di Antonello Saiz

Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”
Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”

 

 

 

 

 

 

Maggio dei Libri e Le Liste Belle

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Con l’arrivo di Maggio siamo pronti a salutare l’inverno farci coinvolgere in buone occasioni di lettura. Leggere, e leggere ovunque! Nessun luogo dovrebbe davvero essere estraneo ai libri e ai lettori, meno che mai una libreria. Il Maggio dei Libri per noi dei Diari è Festa. Festa del libro, della Lettura, dell’editoria indipendente di Qualità, delle copertine belle e colorate, della carta raffinata. Nel nostro colorato Maggio dei libri abbiamo voluto comunicare che Leggere è una esperienza Bella. Per questa ragione, in questa ultima settimana abbiamo concentrato ben tre presentazioni di altissimo livello con tre case editrici di riferimento.
Siamo partiti Mercoledì con “I favolosi anni ’85”.
00000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000Nel 1985 io vivevo ancora nella mia a Tramutola e frequentavo il liceo classico a Viggiano. Ai primi posti della classifica italiana c’erano: “We are the world” degli USA for Africa, “Into the groove”di Madonna, “The wild boys” dei Duran Duran, “Una Storia importante” di Eros Ramazzotti e “L’Estate sta finendo” dei Righeira. Nel 1985 Don De Lillo pubblicava “Rumore bianco”, Gabriel Garcia Marquez “L’amore ai tempi del colera” e Patrik Suskind “Il profumo”. Il giornalista Simone Costa, ha pubblicato per edizioni Spartaco, un libro dal titolo “I favolosi anni ’85” proprio sul ricordo e la nostalgia per quegli anni e lo ha presentato ai Diari mercoledì 23 Maggio. Di origini piemontese-campane nato a Napoli nel 1980 e vissuto a Roma, Simone Costa in quegli anni era solo un bambino. Cronista del telegiornale di La7, laureato in Filosofia e in Scienze della comunicazione è al suo secondo romanzo, dopo aver pubblicato nel 2015 “Precipitare” (Bordeaux). Un libro frizzante che prova a radiografare coloro che a distanza di alcuni decenni presentano il vissuto della loro generazione come favoloso. Immaginiamo, adesso, per un istante di essere sull’orlo di un abisso con nessuna intenzione di voltarci indietro e senza poter procedere in avanti: ecco, ci troviamo nel presente. Di fronte a noi le incognite del futuro, alle nostre spalle un passato falsato, addolcito dai ricordi. È qui che si ritrovano i due protagonisti del romanzo del talentuoso giovane scrittore. Marco Cocco, autore deluso, ex alcolista, dopo anni di rifiuti riesce finalmente a piazzare la trasmissione vincente: I favolosi anni ’85. La nostalgia è la chiave del programma, che ha subito un gran successo. L’idea semplice e per questo geniale sta nella costruzione di ricordi positivi in cui tutti possano riconoscersi: il profumo del piatto preferito da bambini, l’amore sbocciato da adolescenti su una spiaggia, la vittoria della Nazionale ai Mondiali di calcio. A dare voce alle storie è lo speaker arrivista, calcolatore ma bravissimo, Charlie Poccia. Sulle sue tracce cerca di mettersi Irene Castello. Manager in carriera, al culmine dell’affermazione professionale la giovane donna si ammala di una sindrome unica: non riesce più a decifrare le parole della gente, che per lei suonano come bisbiglii incomprensibili. Chissà se la dolcezza amara delle frasi ascoltate alla radio riuscirà a riportarla alla normalità.

Venerdì 25 è stata la volta di un ospite internazionale in libreria, la scrittrice irlandese Sara Baume che ha presentato “fiore frutto foglia fango”, edito da NN Editore. A Dialogare magnificamente con l’autrice è stato Seba Pezzani, musicista, traduttore e scrittore.
0000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000Nel romanzo d’esordio, la giovane scrittrice irlandese mette in scena la storia di amicizia e sostegno reciproco tra Ray e Unocchio, un uomo e un cane uniti da un’alleanza che si rinsalda giorno dopo giorno grazie a fiducia e compassione. Un inno appassionato alla stupefacente bellezza del mondo. Sara Baume ha presentato il suo libro e incontrare i lettori in un tour che ha toccato, oltre Parma, le città di Padova, Milano e Torino.
Ray, il protagonista di questo libro, è un uomo di quasi sessantanni che vive, isolato da tutti, nella casa del padre, in una cittadina sulla costa irlandese. Un giorno, in un moto d’impulso, decide di adottare un cane impaurito, malandato e privo di un occhio. Con il suo nuovo compagno di vita, Ray riesce per la prima volta ad aprirsi, a scardinare la solitudine, in un dialogo serrato dove ripercorre la sua esistenza, dallinfanzia alla scomparsa misteriosa della madre. Quando Unocchio, però, azzanna un altro cane del paese, i due sono costretti alla fuga e si mettono in viaggio alla ricerca della libertà e della speranza. Con una musica composta di parole, colori, profumi ed emozioni, Sara Baume ci consegna un romanzo sull’amicizia tra un uomo e un cane, un’alleanza che si rinsalda giorno dopo giorno grazie a fiducia e compassione, in un inno appassionato alla stupefacente bellezza del mondo. Il libro è per chi ama conversare con i personaggi dei suoi libri preferiti, per chi inventa parole strambe giocando a Scarabeo, per chi compone ogni giorno la lista delle cose da fare, e per chi si è liberato i polmoni da una caligine di tristezza e, gambe in spalla, ha deciso di andare a cercare l’odore dell’infinito.
Sara Baume è nata nel Lancashire e cresciuta in Irlanda. I suoi racconti e saggi sono usciti sull’IrishTimes, sul Guardian e su Granta, e sono stati premiati con il Davy Byrnes Award, l’Hennessy New Irish Writing Award, e il Rooney Prize. “fiore frutto foglia fango” è stato finalista al Costa Award, al Guardian Award, al Desmond Elliott Prize e al Los Angeles Times Book Prize.
Abbiamo concluso sabato con “Libro dei Fulmini” di Matteo Trevisani.

0000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000Sabato 26 Maggio è venuto a presentarci “Libro dei Fulmini” l’editor della casa editrice Atlantide, Simone Caltabellota. In una serata piacevolissima, assieme a tutti i libri belli della casa editrice abbiamo raccontato di questo romanzo innovativo, fuori dalle mode e scritto con la maestria di un grande narratore da Matteo Trevisani. Candidato al Premio POP e scelto per rappresentare l’Italia al Festival Europeo del Primo Romanzo nell’ambito del Festival Internazionale del Libro di Budapest, mi era sembrato il libro giusto da proporre anche nel piccolo concorso in Rete promosso sulla Pagina facebook del Blog Giuditta Legge. I risultati di questo giochino sono stati impressionanti: tra conferme rassicuranti, flop e risultati inaspettati si è registrata soprattutto una straordinaria e schiacciante vittoria in termini numerici del “Libro dei fulmini”. Una vera ‘onda sismica’ imprevedibile alla vigilia del voto. La realizzazione di un cambiamento attraverso un giochino? Certo che no. Ma sicuramente un metodo semplice per sovvertire certe regole nel mondo editoriale. E sicuramente è un bel segnale il numero di visualizzazioni e di voti caduti a pioggia su un libro di una casa editrice veramente indipendente che ha scelto di non essere presente in Rete e neanche nelle librerie di catena.

Ma la Commissione Segreta de Le Liste Belle e Giuditta Legge dopo lunghe consultazioni, ha convocato un Tribunale Incognito dei Veri Lettori che dopo aver raccolto prove, ascoltato testimoni ha deciso che io, il traduttore Giuseppe Girimonti Greco e la scrittrice Emanuela Cocco eravamo colpevoli di aver turbato il regolare andamento delle votazioni, di aver traviato con tag molesti i buoni lettori. TUTTI e tre siamo risultati colpevoli di doping algoritmico con l’aggravante della buona letteratura. Per questa ragione i tre libri sostenuti da noi: “Libro dei Fulmini” di Matteo Trevisani, “Eclissi” di Ezio Sinigaglia e “E’ il tuo turno” di Alberto Laiseca, venivano messi fuori dai giochi e inoltre noi tre venivamo CONDANNATI a scrivere un pezzo per lo ZAINACCIO sul perché leggere LAISECA, SINIGAGLIA e TREVISANI.
Ecco qui assolta LA SENTENZA/punizione da tutti e tre.

Parte il detentore di questo bordello che è diventato lo Zainaccio, un tempo sacro luogo del perfettino e del volesemo tutti bene. Oggi quello che è. Sarò io a cercare di far capire perchè Leggere il LIBRO DEI FULMINI fa bene anche al corpo ASTRALE.
a (1)Matteo Trevisani è stato il primo esordiente della casa editrice Atlantide con il suo “Libro dei Fulmini”, uscito a settembre scorso. Tre ristampe e la vendita dei diritti per la trasposizione cinematografica, meravigliose recensioni, librai e lettori entusiasti, il romanzo raccoglie perfettamente il senso di cosa sia Atlantide. “Un nuovo modello editoriale e culturale. Fuori dal tempo, fuori dai format, fuori dalle convenzioni”: è il motto di Atlantide, il progetto visionario di Simone Caltabellota e soci. Dieci titoli l’anno, 999 copie per ciascun volume, e testi venduti solo nelle librerie indipendenti e fiduciarie e in abbonamento. Atlantide non è presente né su Amazon né nelle grandi catene. Caltabellota, già direttore editoriale di Fazi Editore e di Lain, insieme a Gianni Miraglia (marketing manager), Flavia Piccinni (responsabile redazione) e al direttore di produzione Francesco Pedicini, ha aperto un paio di anni fa questa piccola casa editrice nata dal rifiuto della produzione abnorme e dettata dalle mode dell’editoria di oggi, per poter restituire il senso più profondo dei libri, e dell’editoria più visionaria e attenta alla cura artigianale. Non senza ambizione la casa editrice ha iniziato con il pubblicare capolavori dimenticati e testi destinati a diventare i classici di domani. I primi tre libri sono stati il saggio storico-critico di Adriano Tilgher “Filosofi Antichi”, uno dei capolavori dimenticati della letteratura americana del Novecento, “Ritratto di Jennie” di Robert Nathan e un graphic novel ante litteram, “Tomaso” di Vittorio Accornero, splendido romanzo illustrato degli anni Quaranta. Hanno fatto seguito tutta una serie di libri di successo: da “L’Outsider” di Colin Wilson fino a “Sweet Dreams” di Michael Frayn passando per Nada con il grande successo di “Leonida”, senza contare “Fiori Fantasma” di Ronald Fraser, “Il Mondo” di Irene Brin, “L’estate che sciolse ogni cosa” di Tiffany McDaniel, “Amo Galesburg a primavera” di Jack Finney e tante altre preziosità.
“Libro dei fulmini” è un romanzo potente e assolutamente a sé nella scena narrativa italiana contemporanea. Un viaggio che conduce il lettore in un’immersione vertiginosa attraverso i tempi e i segreti di Roma. Un viaggio lungo le tracce di un antichissimo culto dei fulmini e dei luoghi segnati dalle saette cadute sull’Urbe, che arriva al regno dell’oltretomba e di nuovo qui, nella terra dei vivi, o almeno di chi si crede tale. Scandito da uno stile aspro e ritmato idealmente basato sulla tradizione romana arcaica delle scienze augurali e interamente tramato su fonti latine antiche, il “Libro dei Fulmini” è allo stesso tempo una storia avvincente di morte e rinascita che si snoda tra due dimensioni e due mondi, e un originale e sorprendente romanzo di formazione tra storia, filosofia ed esoterismo.

t (1)Ottimo piazzamento per “Eclissi”, il nuovo romanzo di Ezio Sinigaglia pubblicato da Nutrimenti nel 2016 a trent’anni dal precedente esordio “Il pantarèi”. Ezio Sinigaglia è persona schiva e riservata e non conosciuto come la sua bravura imporrebbe. Eppure lavora da sempre con la scrittura e nel mondo dell’editoria: redattore, traduttore, fotocompositore, copywriter, ghostwriter, autore di guide turistiche e docente di scrittura. Questo gioiello a trent’anni dal primo giunge quasi come un dono. Ricevere una sua mail personale in questi giorni attraverso il suo grande amico Giuseppe, è stata una grande emozione per me. Ecco La Pena di Giuseppe Girimonti Greco :

La Sentenza mi impone una pena che sarà dolce scontare, anche se (meglio dirlo subito!) non amo scrivere recensioni. Dolce perché mi viene chiesto di parlare di un autore – Ezio Sinigaglia – che amo molto, e in particolare di un libro davvero singolare: “Eclissi” (Roma, Nutrimenti, 2016): un piccolo caso letterario, “argento” al Premio Lucca, finalista un po’ dappertutto, ospite di rassegne letterarie, di libraie e librai “portafortuna”, di festival di letteratura per le scuole, di gruppi di lettura cagliaritani, crotonesi, pistoiesi, ecc., che lo hanno scelto come livre de chevet da leggere, rileggere, annotare; già ospite di “Giuditta Legge” nella rubrica “Dieci buoni motivi per NON leggere…”; un romanzo breve, compatto, bello come un cristallo alieno, “immaginifico”, ma al tempo stesso pieno di una grazia toute naturelle. Vengo subito al punto: ho assistito alla genesi di “Eclissi” (che Sinigaglia ha raccontato a “Ho un libro in testa”, su invito di Chicca Gagliardo), e già questa circostanza mi inorgoglisce. Qualche anno fa Ezio si è imbattuto in un “filo d’oro” da cui è scaturita – di getto – tutta la storia e (quel che più conta) la “forma” di quella storia: un’isola dell’estremo Nord; un viaggio senile intrapreso per oscure ragioni, sull’onda di una smania quieta e insensata, come spesso sono le smanie e le idee fisse dei vecchi (viaggio mal visto dall’assennata famiglia del protagonista, inutile dirlo); un incontro inatteso (con un’eccentrica matrona americana appassionata di astronomia); le rovine di una cattedrale che sembra partorita dall’isola stessa, e che si staglia come un monito, a testimonianza di una remota tragedia locale, una sorta di leggenda “fondativa”, aspra come un mito nordico di distruzione e rinascita; un’eclissi totale di sole, un doloroso ricordo d’adolescenza, rimosso e poi ritrovato: Trieste, due compagni di scuola che “fanno forca” e trascurano il programma di maturità per leggere Leopardi en plein air , in un’ambientazione idilliaca e forsteriana (Saiz direbbe “b-romantica”); la silhouette di un ragazzo adorabile (e adorato) che lascia un porto sicuro per avventurarsi in un “folle volo”… La stesura del romanzo è stata rapida e (forse) indolore. Un mese. Doveva essere un divertissement. Niente di troppo sperimentale, perlomeno nelle intenzioni. E invece da quel mese di ispirazione, scrittura notturna e labor limae diurno è scaturito un testo composito, linguisticamente polifonico, di difficile classificazione, come pressoché tutti i lavori di Sinigaglia.
Spesso gli editori, quando devono confezionare la scheda-teaser di un libro per i promotori, i librai, la stampa, chiedono a noi traduttori di suggerire alle redazioni delle opere “sorelle”, per riempire una specifica casella (il cui nome tecnico adesso mi sfugge) che, se ho ben capito, serve a fornire a chi di dovere degli agganci, degli appigli, delle correspondances da dare in pasto a lettori forti e “deboli”, motivati e pigri. Ebbene, se dovessi riempire una casella di “opere affini” a Eclissi , mi divertirei a infarcirla di riferimenti peregrini:
M. Zadoorian, “In viaggio contromano”, Marcosy Marcos, 2010, trad. di C. Tarolo (da cui è tratto Ella & John , l’ultimo film di Virzì); “Nebraska”, un film di John Payne del 2013 (con uno strepitoso Bruce Dern); “Il mistero di Wetherby”, un film del 1985 di David Hare, Orso d’Oro al Festival di Berlino, con Vanessa Redgrave, Judi Dench, Ian Holm (un capolavoro di grazia misteriosa e di cose suggerite, appena accennate); e infine Swimming Pool, un film di Ozon che ha rilanciato la sublime Rampling. Perché questa caterva di corrispondenze? Per giocare al gioco preferito dei promotori e degli influencer, per confondere un po’ le acque e incuriosire i gentili lettori senza cedere alla tentazione di parlare lungamente dei prossimi titoli che Sinigaglia ha in uscita ( “Il pantarèi 2.0”, per Terrarossa Edizioni di Giovanni Turi, e “L’imitazion del Vero”, sempre per Terra Rossa).

z (1)Risultato a sorpresa e una miriade di voti per “È il tuo turno” dello scrittore argentino Alberto Laiseca nella traduzione di Francesco Verde con Revisione di Livio Santoro e con Maria Cristina Cavassa che ha tradotto la postfazione di Hernán Bergara. Libro coraggiosamente pubblicato da Edizioni Arcoiris nella Collana: Gli eccentrici curata da Loris Tassi.

Questo il pezzo di Emanuela Cocco:

Vengo subito al punto: è arrivato il momento di leggere lo scrittore argentino Alberto Laiseca, a partire dal suo romanzo d’esordio “È il tuo turno” (Edizioni Arcoiris, traduzione di Francesco Verde).
È una storia travestita da poliziesco eccentrico, un delirio narrativo in cui la criminalità organizzata si scontra lasciandosi dietro una scia di morti inarrestabile, e dove un assurdo Commissario dà la caccia ai criminali facendo regia dell’arresto con luci cinematografiche e colonna sonora wagneriana. Tutto è cinema, tutto è irrealistico, ogni cosa in questo romanzo trascende e irride il genere, muovendo al riso e a una forsennata rivolta verso gli stereotipi narrativi. Laiseca, uomo poverissimo e geniale, è tra i pochi a sfidare il canone borgesiano con una scrittura indomita, che lo porterà ad essere accostato da Riccardo Piglia, per la scrittura e l’immaginario della sua opera-mostro “Los sorias” (quasi 1.400 pagine, e un numero di vocaboli superiore a quello dell’“Ulisse” di Joyce) ad altri grandi come Philip K. Dick e Thomas Pynchon. Nei suoi romanzi la realtà mostra il suo volto deforme e insensato. Le iperboli della scrittura di Laiseca svelano la natura multiforme e ingestibile del mondo, la sua ingiustizia feroce. Pubblicato per la prima volta nel 1976, grazie all’ostinazione di Osvaldo Soriano, “È il tuo turno” è un romanzo sadico e dissacrante, che diverte e stupisce, un caleidoscopio di linguaggi e immagini violente e inattese, capace di irretire il lettore per trascinarlo in una guerra stramba in cui tutti perdono e a vincere è solo la grande letteratura.

Nello Zaino di Antonello: Maggio dei Libri e Le Liste Belle