Terrazza Roma

Ok, ha vinto Elisa. Che nostalgia. – acconsente Giorgio Biferali dinnanzi al luogo che l’illustratrice Elisa Puglielli ha scelto come sfondo per la chiacchierata che segue. Quale?

Io immagino un caffè su una terrazza di Roma, dove in realtà abbiamo iniziato a parlare del libro per la prima volta io e Giorgio – sarebbe una cosa dell’altro mondo essere lì con loro.

Cose BiferaliUn’accoppiata vincente quella di Giorgio Biferali ed Elisa Puglielli in “Cose dell’altro mondo“, edito in una elegante edizione da Clichy.

“Cose dell’altro mondo” fa parte della collana Beaubourg della casa editrice fiorentina Clichy, raffinata e consapevole nelle scelte e nella qualità del libro in tutti i suoi aspetti. Il progetto della collana è entusiasmante, ve lo riporto testualmente:

Il Centre Pompidou, luogo d’incontro di giovani artisti e performer, musicisti e skater, presta il nome della collana di Edizioni Clichy che dà voce allo spirito della cultura pop, in tutte le sue espressioni: dalla musica al cinema alla danza, alla narrativa postmoderna che sappia venire incontro ai lettori più diversi. Un percorso aperto, curioso, che si apre a ogni tipo di espressione, compresa la graphic novel, e che esplora senza snobismi quello che si muove intorno a noi.

Una chiara dichiarazione di intenti e di poetica, in cui “Cose dell’altro mondo” si pone perfettamente. 

Prima di inoltrarmi nella chiacchierata con gli autori, invito al nostro tavolo Franziska Peltenburg-Brechneff, responsabile di redazione e comunicazione presso Edizioni Clichy, per rivolgere a lei una prima domanda che vale come introduzione al confronto su “Cose dell’altro mondo”.

Che posto occupa nella collana il libro di Giorgio Biferali con le illustrazioni di Elisa Puglielli? Cosa l’ha reso particolarmente indicato per far parte di Beaubourg?

Franziska Peltenburg-Brechneff: La collana Beaubourg nasce come una collana di quella che comunemente viene chiamata in editoria “varia”, che però in sostanza spesso diventa un contenitore di tutto e quindi di nulla. La nostra intenzione, fin dall’inizio, è invece sempre stata quella di proporre in questa collana, che è l’unica tra le nostre collane per adulti a non avere gabbie grafiche e semantiche precise e già inderogabilmente definite, libri che esplorano linguaggi, mondi, dimensioni inconsuete, nuove, capaci però sempre anche di far pensare, di ribaltare il senso, di aprire prospettive potenzialmente rivoluzionarie. “Cose dell’altro mondo” mi è sembrato immediatamente perfetto per aprire l’attenzione verso qualcosa di diverso, di opposto al conformismo che spesso anche le cose programmaticamente “steane” finiscono per osservare. È un libro diverso non perché vuole esserlo e vuole stupire, ma perché lo è davvero, perché mette insieme due originalità nuove e già definite e importanti, creando un linguaggio e dei sensi a modo loro inauditi. 

Quaranta mirabilia raccontate con l’estro di Giorgio Biferali e amplificate nella loro portata magica dalle illustrazioni di Elisa Puglielli. Quaranta pillole di ottimismo, da leggere ogni sera o al bisogno per colorare lo spettro ottico con cui guardiamo il mondo.
Ci sono personaggi, iniziative, progetti, sogni diventati realtà, stranezze e curiosità raccontate da scrittore e illustratrice con uno scarto immaginifico dal reale. Ogni breve storia che ci rappacifica con il mondo occupa due pagine a colori, che variano dall’azzurro al nero, pesca, rosa: in una il testo sempre spiazzante e stimolante di Giorgio Biferali nell’altra l’illustrazione che spesso invade la pagina del testo riempiendola di suggestioni e rendendo ancora più evidente il legame stretto e mai banale tra le parole e i disegni.
Come si lavora insieme per ottenere un risultato così perfetto? Chi dava il la per ogni storia?

Illustrazione presa dal sito di Elisa Puglielli
Illustrazione presa dal sito di Elisa Puglielli

Elisa Puglielli: Abbiamo prima di tutto discusso insieme come organizzare le prime tavole, immaginando le storie e le illustrazioni che potevano accompagnarle.

Definito quindi i due linguaggi, Giorgio procedeva mandandomi i suoi racconti e io ne estrapolavo un immaginario. Cercavo delle metafore visive che potessero raccontare attraverso le immagini queste storie. A volte in maniera più didascalica, a volte spingendo di più sulla fantasia del lettore. Una volta disegnate le illustrazioni le inviavo di nuovo a Giorgio per avere un suo feedback.

Era essenziale che testo e immagine avessero esattamente lo stesso peso, l’uno doveva completare l’altra e dovevano convivere sulla pagina con la stessa importanza.

 

Come avete scelto le storie da raccontare? e le avete scelte insieme? in base a quali criteri?

Giorgio BiferaliGiorgio Biferali: Mentre lavoravo a “Il romanzo dell’anno” [del quale Elisa Puglielli ha disegnato la bellissima copertina: QUI il chiacchierando con l’autore], ho raccolto e conservato pezzi di riviste, ritagli di giornale, che riguardavano storie strane, particolari, e soprattutto vere. Molto di quelle storie, alla fine, non erano destinate a diventare parte di un romanzo, ma meritavano, per me, per noi, di essere raccontate. All’inizio avevo qualche storia come quella del catalogo dell’Ikea, dei giapponesi che nascondono i soldi nel futon, del club delle risate a pagamento. Le ho mostrate a Elisa, che è rimasta subito affascinata, provando quello che avevo provato io leggendole. Facciamo un libro, ci siamo detti. Allora io ho provato a scrivere qualche racconto e a mandarlo poi a Elisa, chiedendole di aggiungerci le illustrazioni. Quello è stato l’inizio di “Cose dell’altro mondo”. Entrambi, anche se ci troviamo, a detta di tutti, nell’età adulta, abbiamo conservato un po’ di quello stupore infantile che ti fa vedere le meraviglie anche nel quotidiano. La scelta delle storie si basa proprio su questo, sullo stupore della scoperta, della lettura, che ci ha portato poi a metterle da parte, al sicuro. 

 

La scrittura di Giorgio Biferali ha il dono di sorprendere il lettore, senza ammiccamenti o pose, ma con estrema naturalezza e autenticità. L’ha dimostrato nei precedenti romanzi, e di nuovo nelle brevi storie di “Cose dell’altro mondo”, in cui alla maniera callimachea la brevitas è una dote e una capacità smisurata. Elisa Puglielli mostra la stessa capacità affabulante nelle illustrazioni. Anche nelle sue narrazioni per immagini c’è sempre un dettaglio che crea la meraviglia: come il baloon che si trasforma in zattera raccontando un anelito di libertà in “Il romanzo su whatsapp” o anche la bella immagine di copertina che vela e svela contemporaneamente, e che come il racconto di cui è illustrazione “Anonymus” mi sembra che possano assurgere a dichiarazione di poetica per “Cose dell’altro mondo”:

Quello che conta, per me, in una storia, non è chi la racconta. L’importante, in fondo, è che ci sia sempre qualcuno in grado di raccontarla, e qualcun altro che abbia voglia di ascoltare. È proprio lì che si nasconde la magia del mondo.

Quale magia del mondo si nasconde in “Cose dell’altro mondo”?

Giorgio Biferali: Ricordo una frase di Aldo Nove che diceva che bastava alzare lo sguardo per rendersi conto di quanta realtà ci fosse intorno a noi, che fosse anche troppa, che facesse quasi paura. A me, a noi, è successa la stessa cosa. Siamo troppo abituati alla nostra routine, ai colori, ai ritmi, ai destini del nostro quotidiano, e a volte ci perdiamo il mondo, i mondi, che non sono poi così lontani dal nostro. Spesso mi chiedo come sarebbe la mia vita altrove, in un altro paese, parlando un’altra lingua, vivendo una vita diversa dalla mia, è una cosa che mi spaventa e che allo stesso tempo mi attira. “Cose dell’altro mondo” è stato l’occasione ideale per mettere a fuoco queste fantasie. 

Elisa Puglielli: Secondo me la magia di questo libro sta nel fatto che ogni storia riesca a portare il lettore in mondi sempre diversi attraverso poche parole e poche linee disegnate.

Storie così strambe che a volte sembrano quasi favole, di quelle che si raccontano ai bambini. La forza di “Cose dell’altro mondo” risiede forse proprio in questo, nell’aver pensato a un libro per grandi e bambini, ma dove i grandi possono stupirsi di nuovo come i più piccoli. È stato un grande lavoro di sintesi da entrambe le parti.

 

C’è cura e passione in “Cose dell’altro mondo” in cui rientra anche il libro come oggetto in sé, e quindi complimenti alla casa editrice Clichy.
Una molteplicità che è ricchezza di prospettiva, di sguardo, di suggestioni ed emozioni.
Ho preferito leggere una storia a sera, anche se grande era la tentazione di leggerle tutte una dietro l’altra, per soffermarmi anche sull’illustrazione della singola storia e riflettere su quello che mi suggeriva e quello che mi spingeva a interpretare.
Un modo per chiudere la giornata in bellezza, in un momento in cui forse ne sentiamo la necessità più del solito.
Voi, invece, come leggereste o invitereste a leggere “Cose dell’altro mondo”?
Ci sono delle precauzioni o delle avvertenze che volete dare ai lettori?
Oppure vi piacerebbe prescriverlo come cura di qualche malanno?

Elisa Puglielli: Non ci sono vere e proprie indicazioni per l’uso secondo me. Sta al lettore usufruire delle storie e delle illustrazioni con i tempi che necessita.

Personalmente però le preferisco come pillole giornaliere, su cui soffermarsi e sognare, e magari fare anche della ricerca se l’argomento della storia ci ha interessato particolarmente.

“Cose dell’altro mondo” permette da una parte una lettura veloce, ma allo stesso tempo crea degli spazi di riflessione. In sostanza è un libro davvero particolare e “multifunzione”.

Giorgio Biferali: Sono tre domande bellissime e giustissime. I libri, per me, rappresentano sempre una forma di cura, dentro possiamo trovarci di tutto, risposte a domande che ci facevamo tempo fa, risposte a domande che non sapevamo neanche di farci, domande nuove, da aggiungere a quelle che ci facciamo quotidianamente, che, come direbbe Montale, aprono dei varchi, e ci offrono un po’ di speranza. Qui ci sono quaranta racconti, quindi quaranta possibilità di salvezza e di cura, in un mondo troppo spesso votato solamente all’utilità e a quella che tanti chiamano normalità. Per fortuna, tutto è relativo, esistono i punti di vista, e più ne troviamo, più diventa grande e bella la nostra vita. L’epigrafe di Maurizio Cattelan, “Io, senza gli altri, non sono nessuno”, racconta proprio questo, ed è una delle possibili chiavi per leggere “Cose dell’altro mondo”. In fondo, potremmo anche dire che si tratta di un libro che toglie qualsiasi alibi, una risposta a tutti quelli che ogni giorno si ripetono che non riescono a trovare il tempo per leggere. Potrei fare un appello molto semplice: leggete un racconto al giorno, come ha fatto Giuditta, leggete tutti i racconti in un’ora, ma in ogni caso, ecco, leggete.  

Chiacchierando con… Giorgio Biferali ed Elisa Puglielli con la partecipazione straordinaria di Franziska Peltenburg-Brechneff