Dieci Buoni Motivi

di Gianni Verdoliva

per NON leggere “Ritorno a Villa Blu

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1. Perché è ambientato in Italia, ma in un luogo imprecisato. Magari il lettore potrebbe anche trovarsi a immaginare e ripescare tra i suoi ricordi personali. Meglio di no.

2. Perché i tre fratelli protagonisti della vicenda si vogliono bene e sono uniti da profondo amore fraterno. Ma non era un thriller?

3. Perché ci sono varie suggestioni gastronomiche e musicali, che stimolano la fantasia a livello uditivo, gustativo e olfattivo. Possibile? In un testo di narrativa? Non ci siamo proprio.

4. Perché ogni capitolo ha un titolo. E il titolo è connesso a quanto viene raccontato nel capitolo. Cosa aveva in mente l’autore… dei racconti?

5. Perché alla fine di ogni capitolo, quando si vorrebbe riporre il libro per riprenderlo con calma, il giorno dopo… ecco che c’è l’input che porta a proseguire la lettura! Basta leggere stasera… uno vorrebbe staccare e riprendere domani, ma è venuta troppa curiosità! No, no, per carità, poi uno passa la notte insonne.

6. Perché il prete è una donna! Diamine, come è possibile! La reverenda Katherine? Che cosa è mai questa storia? Una donna prete anglicana in un romanzo ambientato in Italia?

7. Perché ci sono il buono e il cattivo… anzi la buona e la cattiva, che però non si fanno la guerra l’una contro l’altra. E allora che accade?

8. Perché c’è la reincarnazione di un cagnolino. Che idea balzana! La reincarnazione di un cagnolino! E questo cagnolino è pure un personaggio a pieno titolo e gioca un ruolo importante nello snodo della vicenda. Troppo stravagante.

9. Perché i personaggi sono più sfaccettati di come sembrano in un primo momento. Insomma credi di avere un’idea e poi scopri altri lati. Troppo complicato!

10. Perché nella storia i personaggi positivi non lottano contro ma a favore. A  favore di chi? No, assolutamente, troppo spiazzante!

Dieci Buoni Motivi per NON leggere “Ritorno a Villa Blu”