di Antonello Saiz

Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”
Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”

 

 

 

 

 

 

HOLT, PARMA ,COLORADO.

_2011632Qui nella libreria di Holt, Parma, sono accadute da sempre strane cose. Tra noi campagnoli semplici e alla buona della contea di Holt, Parma, Colorado, siamo stati vaccari spalatori con tanto di camicie a quadri e stivaloni western per il lancio di “Crepuscolo” nel maggio del 2016 ma pure Addie e Louis de “Le nostre anime di notte” nel marzo del 2017.
0000000000000Situata nella pianura sconfinata del Colorado, Holt è diventata una cittadina molto conosciuta e amata tra i lettori della nostra libreria di Borgo Santa Brigida fin dalla primavera del 2015. Quella tipica cittadina della provincia americana aveva trovato dentro il cuore di quei lettori speciali un posto particolare sin da subito. In quella contea in cui il tempo e lo spazio sembrano essere sospesi e come amplificati, i lettori dei Diari di bordo ci hanno costruito casa e hanno eletto Holt a loro capitale letteraria. E potrei citare a memoria quel sabato pomeriggio estivo in cui convinsi in un solo colpo Anna Maria e Claudio e Andrea e Igino ad andare a Holt. Furono i primi a partire verso quel luogo così ben descritto da diventare, pur nella sua tipicità, un posto dove ognuno di loro ha poi avuto la sensazione di aver vissuto. Siamo a Holt, Colorado. Ma potremmo, tranquillamente, dire di essere a Parma, Emilia, quando Dad Lewis scopre di avere un tumore, e poca altra vita davanti. La vita semplice dei vecchi fratelli Harold e Raymond McPheron cambia con l’arrivo in fattoria di Victoria ma potevamo anche dire di essere in un casale fatiscente del parmense. Abbiamo fatto nostra, in questi anni la violenza volgare di Hoyt, la goffaggine e la fragilità di Luther e Betty. Ci siamo sentiti vicini di casa di DJ e Dena. Siamo entrati nella roulotte di Joy Rae e del fratello Richie. Abbiamo percepito le cure attente di Rose Tyler ma pure lo sguardo addosso di Ruth. Abbiamo pure arrostito i marshmallow nei giorni d’infanzia di Jamie Moore. In questo o quell’altro abitante di Holt, alla fine, non puoi che ritrovare una parte di te. Quei dialoghi scarni, con quella loro sinteticità disarmante, li abbiamo fatti nostri con immmediatezza. Immagini di quotidianità che sono diventate le nostre esistenze. Pagine piene di storie dall’apparente piattezza che ci hanno fatto venire voglia di immergerci dentro e restarci per giorni.

E’ stato il traduttore di Kent Haruf, Fabio Cremonesi, a raccontarci l’ultima volta in libreria quelle descrizioni incredibili di cieli e praterie, di interni domestici, di lavoro fisico con i grandi animali nelle fattorie. E questo viaggio a Holt dopo due anni di assenza riprende da dove lo avevamo interrotto. 000Un altro tassello si va ad aggiungere al mosaico: il 5 novembre è uscito “Vincoli”, il primo romanzo scritto da Haruf, che compare negli Stati Uniti nel 1984 con il titolo “The Tie That Binds”.
Uno dei grandi meriti della casa editrice NN E è stato quello di aver portato in Italia non solo lo scrittore statunitense Kent Haruf, molto conosciuto in America, ma di aver fatto immedesimare un nutrito numero di lettori in queste storie di campagnoli. “Benedizione”, “Canto della pianura”, “Crepuscolo”, “Le nostre anime di notte” e adesso “Vincoli”, ci hanno fatto conoscere Holt, ma pure Parma. L’aria che si respira a Holt è descritta talmente bene che ogni lettore sente ogni singola molecola di ossigeno e pure la polvere diventa familiare in quelle fattorie, e anche se in una stalla non sei mai entrato in vita tua, leggi e riesci a sentire persino l’odore dello sterco di vacca. Con un linguaggio meno scarno, rispetto alla trilogia, e dettagliando con una precisione quasi maniacale diversa dal suo stile asciutto, però, anche questa volta Kent Haruf è riuscito a raccontare i piccoli gesti della quotidianità facendo diventare poetica e sacra la semplicità di un gesto banale come lo sbucciare i piselli di Edith ma anche far diventare epica la perdita delle dita della mano in una mietitrebbia. In quelle praterie distese su colline sabbiose si finisce per sostare a lungo. In quei pascoli di erba e artemisia e yucca, in quei campi non coltivati si finisce per starci con quella stessa sensazione addosso di Ada, che morì senza essere mai riuscita ad apprezzarla e guardava sempre verso est. Tu sei là mentre il dottor Packer tenta di ricucire e recuperare alla meglio i moncherini del cattivissimo Roy e quasi inciampi in quei secchi che raccolgono il sangue perduto. Sei là mentre la mucca frusta con la coda intrisa di placenta e merda il volto di Edith che la munge e sei sempre là anche quando con l’accetta Roy si fa saltare l’ultimo mignolo rimasto. Leggi e ti senti sballottato dentro quella campagna brulla, con pochi alberi a resistere intorno alle fattorie.

00000000La vita scorre lenta a Holt, troppo semplice, e per qualcuno anche in maniera amara. Prendiamo Edith, con una vita intera passata in casa a sacrificarsi. Dopo che suo fratello Lyman era partito per Los Angeles, resta immobile a subire da sola le angherie del padre e di anni ne ha sessantaquattro quando lui si decide a tornare. Leggi di Holt e a Parma, il tempo inizia a correre con una velocità diversa. Diverso diviene il peso di ogni parola, ogni momento è l’occasione per mettere al posto giusto un pezzo di vita.
Il primo romanzo che ha imposto Haruf all’attenzione del pubblico americano inizia nel gennaio 1976: Edith Goodnough, ottan­tenne, giace in un letto d’ospedale, accusata dell’omicidio del fratello e piantonata da un agente di polizia. Tra gli indizi: un sacco squarciato di mangime per polli e un cane legato all’aperto in un freddo po­meriggio. Giornalisti e polizia si rivolgono al vicino di casa. Ed è dalla voce di quest’uomo, Sanders Roscoe, che ascoltiamo la storia di Edith, la storia di una famiglia delle pianure americane in cui emergono tragedie familiari e un codice di comportamento indiscutibile, legato alla terra, che sacrifica ogni felicità in nome del dovere e del rispetto.
Un romanzo corale e stravolgente, intenso e poetico, con cui Haruf inizia il suo viaggio nell’America rurale, teatro delle sofferenze e metafora della tenacia e della dignità dello spirito uma­no, anticipando tutti gli elementi che rendono unica la sua voce letteraria e su cui si fonda il successo della sua opera.
L’uscita di Vincoli è l’occasione perfetta per il traduttore di Kent Haruf, Fabio Cremonesi, per riprendere il suo #NeverendingTour, un autentico giro d’Italia che lo ha portato, nel corso degli anni, a raccontare la sua esperienza di cittadino onorario di Holt in moltissime città della penisola.
Il nuovo tour di Fabio Cremonesi è iniziato da Milano il giorno stesso dell’uscita del romanzo e proseguirà per le settimane successive fino a venerdì 23 novembre quando tornerà per la seconda volta a Holt, Parma, Colorado.

 

Questo post dello Zaino è un ideale prosecuzione del viaggio a Holt che Antonello Saiz ha intrapreso sul raffinato blog di Giacomo Verri.

Nello Zaino di Antonello: HOLT, PARMA,COLORADO.
Tag: