di Antonello Saiz

Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”
Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”

 

 

 

 

 

 

LO ZAINACCIO E IL CALABRONE

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“Non ci sono bussole né rotte da seguire. Solo la consapevolezza che in questi universi dove mare e cielo s’incontrano sempre, esiste qualcosa che saprà stupire.”

Un autunno all’insegna della lettura e del libro. Per sensibilizzare alla lettura e al risveglio di essa, i libri li devi portare, ogni tanto, fuori dai soliti contesti abituali. Noi abbiamo deciso di iniziare la nostra nuova stagione dei Diari partendo dal Salone del Camper, con il chiaro obiettivo di dare un valore sociale alla lettura. Se la lettura deve essere un elemento chiave per la crescita personale, individuale ma anche sociale, allora devi andare a scovarli i non lettori. Per coinvolgere e far conoscere il piacere della lettura devi andare anche là dove non è tuo territorio e con grande umiltà. Coinvolgere scrittori e editori e scegliere libri che tentano di raccontare e far vivere la crisi che viviamo.
Abbiamo molto gradito ad esempio l’arrivo allo Stand L039 dei Diari di Riccardo Cavallero e Teresa Martini della casa editrice Sem – società editrice milanese, con cui da questa settimana abbiamo iniziato una nuova collaborazione. Il fatto che siano venuti con tanti libri da farci leggere e un loro autore di punta, giovane e pop, come Roberto Ventutini (autore di “Tutte le ragazze con una certa cultura hanno almeno un poster di Schiele appeso in camera”) ci ha reso molto felici. Per noi che nell’editoria vogliamo investire solo sul capitale umano e molti altri argomenti, questo passaggio è stato un segnale forte.
Khaled HosseiniTra i titoli di questa rampante e tenace casa editrice milanese non possiamo non citare il libro del più clamoroso caso letterario degli ultimi tempi, Khaled Hosseini con “Preghiera del mare”. Il libro è la lettera di un padre al suo bambino, dopo la scomparsa della madre, scritta di notte, su una spiaggia buia, con persone che parlano ‘lingue che non conosciamo’. L’autore afghano ha scritto questa lettera di getto dopo la morte di Alan Kurdi, il bambino siriano di tre anni che nel settembre 2015 annegò nel Mar Mediterraneo e poi sospinto dalla marea su una spiaggia turca e la cui foto fece il giro del mondo. Nella lettera sono riportati i ricordi di un passato di sicurezze, la fattoria dei nonni, i campi costellati di papaveri, le passeggiate nelle strade di Homs a cui si mescolano le incertezze di un futuro pieno di incognite in una terra che non li vuole e dove non sono stati invitati da nessuno. Un futuro di attesa e di terrore, che comincerà al sorgere del sole, quando dovranno affrontare quel mare, vasto e indifferente. Questa lettera è un grande atto d’amore ma pure un monito chiaro per dire in questi brutti tempi di chiusura

“siamo tutti migranti,..perché potrebbe succedere in qualsiasi momento qualcosa nelle vostre vite che vi costringa a fuggire.”

Uscito il 30 agosto in contemporanea con Usa e Regno Unito, proprio per il terzo anniversario della morte di Alan (Aylan) Kurdi, il volume è illustrato dall’artista inglese Dan Williams.

“Ci troviamo nel mezzo di una crisi migratoria di enormi proporzioni. Sea Prayer vuole essere anzitutto un tributo a milioni di famiglie che come quella di Alan sono state costrette ad abbandonare il proprio paese e la propria vita e sono state distrutte e violentate dalla guerra e dalla persecuzione”

dice Hosseini che devolverà l’intera somma derivante dalla vendita del libro all’UNHCR e alla Fondazione Hosseini per finanziare azioni umanitarie a supporto dei rifugiati di ogni paese. “Preghiera del mare” raccoglie le riflessioni di un padre che guarda il figlio che dorme durante il pericoloso viaggio che li porterà aldilà del mare, verso una vita possibilmente migliore. A 5 anni dall’ultima opera letteraria, “E l’eco rispose”, Hosseini, pluripremiato autore di libri come “Il Cacciatore di Aquiloni” e “Mille Splendidi Soli”, campione di vendite con più di 55 milioni di copie vendute in tutto il mondo, e dal 2006 Goodwill Ambassador dell’UNHCR, ha scritto un libro in forma di lettera, nato in collaborazione con l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati UNHCR ed apparso inizialmente sotto forma di film virtuale sul quotidiano Inglese The Guardian, nel settembre del 2017. Il volume è a cura di Roberto Saviano che lo ha tradotto e ha scritto anche una intensa prefazione all’edizione italiana.
Durante tutta la settimana al Salone del Camper, nell’area Viaggi Incontri e Racconti del Padiglione 2, i Diari hanno continuato a presentare diversi appuntamenti, tra questi segnaliamo l’incontro con Silvia Ugolotti, giornalista di viaggio e lifestyle, con cui abbiamo parlato di isole e immaginato vacanze straordinarie partendo dal suo libro “L’inquietudine delle isole. Piccole fughe tra atolli e arcipelaghi”, Ediciclo Editore.
00000026L’isola è libertà e prigionia, realtà e utopia, paradiso e inferno. È un sentimento disperso nell’oceano, morbido come un atollo di sabbia bianca, aspro come rocce taglienti; è il canto di una terra che risponde solo a se stessa, protetta e imprigionata da un mare geloso. È il luogo dove si regolano i conti con se stessi, uno “spazio sgombro tra me steso sul dorso e la fine del mondo” come insegna Erri De Luca. Ci sono isole di fiume, di lago, oceaniche e continentali, isole piatte e tonde… Ci sono isole profumate di mito, spesso investite da cicloni o invase dagli sfoghi improvvisi d’inquieti vulcani. A volte così piccole che quando il mare lo decide se le riprende. Al mondo se ne contano 132 mila, ognuna unica a modo suo, immense come la Groenlandia, un incanto di 2.175.600 chilometri quadrati, o scogli solitari come Bishop nel Regno Unito, che se non ospitasse un faro sarebbe solo una roccia affiorante.

Tra gli appuntamenti del Salone del Camper segnaliamo anche un Reading poetico teatrale molto bello dell’Attore Alfredo Biondolillo che ha raccontato il suo libro “Ti ricordi di…Sara?”
0026Questo racconto è un percorso di crescita, un incontro tra il maschile e il femminile. Pietro e Sara si conoscono ai tempi dell’elementari, entrambi sono legati da un filo sottile e invisibile, devono imparare a crescere in fretta in mezzo a tante difficoltà familiari. La madre di Pietro è imprigionata da ombre che si trasformano in mostri attraverso un marito colmo di rabbia che la rende succube e debole. La famiglia di Sara è come un albero senza rami, nessun contatto o appoggio reciproco, basta un soffio di vento per perdere un equilibrio precario e continuare a oscillare tra immaginario e realtà. Una mattina il loro legame verrà interrotto da un episodio che modificherà la bellezza di riconoscersi nello stesso spazio, da quel giorno inizia per loro un cammino di conoscenza del proprio sé. Pietro durante il suo tragitto incontrerà tante persone che condivideranno con lui il significato della parola cambiamento, Sara dovrà aggrapparsi alle sue capacità per dare un significato alla sua esistenza. Questa storia è fatta di piccoli passi in un sentiero nuovo, dove il coraggio spinge i nostri personaggi a combattere per qualcosa in cui credere. L’amore è l’energia più forte che ci allontana e ci avvicina agli altri, Pietro e Sara lo sperimenteranno giorno dopo giorno, fino a quando…
Libri belli da poco pubblicati e da mettere nello Zainaccio questa settimana:

026“Una storia ungherese” di Margherita Loy, edito da Atlantide.
Gennaio 1945. Bombe e artiglieria distruggono Budapest. L’Armata Rossa stringe l’assedio intorno alla città. L’esercito nazista non intende retrocedere. Kinga, vent’anni, rifugiata nella cantina, scrive. Scrive perché tornare con i ricordi nella casa di campagna in cui ha vissuto insieme alla nonna diventa ora l’unica forma di libertà. Scrive perché il suo amore per il giovane ebreo Gyalma le permette di essere di nuovo al piccolo lago ai confini del mondo e rivivere attimo per attimo la passione. La fame, quando la penna scorre sul suo diario, si allontana. Gli odori e la paura, si dileguano. Grazie al grande vuoto del tempo fioriscono ricordi: il padre italiano che dipinge e che ha abbandonato la famiglia, suo fratello Alexander che le stringe la mano in una giornata di dolore, l’istante in cui la sua treccia di lunghi e scuri capelli viene sciolta nel retro della bottega del paese. E, ancora, le passeggiate con il cane Maxi, l’odore della primavera e della felicità che sa di burro fuso e albicocche sotto spirito.Ma l’attesa consegna con sé anche una nuova, dolorosa, consapevolezza. E se l’infanzia di Kinga si è perduta un giorno in riva al Tibisco, la cantina a due passi dal Danubio ha tenuto prigioniera la sua giovinezza per consegnarle una nuova, incerta, età da vivere in un mondo in cui la gente improvvisamente si è trasformata, e si è riscoperta razzista, accecata dall’odio, assetata di violenza.
26“Il confine dell’oblio” di Sergej Lebedev, edito da Keller Editore.

Fin dalla nascita – anzi ancor prima – si instaura un legame segreto tra il giovane protagonista del romanzo e il vicino di casa, un anziano silenzioso e cieco che pian piano prende il posto dei due nonni morti in guerra. Su di lui girano voci e sospetti ma nessuno conosce il suo passato e nemmeno al bambino, che un po’ lo teme, è dato di sapere qualcosa. Eppure quando la violenza politica scuote la Russia e i carri armati sono in strada per il golpe del 1991, il vecchio cieco sacrifica la propria vita per salvare quella del bambino.
Chi era veramente quell’uomo? Cosa aveva fatto per dover celare il proprio passato a tutti? Inizia così una lunga indagine che porterà il protagonista – prima ragazzo e poi adulto – nei vasti territori del grande Nord siberiano. Quello che trova, tra le miniere dimenticate, le caserme e gli ex gulag, è un mondo relegato nell’oblio, dove tutto ormai viene ignorato: sia le vittime sia i carnefici.
Un racconto inquietante e magnifico, dalla scrittura raffinata e ricca per un’opera di portata e profondità rare che evoca l’incredibile e violata bellezza di una terra in cui l’uomo, la macchina e la natura hanno collaborato nell’annichilimento di milioni di vite durante il secolo sovietico.
Un romanzo magistrale, un tentativo epico e letterario di salvare la Storia dall’oblio.
Tradotto in moltissime lingue, questo esordio (per il «Wall Street Journal» tra i 10 romanzi dell’anno pubblicati negli Stati Uniti) svela uno scrittore di grande talento letterario, con il passo e la potenza evocativa dei grandi scrittori russi. Sergej Lebedev è nato a Mosca nel 1981 e ha lavorato per sette anni in spedizioni geologiche nella Russia settentrionale e in Asia centrale. Lebedev è un poeta, saggista e giornalista. Oggi è una delle voci più importanti della nuova letteratura russa.
“Dimmi come va a finire. Un libro in quaranta domande” di Valeria Luiselli, La nuova frontiera.

9788883733253_0_0_0_75Valeria Luiselli scrive un resoconto dagli Stati Uniti, apre le porte del tribunale di New York dove arrivano minori privi di documenti, migranti, alla ricerca di un permesso di soggiorno.Ci racconta le loro storie, le domande che vengono loro poste, seguiamo soprattutto il filo dei suoi pensieri e dei suoi interrogativi. Sicuramente una riflessione sull’infanzia, ma anche sull’identità e il senso di appartenenza ad una comunità.

“Per quale motivo sei venuto negli Stati Uniti?”. Questa è la prima di quaranta domande che Valeria Luiselli, interprete volontaria di un’associazione di avvocati che assiste i minori, pone ai bambini messicani che varcano le porte del tribunale di New York alla ricerca di un permesso di soggiorno. Il risultato di quell’esperienza è racchiuso in queste pagine, in cui le domande poste ai bambini servono da spunto per gli interrogativi che la stessa autrice si pone sull’infanzia, la comunità e soprattutto sull’identità e il senso d’appartenenza.
Valeria Luiselli è nata nel 1983 a Città del Messico ed è cresciuta in Sudafrica. Ha scritto “Carte false” (La nuova frontiera, 2013), una raccolta di scritti personali, un saggio, “Dimmi come va a finire” (La nuova frontiera, 2017), e due romanzi: “Volti nella folla” (La nuova frontiera, 2015), “La storia dei miei denti” (La nuova frontiera, 2016). Quest’ultimo, inizialmente composto a episodi per un’azienda di succhi di frutta, si è aggiudicato il Los Angeles Times Book Prize ed è stato finalista al National Book Critics Circle Award. Valeria vive a Harlem.
Altro libro da segnalare è “Il terrore” di Arthur Machen edito da Nuova Editrice Berti, con traduzione della nostra Silvia Lumaca.
Questo romanzo breve è stato scritto da uno dei maestri del genere horror, il gallese Arthur Machen (1863 -1947), apprezzato da Edgar Allan Poe definito il “tessitore di orrori”. Arthur Machen è stato uno scrittore gallese, noto soprattutto per i suoi racconti dell’orrore, del fantastico e del soprannaturale. È anche noto per aver contribuito a creare il mito degli angeli di Mons, un leggendario gruppo di angeli che avrebbe aiutato l’esercito britannico durante la battaglia di Mons, nella prima guerra mondiale.
Una storia, quella contenuta ne Il terrore, che ha radici nel soprannaturale e si svolge durante la Prima Guerra Mondiale: una paura senza nome né volto s’insinua nella tranquilla regione del Meirion, in Galles, portando con sé un gran numero di morti raccapriccianti ed eventi inspiegabili. La gente pensa a una diabolica strategia di guerra, forse una nuova arma letale in mano ai soldati tedeschi: i corpi orribilmente mutilati, i volti così sfigurati da risultare insopportabili alla vista sembrano aver subìto un’oscura violenza, e il terrore si diffonde nelle campagne, tra boschi e scogliere, alberi e fattorie. In uno scenario quasi apocalittico, Machen porta alle estreme conseguenze il sovvertimento dell’ordine naturale.

Chiudiamo con il romanzo di formazione “Rockaway Beach” di Jill Eisenstadt nella Traduzione di Leonardo Taiuti, da poche settimane in libreria e pubblicato da Black coffee edizioni.
Rockaway beachRockaway, New York, anni Ottanta. Peg, Alex, Chowderhead e Timmy trascorrono le loro giornate sulla spiaggia, dove alcuni di loro lavorano come bagnini. Fanno baldoria, cavalcano onde, condividono sogni. Il gruppo, però, perde un membro essenziale quando Alex riceve una borsa di studio da un college del New England. Per Timmy, che ha abbondonato il liceo a pochi mesi dal diploma e da sempre è innamorato di Alex, questo è un duro colpo. Per distrarsi e superare l’inverno si fa assumere al minimarket del quartiere e scrive lettere, che poi non invia, al padre che non ha mai conosciuto. Intanto Alex, che a Rockaway non si non si è mai sentita capita, si ambienta nella nuova scuola scoprendo di essere la più «normale» fra i suoi compagni. Le dinamiche antropologiche che studia sui libri di testo le paiono ben più interessanti delle discutibili attività cui assiste nel suo dormitorio e il tedio gradualmente accende in lei la nostalgia di casa.
Ma l’estate seguente sulla spiaggia di Rockaway soffia un vento diverso. Il gruppo si trova faccia a faccia con una cruda verità: puoi scappare quanto vuoi, ma non lascerai mai del tutto casa. Crescere è una scelta. C’è la vita. E poi c’è Rockaway Beach.
Rockaway Beach, inizialmente composto dall’autrice come tesi di laurea per la Columbia University, fu pubblicato da Knopf nel 1987 e tradotto in sei lingue. Una nuova edizione è stata realizzata da Little, Brown & Co nel 2017.

 

di Antonio Vena

Antonio VenaIl Calabrone

 

 

 

 

Il Calabrone, a suo modo profetico aveva ipotizzato un trade off tra uno Strega meritabile ma difficile e un Campiello sicuro e più economico, oggi vuole ronzare su le Assaggiatrici di Rossella Postorino.
Ronza ma non punge perché non è mica un romanzo brutto o una #cacatella editoriale anzi, il romanzo ha una sua dignità e su questo i lettori, in pubblico e in privato, hanno raggiunto un certo consensus.
Però però però è fantastico questo ennesimo romanzo in ambientazione nazista. Il concerto editoriale italiano ne sforna a ritmo continuo ma certamente quest’anno ha spremuto davvero le meningi. In attesa della storia del dogsitter di Himmler, magari un vero tipaccio ma con animo sensibile e una visione flessibile del suo capo, speriamo che la parafilia editoriale per il nazismo si concluda come quella per le montagne.
Per i premi importanti sui romanzi il Calabrone dice…
Magari con un’ambientazione davvero interessante.
Magari lasciando perdere la solita “lingua editoriale”.
Magari con qualcosa che sembri un romanzo creativo, con le giuste evocazioni per i tempi che corrono.
L’amore accade proprio fra sconosciuti, fra estranei impazienti di forzare il confine…

Ecco, forzateli, editor e scrittori o scrittori+editor.

Eccoci: Zainaccio con Calabrone