, Christine reagì con furia. Quello che voleva era una medaglia militare, che ovviamente, in quanto donna, non avrebbe potuto ottenere – e non ottenne.

Il desiderio di Christine di diventare britannica sarebbe stato il giusto tributo al suo servizio valoroso e devoto. Ma si scoprì che il suo servizio alla Gran Bretagna era irrilevante perché non era un uomo” 

E’ davvero triste proseguire con il racconto di questa vita davvero al limite, in tutti gli aspetti dell’esistenza. Perché questa donna “assolutamente bellissima” (al Concorso di Miss Polonia del 1930 vinse il titolo di Stella di bellezza);eccentrica romantica, alla perenne ricerca del cambiamento”; o ancora – come scrisse il suo secondo marito, Jerzy Gizycki:

la mia fedele compagna, eccellente cavallerizza, leale e fiera sciatrice, l’essere umano più intrepido che abbia mai incontrato”

– questa donna che aveva fatto della libertà (in amore, in politica e nella vita) la sua principale finalità, morì, per mano di un uomo, nel più banale dei modi.

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La spia che amava di Clare Mulley, traduzione di Valeria Cartolaro, 21 lettere, pp.650,€ 20,00

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