di Antonello Saiz

Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”
Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”

 

 

 

 

 

 

 

Zaino in spalla. Buona Estate e buonissime letture.

foto di Emiliano Zampella
foto di Emiliano Zampella

Giunge alla conclusione anche questa terza stagione dello Zaino. Attraverso le cronache dalla libreria Diari di bordo, abbiamo raccontato non solo ciò che accadeva in libreria, ma pure segnalato tante novità editoriali e suggerito numerosi spunti di lettura.
Per la cronaca Venerdì 26 luglio ai Diari di bordo per la Rassegna Estiva “E… state nel Borghetto” abbiamo presentato “Un anno in barcastop” di Erica Giopp, pubblicato da Alpine Studio nella collana Orizzonti.
A dialogare con l’autrice è stata Barbara Rondelli parlando di evasione, di occhi e cuore pieni di tramonti, di immensità, di eterogeneità di persone e linguaggi diversi.

Erica Giopp ha 26 anni quando parte per il suo viaggio in Barcastop: “l’autostop del mare”, che si fa viaggiando in barca a vela ottenendo dei passaggi in cambio di aiuto a bordo. Non parte per ritrovare se stessa né tantomeno per inseguire l’avventura estrema. Lascia lavoro, fidanzato, amici e famiglia e scappa: dai doveri, dagli impegni e dai trent’anni che si avvicinano. Parte per 17.000 miglia, con un piccolo bagaglio, verso poche ore di sonno, molte di lavoro duro, intossicazioni alimentari, settimane di bonaccia, ma anche verso innumerevoli tramonti sull’oceano e verso uno stile di vita che, per forza, riporta all’essenziale.
Il viaggio di Erica è un viaggio attraverso oceani, isole e persone che ci fa conoscere nei loro aspetti più crudi e grezzi, quelli primordiali che appartengono a tutti gli uomini, ma che sono veri come i legami che nascono nel mezzo del nulla, quando non si parla la stessa lingua, non ci si lava da giorni e si indossano sempre gli stessi vestiti sporchi. Lontano dal diario di bordo, questo è un concentrato di aneddoti e consigli: ironico e leggero, il libro trasmette messaggi universali senza la pretesa di ergersi a guida spirituale. Erica torna un anno dopo con meno imbarazzi e più consapevolezza. Guarda la sua quotidianità con occhi nuovi, convinta che i veri eroi non siano quelli che mollano

Aspettando il ritorno della quarta edizione dello Zaino a settembre, il social Libraio vuole lasciarvi proprio con una serie di belle letture da fare per l’estate.
Intanto vi segnalo i tre titoli vincitori della gara #Lelistebelle che ha spopolato in Rete questa estate. Si tratta de “L’ora del mondo” di Matteo Meschiari (Hacca edizioni) e poi “Fiori senza destino” di Francesca Maccani (Sem) e “La memoria della cenere” di Chiara Marchelli (NN Edizioni).
Una novità assoluta che potrà rivelarsi una perfetta Lettura sotto l’ombrellone è ” Il figliolo della terrora” di Silvia Cassioli, Exòrma edizioni.

Omero Bastreghi nasce il giorno stesso dell’attentato a Togliatti, nel luglio del 1948, quando nelle campagne della provincia di Siena scoppiano le rivolte della classe operaia. Il sogno di una rivoluzione comunista che non avrà mai luogo costituirà per lui un’impronta fondamentale; accompagnerà Omero per tutta la vita alimentando i suoi tic, le sue idee, le sue avversioni, il suo incessante elucubrare, segnando la carriera universitaria e anche il suo rapporto con le donne
Tre figure femminili scandiscono la storia: la Terrora, madre operaia, 1947; Giglia, la studentessa, 1978; e dal 1980 in poi Viola, àncora e madre. Tre donne, tre appuntamenti del protagonista con la vita e nello stesso tempo, sullo sfondo, il concatenarsi di tre epoche. La storia di Omero è una staffetta tra generazioni. È la storia di un figlio della provincia del dopoguerra, di un mondo operaio che lascia le sue tracce indelebili nei legami familiari; un mondo che però è destinato a ibridarsi in fretta con la piccola borghesia cittadina e che produce una generazione alle prese con una realtà che accelera sempre più la sua corsa. I salti temporali che ordiscono la narrazione della vita di Omero ci calano in maniera formidabile, a volte con una ironia implacabile ma sempre con grande calore ed empatia, in una dimensione quotidiana e rivelatrice del clima degli anni che abbiamo vissuto, e poi ci traghettano nell’attualità di un presente che non abbiamo difficoltà a riconoscere perché anche nostro.

Altro Consiglio di Lettura per l’estate è un bel libro appena pubblicato da Keller editore, “L’eco delle balene” di Sean Michaels.
Sean Michaels è nato a Stirling, in Scozia, nel 1982. Cresciuto a Ottawa, si è poi trasferito a Montreal, dove ha fondato Said the Gramophone, uno dei primi blog musicali. Ha scritto per il «Guardian» e «McSweeney’s», ha trascorso periodi a Edimburgo e Cracovia, è stato in tournée con diversi gruppi rock, ha esplorato le catacombe di Parigi per l’Urban eXperiment e nel frattempo ha ricevuto due National Magazine Awards.
Un libro straordinario, questo, che racconta, con incredibile maestria, la vita di Lev Termen, l’inventore del theremin. Seguendo le vicissitudini della sua vita “L’eco delle balene” ci porta in viaggio da Leningrado a New York, dai gulag ai bar illegali del proibizionismo, dalle piste da ballo e dai palcoscenici ai laboratori e ai vagoni bestiame.

1938. Lev Sergeevic Termen è chiuso nella sua cabina a bordo della Staryj Bol’ševik, la nave che lo sta riportando a Leningrado. Tra le pareti color azzurro scrive una lettera a Clara Rockmore, suo unico vero amore. Ricorda i primi anni a Leningrado come scienziato, l’invenzione dello strumento più strano al mondo – il theremin – e il sogno del Cremlino che quella e altre creazioni potessero essere utilizzate per infiltrarsi nella patria del capitalismo. Invece era stata New York a fare breccia nel cuore di Termen con i primi jazz club, i locali di Harlem e i concerti alla Carnegie Hall.
L’America conosceva il proibizionismo e lui incontrava Rockefeller, Gershwin, Šostakovic, George Bernard Shaw, Glenn Miller; l’economia statunitense veniva travolta dal crollo del Ventinove e lui insegnava i magneti a Somerset Maugham, inventava nuovi prodigi elettrici e incontrava Clara, la giovane violinista per la quale era stato subito amore.
In un crescendo continuo, tra una missione a Alcatraz, lotte di kung fu e giochi di spionaggio che non porteranno a nulla di buono, Termen è infine costretto a fare ritorno in Russia, ma il Paese che trova non è quello che aveva lasciato e ben presto viene spedito in un gulag siberiano.
“L’eco delle balene”, ispirato alla vita dello scienziato russo Lev Termen, è un romanzo elegante e affascinante di amore ed elettricità, che si muove tra bellezza, meraviglia e il dolore di un cuore spezzato.Un esordio sublime premiato con il prestigioso Scotiabank Giller Prize e selezionato per l’International Dublin Literary Award.

Sempre per Keller Editore da segnalare “Bonavia” scritto da una delle voci letterarie maggiormente significative in lingua serba, Dragan Velikic, capace, come sottolineato anche da Die Presse, di aver creato un grande romanzo europeo. In Italia è noto grazie alla traduzione di alcuni suoi pluripremiati romanzi, fra cui “Via Pola” (2009), “La finestra russa” (2011), “Il muro del nord” (2012), “Astrakan” (2013), tutti pubblicati dalla casa editrice Zandonai. Nel 2008 Velikic ha ricevuto il premio letterario Mitteleuropa-Preis e nel 2013 il premio della città di Budapest, che solo eccezionalmente viene assegnato ad autori stranieri.
Dragan Velikic è un grande narratore di destini. Ogni personaggio nel suo nuovo libro “Bonavia” cerca la felicità, cura paure, costruisce sentimenti, trova se stesso in una geografia che a tratti è quella mitteleuropea di Belgrado, Budapest e Vienna e a tratti quella dei lontani Stati Uniti. Il libro racconta di guerra, della distruzione di un paese, la Jugoslavia, tutto attraverso gli occhi di quattro personaggi che fuggono, ritornano, si ritrovano.

Belgrado, inizio del nuovo millennio: la guerra in Jugoslavia è appena finita e stende ancora la sua drammatica ombra su ogni cosa. Molti si chiedono se sia il caso di andarsene, come hanno fatto altri prima di loro, come ha fatto Miljan che era fuggito a Vienna lasciandosi alle spalle Belgrado e un figlio appena nato. Ora è quel figlio, Marko, a fare la fila davanti a un consolato straniero per ottenere il visto di espatrio. Ed è lì che conosce Marija con la quale ben presto inizierà una relazione.Anche Kristina, amica di Marija, decide di partire. Andrà a Boston, in quegli Stati Uniti che sembrano il compimento di un destino oltre la “grande acqua”, come le aveva predetto l’indovina Rada durante i festeggiamenti per la maturità.Anni dopo, quasi per caso, i fili invisibili delle loro vite si riannodano a Vienna in un viaggio che per tutti diventa il fatidico punto di svolta…
Dragan Velikic, uno degli autori più importanti della letteratura balcanica contemporanea, ci dona il romanzo di una generazione che ha vissuto la disintegrazione del proprio Paese e ha bisogno di ritrovare una propria strada nel mondo.
Un romanzo raffinato e profondo sull’identità, sulla lacerazione, sulla riconciliazione col passato e su quello che alla fine, di noi stessi e dei luoghi che abbiamo abitato, lasciamo alla generazione successiva.

Un libro perfetto da leggere sotto l’ombrellone in spiaggia, a bordo piscina oppure in tenda in campeggio, per questa estate, è “La mia estate fortunata”, il primo romanzo di Miriam Toews, Marcos y Marcos, finalmente in libreria con la traduzione di Claudia Tarolo e illustrazione di copertina di Vendi Vernic. Il romanzo fu inviato dalla scrittrice ad una piccola casa editrice di Winnipeg di nascosto da tutti, uscì nel 1996, facendo conoscere per la prima volta la voce ironica e tagliente dell’autrice canadese oggi più amata e conosciuta in tutto il mondo grazie a “In viaggio con la zia” o a “I mie piccoli dispiaceri”.
In questo romanzo Lish ha il teatro nell’anima e la sua amica Lucy si nutre della sua euforia. Lottano per vivere, per i loro figli; ridono e piangono bevendo tequila o tazzone di tè. Sono pronte a partire in cerca di un vecchio amore perduto, e quello che troveranno è molto di più. Comico, effervescente, freschissimo: il primo romanzo di Miriam Toews.

Lucy non ha idea di chi sia il padre di suo figlio; Lish sogna ancora il mangiafuoco che in una sola notte di passione l’ha messa incinta di due gemelle e poi è sparito.Si barcamenano con i sussidi del welfare e hanno tutte storie strampalate; sognatrici, guerriere e un po’ bandite, sono le ragazze madri dell’Half-a-Life.
È un giugno di pioggia e di zanzare quando arriva una lettera: il mangiafuoco dopo cinque anni si fa vivo. Sta facendo spettacoli in Colorado e all’improvviso ha nostalgia di Lish.
Lucy e Lish non ci pensano due volte. Con cinque figli ignari, rimediano un furgone scassato e vanno a cercarlo.
Lucy sa bene che non lo troveranno mai, però non sa ancora che questa sarà la sua estate fortunata.

È arrivato in libreria il primo, indimenticabile romanzo di Aimee Bender, “Un segno invisibile e mio”, edito da Minimum fax con una nuova veste grafica e la traduzione di Damiano Abeni e Martina Testa. Aimee Bender, californiana, è nata nel 1969. È autrice di due romanzi, “L’inconfondibile tristezza della torta al limone” e “Un segno invisibile e mio”, e due raccolte di racconti, “La ragazza con la gonna in fiamme” e “Creature ostinate”. Tutte le sue opere sono pubblicate in Italia da minimum fax. I suoi libri sono stati tradotti in più di dieci lingue.Fra i suoi padri letterari Aimee Bender indica Calvino e García Márquez, accanto a maestri della fiaba come Hans Christian Andersen e i fratelli Grimm e a moderni classici americani come J.D. Salinger e Donald Barthelme; ma nomina anche la musica di PJ Harvey e Jane Siberry, i fumetti di Lynda Barry, i balletti di Pina Bausch e il cinema di Jane Campion. Al momento Aimee Bender vive a Los Angeles, dove insegna scrittura creativa alla South California University.

Mona Gray, vent’anni, è innamorata dei numeri fino all’ossessione: l’ordine e la precisione dell’aritmetica le servono a difendersi dall’instabilità del mondo. Da quando il padre ha contratto una misteriosa malattia, infatti, Mona ha bloccato ogni propria aspirazione, ha paura di innamorarsi e si rifugia in una serie di piccoli gesti e oggetti scaramantici. Ma quando viene assunta come insegnante di matematica alle elementari, la sua vita – grazie a un’allieva fuori dal comune e a un collega capace di fare breccia nella sua timidezza – comincia a cambiare irreversibilmente.
Tenero, spassoso, commovente, originalissimo, venato di tristezza ma colorato di surrealtà, il primo romanzo di Aimee Bender è un’indimenticabile favola per adulti.

Preparatevi per questa estate a leggere del Moro, protagonista di uno dei romanzi più caustici e tragicomici della letteratura latinoamericana, “Due Delitti” di Jorge Ibargüengoitia, edito da La Nuova Frontiera. Se non avete letto Jorge Ibargüengoitia, è il momento: comprate questo suo libro e leggetelo. Jorge Ibargüengoitia (1928 – 1983) è uno dei più importanti romanzieri messicani della sua generazione. Autore poliedrico ha praticato diversi generi facendo dell’ironia, dell’umorismo e della critica sociale le sue armi preferite.

“La storia che sto per raccontarvi inizia una notte in cui la polizia violò la Costituzione”

Comincia così il racconto di Marcos, detto il Moro, giovane architetto e militante politico messicano. Informato dalla portiera che la polizia è venuta a chiedere di lui, anche se innocente, Marcos decide di lasciare Città del Messico insieme alla Chamuca, la sua compagna, anche lei ricercata. I due si separano alla stazione degli autobus: lei si nasconderà a casa della cugina lui, invece, andrà nella dimora di campagna di un facoltoso zio alla ricerca di un po’ di soldi con cui ritornare dalla Chamuca per dirigersi poi insieme su una spiaggia paradisiaca in attesa che si calmino le acque. Tuttavia, una volta arrivato a casa dello zio, Marcos si trova avvolto in un groviglio di menzogne, passioni e malcelate ambizioni ordite dai familiari e amici del danaroso parente che sfoceranno in due tragici delitti. Tra il romanzo poliziesco e il ritratto tragicomico delle passioni e meschinità umane, Due delitti, è un magnifico esempio della forza narrativa di Ibargüengoitia, uno scrittore imprescindibile della letteratura latinoamericana.

Vi saluto e vi Auguro buona estate segnalando che da luglio e fino al 20 settembre è possibile partecipare al concorso fotografico dedicato al libro “Inciampi” di Gian Marco Grr, collana SideKar curata da Mariela e Ivana Peritore per Arkadia Editore.
Per partecipare al concorso basta acquistare e leggere “Inciampi, pubblicare la foto con il libro e il titolo del racconto che più è piaciuto e una brevissima citazione. Basta inserire i tag @Arkadia Editore e @SideKar e l’hashtag #Inciampi e rendere il post pubblico. Si vince Un soggiorno di una notte con cena e colazione inclusa al Villa Margara Golf Resort, Fubine Monferrato (Alessandria) o un aperitivo al bar Un posto pulito illuminato bene, a Montemagno e infine la possibilità di visitare i luoghi descritti in Inciampi. L’autore si renderà disponibile a tracciare un itinerario pieno di Inciampi monferrini.
Le foto con il maggior numero di like saranno sottoposte al giudizio di una severissima giuria di qualità composta da 11 librai tra cui Alice e Antonello dei Diari di bordo.
In Inciampi c’è tutto il mondo curioso e bizzarro di Gian Marco Griffi.

Inciampi è un libro particolare, costituito da racconti che mescolano emozioni, riflessioni, situazioni paradossali o di assoluta quotidianità, il tutto condito con il pizzico letterario di un Gian Marco Griffi in grande spolvero. E così, tra un sogno in cui il protagonista è un sidecar e l’incontro con un tasso moribondo, tra le paturnie scatenate da un improvviso terremoto e i problemi causati dai cartelli stradali del Monferrato, l’autore riesce a descrivere un mondo strano e bizzarro, ma al contempo più normale di quanto non si pensi. In queste pagine dense e capricciose c’è un po’ di tutto e un po’ di tutti noi, divagando tra alluci valghi, cartoline sdrucite, soldati assonnati, insetti russi da ammazzare, riviste improbabili e poetiche, case abbandonate e case da arredare, per giungere, infine, a un concerto di Umberto Tozzi.

Nello Zaino di Antonello: Buona Estate e buonissime letture.