di Antonello Saiz

Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”
Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”

 

 

 

 

 

 

La Letteratura dei Vivi e dei morti.

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Da sempre la letteratura vive negli interstizi. Sotto il tappeto, nel granello dimenticato. Nello spazio bianco tra una vignetta e l’altra. Lì in fondo, proprio in fondo al pozzo. Dentro la sillaba spezzata dell’ultima parola. Sull’orlo, sul confine, sulla soglia. Nell’infinito istante.
Da sempre la letteratura prova a espandere l’istante, a vivere, dentro il testo che si compie, l’esperienza di sospendere il tempo. Trovare il punto. Il punto infinito, quello esplorato da Andrea Gentile che con il suo libro e il suo racconto ci conduce a scoprire alcune delle innumerevoli possibilità con cui la letteratura ha tentato di espandere l’istante, indagando l’interstizio solenne che separa i vivi e i morti.

000000Un paio di mesi fa ho messo il libro di Andrea Gentile, “I vivi e i morti”, edito da minimum fax, in assoluto tra i più belli di quelli letti da inizio 2018. Siamo ormai sul finire di giugno, l’estate è cominciata, e posso confermare che al primo posto della mia classifica parziale per questo anno rimane lui. Ho letto in questi mesi critiche entusiaste su tanti giornali cartacei e in Rete, ho assistito a ben due presentazioni, una a Palermo e l’altra a Parma e ascoltando l’autore parlare del suo libro,raccontarlo nei suoi snodi essenziali, facendo mille citazioni importanti di poeti, scrittori, scultori, e poi mille riferimenti letterarie filosofici, ho capito ancora meglio perché quel libro su quel sud viscerale, magico, mi era tanto scoppiato nella testa. È un libro complesso e con tanti piani di lettura, ma se si entra nella magia che la parola, la lingua italiana regala, in quella scrittura tra le più affascinanti di questi anni, allora si arriva a provare piacere allo stato puro.
Sabato 16 giugno abbiamo presentato questo capolavoro dell’epica italiana di Andrea Gentile attraverso una serie di Letture a cura dell’attore Raffaele Rinaldi.
La voce e la vivacità di Rinaldi ci hanno condotto in questo mondo fantasmagorico e rurale, in questo spazio tempo sospeso tra la luce e l’ombra dei vivi e i morti, finendo per raccontarci tutto l’ universo narrativo visionario di questo romanzo.
A Masserie di Cristo, lungo le pendici del Monte Capraro, nel cuore di un Sud viscerale, fantasmagorico e magico, i vivi e i morti s’incontrano, talvolta senza riconoscersi. E non sono né vivi né morti. In questo luogo inesistente e remoto, la giovane Assuntina è scomparsa, e tutto il villaggio non si dà pace. Tebaldo costringe la piccola figlia Italia a ucciderlo, e la madre la punisce rinchiudendola in una cantina. In un infernale carcere sotterraneo un Custode meticoloso e malinconico assegna punizioni terribili a rei e innocenti e scrive lettere amareggiate a se stesso, mentre la guerra fra le fazioni del paese disarticola l’ordine già precario del mondo. Il tempo ricomincerà ancora una volta – ma si tratta di Genesi o Apocalisse? – e un Noi collettivo, transitorio e ipnotico, potrà narrare finalmente la follia degli uomini. Esiste solo il movimento infinito, il racconto che si racconta sempre di nuovo, per i vivi e per i morti.
In questa storia ogni luce danza con le ombre, ogni spiegazione semplice e razionale dei fatti precipita in uno strapiombo di colpe oscure e inconfessabili che ci interrogano profondamente e ci scherniscono.
Con una scrittura visionaria e sapienzale, Andrea Gentile incanta, stupisce e scuote il lettore e, con sicurezza di sciamano, disgregando lo spazio-tempo narrativo, sposta il confine di quello che è possibile fare con la forma romanzo.
Andrea Gentile è nato a Isernia nel 1985. Nel 2009 lavora a Patria di Enrico Deaglio (il Saggiatore 2009). Dopo il libro per ragazzi “Volevo nascere vento” (Mondadori 2012, premio Il gigante delle Langhe; finalista Bancarellino) scrive il suo primo romanzo, “L’impero familiare delle tenebre future” (il Saggiatore, 2012). Nel 2014, per Rizzoli, esce “Volevo tutto: la Vita nuova”. Dal 2014 è il direttore editoriale de il Saggiatore.
Della stessa casa editrice, dopo “Nelle Terre di nessuno”, uscito lo scorso autunno, finalmente è arrivato in libreria «Country Dark», il nuovo romanzo di Chris Offutt, sempre nella traduzione di Roberto Serrai.

Clicca sulla copertina per accedere alla scheda sul sito della casa editrice Minimum fax.
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Reduce della guerra di Corea, Tucker torna casa, a una vita semplice e pacifica. Vuole prendersi cura della moglie e dei figli, qualsiasi cosa accada.
Tucker è appena tornato nel suo Kentucky dopo aver partecipato a una delle guerre più sporche e dimenticate della storia americana, appunto quella di Corea. Ha combattuto in condizioni estreme, non ha esitato a uccidere, come se fosse la cosa più naturale al mondo, è un reduce senza medaglie e senza rimorsi. Vuole solo ricongiungersi alle terre aspre e isolate nelle quali è cresciuto, costruirsi una famiglia e vivere in pace, anche se per farlo deve lavorare alle dipendenze di un contrabbandiere di alcol.
Ma quando il suo fragile equilibrio e i suoi affetti più cari vengono messi in pericolo non ha la minima titubanza: riprende in mano le armi, che sa usare come pochi, e si prepara a difendere ciò che ama nell’unico modo che conosce.
Dopo il grande successo di critica e di pubblico che ha ricevuto la sua raccolta d’esordio, “Nelle terre di nessuno”, Chris Offutt ci riporta in Kentucky, regalandoci un romanzo potente e teso come una corda di violino: una storia di violenza e vendetta che appassiona come un noir e illumina i lati più nascosti e oscuri del sogno americano. L’America dimenticata dei poveri bianchi, quella di Offutt in questo ronanzo, che Giancarlo De Cataldo su Robinsons di Repubblica definisce:

“Un folgorante “slow thriller”, un giallo lento, dove si colgono perfettamente le ragioni di gente che vive attaccata ai propri valori ed è pronta, per difenderli, a mettere mano al fucile”.

Maestro nel ritrarre il volto meno visibile dell’America, Chris Offutt è nato a Lexington, Kentucky, nel 1958. Oltre a “Nelle terre di nessuno”, ha scritto un’altra raccolta di racconti, “Out of the Woods”, un romanzo, “The Good Brother”, e tre memoir: “The Same River Twice”, “No Heroes: A Memoir of Coming Home”, e “My Father, the Pornographer”. Ha ricevuto, nel 1996, il Whiting Award per la narrativa e la saggistica, ed è stato incluso da Granta tra i venti migliori narratori delle ultime generazioni. Lo scrittore racconta con uno sguardo partecipe e mai giudicante le dinamiche dei rapporti umani nel loro dato più elementare e universale: l’amore per la famiglia e la volontà di proteggerla.

Clicca sulla copertina per accedere alla scheda del libro sul sito della casa editrice Exòrma.
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Tra le città letterarie, una di quelle che ha ispirato maggiormente poeti e scrittori, giornalisti e investigatori sicuramente un posto di riguardo spetta a Barcellona. Venerdì 15 giugno abbiamo ospitato ai Diari una profonda conoscitrice e della città e della letteratura catalana, Amaranta Sbardella che ci è venuta a presentare, assieme alla traduttrice Silvia Sichel, un libro in cui i personaggi delle opere letterarie prendono vita per accompagnare il lettore nei quartieri e nelle storie narrate dai grandi classici della letteratura catalana. Il titolo del libro presentato è “Barcelona desnuda – Fuga nella città: letteratura, luoghi comuni e insoliti cammini”,edito da Exòrma edizioni nella storica collana di letteratura di viaggio Scritti traversi.

A dialogare con l’autrice, un’amica di quelle storiche dei Diari, la traduttrice di Andrès Neuman (tanto per citarne uno), la nostra cara Silvia Sichel.
Una Barcellona svelata da personaggi letterari e che ci riportano ai nostri giorni. Una guida della città in dieci racconti in cui i personaggi letterari prendono voce e diventano un pretesto per raccontare luoghi, tetti, scale, i parchi, le piazze e i monumenti, edifici, vie. Un libro che diventa una mappa spaziale della città. Infatti i protagonisti di alcune delle maggiori opere letterarie sulla città catalana, Petra Delicado, Clara Barceló, Pepe Carvalho e molti altri con loro, scappano da una stanzetta malridotta del Raval e tornano come spettri in libertà alla Barcellona narrata nei libri. Vagano indisturbati, entrano in caffè e teatri, si calano di nuovo nei luoghi che conoscono, oggi mutati profondamente se non addirittura scomparsi, svelandoci una città più intima e segreta. Grazie a loro scopriamo una Barcellona a tratti sconosciuta, ben lontana dalla cristallizzazione turistica e modernista che da sempre ne accompagna l’immaginario. I quartieri barcellonesi e gli episodi salienti nella vita della città e dei suoi abitanti, le Esposizioni universali, le rivolte anarcosindacaliste e la guerra civile compongono un iridescente rosone gaudiano non solo letterario ma artistico, storico e culturale. Frequenteremo personaggi amati o saremo sedotti per la prima volta da scrittori e grandi classici della letteratura novecentesca catalana e castigliana: da Carlos Ruiz Zafón a Josep Pla con “Un signore di Barcellona”; e poi Joan Sales, Salvador Espriu, Mercè Rodoreda con il suo “La piazza del Diamante”, Eduardo Mendoza, i romanzi polizieschi di Manuel Vázquez Montalbán e Alicia Giménez-Bartlett. Alla fine del libro, il lettore si trova a camminare per le vie della città di Barcellona in compagnia di queste voci importanti.

Il libro della Sbardella è edito da una casa editrice, Exòrma Edizioni, a cui noi dei Diari siamo molto legati. La fattura umana e lo spessore morale di chi tiene una casa editrice si vede dai piccoli gesti. Maura Sassara e Orfeo Pagnani hanno voluto aderire in maniera significativa alla nostra iniziativa solidale che ci vede impegnati in questa estate a costruire una biblioteca per la Comunità Di Sant’Egidio di Parma.
aMauro e Orfeo hanno pensato di cedere un titolo del loro bellissimo catalogo e la scelta è caduta su “Lo zoo delle donne giraffa -Un viaggio tra i Kayan nella Tailandia del nord” di Martino Nicoletti.
Attraverso il contrasto tra i miti che narrano l’origine di questo popolo e la loro attuale condizione di profughi fuggiti dalla guerra civile in Birmania, Martino Nicoletti ci offre un’eccezionale, quanto affilata, testimonianza della vita negli “zoo umani” tailandesi. In un villaggio dell’estremo nord della Tailandia, sotto la luce assordante di un sole tropicale, figure femminili fuori dal tempo si concedono agli scatti fotografici di voraci visitatori. Queste, adornate da una vistosa spirale di anelli scintillanti che ne cinge il collo, sono le celeberrime “donne giraffa”, epiteto con cui vengono comunemente chiamate le appartenenti all’etnia dei Kayan. Ad arricchire l’opera, un’ampia selezione di immagini realizzate dall’autore con apparecchi fotografici vintage dei primi del ’900 e un toccante cortometraggio, girato in pellicola Super-8, interpretato dalla potente voce di Giovanni Lindo Ferretti.

Clicca sulla foto per accedere alla scheda del libro sul sito della casa editrice Quodlibet.
Clicca sulla foto per accedere alla scheda del libro sul sito della casa editrice Quodlibet.

Arrivato in questi giorni in libreria il nuovo libro del lucano Roberto Moliterni dal titolo “La casa di cartone”, edito da Quodlibet per la collana Compagnia extra, a cura di Ermanno Cavazzoni e Jean Talon.
Questa è una storia d’amore di oggi, conoscenza via internet sui social network, ammiccamenti, poi frasi spinte, convivenza, mobili Ikea, cataloghi, comuni banalità, e fine dell’amore, perché oggi una relazione non dura più del mobilio di truciolato compresso. Narrata con il noi, come fosse la storia di chiunque, perché anche l’amore forse è un prodotto destinato al consumo; vicenda crudele e quasi sociologica, in cui si ritrova il nostro mondo impressionante e anonimo.
«Ci siamo baciati altre volte, su internet, durante quel tramonto perpetuo e immaginario.»
Roberto Moliterni (1984) è cresciuto a Matera e vive a Roma. Scrive per il cinema e pezzi umoristici e racconti per lo più erotici per alcune riviste femminili. Nel 2010 ha vinto il Premio Malerba con la sceneggiatura “In prima classe”. Il suo primo romanzo è “Arrivederci a Berlino Est” (Rai Eri, 2015), nel 2017 ha pubblicato i racconti “Storie in affitto” (Dino Audino Editore).

Nuovo arrivo targato NN Editore ai Diari di bordo in questi giorni : è uscito il nuovo romanzo di Jane Alison dal titolo “Meglio sole che nuvole. Leggere Ovidio a Miami”, nella traduzione di Laura Noulian.

Clicca sulla foto per accedere alla scheda del libro sul sito della casa editrice NN Editore.
Clicca sulla foto per accedere alla scheda del libro sul sito della casa editrice NN Editore.

J, la protagonista di questo libro, nel mezzo del cammin della sua vita ha deciso di congedarsi dall’amore. Il suo matrimonio è fallito, non ha figli, e l’ultimo incontro con Sir Gold è stato un disastro, così come i tentativi di ritrovare le sue vecchie fiamme. J torna allora a Miami, ai cieli blu della città di vetro, agli orizzonti sfarzosi della baia di Biscayne, e si prende cura di un gatto e di un’anatra malandati mentre osserva i bizzarri inquilini del suo grattacielo e traduce brani di Ovidio. Le eroine delle Metamorfosi, trasformate dall’amore in piante, pietre o mostri, la guidano alla scoperta dei suoi sentimenti e nella ricerca di uomini da amare solo con la fantasia. Finché un giorno, scrutando il balcone del ventiduesimo piano, vede una donna dalla chioma biondo platino che lascia cadere qualcosa nel vuoto…
Con una scrittura poetica e sensuale, Jane Alison racconta di una donna delusa dagli uomini, che esplora le terre instabili del cambiamento e della solitudine per riprendere in mano la sua vita e accettare, finalmente, il suo desiderio di amare ed essere amata.
Questo libro è per chi inciampa e cade quando cammina con il naso per aria, per chi si sveglia al mattino con una canzone in testa e trova nascosti in quelle parole i saggi consigli del cielo, per chi ha salvato un uccellino ferito e ne ricorda il battito del cuore tra le mani, e per le ninfe che, scappando dall’amore feroce di un dio, si tuffano nella terra e conquistano l’immutabile serenità delle piante.
Jane Alison è nata a Canberra, ma è cresciuta negli Stati Uniti, dove ha studiato Lettere classiche e Scrittura creativa. Ha esordito nel 2001 con il romanzo “The Love-Artist”, incentrato sulla figura di Ovidio, ed è autrice di romanzi, racconti e saggi apparsi su New York Times, Washington Post, Boston Globe. Dopo aver vissuto in Germania e a Miami, si è trasferita a Charlottesville e insegna Scrittura creativa all’università della Virginia.

Nello Zaino di Antonello: La Letteratura dei Vivi e dei morti.