di Antonello Saiz

Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”
Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”

 

 

 

 

 

 

Solidarietà, libri e liste belle

Antonello e Alice Giovedì 5 luglio alle ore 19.00 i Diari di bordo hanno organizzato nel giardino del Ristorante Mentana 104 di Luca Farinotti la Presentazione dell’iniziativa solidale UN LIBRO SOSPESO PER LA COMUNITA’ DI SANT’EGIDIO.
Per tutta l’estate alla Libreria Diari di bordo sarà possibile Sospendere un libro per La Comunità di Sant’Egidio. La nostra iniziativa solidale quest’anno è tesa a creare una Biblioteca per la Comunità che compie 50 anni di attività.
Sant’Egidio è una Comunità nata nel 1968. Con gli anni è divenuta una rete di comunità che, in più di 70 paesi del mondo, con una particolare attenzione alle periferie e ai periferici, raccoglie uomini e donne di ogni età e condizione, uniti da un legame di fraternità nell’ascolto del Vangelo e nell’impegno volontario e gratuito per i poveri e per la pace.
A Parma la Comunità di Sant’Egidio è presente dal 1989 con la scuola della pace nel quartiere Cinghio-Montanara: una proposta educativa umana, oltre che un lavoro solido di sostegno scolastico. Sono oltre 400 i bambini e i ragazzi che hanno usufruito del nostro doposcuola in questi anni. Per molti la partecipazione alla scuola della pace ha significato un punto di riferimento di fronte, spesso, al disagio familiare e scolastico. Nella nostra città, dal 2010 le scuole della pace sono raddoppiate: la prima, storica, nel quartiere Cinghio-Montanara che si occupa di bambini e adolescenti e la seconda nel quartiere Oltretorrente.Inoltre, dal 1992 si occupa degli anziani della città, in particolare del quartiere Oltretorrente e con chi vive in strutture protette come “Villa Parma” o al complesso “XXV Aprile” costituito da un condominio di appartamenti protetti, da una comunità alloggio e da un centro diurno. Complessivamente, gli anziani amici della Comunità sono oltre 100 e tutti quanti partecipano alle iniziative organizzate preso le strutture di residenza o altrove. Dal 2012 è stato attivato, tutti i lunedì sera presso la stazione di Parma, un servizio di distribuzione alimentare per persone bisognose e senzatetto che distribuisce circa 150 pasti.
Quest’anno si celebra il 50° anniversario dalla fondazione e una casa che sia aperta e salda deve essere custode e promotrice di cultura che nasce sia dall’esperienza e dall’amicizia ma anche dalla storia del mondo e delle persone.
Per questo l’iniziativa del libro sospeso a favore della Comunità di Sant’Egidio della Libreria “Diari di bordo” è un bellissimo e concreto gesto che permetterà alla Comunità di avere una biblioteca da condividere con adolescenti, adulti e anziani che frequentano la Comunità. In tal modo il lavoro di integrazione e sostegno ai più bisognosi si doterà di un nuovo pilastro che rafforzerà conoscenza e cultura rendendola accessibile ad un pubblico che altrimenti potrebbe rimanerne escluso.
Partita in sordina l’iniziativa ha avuto, grazie all’impulso della Rete e dei social, un nuovo impulso con un numero di adesioni e di sostegno solidale da parte di numerose case editrici e scrittori e traduttori e tanti lettori da ogni parte d’Italia. Alla serata del Mentana 104 è stato Francesco Pattini a raccontare della Comunità di Sant’Egidio e di come verranno utilizzati questi tanti libri donati dagli amici dei Diari. Durante la serata ci hanno fatto compagnia la voce e le canzoni di Elisa Borchini e poi la testimonianza di Alessandra Cinque, una giovane donna disabile che con grande forza e dignità ci ha raccontato del suo riscatto e del suo libro autobiografico La mia risposta.

Continuano, intanto, anche i Venerdì Letterari curati dalla Libreria sempre nel Garden del “MENTANA 104” e Venerdì 6 luglio abbiamo ospitato il giornalista Enrico Campofreda che ci ha raccontato dell’Afghanistan a partire dal reportage geopolitico scritto con Patrizia Fiocchetti “Afghanistan fuori dall’Afghanistan”, Poiesis.
Giornalista, Campofreda ha lavorato con Paese Sera, Il Messaggero, Corriere della Sera, Il Giornale, La Gazzetta dello Sport, Il Corriere dello Sport, Il Manifesto, Terra. Attualmente scrive su quotidiani online seguendo politica estera e sociale.
AfghanistanL’Afghanistan di Malalai, Belquis, Maryam, Selay, Farzane, Andeisha, Pari e mille e altre mille come loro è fatto di ideali, sogni e cose molto concrete. Iniziative che solo donne coraggiosissime, impegnate al limite del sacrificio, possono perseguire nel paese dei Warlords, delle invasioni e della guerra perpetua. Queste donne parlano e creano. Organizzano e gestiscono alloggi per orfani, apparati di sostegno ai familiari delle vittime di interminabili conflitti civili e internazionali, scuole d’istruzione e di avviamento al lavoro, case rifugio per sfortunate schiacciate dalla spirale di persecuzione e violenza. Con tali strutture provano a costruire un’altra nazione, lontana dalle ingerenze delle potenze occidentali portatrici di morte; libera dalle angherie e dalla corruzione dei Signori della guerra; emancipata dall’oscurantismo fondamentalista e dalla tradizione tribale che soffoca l’esistenza femminile. Gli omicidi, gli attentati, le minacce cui queste donne sono sottoposte e che tuttora le perseguitano non ne limitano idee e azione. Loro sono il fiero volto di un altro Afghanistan che resiste e cerca la sua storia.
Sulla Pagina Facebook di Giuditta Legge la scorsa settimana sono stati chiamati a raccolta i Veri Lettori per poter scegliere e votare le famose ListeBelle, i consigli di lettura per l’estate 2018. Quei consigli che nessuno ha chiesto e che a nessuno, forse, potrebbero interessare. Un gioco estivo e una lotta prima delle vacanze estive, a cui anche io ho partecipato e contribuito con la mia LISTA SAIZ. Vi riporto la mia lista, quindi, con i miei Libri per partire di Testa. Servono queste liste? Sì, servono per dare suggerimenti e fare buona divulgazione … e fosse anche solo per vendere una copia in più di un libro, servono eccome!
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Nel tempo barbaro dell’esaltazione della non lettura, nel tempo in cui un sottosegretario alla Cultura, ostentatamente dichiara di non leggere, nel tempo in cui le librerie rovinosamente chiudono, noi si prova con queste liste a dare uno strumento in più e anche uno spunto di Riflessione. E pure a vendere quella copia in più che permette alle librerie di prendere fiato.
Nel compilare la mia Lista per l’estate non ho tenuto conto delle ultime uscite e ho scelto libri diversissimi tra di loro e, solo apparentemente, poco adatti da leggere sotto l’ombrellone. Ho pensato a belle storie capaci di spiazzare e sfidare il lettore. Storie che pongono interrogativi e, di sicuro, non lo rassicurano il lettore. Ho pensato a 10 titoli che potessero essere dei classici moderni. Grandi scritture di autori contemporanei con libri di grande significato, senza nessuna limitazione geografica ma con un occhio attento a quello che capita in Italia. Ai dieci titoli ho aggiunto un undicesimo posto che ho destinato a due ragazzini nati negli anni ’90. Li ho aggiunti per buon auspicio per le loro carriere future e perchè mi sono talmente piaciuti che non ho voluto rinunciare alla loro presenza di fronte a dei giganti grandissimi.

Questi sono i Libri che sono scoppiati in Testa al Libraio di Borgo Santa Brigida:

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1) Casa d’altri di Silvio D’Arzo – a cura di Paolo Briganti e Andrea Briganti, Consulta librieprogetti, 2017.

“Può succedere una cosa, leggendo Casa d’altri. Magari non te ne accorgi subito, ma a distanza di tempo ci fai caso, risali all’indietro con la mente, ripercorre qualche anno, e ti rendi conto che proprio lì, mentre leggevi quella storia, qualcosa ti stava succedendo: si stava formando una chiara, netta linea di demarcazione dentro di te. Dentro di te-lettore. La linea del prima e del dopo. Prima eri uno che non aveva letto Casa d’altri. Poi sei diventato uno che casa d’altri l’ha letto”.

Un vecchio prete e una vecchia che trascina la vita nella miseria ci inducono a riflettere sulla condizione umana, sullo scorrere del tempo. E sollecitano risposte che non sempre sono disponibili. Casa d’altri è stato definito da Montale «un racconto perfetto». Pare fatto d’aria, tanto che si può riassumere in due righe: «Un’assurda vecchia: un assurdo prete: tutta un’assurda storia da un soldo». Eppure – per la sua capacità di toccare nel profondo il senso della vita – è uno dei racconti piú belli del Novecento.
Pseudonimo dello scrittore italiano Ezio Comparoni (Reggio nell’Emilia 1920 – 1952); ha incarnato il tipo inconsueto del provinciale per libera scelta, coltivando, fuori da ogni condizionamento, una scrittura semplice ed elegante insieme e un’invenzione sempre vitalisticamente compiaciuta, ma ben temperata dalla intensa frequentazione della letteratura inglese.

2)”Country Dark” di Offutt Chris edito da Minimum Fax, giugno 2018 .

Tucker è appena tornato nel suo Kentucky dopo aver partecipato a una delle guerre più sporche e dimenticate della storia americana, quella di Corea. Ha combattuto in condizioni estreme, non ha esitato a uccidere, come se fosse la cosa più naturale al mondo, è un reduce senza medaglie e senza rimorsi. Vuole solo ricongiungersi alle terre aspre e isolate nelle quali è cresciuto, costruirsi una famiglia e vivere in pace, anche se per farlo deve lavorare alle dipendenze di un contrabbandiere di alcol. Ma quando il suo fragile equilibrio e i suoi affetti più cari vengono messi in pericolo non ha la minima titubanza: riprende in mano le armi, che sa usare come pochi, e si prepara a difendere ciò che ama nell’unico modo che conosce.
Dopo il grande successo di critica e di pubblico che ha ricevuto la sua raccolta d’esordio, “Nelle terre di nessuno”, Chris Offutt ci riporta in Kentucky, regalandoci un romanzo potente e teso come una corda di violino: una storia di violenza e vendetta che appassiona come un noir e illumina i lati più nascosti e oscuri del sogno americano.
Chris Offutt è nato a Lexington, Kentucky. Oltre a Nelle terre di nessuno, ha scritto un’altra raccolta di racconti, Out of the Woods, un romanzo, The Good Brother, e tre memoir: The Same River Twice, No Heroes: A Memoir of Coming Home, e My Father, the Pornographer. Ha ricevuto, nel 1996, il Whiting Award per la narrativa e la saggistica, ed è stato incluso da Granta tra i venti migliori narratori delle ultime generazioni.
3) “L’ uomo è buono” di Leonhard Frank pubblicato da Del Vecchio Editore nella collana Formebrevi nel 2014 nella traduzione di Paola Del Zoppo.

“L’origine del male” e “L’uomo è buono” vengono scritti ed elaborati nel primo anno della Grande Guerra. Leonhard Frank non cede alla mitizzazione del progresso, della potenza, dell’organizzazione e della necessità della guerra e decostruisce, nelle sue novelle, i percorsi che hanno portato alla tragedia: la tendenza alla sopraffazione e la propensione all’adattamento, alla conservazione dello stato delle cose per timore della sofferenza, il pessimismo. In “L’origine del male” Anton Seiler, un poeta messo a dura prova dagli eventi della vita eppure ancora fedele ai propri ideali, sente la necessità enigmatica di tornare nella sua città natale dove incontra per caso il suo sadico maestro di scuola. Un tentativo di riconciliazione si trasforma in delitto, e il poeta viene arrestato. Rischia la pena di morte. Sarà lo svolgimento del processo a farci conoscere la vera origine del crimine e le sue conseguenze. L’uomo è buono è un ciclo di cinque novelle: in ognuna un protagonista ci trasporta nella sua visione della guerra e della sofferenza. La sciagura e il dolore, mascherati da onore e sacrificio, vengono qui svelati in tutta la loro indigesta oggettività. La narrazione scoperchia il vaso di Pandora per affrontare la realtà dei mali uno a uno, in un energico slancio verso la reazione, verso l’ottimismo e la
presa di coscienza della forza del singolo, perché “l’uomo potrà essere e sarà umano quando non sarà più costretto all’inumanità”.
Leonhard Frank nasce a Wurzburg nel 1882 da una famiglia umile. Frequenta la severissima scuola evangelica, in una regione e una città di storia e cultura radicalmente cattoliche, e dopo il diplomadi artigiano si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Monaco per diventare pittore.Nel 1910 interrompe la propria formazione per recarsi a Berlino. Frank è una presenza costante nei Caffè e nei circoli artistici, ma non vuole essere parte di nessuna cerchia: ritiene che ogni sistema sia finalizzato al mantenimento del potere e che in ogni cerchia si rischino dinamiche di sopraffazione. Riconosciuta la propria vocazione, dopo alcuni brevi racconti, dà alle stampe il suo primo romanzo, che vince subito il Premio Fontane. “Pacifista della prima ora”, si rifugia in Svizzera durante la Prima Guerra Mondiale, dove stringe amicizia con Alvarez del Vayo e frequenta gli artisti del Dada e gli scrittori engagé. Tornato in Germania, è controllato dal regime nazionalsocialista e costretto di nuovo all’esilio. Nel 1933 si sposta in Inghilterra, poi in Francia, dove viene internato nei campi di lavoro, poi finalmente riesce a fuggire in America nel 1940. Si stabilisce a Hollywood, scrive per la Warner Bros. e frequenta Thomas Mann, Franz Werfel e gli intellettuali tedeschi ormai di casa in California. Infine si sposta a New York e poi torna in Germania, nel 1950. Ma l’accoglienza non è gloriosa quanto meriterebbe, e decide di spostarsi a Berlino Est, dove può contare sull’apprezzamento dell’amico Johannes Becher. Muore a Monaco nel 1961.
4) “Congedo ordinario” di Gilberto Severini pubblicato da Playground.

In questo breve, intenso e compatto romanzo pubblicato per la prima volta nel 1996 (da peQuod) e tornato in libreria con Playground, troviamo ben delineati lo stile e i contenuti della narrativa di Gilberto Severini, voce d’eccellenza tra i nostri scrittori contemporanei.
In Italia lo pubblica una casa editrice piccolina e coraggiosa, Playground Libri, che pubblica ottima letteratura, da Edmund White a Helen Humphreys, da Allan Gurganus a Emidio Clementi. Alcuni di questi volumi parlano di sesso, parte di questo sesso è omosessuale. Ed è proprio l’incontro tra omosessualità, cattolicesimo e vita di provincia a percorrere tutti i libri di questo appartato scrittore marchigiano.
Pier Vittorio Tondelli negli anni ottanta di Gilberto Severini era solito dire «lo scrittore più sottovalutato d’Italia».
Nato nelle Marche Gilberto Severini,vive a Osimo. Autore di romanzi e di libri di racconti. È diventato un autore di culto con la pubblicazione nel 1996 proprio di “Congedo ordinario”, ma non hai mai smesso di essere sottovalutato.
Anzi, come scrive Elena Stancanelli

“la sottovalutazione è diventata quasi un suo tratto stilistico, si è trasformata in un modo di scrivere, morbido come quel velluto che nasconde il ferro”.

Con una prosa che incanta, Severini racconta la vita di Tommaso, gran seduttore “un po’ teatrante e un po’ prestigiatore”, colto e spudorato, cattolico e trasgressivo, di giorno professore eccentrico, di notte amante di marinai “dalla bellezza antica e statuaria”, ma sempre alla ricerca di un dio che non giudichi la sua esistenza e i suoi amori.
In “Congedo Ordinario” il protagonista è,appunto, Tommaso, un professore di provincia colto e stravagante. Uomo dall’anticonformismo quasi aggressivo, capace di entusiasmare e respingere, sempre in bilico tra coraggio e incoscienza, tra esibizione e pudore. Ines, invece, è figura di cattolica senza pregiudizi che ammira Tommaso, e che cerca di proteggerlo, in attesa di leggere il capolavoro al quale Tommaso dichiara di lavorare da sempre. La loro amicizia, nata nel dopoguerra, e capace di attraversare i decenni del cambiamento profondo della provincia italiana, è raccontata in una lunga lettera da un giornalista, che un tempo, da studente, era stato affascinato dalla personalità di Tommaso, benché con dubbi e resistenze. Il ritorno nei luoghi dell’infanzia e della giovinezza per partecipare ai funerali di Tommaso sarà per lui l’occasione di ripercorre i nodi, le svolte e soprattutto il senso di quella singolare esistenza.
Severini sembra prediligere il genere epistolare e in “Congedo ordinario” è sempre una lettera lo strumento di comunicazione prescelto per raccontare, spiegare e riflettere. Lo scenario di riferimento è ancora la provincia italiana, una non meglio identificata cittadina delle Marche, con il solito ingombrante bagaglio di ipocrisia, rigidità e moralismo, dove la trasgressione e l’alterità sembrano essere tollerate solo a patto che non cedano all’impulso di un’esibizione provocatoria.

5) “Notte inquieta” di Albrecht Goes, Marcos y Marcos.
Mentre fuori impazza la guerra assassina, qui si scambiano parole chiare: qui c’è calore, dignità, vita, pane e amore nella notte più nera. È una sera di ottobre del 1942. La locanda di Proskurov è gremita di militari in trasferta. Il pastore venuto ad assistere un condannato a morte deve dividere la stanza con un capitano in partenza per il fronte di Stalingrado. È la guerra, la guerra di Hitler. La notte è nera e tempestosa, la follia nazista e la morte ammorbano l’aria, eppure in quella stanza trionfa la vita. La bella Melanie sale le scale di nascosto e viene ad abbracciare per l’ultima volta il suo capitano. In tre dividono pane e miele, un sorso di caffè vero.
Poi, mentre gli amanti si appartano in un angolo, il pastore si immerge nella storia dell’uomo che verrà fucilato per diserzione: negli atti del processo trova la strada per giungere al suo cuore. E in carcere, più tardi, pastore e condannato si dicono addio come fratelli.
All’alba il plotone d’esecuzione si metterà in marcia, l’aereo del capitano decollerà per Stalingrado.
Ma in quella notte inquieta sguardi, abbracci, voci e parole uniscono per sempre, e rendono giustizia assoluta.
Albrecht Goes è nato nel 1908 a Langenbeutingen, ha studiato teologia ed è stato ordinato pastore protestante nel 1930.
Ha prestato servizio come cappellano militare durante la Seconda guerra mondiale, e nel 1953 ha deciso di lasciare il sacerdozio e dedicarsi alla scrittura. È morto a Stoccarda nel 2000. Figura eclettica di teologo e libero pensatore, ha pubblicato opere poetiche e in prosa.Da Notte inquieta, la più famosa, tradotta in diciotto lingue, sono stati tratti un film e uno sceneggiato televisivo per la bbc.

6) “Di ferro e d’acciaio” di Laura Pariani, edito da NN Editore nella serie “CroceVia”, 2018.
L’operatrice h478 ha l’incarico di sorvegliare il soggetto-23.017, una donna vestita di nero che si aggira per la Città in cerca del figlio, scomparso in circostanze a lei ignote.L’operatrice sa che il ragazzo è in carcere per attività sovversive, e segue su un monitor questa madre incredula aggirarsi instancabile nonostante divieti, barriere e continui dinieghi. Piano piano, la forza di quell’amore materno smuove qualcosa nell’animo dell’operatrice, così come le parole del ragazzo hanno scosso l’animo indifferente di altre donne, che in coro raccontano questa storia ambientata in un passato prossimo venturo, dove i nomi sono stati eliminati e le parole chirurgicamente rimosse per cancellare memoria, speranza e passione.

“CroceVia è una serie di libri attorno al senso e al significato di alcune parole fondamentali nella nostra cultura e nella nostra storia. Sono parole antiche, che usiamo tutti i giorni, e che cerchiamo di addomesticare disabitandole di una parte del loro significato, che continua a riverberare come un’eco sommessa. A Laura Pariani abbiamo affidato la parola Passione. Come tutte le parole importanti, Passione non ha un unico significato: indica l’amore estremo e l’estrema sofferenza, lasciandoci il sospetto che l’uno si rispecchi sempre nell’altra, in un equilibrio chiamato compassione.” Alessandro Zaccuri, curatore della serie.

Laura Pariani (1951) vive a Orta San Giulio. Dagli anni Settanta si dedica alla pittura e al fumetto; dal 1993 si è occupata soprattutto di narrativa e di teatro. Tra i suoi ultimi romanzi: Nostra Signora degli scorpioni (insieme a Nicola Fantini, Sellerio 2014), Questo viaggio chiamavamo amore (Einaudi 2015), “Domani è un altro giorno” disse Rossella O’Hara (Einaudi 2017), Caddi e rimase la mia carne sola (Effigie 2017).

7) “L’estate Che Sciolse Ogni Cosa” è un libro di Tiffany Mcdaniel edito da Edizioni Di Atlantide a luglio 2017.

«Una volta sentii qualcuno definire Breathed la cicatrice del paradiso a noi perduto. E per molti lo era, un luogo che celava una ferita perfetta sotto la superficie delle cose».

Inizia così “L’estate che sciolse ogni cosa”, il primo romanzo della scrittrice Tiffany McDaniel, nata in Ohio nel 1985. Negli Stati Uniti è stato un vero caso letterario e arriva nelle librerie italiane per la splendida traduzione di Lucia Olivieri.
A guidarci nella storia la voce narrante di Fielding Bliss che, a anni di distanza, ricorda un’estate del 1984 che lo segnò profondamente. McDaniel evoca con intensità quelle cittadine sperdute nel Sud degli Stati Uniti, tutte Bibbia e fucile, sospese tra il timore di Dio e le tentazioni del Diavolo.
Ci sono estati che ti entrano sotto la pelle come ricordi eterni. Per il giovane Fielding Bliss quell’estate è il 1984, l’estate che cambierà per sempre la sua esistenza e quella di tutti gli abitanti di Breathed, Ohio. Qui, in una giornata dal caldo torrido, il diavolo arriva rispondendo all’invito pubblicato sul giornale locale da Autopsy Bliss, integerrimo avvocato convinto di saper distinguere il bene dal male, e padre di Fielding. Nessuno in paese si sarebbe mai aspettato che Satana avrebbe risposto. E tantomeno che si sarebbe palesato come un tredicenne dalla pelle nera e dalle iridi verdi come foglie, eppure quel ragazzo uscito dal nulla sostiene davvero di essere il diavolo. A incontrarlo per primo è Fielding, che lo porta con sé a casa. I suoi genitori subito pensano che il giovane, che sceglierà di farsi chiamare Sal, sia scappato dalla propria famiglia, eppure le ricerche non portano a nulla, e in lui sembra esserci veramente qualcosa di impenetrabile e misterioso. Qualcosa che gli abitanti di Breathed non capiscono e li farà persuadere che quel ragazzo dalle lunghe cicatrici sulle spalle sia realmente quello che dice di essere: il diavolo. Intanto, un’afa incredibile scioglie i gelati e i pensieri e confonde i rapporti e le certezze, il senso del bene e del male, dell’amore e della sofferenza, della fiducia reciproca e della paura. Lirico, struggente, sorprendente e davvero unico nel panorama contemporaneo, L’estate che sciolse ogni cosa è un romanzo di una bellezza folgorante che segna l’esordio di una nuova, grande voce letteraria.
8) “La tregua” è un libro di Mario Benedetti pubblicato da Nottetempo nella collana Narrativa, 2014 nella traduzione di Francesco Saba Sardi.

«È evidente che Dio mi ha riservato un destino oscuro. Non proprio crudele. Semplicemente oscuro. È evidente anche che mi ha concesso una tregua. All’inizio, ho riluttato a credere che potesse essere la felicità. Mi sono opposto con tutte le mie forze, poi mi sono dato per vinto, e l’ho creduto. Ma non era la felicità, era solo una tregua».

Mario Benedetti, scrittore e poeta uruguaiano (1920 – 2009) è uno dei grandi sudamericani del Novecento, noto quanto Pablo Neruda o Octavio Paz e La tregua è il romanzo che lo ha fatto conoscere in tutto il mondo.
Uscito nel 1960, è un libro che oggi merita di essere trattato come un classico. La bellezza asciutta della scrittura e il tono malinconico, da andantino, dove il dolore è sempre un po’ trattenuto, rendono “La tregua” indimenticabile.
“Signore maturo, esperto, posato, quarantanove anni, senza gravi acciacchi, ottimo stipendio”: così si descriverebbe Martin Santomé, il protagonista di questo piccolo classico della letteratura sudamericana. Schiacciato dalla noia di una vita da impiegato di commercio, vedovo con tre figli ormai grandi, guarda al trascorrere del tempo con tranquilla disillusione. E tutto rimarrebbe immobile fino al suo pensionamento, se in ufficio non venisse assunta la giovane Avellaneda, timida e chiusa in una silenziosa bellezza: per lei Santomé sente nascere un amore insperato, che lo porterà a vivere una relazione clandestina, rimettendo il tempo in movimento. Come Svevo in “Senilità”, “La tregua” racconta la capacità straordinaria che ha la vita di prendere il vento e gonfiare le vele, per poi tornare alla quiete della bonaccia.

9) “Inghiottita” è un libro di Réjean Ducharme pubblicato da La Nuova Frontiera nella collana Il basilisco, 2018 nella traduzione dal francese (Canada) di Alice da Coseggio.

“Tutto m’inghiotte. […] il fiume troppo grande, il cielo troppo alto, i fiori troppo fragili, le farfalle troppo spaurite, il volto troppo bello di mia madre.”

Inizia così “Inghiottita”, capolavoro indiscusso della letteratura canadese. “Tutto m’inghiotte” dice Bérénice, la giovane protagonista, e anche noi insieme a lei siamo inghiottiti, ci facciamo prendere alla gola dalle parole di una bambina che non si rassegna e si aggrappa all’infanzia proprio quando questa sembra tradirla.
La seguiremo per dieci anni, in un lungo viaggio che la porterà prima a New York e infine in Israele. Vedremo il mondo con il suo sguardo da adolescente cinica e disincantata e ascolteremo la sua voce incendiaria, che grida senza sosta perché qualcuno l’ascolti. Nulla può fermare Bérénice, tanto meno le contraddizioni e le debolezze degli adulti che lei ha deciso di lasciarsi per sempre alle spalle: “Mollate i continenti. Issate gli orizzonti. Si parte.”
Un capolavoro pubblicato per la prima volta da Gallimard nel 1966 e in Italia per la prima volta da Longanesi nel 1970, eppure la voce della sua protagonista, Bérénice Einberg, ha una forza che lascia a tutt’oggi sbigottiti.
Andrea Bajani ha scritto che “Réjean Ducharme(1941-2017) è stato il Salinger canadese. Non solo perché allergico alle interviste. Ma anche perché la sua bella Bérénice ricorda, con rabbia, un certo Caulfield. Sesso a parte. Il destino dei grandi libri è paradossale e solo in apparenza contraddittorio: finiscono per diventare rappresentativi del proprio tempo pur mettendo al centro personaggi che con il proprio tempo hanno un rapporto inconciliabile… Quando uscì, oltre cinquant’anni fa, fu un caso editoriale. In parte perché il suo autore decise di starsene appartato, cosa che a chi vuole essere pubblico con le parole non si perdona ma di cui si fa commercio volentieri. Ma soprattutto perché, a due anni dal ’68, l’allora venticinquenne Réjean Ducharme, mandava in avanscoperta una ragazzina arrabbiata con il mondo, senza nemmeno la consolazione di una rivolta collettiva. Ben più radicale – anarchica, di fatto – degli studenti che sarebbero scesi in strada in capo a un paio d’anni. “Aborro aver bisogno di qualcuno”, dice l’eroina di Ducharme. “Il miglior modo per non aver bisogno di nessuno è radiare tutti dalla propria vita”. La sua lotta al conformismo non è ideologica. È una forza naturale, la scialuppa di salvataggio dell’adolescenza: “Preferisco stare dalla parte sbagliata, se bisogna per forza stare da una parte”. “Il mio cuore, lo strappo, lo getto nel fiume”, dice Bérénice, e sembra dica piuttosto che non saprebbe cos’altro farne, a chi potrebbe, in alternativa, consegnarlo. “Sono contro l’amore. Mi rivolto contro l’amore, come loro si rivoltano contro la solitudine”.

10) “Autunno” di Ali Smith pubblicato da Sur nella collana BigSur, 2018, per la traduzione di Federica Aceto.
Elisabeth, ricercatrice trentenne presso l’università di Londra, torna nella cittadina di provincia dove abita la madre per stare accanto a un vecchio vicino di casa, Daniel, centouno anni, che trascorre in uno stato di sonno profondo quelli che sono forse i suoi ultimi giorni di vita; malgrado la differenza di età i due sono stati a lungo legati da un’amicizia strettissima, che si è bruscamente interrotta anni prima e di cui Elisabeth, al capezzale di Daniel, cerca di riannodare i fili. Fuori da quella stanza c’è poi un paese traumatizzato dal voto sulla Brexit, percorso dalla paura e dall’intolleranza; ma anche una donna di mezza età, la madre di Elisabeth, che grazie a una comparsata in un reality show trova l’amore dove non avrebbe mai immaginato di cercarlo.
Primo romanzo di una tetralogia ispirata alle quattro stagioni, Autunno è costruito come un caleidoscopio di aneddoti, visioni, ricordi che ci fanno entrare in maniera sempre più intensa nella vita dei suoi personaggi. Lucidissimo nel ritrarre una società in crisi, e al tempo stesso carico di compassione e di speranza, è una meditazione sull’incontro con il diverso e sul potere trasformativo della creatività umana; un romanzo dalla voce ammaliante, ricca di echi letterari ma anche capace di parlare in maniera diretta alla nostra inquieta contemporaneità.
Ali Smith (Inverness, 1962) è autrice di cinque raccolte di racconti e sei romanzi, fra cui Hotel World e Voci fuori campo, usciti rispettivamente per minimum fax e Feltrinelli e ripubblicati presso BIG SUR. Sempre per BIG SUR è uscito L’una e l’altra. Due volte finalista al Booker Prize, è una delle voci più originali e influenti della letteratura britannica contemporanea.
Fuori Classifica e in un ideale Undicesimo posto parimerito due giovanissimi scrittori italiani: Giuliano Pesce e Leonardo Malaguti.

Giuliano PesceGiuliano Pesce è l’autore de “L’inferno è Vuoto”, marcos y marcos, 2018.Il papa si tuffa nel vuoto e a Roma scoppia l’apocalisse: crimini, passioni, personaggi bestiali e una Rossa da sognare.Un romanzo on the rocks che scorre a perdifiato.È domenica e tutto va storto.Il papa si butta dal balcone e Roma affonda nel caos.A Milano, Fabio Acerbi, agli ordini di un editore molto grande, corre a prendere il treno. Sogna di scrivere un best seller, ha già appuntamento con un cardinale.Ma chi è questa rossa, sul sedile di fronte, con le iridi così verdi da mettere a disagio. Poi c’è Alberto Gasman, che si sveglia in una saletta dell’Hype Club: alle prese con visioni fluorescenti, il cadavere di un presentatore stroncato dalla coca e una minorenne in cerca di guai.Il Cobra non lo paga certo per questo, ed è la volta che lo punirà. Se impalandolo, bruciandolo vivo o affidandogli una missione suicida, Alberto Gasman lo scoprirà presto, perché il Cobra lo aspetta alle tre.
Ma chi è questa bella che sale le scale? Capelli rossi, collo leggero e fragile, un neo sulla guancia da baciare. Cosa ci fa nel bordello da cui il Cobra manovra la città?È martedì e tutto gira a mulinello.La nipote del prefetto è scomparsa, e spuntano cadaveri in ogni angolo. Il commissario De Santis balza da un verbale all’altro, spiritato: i misteri danno senso all’esistenza, e a lui è scoccata la scintilla.
Qualcosa lega Fabio Acerbi, il Cobra e Alberto Gasman.
Ma chi era quella donna di rara bellezza, al Grand Hotel Semiramide? Gli occhi verdi, ferini: i capelli che cadono sulla schiena come lava incandescente.
Giuliano Pesce è nato a Monza il 25 febbraio 1990. Cresce a Desio (MB), dove frequenta il liceo classico. La laurea in lettere moderne e il master in editoria sono le inevitabili conseguenze della sua passione per i libri. La potenza racchiusa nei racconti lo investe fin da bambino, spingendolo a rielaborare le prime storie con cui viene a contatto: cosa succederebbe se Batman incontrasse Spiderman? Cosa fa Super Mario quando non è impegnato a salvare la Principessa Peach? Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo, “La parziale indifferenza” (Edizioni Il Foglio Letterario). Marcos y Marcos ha pubblicato “Io e Henry” e “L’inferno è vuoto”. Giuliano Pesce si è aggiudicato il XXV Premio Fiesole Under 40 (2016) con Io e Henry.
Dopo il diluvioLeonardo Malaguti è l’autore di “DOPO IL DILUVIO” , Exòrma Edizioni, 2018.
Un paese incastrato in una conca profonda sotto il livello del mare e una pioggia fitta e insistente (un diluvio) che finisce per riempirla fino all’orlo. Il paese è sommerso: c’è qualcosa che ottura la valvola del canale di scolo… Siamo in un luogo senza tempo da qualche parte nel cuore dell’Europa; forse nella prima metà del ’900, così sembrano suggerire alcuni dettagli come il telegramma, la sigaretta, il furgoncino del latte, i caratteri tipografici del passaporto di Lisetska. Allo stesso tempo, sembra di essere entrati in un buio Medioevo dove quel diluvio e la follia che scuote e inebria i personaggi fanno pensare alle storie sulla fine del mondo…Fin dall’inizio il macabro cede il passo al grottesco, a un’abile narrazione in chiave comica dal ritmo incalzante che investe e travolge ogni cosa trasformando la tragedia in farsa: Krauss si suicida tagliandosi le vene con un pennino, il mite Signor Keller si rivela un folle che stupra la giovanissima Nana, l’adultera Lisetska diventa per il Pastore Thulin la strega che ha portato la sciagura sul paese. Personaggi che sembrano usciti dai dipinti di Bruegel e Bosch ma anche Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno, divertenti e inquietanti allo stesso tempo.Una storia grottesca e paradossale, in bilico tra narrazione epica e ambizione tragica, in realtà profondamente comica, di una comicità antica, che però sembra proprio alludere clownescamente al nostro reale contemporaneo
LEONARDO MALAGUTI nasce a Bologna nel 1993. Laureato in Arti e scienze dello spettacolo alla Sapienza Università di Roma, si divide tra la scrittura (narrativa, drammaturgia, sceneggiatura) e la regìa (teatro, cortometraggi). Questo suo primo romanzo, Dopo il diluvio, è stato finalista al Premio Nazionale di Letteratura Neri Pozza.

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