di Antonello Saiz

Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”
Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”

 

 

 

 

 

 

 

Laboratorio Culturale Permanente

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Quella di Laboratorio Culturale Permanente è una definizione felice della mia socia Alice, e quest’ultima settimana ricca di nostri appuntamenti di livello all’interno della città ne è la riprova. La serata di Sabato scorso, con un’intera libreria a intonare ad Alta Voce la poesia L’infinito di Leopardi, dopo una splendida serata laboratorio con Leonardo Luccone il suggello finale di questo percorso importante. Dopo una serata/lezione sulla punteggiatura, con proiezione di slide e partecipazione del pubblico intorno al suo ultimo libro pubblicato da Laterza Editori,e la citazione di tanti classici italiani e stranieri, quello della poesia intonata tutti assieme è stato un momento davvero particolare per una libreria che vuole essere un Laboratorio Culturale Permanente. La definizione che più rappresenta ciò che portiamo avanti con forza ormai da quattro anni, perché ci vogliono cura ed attenzione per progettare una proposta culturale così forte ed identitaria tra collaborazioni e incontri anche al di fuori della libreria. Mercoledì scorso ad esempio siamo stati alla Biblioteca Internazionale Ilaria Alpi con il giornalista di lungo corso Flavio Fusi, autore di “Cronache infedeli”, per il ricordo “25 anni senza Ilaria”. Volto storico del TG3, dove ha lavorato come inviato all’estero, sempre cercando di non cadere “nella cuccia tiepida dei luoghi comuni”, fu lui a seguire la caduta del muro di Berlino. Fu sempre lui a seguire l’urbanicidio di Sarajevo e la guerra nei Balcani. E nel 1994, proprio il 20 marzo per l’esattezza, fu lui ad annunciare in diretta, quasi in lacrime, l’assassinio in Somalia di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Fusi poi è stato corrispondente Rai da New York e da Buenos Aires, coprendo con i suoi servizi l’intera America Latina. È stato a capo della redazione esteri del TG3 e ha lavorato al programma d’approfondimento Linea Notte. Ed il suo “Cronache infedeli”, uscito per i tipi di Voland Edizioni racconta di Sarajevo e Berlino, di Cuba e Argentina, delle Twin Towers e di Ruanda.

Venerdì 22 doppio appuntamento con la chiusura della mostra di Giulio Nori “Home (less)-storie di persone senza casa e di case senza persone” e in contemporanea la presentazione del libro di Aldo Mariotto “The day before Dallas” al Liceo Toschi.
Il libro edito da Pendragon nella Collana Contemporanea ha come sottotitolo “Ideazione, organizzazione e cronaca dell’ultimo viaggio di John Fitzgerald Kennedy. Un omicidio all’ombra di Lyndon Johnson.

Cinquantacinque anni dopo l’assassinio di JFK, c’è ancora spazio per formulare nuove ipotesi e, soprattutto, scoprire verità nascoste, legate al ritrovamento di materiali inediti. È il caso di questo libro, in cui l’autore ricostruisce i fatti e i retroscena legati al “Texas trip”, il viaggio che fu fatale all’allora presidente degli Stati Uniti. Partendo dall’analisi del durissimo ambiente politico dell’epoca, questa ricerca svela le contraddizioni e le omissioni dei tanti personaggi coinvolti, e soprattutto del vicepresidente Lyndon John­son, che ebbe un ruolo fondamentale nel destino di Kennedy, e addirittura mentì (e continuò a mentire) su quel famoso viaggio a Dallas. La seconda parte del volume è la cronaca di quanto avvenne il 21 novembre 1963, vigilia dell’assassinio. Una giornata come tante, piena di incontri ufficiali e mondani, nella quale emergono l’eccezionale personalità di John Fitzgerald Kennedy e lo straordinario charme di Jacqueline.

Martedì 19 marzo in occasione della pubblicazione in Italia, per nottetempo, del libro “Cosa resta della notte”, ritratto intenso e febbrile del grande poeta Costantino Kavafis, abbiamo ospitato in libreria Ersi Sotiropoulos, la scrittrice greca più tradotta al mondo.
A dialogare con l’autrice il traduttore Andrea De Gregorio  con le letture a cura di Susanna Siviero, Flavia Alberici e Cristina Cimicchi.

Ersi Sotiropoulos, nata a Patrasso, vive oggi ad Atene. È una scrittrice tradotta in tutto il mondo e si esprime in un perfetto italiano, avendo vissuto in Italia alcuni anni.Ha recuperato testimonianze del soggiorno a Parigi del poeta alessandrino Costantino Kavafis e vi ha imbastito un romanzo incantevole.

L’opera accompagna il lettore alla scoperta di un momento preciso della vita del grande poeta Costantino Kavafis, al termine di un viaggio a Parigi. Sono ore determinanti, in cui il maestro alessandrino, andrà formandosi come uomo e come artista e seminerà molti dei temi che fioriranno nella sua produzione successiva.
Nel giugno 1897 il giovane poeta Costantino Kavafis trascorre tre giorni a Parigi al termine di un lungo viaggio in Europa, prima del ritorno ad Alessandria. Giunto a un punto di rottura della sua vita e a un momento decisivo nel suo percorso creativo, si aggira pieno di inquietudine e di eccitazione tra le luci e le ombre della città, perseguitato da fantasmi erotici e da un senso di profondo turbamento che investe con forza questo viaggio di esplorazione interiore, alla ricerca di sé e del senso piú profondo della sua ispirazione poetica. Intanto la Grecia è uscita umiliata dalla guerra con la Turchia, la Francia è scossa dal caso Dreyfus e la ricca famiglia di Kavafis sperimenta il declino economico e sociale. Un romanzo lirico e suggestivo, un ritratto indelebile del grande poeta alessandrino, un tuffo nei misteri che circondano il tormento creativo e nei meandri segreti dell’erotismo.
L’edizione francese di “Cosa resta della notte”, ( Ce qui reste de la nuit, Stock edizione, tradotto da Karen Emmerich) è stato finalista al Prix Femina 2016 e al Prix du Livre Européen 2017 e ha vinto il Premio Mediterraneo Étranger 2017. Antropologa di formazione dal suo esordio nel 1980, ha pubblicato diversi libri (romanzi, raccolte di racconti e di poesie), alcuni dei quali sono stati già tradotti in lingua italiana. “Il sentiero nascosto delle arance” è stato un grande successo internazionale. Tra i suoi libri ricordiamo “Eva” (2009), “Sei pronto” (2017), “Zig zag attraverso gli alberi di arancio amari” (traduzione inglese di Peter Green ), che è stato il primo romanzo a vincere sia il premio nazionale greco per la letteratura sia il premio della critica dei libri in Grecia. Karen Emmerich ha anche tradotto la sua raccolta di racconti “Landscape with Dog”. I suoi romanzi sono tradotti negli Stati Uniti, Francia, Germania, Spagna, Italia, Turchia e Svezia.

Parlavo all’inizio della serata capolavoro con Luccone. Leonardo Luccone, ha tradotto e curato volumi di scrittori angloamericani come John Cheever, F. Scott Fitzgerald, Percival Everett, Joy Williams, Robert Olen Butler, Christine Schutt, Heather McGowan, Mathias Énard. Ha diretto la narrativa delle edizioni Nutrimenti e la casa editrice 66thand2nd. Nel 2005 ha fondato lo studio editoriale e agenzia letteraria Oblique. Suoi articoli e traduzioni sono stati pubblicati sul “Corriere della Sera”, “Il Foglio”, “Satisfiction” e “Il Calendario del Popolo”.
Nel 2018 ha pubblicato per Editori Laterza il manuale “Questioni di Virgole. Punteggiare rapido e accorto. ” Il libro è stato Vincitore del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica ‘Giancarlo Dosi’ edizione 2018.

“Questione di virgole. Punteggiare rapido e accorto”, di Leonardo Luccone (Laterza, Bari 2018), è un viaggio nei labirinti della punteggiatura e anche una meravigliosa, ricchissima antologia di brani di duecento scrittori, perlopiù italiani (tra cui Calvino, Pavese, Arbasino, Ginzburg, Veronesi – ma c’è anche Proust tradotto da Raboni).
La virgola e il punto fermo hanno fagocitato il punto e virgola e i due punti. I catastrofisti dicono che rimarremo solo con il punto (o ‘soli con il punto’): più che una scrittura telegrafica è un ritorno al telegrafo. Eppure, con una sola virgola ben messa si può illuminare una pagina. Allora, cosa si può e cosa non si può fare con questi segnetti meravigliosi? E soprattutto: come li hanno usati gli altri, quelli bravi e molto più autorevoli di noi? Questo libro tenta di fare chiarezza. Con semplicità e metodo, e la guida di mirabili scrittori, racconta gli usi corretti ed errati di virgola e punto e virgola, a partire da casi reali tratti da romanzi, saggi, articoli. Incontreremo autori che usano la punteggiatura in modo automatico e naturale, come se fosse il respiro del testo; altri che la usano come un’arma, come manifesto estetico ed esistenziale. Affronterete le incertezze della vostra punteggiatura, ad una ad una, anche quelle che non sapevate di avere. Sfideremo gli ‘atroci dubbi’, eviteremo le trappole, disinnescheremo le mine – con leggerezza e senza paura di sbagliare, perché la creatività ci permette di allargare i confini delle norme. Provate a tirare l’elastico: che i vostri segni-lucciola diventino fari per illuminare le vostre idee. Pronti a rifare la punta alla punteggiatura?
Questione di virgole.

Passiamo alle ultime novità.

Un libro bello da poco uscito e divorato è “La Versione Della Cameriera”, di Daniel Woodrell, NN Editore nella traduzione di Guido Calza.
Cittadina di West Table, in Missouri, nel cuore dei monti Ozark.Lì, nel 1929, è esplosa una sala da ballo, uccidendo quarantadue persone e dando vita a un mistero oggi ancora irrisolto. Nel corso di un’estate trascorsa insieme, il dodicenne Alek e la sua eccentrica e orgogliosa nonna Alma arriveranno a condividere un segreto in cui si nasconde una verità che sa di condanna e di riscatto, e che riguarda un’intera comunità.

Alma ha lavorato per cinquant’anni come cameriera per le famiglie ricche della città, allevando tre figli e sopportando un marito sempre assente. Alma conosce molte storie, ma quella che più la ossessiona è l’esplosione della sala da ballo che nel 1929 causò la morte di quarantadue persone, tra cui l’amatissima sorella Ruby. Nessuno ha mai scoperto com’è andata, né è mai stato trovato il responsabile: Alma è certa di sapere la verità, e la racconta ad Alek, per rendere giustizia alle vittime e donare pace a se stessa.
Nel primo episodio della Serie di West Table, Daniel Woodrell illumina con nitide, veloci pennellate di colore una varietà di personaggi. Alma, Alek, Ruby, i Glencross e gli sfortunati ballerini sono voci di un romanzo corale, serrato come un noir, che parla di condivisione e di comunità, di un passato che si avvolge al presente, ora come una condanna, ora come un riscatto, in cui tutti si ritrovano colpevoli e innocenti.
Un romanzo corale a tinte noir, che ripercorre oltre trent’anni di vita americana per riportare in vita un passato che si avvolge al presente, ora come una condanna ora come un riscatto, in cui tutti si ritrovano al tempo stesso colpevoli e innocenti.

Sempre per NN Editore questa settimana è uscito “Sottovoce” di Sarah Manguso nella traduzione di Gioia Guerzoni.

Le storie di questa raccolta sono istantanee di quotidiane rivelazioni sull’amore, sulla memoria e sulla paura, sulle bugie che raccontiamo agli altri e a noi stessi. La determinazione di una bambina a infrangere una regola, il vuoto che si prova dopo aver sfidato il buio del bosco, un desiderio proibito e taciuto tra un uomo e una donna, un momento di imbarazzo di fronte agli altri: piccole cose accadute una sola volta, da raccontare in confidenza, brevissime e spesso irrilevanti agli occhi degli altri, ma capaci di riecheggiare nei nostri ricordi per una vita intera.
Con una lingua asciutta, che brilla di gentile ironia, Sarah Manguso racconta delle minuscole contraddizioni che abbiamo vissuto e che nel tempo sono diventate parte di noi, che ci hanno confuso e reso buffi, maldestri o bugiardi ma che in definitiva sono la nostra amata raccolta di fotografie.

Chiudiamo le novità con la pubblicazione da parte di Edizioni di Atlantide, dopo dieci anni dal sorprendente romanzo di esordio di Nada Malanima con Fazi, de “Il mio cuore umano”.
La nuova edizione è corredata da fotografie e da una postfazione dell’Autrice molto toccante e datata febbraio 2019 (…i miei cari, che quasi tutti hanno lasciato da tempo questa terra. E la memoria fa il suo buon lavoro, me li restituisce così chiari e vicini. Il mio cuore umano per me è la memoria, non il passato, il passato è morto, mentre la memoria è viva, sempre viva e si arricchisce continuamente di vita).

«Era la fine di febbraio, esattamente il periodo di carnevale, da tutte le parti si festeggiava. Quella sera mio padre e mia madre erano andati a ballare in un paese vicino, mia madre ballò così tanto che le si consumarono i tacchi».
«Quella sera mio padre e mia madre erano andati a ballare in un paese vicino». Inizia così il racconto di un’infanzia e di un’adolescenza nella Toscana tra gli anni Cinquanta e Sessanta, di un’educazione sentimentale indimenticabile e selvaggia alla vita, delle vicende di una famiglia toccata dall’amore e dalla follia. Una bambina sembra non dover nascere: i medici sconsigliano una gravidanza pericolosa per la madre, una donna giovane, bella, ma già tormentata dalla malattia che ne segnerà l’esistenza. Eppure, nonostante tutto e tutti, la bimba nasce e, ricordandosi dell’incontro con una zingara misteriosa, i genitori la chiamano Nada. La bambina cresce solitaria, esile, sensibile e con un grande bisogno di essere amata, i suoi occhi, che «sanno guardare distante», vedono e sentono cose che gli altri non riescono a percepire, la sua mente si nutre di sogni e di libri interrogandosi sulla vita e sul destino fino a che il suo cuore, fragile e “umano”, la porterà a trovare se stessa dove meno se lo aspetta e forse desidererebbe. “Il mio cuore umano” è la storia autobiografica e poetica di un mondo che non esiste più, dove l’essenza magica della natura, il tempo che passa, la pazzia, la passione, la morte, il diventare grandi, sono raccontati con una voce personale e affascinante: un canto narrativo semplice e profondo che vibra di una forza misteriosa e struggente e accompagna il lettore attraverso le avventure bizzarre e drammatiche di una famiglia irresistibile.
Lirico, misterioso, toccante, e un po’ magico, basato sulla storia personale dell’autrice e della sua famiglia, “Il mio cuore umano” è il libro che ha rivelato il talento di narratrice di una delle artiste più amate degli ultimi cinquanta anni. Il piccolo romanzo è l’indimenticabile storia di una famiglia molto particolare e della nascita inaspettata di una bambina speciale nella Toscana degli anni Cinquanta.

Nello Zaino di Antonello: Laboratorio Culturale Permanente