Mamma, ma cos’è uno scarabeo? – Mi domanda incuriosito Luigi, che a 5 anni non ne ha mai visto uno, mentre leggiamo “Jorge e Pepito” di Maria Gianola (Tunuè).
Gilles, un bimbetto dall’aria simpatica e sognante, con grandi occhialoni da vista e ciuffo ribelle, ha salvato uno scarabeo da una pozzanghera e l’ha portato con sé a casa per farlo asciugare. Un atteggiamento di accoglienza e ospitalità che tutti dovremmo imparare. E non è l’unico consiglio importante che Maria Gianola tramite Gilles dà ai piccoli, e grandi, lettori sull’accoglienza, perché Gilles per saperne di più sugli scarabei apre un libro “Il mondo degli insetti” e cerca informazioni sul suo nuovo amico. Grazie al libro, scopre che Pepito, questo il nome dell’insetto, è un esemplare raro, a rischio di estinzione: lo scarabeo golia. Mai dunque fermarsi alla prima impressione, mai limitarsi a una storia unica, ma informarsi per conoscere gli altri e sapere di loro.
Luigi è attratto subito dal libro che Gilles sfoglia e mi chiede di poterlo avere anche lui. I libri dovrebbero fare proprio questo: far venire voglia di leggere altri libri.
E chi è Jorge? A quella dell’amicizia, bene prezioso da proteggere a costo della vita, tra Gilles e Pepito, si alterna quella di un naufragio avvenuto il 12 gennaio 1977: una petroliera con a bordo 38 membri dell’equipaggio affonda al largo di Cape Cod, formando una chiazza di 230 km. A scivolare su quella chiazza melmosa e vischiosa una cassa di legno, con due strane creature rosa e senza pelo, fasciate sul dorso da una corazza a scaglie. Chi sono e cosa hanno a che vedere con Jorge lo lasciamo scoprire ai lettori di “Jorge e Pepito”. Quello che finora ho raccontato vale a rendere l’idea dei tanti temi importanti che Maria Gianola intreccia con leggera e partecipe sapienza: accoglienza, emigrazione, identità, bullismo, coraggio, ecologia, sfruttamento delle risorse, insieme a quelli più classici della letteratura per l’infanzia: l’eroismo, la curiosità, l’amicizia, la cura degli altri, la partecipazione umana al mondo naturale.
I disegni sempre di Maria Gianola danno vigore alla narrazione, inteneriscono i lettori adulti e facilitano la comprensione della storia di quelli più piccoli. Così come sempre capita, quando le immagini e i colori sono quelli azzeccati, Luigi dopo una seconda e terza lettura insieme a me, per chiedere dettagli, fare premonizioni e dare spiegazioni che alla prima lettura erano rimasti latenti, si concede la sua rilettura personale: sfogliare con i suoi tempi e la sua curiosità le pagine del libro, per raccontarsi da sé attraverso le immagini la felice avventura di Pepito con Gilles, Gynevre, l’amica speciale e compagna di scuola del bambino, e la maestra Lynde che sa sempre tutto di tutti, che siano insetti o ex allievi; e quella di Jorge, curioso di conoscere il mondo, e della sua famiglia che abita in un bosco nascosto di Central Park.
Il segreto e la felicità della penna e della matita, dei tratti e dei colori di Maria Gianola è quella di riuscire a raccontare e disegnare una straordinaria avventura come se fosse una favola, capace di entrare nei cuori dei grandi, perché vi riflettono temi importanti della contemporaneità, e di rimanere impigliata nelle maglie magiche della memoria dei piccoli, che dalle narrazioni dell’infanzia trarranno modelli e abiti mentali.
Per i piccoli, come Jorge alla scoperta del mondo, è facile esclamare:
Dirò a tutti che il mondo è una meraviglia e non c’è proprio nulla da temere!
Ma gli adulti sanno bene che questo potrebbe essere un inganno. Maria Gianola non edulcora la realtà, la sua storia prevede anche il marrone e il nero, il buio e la paura di un mondo strano, difficile da decifrare. La lezione, che Jorge trarrà dalla sua avventura, è quella più vera e valida per tutti, piccoli e grandi:
Anche quando il mondo faceva un po’ paura, c’era sempre qualcuno di cui ci si poteva fidare.
Non so voi, ma è proprio questo che vorrei che Luigi comprendesse e portasse con sé, quando diventerà un adulto.