di Antonello Saiz

Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”
Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”

 

 

 

 

 

 

Ecco lo Zaino

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Il 17 maggio è stata la giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. Una giornata dedicata alla difesa dei diritti delle persone gay, bisessuali, lesbiche e transessuali. In tutte le maggiori città si sono organizzati eventi per richiedere a gran voce una legge contro l’omofobia e noi ai Diari, per la riedizione di un libro cult come “Brown Sugar, strade di polvere”, abbiamo ospitato il poeta Antonio Veneziani, autore di punta di Hacca edizioni. In associazione con Agedo e L’Ottavo Colore per la Giornata Internazionale Contro l’Omotransbifobia abbiamo scelto un libro che è una preziosità nel panorama poetico italiano, un volume di poesie nato nel 1978 (e che ogni vent’anni viene ripubblicato). Ma soprattutto in questa Giornata abbiamo scelto la testimonianza di Antonio Veneziani, poeta, narratore, critico ed editor italiano. Poeta, tra i protagonisti della cosiddetta “ Scuola Romana”, quella che va da Pier Paolo Pasolini a Dario Bellezza, passando da Amelia Rosselli a Renzo Paris e il grande Sandro Penna, Antonio Veneziani è una persona riservata, definito “cronista della solitudine”, attratto dalle “zone d’ombra” e sempre in bilico “sull’orlo dell’abisso”. Ultimo poeta della sua generazione, più volte tristemente evocata nelle sue opere, Veneziani è il superstite di una solitudine che accomuna i veri poeti. In una serata densa e degna di un grande evento, il poeta che con le sue poesie-racconto si è fatto uomo cronista degli sfigati , della sofferenza, degli omosessuali, ci ha regalato una grande lezione di umanità. Le sue parole illuminano l’indicibile, lanciando immagini altissime che si slanciano da un marciapiedi, da un orinatoio, da un vicolo sudicio. Dalla vita vinta, sconfitta, insultata, Antonio Veneziani ha eretto un castello diamantino, diventandone regina. Perchè i grandi poeti questo fanno: sanno leggere il mondo e darne una interpretazione e con le parole della grazia saper guardare oltre i muri. Attraverso la parola poetica Antonio Veneziani è riuscito a esprimere quel mondo degli “sfigati”, come dice lui, stando sempre dalla loro parte e dando loro piena dignità.

«I suoi versi lo precedevano. E lui ne fu all’altezza. Ho conosciuto Antonio Veneziani nel 1998, fu una delle prime personalità del mondo letterario con cui venni a contatto quando, a venticinque anni, senza arte né parte, mi trasferii a Roma. Di Veneziani conoscevo le poesie di Brown Sugar, le prose di Fototessere del delirio urbano e poi I mignotti, l’inchiesta sulla prostituzione maschile che aveva realizzato insieme a Riccardo Reim. Era grazie a opere come quelle che, dietro la Roma mandata a memoria del secondo Novecento – la Roma di Federico Fellini e di Pier Paolo Pasolini, di Elsa Morante e di Alberto Moravia, di Amelia Rosselli e di Mario Schifano, e, dietro tutti loro, l’ombra lunga di un poeta senza tempo come Sandro Penna – si scorgeva una città diversa, una città notturna, sotterranea, sordida, viziosa, più vicina alle metropoli di William Burroughs che alle borgate del Riccetto. » — Nicola Lagioia

«La presenza di Veneziani nel mondo è una presenza discreta, talvolta rabbiosa, sempre discontinua: alla ricerca perenne di una ragione per vivere. (…) La verità leggendaria del suo procedere è lì a premiarlo di ogni sventura che potrà patire in vita. Anche essere dimenticati.» — Dario Bellezza

«I personaggi di queste poesie-racconto sono vivi, oggetto dell’amore di un poeta che vorrebbe scrutarne la profonda intimità. (…) Alla ricerca della “vena nuda”, con un linguaggio trasparente e letterario, il poeta si aggira tra i corpi delle latrine, sperando di incontrare il grande amore e ogni volta trovando facce da criminali. Ciò che gli resta in mano è un pugno di parole, quelle di questi versi, che parlano di un’assenza inquietante, della paura di chi crede che insieme alla Realtà se ne sia andata per sempre anche la Generazione.» — Renzo Paris

Tra gli autori molto amati dal pubblico dei Diari per l’occasione della Giornata internazionale contro l’omotransbifobia abbiamo voluto ricordare Gilberto Severini e una casa editrice, Playground, che da dieci anni pubblica i suoi libri. E’ stato pubblicato da pochi giorni “Consumazioni al tavolo/Sentiamoci qualche volta” con copertina di Maurizio Ceccato. In un solo volume (e con la revisione dello stesso autore) i brevi e splendidi romanzi di esordio di questo grande scrittore. La postfazione a Sentiamoci qualche volta, uscito anni fa per il Lavoro Editoriale, era di Pier Vittorio Tondelli che aveva definito questo scrittore tra i più grandi del tempo. Sono passati molti anni da allora ma Severini – la cui reputazione di schivo, raffinato, vagamente anacronistico – continua a essere assegnato alla nicchia degli scrittori per pochi e questo è un vero peccato. All’apparenza un dialogo innocuo su vantaggi o complicazioni della vita in solitudine, in realtà, pagina dopo pagina, un impietoso scavo nel passato più intimo e privato dei due protagonisti, capace di rivelarne dolori, impotenze e speranze tradite.

In Consumazioni al tavolo, il romanzo di esordio di Gilberto Severini, si torna all’estate di “Tunnel of Love” e “Bette Davis Eyes”. Alberto, Gianni, Paolo e Paola, amici di lunga data, ma ora dispersi in vite lontane, si ritrovano nelle Marche per una vacanza colta, tra mare, teatro sperimentale, colazioni al bar e musica dall’autoradio. Sono stati adolescenti e ragazzi negli stessi anni e negli stessi luoghi, e ora che sono vicino ai quaranta devono affrontare antiche intimità e nuove distanze, recriminazioni e dolori, a fatica sepolti nel nome dell’amicizia e della consuetudine. L’incontro con un estraneo, Roberto, un diciottenne con le astuzie della sua età e con le incertezze di una vita ancora giovane, condurrà a una resa dei conti dagli effetti imprevisti. In Sentiamoci qualche volta, seconda prova narrativa dell’autore marchigiano, A. riceve e scrive lettere ad Andrea, un amico della giovinezza che, superati abbondantemente i trent’anni, si è convinto di aver sprecato la vita per essersi sposato con Laura senza averla mai amata, ma soprattutto per aver represso i propri veri desideri.

Tra i libri a tematica omosessuale che potrete trovare tra gli scaffali dei Diari c’è da segnalare “BOY ERASED. VITE CANCELLATE” di Garrard Conley, edito da Black Coffee nella traduzione di Leonardo Taiuti. Questo libro ha ispirato l’omonimo film prodotto da Focus Features, diretto da Joel Edgerton, con protagonisti Nicole Kidman, Russell Crowe e Lucas Hedges. La pellicola è arrivata nelle sale americane il 2 novembre e nel marzo scorso qui in Italia .

A diciannove anni Garrard, figlio di un pastore battista e devoto membro della vita religiosa di una piccola città dell’Arkansas, è costretto a confessare ai genitori la propria omosessualità. La loro reazione lo mette di fronte a una scelta che gli cambierà la vita: perdere la famiglia, gli amici e il dio che ama sin dalla nascita oppure sottoporsi a una terapia di riorientamento sessuale, o terapia riparativa, per «curarsi» dall’omosessualità, un programma in dodici passi da cui dovrebbe riemergere eterosessuale, ex-gay, purificato dagli empi istinti che lo animano e ritemprato nella fede in Dio attraverso lo scampato pericolo del peccato.
Quello di Garrard è un viaggio lungo e doloroso grazie al quale, tuttavia, trova la forza e la consapevolezza necessarie per affermare la sua vera natura e conquistarsi il perdono di cui ha bisogno. Affrontando a viso aperto il suo passato sepolto e il peso di una vita vissuta nell’ombra, in questo memoir l’autore esamina il complesso rapporto che lega famiglia, religione e comunità. Straziante e insieme liberatorio, Boy Erased è un’ode all’amore che sopravvive nonostante tutto.

Tra i nuovi arrivi in libreria: da giovedì 16 maggio ai Diari “Nel Nome” di Alessandro Zaccuri, il quarto titolo della serie CroceVia. Dall’anno scorso Zaccuri dirige per NN Editore la serie CroceVia, in cui hanno trovato casa autori come Laura Pariani, Andrea Tarabbia e Gian Luca Favetto. Ad ognuno di loro Zaccuri aveva affidato un simbolo della cristianità da affrontare in maniera laica. Adesso tocca proprio a lui con un romanzo, un memoir, un viaggio attraverso le infinite strade che, passando per West Side Story, Borges, Giotto o il capitano Achab, portano al nome più segreto di tutti: quello di Maria. Illustrazione di copertina come sempre è di Elisa Talentino. Alessandro Zaccuri, nato a La Spezia, vive a Milano, scrive di letteratura e cultura sul quotidiano Avvenire. Ha pubblicato saggi (i più recenti sono Come non letto, Ponte alle Grazie, 2017, e Alexander Calder, Sillabe, 2019) e romanzi (tra cui Il signor figlio, Mondadori, 2007, Premio Selezione Campiello, e Lo spregio, Marsilio, 2016, Premio Comisso e Mondello Giovani).

Maria è un nome segreto, un gioiello fuori dal tempo. Mettersi sulle tracce di un nome è sempre un’avventura, non esistono mappe né percorsi prestabiliti. Alessandro Zaccuri inizia questo viaggio da solo, punta il suo compasso sulle Marie dei Vangeli e da lì si muove per scrivere la sua preghiera del nome. Parte da una Maria ragazza senza volto, che balla su una pubblicità degli anni Ottanta, si ritrova con la madre sorridente e sofferente, e passando da Giulietta incontra la Mary di West Side Story, incrocia Borges, Giotto, Lippo e poi Kurtz e Achab, per arrivare infine alla Marie di Le Corbusier sulle vetrate della Notre-Dame du Haut. E mentre invoca e ripete questo nome, vive il dubbio, lotta contro i sette demoni e dissemina il suo rosario in luoghi imprevedibili, trasformando il suo e nostro viaggio in una benedizione, invisibile e leggera.

Altra grande novità in libreria in questi giorni è «Distanza ravvicinata», il primo volume delle «Storie del Wyoming» di Annie Proulx, pubblicato da Minimum Fax con una traduzione e prefazione di Alessandra Sarchi.
Scritte dopo il romanzo Premio Pulitzer «Avviso ai naviganti», queste storie alternano realismo e incanto, quieta disperazione e deflagrante poesia. La raccolta, divenuta celebre per il racconto «Brokeback Mountain» trasposto per il cinema da Ang Lee, è ormai considerata dalla critica una delle vette della narrativa contemporanea.

Era il 1995 quando Annie Proulx, reduce dal grandissimo successo di Avviso ai naviganti culminato con il Premio Pulitzer, si stabilì nel Wyoming, attratta dalla maestosa ferocia dei paesaggi, tra praterie deserte e picchi scoscesi, tempeste di neve e una fauna selvaggia. Da allora quei territori, con le loro leggende e i loro personaggi – uomini e donne forgiati alla durezza della vita, pronti al compromesso e alla fatica ma anche a lasciarsi travolgere dalle ventate imprevedibili della passione – sono diventatila materia prima della sua scrittura, e il racconto la forma perfetta per narrarne le storie. Con Distanza ravvicinata, minimum fax dà il via alla pubblicazione integrale delle «Storie del Wyoming». In questa prima raccolta, valutata dalla critica come una delle vette della narrativa contemporanea, risalta già il delicato alternarsi di realismo e incanto, quieta disperazione e deflagrante poesia, del quale Annie Proulx ha saputo fare la propria cifra, e che ha nel magnifico «Brokeback Mountain», trasposto per il cinema da Ang Lee, un esempio insuperato.

Annie Proulx nata a Norwich, Connecticut, nel 1935 è considerata, insieme a Joyce Carol Oates, la più grande scrittrice americana vivente. Tra le sue opere più significative, oltre ad Avviso ai naviganti, vanno ricordati i romanzi Cartoline e I crimini della. Anche Avviso ai naviganti è stato trasposto per il cinema, da Lasse Hallström, con Kevin Spacey nel ruolo di Quoyle.
“Avviso ai naviganti” è tornato in libreria, dopo quasi vent’anni, un romanzo carico di umorismo ed empatia, e una delle poche opere nella storia della narrativa americana ad aver ottenuto i due premi letterari più importanti degli Stati Uniti: il Pulitzer e il National Book Award.

Quoyle vive a Brooklyn, sbarca il lunario facendo il giornalista, ha una moglie e due figlie. Una vita come tante, tra piccole gioie e grandi frustrazioni: finché, un giorno, viene licenziato dal quotidiano per cui lavora e, tornato a casa, trova ad attenderlo la babysitter con un messaggio da parte di sua moglie: ha deciso di abbandonarlo definitivamente per fuggire con un amante. Si ritrova così da solo, senza soldi e con due figlie da mantenere. Chiunque, davanti a due catastrofi di questa portata, si lascerebbe andare, tanto più se, come Quoyle, ha sempre vissuto di piccoli e grandi compromessi. E invece accade l’inverosimile. Ribellandosi a un destino che sembrerebbe già scritto, e facendo appello a un coraggio che ignorava di avere, prende il primo traghetto per Terranova insieme alle figlie e a un’attempata zia e va a stabilirsi in un villaggio coperto di neve quasi tutto l’anno, ai confini del mondo. Un luogo aspro ed estremo, permeato da legami antichissimi e oscure superstizioni, che si trasforma nell’ultima occasione per ritrovarsi, e impossessarsi, forse per la prima volta, della sua vita.

Siamo molto felici che un libro presente sugli scaffali dei Diari, “Miss Rumphius” di Barbara Cooney, edito da Atlantide, tradotto dall’amica Flavia Piccinni, abbia vinto il Premio Andersen come miglior libro fra i sei e i nove anni.
Siamo felici di mettere nello Zaino un libro per bambini perché è un volume pieno di grazia e che invita alla bellezza e al fare qualcosa in prima persona, che ribalta ogni stereotipo e che ci ricorda come sia nostro compito, ogni giorno, rendere il mondo un posto più bello.

Una volta, molti anni fa, Miss Rumphius era una bambina e viveva in una citta di mare. Aveva grandi sogni: desiderava viaggiare in tutto il mondo, scoprire Paesi diversi e conoscere persone con abitudini differenti dalle sue. Quando divenne grande, fece esattamente come aveva sognato: viaggiò moltissimo e visitò posti lontani e incontrò persone incredibili… Poi, un giorno, decise di tornare a casa. Esattamente come aveva fatto suo nonno. C’era infatti ancora qualcosa che avrebbe dovuto fare. Avrebbe dovuto, come aveva promesso al nonno, fare “qualcosa per rendere il mondo ancora più bello”. Ed è così che quella piccola bambina, dunque instancabile viaggiatrice, per esaudire una promessa fatta tanti anni prima, divenne Miss Rumphius…
Con questa favola senza tempo, dipinta dalla sua immaginazione e nata dal suo cuore, Barbara Cooney crea un personaggio meraviglioso dalla potentissima forza ispiratrice. Questo straordinario libro firmato e illustrato da Barbara Cooney – e tradotto dalla scrittrice Flavia Piccinni – racconta la storia esemplare di una donna che va alla scoperta del mondo e delle sue meraviglie, e che decide di rendere il mondo un posto migliore. Un elegante favola di emancipazione, amore per la natura e le diversità. Miss Rumphius è un’eroina di cui è impossibile non innamorarsi.
“Toccante e avventuroso.Non potrà non ispirare ogni bambina, ogni bambino” The New York Times Book Review

Premio Andersen , l’Oscar dei libri per ragazzi anche per “A sud dell’Alameda” di Lola Larra e Vicente Reinamontes, edito dagli amici di Edicola Ediciones, Alice Rifelli e Paolo Primavera.

Nella zona sud di Santiago, oltre l’Alameda, la grande avenida che in modo emblematico taglia in due la città, gli studenti di un piccolo istituto privato hanno deciso di entrare in occupazione per unirsi al movimento di protesta che sta infiammando il Cile. Chiedono una scuola più giusta e democratica, dove il diritto allo studio sia alla portata di tutti. Nel giro di pochi giorni la loro vita cambia radicalmente: di fronte alle nuove responsabilità crescono gli attriti tra i compagni, il cibo scarseggia e l’organizzazione interna si fa sempre più rigida e diffidente. Tra loro c’è Nicolas, il miglior portiere della scuola. La politica non lo interessa, le lunghe assemblee lo annoiano ed è rimasto solo per Paula, o almeno crede che sia così. Mentre la scuola è in fermento e i carabinieri rispondono con la violenza alle contestazioni, dalla finestra di una casa vicina c’è qualcuno che osserva. Osserva e ricorda… Intrecciando gli stili del diario e della graphic novel, “A sud dell’Alameda” racconta la Rivoluzione dei Pinguini, il movimento studentesco che ha scosso la coscienza del Cile nel 2006 e nel 2011, arrivando ad occupare le prime pagine dei giornali di tutto il mondo, e che – tra partecipazione e contagioso senso civico – ha dato vita a una nuova ed emozionante pagina della storia delle rivoluzioni.

Nello Zaino di Antonello: Ecco lo Zaino