di Antonello Saiz

Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”
Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”

 

 

 

 

 

 

#AmazonSaiz

Festa nera
Nel finale del Reading in libreria tratto da “La festa nera”, la scrittrice Violetta Bellocchio ha fatto un appello significativo e forte a frequentare e a sostenere librerie indipendenti come la nostra.
Non c’è giorno che Dio manda in terra che io non lo ricordi sui social, a volte anche con toni forti e provocatori e a costo di apparire con un atteggiamento troppo pietistico. La dura realtà è quella di una saracinesca che potrebbe chiudere da un momento all’altro, e ben ha fatto Bellocchio nel sottolineare che dietro ogni singolo evento, ogni singolo laboratorio o iniziativa dentro la libreria ci sono grandi sforzi e grande dispendio di energia. Non tutti i lettori, purtroppo, hanno piena consapevolezza che anche la scelta di comprare in un posto piuttosto che in un altro ha delle implicazioni di un certo tipo.

“Bisogna diventare pienamente consapevoli dei propri gesti, anche quelli apparentemente semplici, come comprare un libro. Le coscienze addormentate vanno scosse”

come dice una nostra lettrice abituale e che a distanza ci sostiene con quello che simpaticamente in tanti utilizzano e chiamano #AmazonSaiz. Chi decide di fare per regalo un libro e lo fa recapitare con un #AmazonSaiz sa molto bene che quel regalo assume significati altri. Come pure le tante persone che a chilometri di distanza scelgono libri tra i nostri suggerimenti di lettura non solo non risparmiano l’euro o due del vero Amazon o della libreria di catena, ma ci rimettono pure i due euro della spedizione del piego libri. Anche di questo ho parlato lunedì 1 ottobre all’interno di una lezione all’università di Parma al corso di letteratura italiana e sistema editoriale. Ad una cinquantina di studenti ho spiegato le mille difficoltà di fare buona divulgazione in libreria, cercando di non chiudere e tenere il livello qualitativo della proposta culturale molto alto.

Le parole di Violetta Bellocchio dopo la lettura de “La Festa Nera”, il suo ultimo romanzo pubblicato nella collana Altrove di Chiarelettere, sono state accompagnate da lunghissimi applausi e sono state un duro monito per chi nella città di Parma ancora ci snobba e poi sorridente se ne va al sabato pomeriggio in giro per mostre dentro ex librerie che hanno dovuto chiudere!

Nel libro di Violetta Bellocchio, dopo un terribile caso di shaming che li ha quasi distrutti, Misha, Nicola e Ali tornano dietro la macchina da presa per raccontare il mondo in cui sopravvivono. Sono reporter, ma soprattutto sono ragazzi. Nell’Italia del futuro, fare documentari è un lavoro socialmente utile, l’ultimo stadio di un’umanità che ha scelto il tracollo come aspirazione esistenziale. L’unica via di fuga è la Val Trebbia, culla di nuove comunità autarchiche. Seguendo il fiume come una linea d’ombra, i protagonisti incontreranno madri che venerano il dolore, uomini convinti che la donna sia un virus invincibile, hipster eremiti che ripudiano la tecnologia, famiglie integraliste che credono in un’Apocalisse ormai passata dia moda, un misterioso guaritore, “il Padre”, capace di sanare ogni malattia, a un prezzo. Usando i colori più vividi del genere, Violetta Bellocchio sfiora i temi brucianti del presente illuminando la narrazione con una scrittura espressiva, caustica, mai arresa. Un racconto tragicomico che non ha paura di colpire dove fa più male, mostrando il lato nascosto della violenza, quello che quando le luci rosse delle telecamere si spengono non fa più notizia, la vera festa nera.

Una libreria deve darsi tanto da fare e trovare occasioni di confronto e spunti nuovi coi lettori. Ecco perché, eccezionalmente siamo stati aperti anche nell’unico giorno di chiusura settimanale, il Giovedì pomeriggio per inaugurare uno dei tanti eventi in programma della IV edizione di IT.A.CÀ Parma dal 4 al 7 ottobre 2018. It.a.cà migranti e viaggiatori – Festival del Turismo Responsabile è il primo e unico festival in Italia che si occupa di turismo responsabile e innovazione turistica. Il festival invita a scoprire luoghi e culture attraverso contest, presentazioni libri, convegni, incontri, laboratori, cene, teatro, musica, documentari, mostre, itinerari a piedi e a pedali per vivere l’emozione del viaggio in maniera responsabile. Il festival Itaca migranti e viaggiatori – Festival del Turismo Responsabile è diventato negli anni un punto di riferimento per il turismo responsabile in Italia e per molte realtà turistiche che svolgono la propria attività seguendo i valori dello sviluppo sostenibile. Per la Terza volta la presentazione di un libro ai Diari di bordo di borgo Santa Brigida. Questa volta la scelta è caduta su “Benfatto. Innovare e crescere con la sostenibilità”, l’ultimo saggio di Alessio Alberini uscito a marzo per Primiceri Editore a dialogare con l’autore è stato Andrea Merusi, biologo e coordinatore di IT.A.CÁ, Parma.

“Cercasi uomini per viaggio rischioso. Paga bassa, freddo glaciale, lunghe ore di completa oscurità. Incolumità e ritorno incerti”. (Ernest Shackleton)

Questo annuncio, apparso sul Times nel 1914, era il job posting per la ricerca dell’equipaggio necessario alla spedizione diretta verso quella che al tempo era l’ultima frontiera dell’esplorazione. Il continente antartico. Che cosa c’entra tutto ciò con il marketing, la sostenibilità e la bellezza? Ben rappresenta la sfida per uno sviluppo sostenibile a cui aziende e imprenditori devono sottoporsi.
Ne descrive il senso. In Italia ci sono già centinaia di Aziende, Marche e Persone che hanno deciso di partire per “fare l’Impresa” e fare dello sviluppo sostenibile la loro terra inesplorata. Una terra di eccellenza rinascimentale, dove il bello, il Benfatto, l’utile e con uno scopo, sono la regola e non l’eccezione.

“Alcune di queste aziende ho avuto la fortuna di incontrarle e in queste pagine ne racconto la sfida. E disegno le mappe che hanno utilizzato per fare l’Impresa. Piccoli eroi del nostro tempo che si muovono tra tra economia circolare, design thinking e storytelling con leggerezza, precisione e determinazione”.

Tanti sono i libri da segnalare per un eventuale #AmazonSaiz e
tra i nuovi arrivi di questa settimana, nello Zainaccio, un libro tanto atteso: “Donne che parlano” di Miriam Toews, edito da Marcos y Marcos nella traduzione di Maurizia Balmelli e con illustrazione della cover di Laura Fanelli.
Donne che parlanoQuarantotto ore per decidere come reagire a una violenza inaudita.Da una drammatica storia vera un romanzo di donne coraggiose che dicono basta.Quarantotto ore per trasformare rabbia e paure in forza viva, per scegliere la libertà.
“Siamo donne senza voce, afferma Ona, pacata. Siamo donne fuori dal tempo e dallo spazio,non parliamo nemmeno la lingua del paese in cui viviamo. Siamo mennonite senza una patria. Non abbiamo niente a cui tornare, a Molotschna perfino le bestie sono più tutelate di noi. Tutto quello che abbiamo sono i nostri sogni – per forza che siamo sognatrici”.
Venivano narcotizzate con lo spray per le mucche, e poi stuprate nel sonno. Si svegliavano doloranti, sanguinanti. E si sentivano dire che era tutto frutto della loro sfrenata immaginazione, o eventualmente del diavolo. Invece i colpevoli erano uomini della comunità: zii, fratelli, vicini, cugini.
Che fare adesso, con questi uomini, che sono in carcere, ma presto usciranno su cauzione e torneranno a casa? Perdonare, come vorrebbe il pastore Peters? Rispondere con la violenza alla violenza? O andare via, per sempre, per affermare una vita diversa, di rispetto, amore e libertà?
Il romanzo parte da qui: dal momento in cui le donne devono decidere cosa fare. Sono donne sottomesse, abituate a obbedire. Nascoste in un fienile, prendono in mano, per la prima volta, il proprio destino. La loro ribellione incandescente risana. Ed è linfa vitale anche per August Epp, l’uomo amorevole e giusto che aveva perso la speranza, e che le donne chiamano a testimone della loro cospirazione di pace, perché possa raccontarla.
GlossaAltro titolo da segnalare è “Glossa”, il nuovo romanzo del maestro argentino Juan José Saer. La traduzione è stata curata da Gina Maneri mentre la copertina è stata fatta da una bravissima illustratrice: Irene Rinaldi.
La Nuova Frontiera ha iniziato a pubblicare Saer nel 2012 con “Cicatrici”, poi sono seguiti “L’indagine” (2014), “L’arcano” (2015) e “Le nuvole” (2017). Con “Glossa”, testo fondamentale dello scrittore argentino, si completa finalmente la mappa di quel universo letterario che la critica internazionale ha definito la “zona”.
“Glossa” è un romanzo che dura il tempo di una passeggiata: due amici, il Matematico e Leto, percorrono insieme quattordici isolati raccontandosi una festa alla quale nessuno dei due è andato.
Leto e il Matematico si incontrano una mattina per strada. Il primo si è appena trasferito in città dove lavora come contabile. Il secondo viene da una famiglia dell’alta borghesia cittadina ed è appena tornato da un viaggio di studio in Europa. Decidono di fare un pezzo di strada insieme parlando della festa del poeta Washington Noriega, festa alla quale nessuno dei due ha partecipato. A partire da un pretesto così semplice Saer come costruire una macchina letteraria perfetta, capace di insinuare il giudizio su tutto ciò che crediamo di vivere e percepire. Il lettore vede la coscienza dei protagonisti esitare ei loro ricordi ingannarli mentre si accumulano, passo dopo passo, parole non dette, angosce e disillusioni. Cosa sono i ricordi, il tempo, la realtà e come sono raccontati sono i temi dell’opera più filosofica di Saer. Il romanzo si dispiega liberamente sotto i nostri occhi, come se si scrivesse da solo. Vedremo la coscienza dei protagonisti esitare e i loro ricordi ingannarli mentre si accumulano, passo dopo passo, parole non dette, angosce e disillusioni. Con questa nuova uscita la casa editrice intende fare un passo in avanti nella diffusione dei romanzi di Saer e raggiungere una meta ambiziosa: farlo finalmente entrare nelle biblioteche dei lettori forti.
Cover_ForgioneAlessio Forgione esordisce con il romanzo “Napoli Mon Amour” edito da NN E. Storia di un plurilaureato che cerca lavoro, amore o almeno un gol di Insigne: per i trent’anni si regala un paio di scarpe da ginnastica, «perché quando non sei più giovane non ti resta altro da fare che essere giovanile».
Amoresano vive a Napoli, ha trent’anni e non ha ancora trovato il suo posto nel mondo. Le sue giornate passano lente, tra la vita con i genitori, le partite del Napoli, le serate con l’amico Russo e la ricerca di un lavoro. Dopo l’ennesimo, grottesco colloquio, decide di dare fondo ai suoi risparmi e di farla finita. Un giorno, però, incontra una bellissima ragazza e se ne innamora. Questo incontro riaccende i suoi desideri e le sue speranze: vivere, essere felice, scrivere. E incontrare Raffaele La Capria, il suo mito letterario. Ma l’amore disperde ancora più velocemente energie e risorse, facendo scivolare via, un centesimo dopo l’altro, i desideri ritrovati e le speranze di una vita diversa.
Alessio Forgione racconta una Napoli afosa e livida di pioggia, cinerea come la Hiroshima del film. E con una lingua incalzante, sonora, intessuta di tenerezza, firma il suo esordio, un romanzo di formazione lucido e a tratti febbrile, che ha il ritmo di una corsa tra le leggi agrodolci della vita e i chiaroscuri dell’innocenza.
Questo libro è per chi ama l’odore dell’asfalto bagnato dalla pioggia, per chi si è tuffato nell’acqua di diamante del mare di Procida, per un primo bacio che suona come Brown sugar dei Rolling Stones , e per chi ha capito l’immensità blu di perdere tutto, in un solo momento, come lasciare un bagaglio su un treno in partenza.
Ci sono canzoni che vi fanno emozionare anche se le avete sentite mille volte? Quelle che magari canticchiate a bassa voce? Che vi fanno venire la pelle d’oca quando per caso le cogliete dalla radio o nel caos di qualche negozio?
Per conoscere la storia di queste emozioni bisogna leggere il libro di una ragazza veramente esperta nel parlare di musica in Italia, Giulia Cavaliere. Giovanissima critica musicale, da anni dedica particolare attenzione alla canzone italiana. Ha scritto per Rolling Stone Italia, IL Magazine, Linus, Esquire Italia e Il Mucchio Selvaggio. Il 27 settembre é uscito in libreria “Romantic Italia” per Minimum Fax.
000000000000ì“Romantic Italia” racconta le canzoni italiane che hanno esplorato, in modi diversi e originali, le molteplici forme dell’amore. Un lungo viaggio musicale dentro la storia, il costume e i sentimenti italiani che comincia negli anni Cinquanta dei primi Festival di Sanremo trasmessi alla radio e arriva al presente dei video autoprodotti e caricati su YouTube. Giulia Cavaliere ripercorre i pezzi degli artisti più noti della nostra tradizione – dai grandi classici come Modugno, Mina, Tenco e Baglioni ai fenomeni più recenti come Baustelle e Liberato – rappresentati di volta in volta da perle nascoste o da brani notissimi che subito risuonano dentro il lettore. La sua «playlist» dà però il giusto spazio anche ad autori come Piero Ciampi, Umberto Bindi e Sergio Endrigo che hanno scritto canzoni meravigliose ma non hanno raccolto tutto il successo che meritavano. “Romantic Italia” è un appassionato invito all’ascolto e alla comprensione anche di quella «musica leggera» che la critica italiana ha forse troppo a lungo ignorato. È tempo di riappropriarsi delle canzoni d’amore, senza eccessiva nostalgia né banali ironie, e di raccontare una storia ricchissima, emozionante e collettiva.

Sempre per Minimum Fax è uscito il libro di un narratore e drammaturgo americano, Herbert Lieberman, pubblicato nel 1976 e diventato autentico oggetto di culto in Francia.
Si tratta di “Città di Morti” che finalmente Minimum fax, grazie alla grande cura di Luca Briasco, pubblica in Italia con traduzione e copertina di Raffaella Vitangeli.
Paul Konig è il medico legale e anatomopatologo più noto e apprezzato di tutta New York. Duro e irascibile, è molto temuto da colleghi e poliziotti, ma tutti ricorrono a lui perché nessuno ha la sua arte e il suo intuito nel leggere i morti, e le storie che i loro corpi raccontano.
Proprio mentre sta cercando di ricostruire l’identità delle vittime di un efferato delitto – che l’assassino ha fatto a pezzi allo scopo di renderle irriconoscibili – riceve una serie di telefonate anonime da cui apprende, in un crescendo di angoscia e dolore, che sua figlia Lauren è stata rapita. Si apre così una battaglia su due fronti e un’autentica corsa contro il tempo che coinvolge il sergente Flynn, impegnato nella ricerca dell’assassino, e il detective Haggard, a cui Konig si è rivolto perché lo aiuti a scovare i rapitori di sua figlia.
Città di morti è un thriller elegante nella sua brutalità, un infernale viaggio al confine tra la vita e la morte, tra la superficie e l’abisso, ma anche la storia di un uomo e della sua caduta. Sullo sfondo, ma vera coprotagonista del romanzo, si staglia una città di corpi straziati, attraversata da suoni ingigantiti dall’angoscia e dalla tensione: un telefono che squilla, un rubinetto che perde, un susseguirsi di grida senza volto. 

Lo Zainaccio: #AmazonSaiz