Clicca sulla foto di Agostino e Isabella per accedere al video e preparare il Gratin Dauphinois nella ricetta di Burro Salato Bistrot
Clicca sulla foto di Agostino e Isabella per accedere al video e preparare il Gratin Dauphinois nella ricetta di Burro Salato Bistrot

Quando Agostino, chef di Burro Salato Bistrot a Matera (che ha finalmente aperto i battenti dopo il lockdown e dove vi invito a recarvi!), e Isabella mi hanno proposto come ricetta del mese della nostra rubrica, il Gratin Dauphinois, che potete imparare a preparare seguendo i chiari e squisiti consigli del loro video sul canale YouTube di Burro Salato Bistrot, mi è immediatamente venuta alla mente una pagina in particolare di “Fronte di scavo” di Sara Loffredi (Einaudi).

Era il 14 agosto del ’62, il grande giorno.

Per l’occasione non era stata organizzata nessuna cerimonia ufficiale: era più prudente rimandare di un mese almeno, in modo da avere il tempo di sistemare la calotta e la base della galleria e predisporle per consentire la traversata del corteo delle autorità. Sarebbero arrivati Georges Pompidou e Amintore Fanfani a stringere mani con l’elmetto in testa. Ma per ora i presidenti delle due società concessionarie si erano limitati a invitare i rispettivi consigli d’amministrazione, i sindaci di Courmayeur e di Chamonix, il prefetto dell’Alta Savoia, i presidenti della giunta e del consiglio della Valle d’Aosta, oltre a duecentoquaranta giornalisti provenienti da tutto il mondo, la maggior parte dei quali se ne sarebbe stata assiepata fuori dal tunnel, in attesa di raccogliere immagini e interviste.

Al fronte di scavo la parete era nuda, senza il carroponte che l’aveva abitata per tre anni e mezzo e senza le decine di minatori abbarbicati testardi alla sua roccia. Era stato preparato un tavolo lunghissimo dove alcuni operai stavano disponendo il rinfresco; appena più in là, Roversi intratteneva i politici in preda a un’euforia controllata, agitando le mani molto più del solito. Risolvemmo le ultime questioni, il vino era caldo e Alaria era accerchiato dai giornalisti mentre il momento dello scoppio francese diventava più vicino, la concitazione dell’attesa si faceva insopportabile.

Mi sono detta che una ricetta così tradizionale sulle tavole francesi, come quella proposta da Agostino, non sarebbe potuta mancare nel rinfresco che festeggiava l’apertura del grande tunnel nelle viscere della Regina Bianca. Ma anche la storia del piatto, rivelatami come sempre da Isabella, era in sintonia con il momento immortalato nel romanzo. Il piatto è menzionato per la prima volta come portata del pasto offerto a un nutrito gruppo di uomini: gli ufficiali ai quali il 7 giugno 1788 il duca di Clermont-Tonnerre ordinò la ritirata per evitare un massacro contro gli insorti nella regione del Delfinato. Un momento di ristoro dalle fatiche e nello stesso tempo di festa per la tensione accumulata.

Sara Loffredi in “Fronte di scavo” racconta la grande impresa fortemente voluta da due uomini visionari, Pietro Alaria e Dino Lora Totino. Ma il traforo del Monte Bianco è anche occasione per il giovane ingegnere Ettore di scavare dentro di sé e di ascoltare la voce della montagna.

Sarebbe stato bello accompagnare le chiacchiere che io e Sara Loffredi abbiamo avuto sul romanzo e che potete leggere QUI, gustando il Gratin Dauphinois di Burro Salato.

Se il vino della lunga tavolata per i festeggiamenti del traforo era caldo, sarà alla temperatura giusta quello scelto da Isabella per accompagnare il nostro piatto letterario.

 

Il vino abbinato – mi dice – è Bandol AOC Rosé Château Romassan Coeur de Grain Domaines Ott, nome dell’eccellenza rosata di Provenza, in Francia. Con l’accompagnamento di questo stupendo Bandol, la sintesi di tutte le sensazioni percepite all’assaggio del pasto si pone in perfetto equilibrio gustativo. Il vino va a contrastare la delicata tendenza dolce delle patate, ravvivando le caratteristiche gustative del piatto con la sua sapidità e freschezza, che dopo ogni sorso lascia la bocca pulita e asciutta pronta per godere un nuovo boccone.

La stessa sensazione che la scrittura nitida e tersa di Sara Loffredi offre al lettore, con note di partecipazione che rendono vividi i personaggi, in particolare Ettore, Nina e il piccolo Artù.

Libraio ricetta

Ringrazio, insieme a Isabella e Agostino, Antonio Sacco della libreria Mondadori di Matera per la collaborazione.

Ricette al Libro: il Gratin Dauphinois