Rione venerdì

Quella sera, infatti, mentre cercava la palazzina di via Gianturco 2, guardandosi intorno Imma vedeva un quartiere placido, con le palme fra un blocco di case e l’altro, l’aiuola con i giochi per i bambini, le costruzioni bianche e giallo paglierino, oppure arancio, qua e là puntellate di impalcature.

Non può che essere questo lo scenario in cui immaginare la chiacchierata tra me e Mariolina Venezia su “Rione Serra Venerdì”: il luogo del delitto, dove raggiungiamo Imma Tataranni alle prese con “le trappole del passato”.

Clicca sulla copertina per accedere alla scheda sul sito della casa editrice Einaudi
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La terza avventura di Imma Tataranni, l’eccentrica magistrata materana inventata da Mariolina Venezia, la riporta nel passato, ai tempi del liceo con l’omicidio della sua compagna di banco, e pur innestandosi nel presente della città è ambientata nel 2006, prima della ribalta per la nomina a Capitale Europea della Cultura nel 2019.

Vorrei partire proprio da questa data: 19 gennaio 2006, in cui militari, allertati dai vigili del fuoco, entrano nell’appartamento di Stella Pisicchio, trovandola cadavere, che compare nell’incipit di “Rione Serra Venerdì”. Una presa di distanza da quello che Matera è diventata dal 2014 in poi, o invece una posizione temporale  privilegiata scelta per poter meglio analizzare quello che Matera è veramente?

Da “Mille anni che sto qui”, premio Campiello nel 2007, ai due precedenti romanzi gialli con la Tataranni come protagonista, “Come piante tra i Sassi” e “Maltempo”, è cambiata la fisionomia della città? O la Matera narrativa di Mariolina Venezia è immutabile?

Mariolina VeneziaL’ambientazione temporale è stata stabilita per ragioni logistiche nel 2006. Il primo libro di Matera “Come piante tra i sassi” è ambientato infatti nel 2003 quando ci fu la grande manifestazione di Scanzano contro le scorie. Quello per me è stato un episodio fondante per la regione, il momento in cui la Basilicata si è unita e ha trovato la sua fierezza. Dopo però ho dovuto mantenere quella ambientazione in quegli anni, perché Imma ha una figlia, Valentina, e naturalmente la vediamo crescere e non possiamo fare delle grossi ellissi temporali. Mantenere una certa distanza dalla attualità mi ha però permesso di guardare le cose da un punto di vista privilegiato. Non quello della cronaca, ma di un racconto che diventa riflessione su quello che siamo e quello che stiamo diventando. Nei romanzi di Imma Tataranni osservo e racconto i cambiamenti di Matera. Cambiamenti di abitudini, di paesaggi, di struttura sociale. A volte sono talmente rapidi che non è facile inseguirli. Però è una bella sfida. A volte si creano dei contrasti che possono portare con sé commozione, ma anche divertimento. Come quando racconto di una vecchia ultraottantenne in un paese che chiede sottovoce alla nostra magistrata se è vero che la vittima faceva bondage. E tante altre cose così.

 

Come già negli altri romanzi, la vita di Imma Tataranni scorre tra due binari paralleli: la sua vita da magistrata sopra le righe e talvolta eccessiva, e la vita famigliare, con un marito comprensivo e bonario e una figlia adolescente, Valentina. In “Rione Serra Venerdì” c’è un latente contrasto tra la giovinezza sprecata da secchiona di Imma e quella da “vecchia” di Valentina che trascorre le serate con il fidanzato come se fossero una coppia di pensionati.

C’era l’intenzione da parte tua di gettare uno sguardo sull’adolescenza, in una latente e solo apparente contrapposizione, che poi in realtà è il disagio e il disorientamento tipici dell’età, e che accomuna i giovani in ogni epoca? Anche negli altri romanzi della trilogia di Imma Tataranni la tua attenzione ai giovani è costante e approfondita, e le tematiche che possono essere legate alle difficoltà e alle esigenze che li riguardano sono sempre indagate con partecipazione e quel pizzico di ironia che serve ad amplificare movenze e tic.

Mariolina VeneziaIn questo nuovo libro di Imma Tataranni continuo a raccontare fra le altre cose anche il suo rapporto con la figlia Valentina. Come in tutti i rapporti genitori-figli anche in questo c’è il meccanismo della proiezione. Imma che ha dovuto sacrificare la sua gioventù allo studio pensa che sua figlia potrebbe fare ciò che lei non ha potuto fare. Invece Valentina sembra non essere interessata ad approfittare delle opportunità di cui può godere. Come capita a molti giovani oggi per far fronte a un mondo sempre più incerto si ritira in un rapporto di coppia un po’… da vecchi! È questa una delle occasioni in cui un problema, anche abbastanza drammatico com’è il rapporto dei giovani con un mondo sempre più problematico, può suscitare spunti di ironia e sorriso. Il personaggio di Valentina mi è particolarmente caro perché fa da contraltare a Imma. Le ragioni dei giovani in una società sono sempre di particolare importanza.

 

Con “Rione Serra Venerdì” ti addentri anche nella disamina della solitudine. La provincia può essere edulcorata nella considerazione che in posti piccoli non ci si senta mai soli. Invece la provincia può acuire enormemente la solitudine e farla diventare un baratro. È quello che succede alla vittima, dando adito a una serie infinita di pettegolezzi.

Di cosa è vittima Stella Pisicchio?

Mariolina VeneziaDel fatto che si sono rotti alcuni legami sociali. Nei Sassi la gente stava insieme nei vicinati. Poi pian piano, le cose sono cambiate…

Però nel tuo tono non c’è nessuna nostalgia del passato, o mi sbaglio? Anzi il passato in questo romanzo viene visto più come un’occasione mancata di felicità e possibilità, che come un tempo di vita migliore.

Non so, queste sono impressioni del lettore…

 

Nella precedente chiacchierata (QUI) per la seconda puntata, termine che non uso a caso perché Imma Tataranni sbarcherà in televisione con una serie dedicata ai tuoi libri, mi avevi parlato di una trilogia. Dunque “Rione Serra Venerdì” è l’ultima avventura, o nel frattempo ha preso così piede il suo personaggio nella tua scrittura che non puoi lasciarla andare?

Buona la seconda! Sto scrivendo una nuova avventura di Imma Tataranni.

 

Per concludere questa nostra chiacchierata: la magistrata è un personaggio davvero sopra le righe, o dovrei meglio dire sopra i tacchi, necessariamente 12. Quali sono gli aspetti di lei che più ti divertono scrivere, e quali quelli che invece ti creano più problemi dal punto di vista narrativo, ma che vuoi, lei è fatta così?

Mariolina VeneziaImma Tataranni è una persona e una donna che non si fa definire dagli altri, né si fa fermare o mettere in crisi dai giudizi degli altri. Ha dei difetti, ma li accetta, anche se naturalmente li combatte. In una società provinciale e maschilista come quella in cui vive, è un grande atto di coraggio. Per questo mi diverte scriverla. Penso possa essere un modello per le donne, soprattutto del sud, che pur essendo forti e responsabili, a volte si fanno limitare dalle convenzioni e dalle consuetudini. Certo, a volte quando sta risolvendo un caso, arranco per starle dietro. Ma allora è lei che mi guida, con la sua caparbietà. Perché non molla finché non ha capito tutto.

Chiacchierando (di nuovo) con… Mariolina Venezia
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