Dieci Buoni Motivi
di Beniamino Sidoti
per NON leggere “Stati d’animo”
- Se lo mettete sul giradischi, non esce alcun suono. Sempre che abbiate ancora un giradischi.
- Ogni Stato d’animo è un’emozione diversa, e tutte le emozioni hanno lo stesso diritto di cittadinanza. Così si fa confusione tra emozioni positive ed emozioni negative: insomma non aspettatevi buoni sentimenti.
- Non è descritta la regione “Amore”: così che tocca immaginarsela, raccontarla e discuterla con un altro lettore o lettrice.
- Ci sono spesso delle battute. In un libro di sentimenti. Che invece non si scherza con i sentimenti.
- Non assomiglia a quel film sulle emozioni e a quell’altro libro sulle emozioni e poi non c’è neanche la spiegazione. Tocca immaginare tutto.
- Il libro nuoce gravemente alla voglia di piangersi addosso. È stato scientificamente provato che dopo aver attraversato consapevolmente almeno tre emozioni si è meno portati ad accontentarsi del triste stato di Lamentela.
- Per realizzare questo libro non è stato maltrattato nessun lettore: i lettori vi si avvicinano spontaneamente e ve ne escono autonomamente.
- Dà dipendenza: con la scusa della rilettura, molti lettori si sono affezionati e continuano a leggerlo e a regalarlo ad altri.
- Non è scaricabile dalle tasse.
- Per essere dei racconti sono troppo poetici. Per essere delle poesie non sono in rima. Insomma, rimangono in testa e non si capisce neanche perché.
Dieci Buoni Motivi per NON leggere “Stati d’animo”