di Antonello Saiz

Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”
Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”

 

 

 

 

 

 

Farsi Alberi

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“Ieri ai Diari di bordo c’era commozione. Le storie (e gli esseri umani) a volte, fanno questo effetto.
Siamo stati alberi con i libri degli altri.
(Ho letto Anna Toscano, Franco Arminio, Patrizia Cavalli, parlato dell’Uomo seme, della Vegetariana, di Cani Selvaggi e di NNE e Skira e Playground… e di Emidio Clementi… e… )
E forse abbiamo ballato. (Sì, anch’io)”.

Sono parole della scrittrice Elisabetta Bucciarelli, ospite d’eccezione ai Diari di bordo per la Giornata delle Librerie Indipendenti Sabato 28 Maggio. Abbiamo scelto lei per festeggiare perché ci lega una profonda amicizia e un legame forte. Elisabetta Bucciarelli è una forza della Natura, una brava scrittrice che ama la scrittura e le parole e i Libri e sapevamo che ci avrebbe animato la serata alla grandissima, facendo sparire ogni velo di malinconia per le assenze. In una serata di festa come quella si aveva la necessità di avere qualcuno che galvanizzasse i lettori. Ed Elisabetta Bucciarelli ha saputo fare questo, ma pure far commuovere e lacrimare il cuore dei due librai, in cerca di conforto e parole giuste. Il libro che presentava non era certo di una casa editrice indipendente, ma come ha spiegato lei stessa, è con un libro indipendente, e con una casa editrice come NN Editore, che lei è venuta in contatto con queste realtà indie, sparse per il paese, scoprendone i valori e le possibilità. Il suo ultimo romanzo “Chi ha bisogno di Te” è stato un pretesto per parlare di libri, anche di altri, di librerie indipendenti e di librai. Così si è finito per incantare il pubblico con il racconto del libro “L’Uomo seme” di Violette Ailhaud ma pure de “L’amante imperfetto” di Emidio Clementi.

0Una scrittrice che ama i Libri a tal punto che, a fine presentazione, segue il Consiglio del libraio e acquista Marina Premoli con il suo “Questa è già la mia vita” e poi un libro di poesie molto bello come quello del grande poeta Valentino Zeichen.
Queste magie di farsi alberi coi libri degli altri possono accadere solo in quelle librerie indipendenti che hanno una comunità di lettori. Quelle che si fanno comunità e quando chiudono e lasciano vuota un’altra vetrina, che sia in un paese o in una città, fanno sollevare riflessioni drammatiche sui social. Le librerie indipendenti che si fanno comunità sono preziose, e bisogna tenerle da conto finché ci sono a presidiare un quartiere, a riqualificare una via, un borghetto… proprio come fossero alberi, che sono cari. Ecco perché per una sera ci siamo fatti Alberi. Bisogna andarci più spesso a dare acqua a queste piante e a sfogliare qualcosa di inaspettato tra le foglie, a scovare un libro che si desiderava da tempo… Le Librerie indipendenti sono piene di idee da realizzare per il Futuro. Ma hanno bisogno di presenze. Sono universi di idee che contengono infinite possibilità per lettori appassionanti e neofiti. Sono chiavi di lettura e contenitori di soluzioni questi spazi performativi viventi. Sono luoghi di tranquillità dove trascorrere del buon tempo.

“Chi ha bisogno di Te” edito da Skira così lo racconta la mia socia Alice :

“… cosa significa davvero vivere in funzione di un’altra persona, prendersi cura di quella dipendenza reciproca, avere cura dell’altro e concepire come amore vero solo quello che è in grado di contenere una perdita.
Ci sono libri che scavano dentro, questo è uno di quelli.
Quando è arrivato era ottobre, un autunno caldo, tutto stava cambiando, anche dentro di me, e quelle parole risuonavano richiamando note che ora sento in modo diverso, quando a distanza di mesi ho ripreso in mano il libro.
È un romanzo che vive di essenzialità: del linguaggio, della trama, del non detto e delle domande sbagliate che a volte restano confinate nei pensieri, e quella dei suoi personaggi.
Una madre che è perno e fragilità, un’adolescente che esplora lo sconosciuto e capisce che quella ricerca di senso si dissolve in ciò che forse non era altro che desiderio di sentirsi viva in modo nuovo. Racconta come imperfezioni e separazioni possano arrivare a definire inconsapevolmente un’idea di felicità. E racconta una madre che in silenzio cura innumerevoli piante nei suoi terrazzi, china davanti a quella rosa che continua a fiorire, soffrendo quando le afidi la attaccano e gioendo dei suoi nuovi boccioli tardivi a settembre. Leggendo sentivo di mettere insieme i ricordi dei giorni radunandoli come lei con i suoi semi, catalogandoli e chiudendoli in barattoli per scandire i ritmi di una vita fatta di legami da interrompere sanciti con una nuova piantumazione e di piccole gioie del presente con semi di fiori a sorpresa. A volte bisognerebbe abbandonare le parole dette, e provare a parlare in altro modo, usare la musica e creare stanze da un pianoforte, come fa quella madre insegnando la vita a una figlia usando i brani dei Queen. In fondo forse non serve aggiungere altro quando si resta a sanguinare distesi. Perché la musica può ancora mettere al riparo dal tempo. “Ogni amore ha la sua voce. Il mio è silenzio scritto”, ma può far male mettersi in ascolto…”

3Giovedì 3 maggio gli alberi dei Diari si sono arricchiti di un libro molto particolare, le “Cronache infedeli” di Fabio Fusi che ha dialogato con il giornalista Antonio Mascolo. Una serata di alta tensione etica, dove si è parlato del modo di fare giornalismo e comunicazione negli ultimi trent’anni, partendo da un libro.
Non è un romanzo, non è un reportage, è un genere “ibrido”… di “Cronache infedeli” appunto, come nel titolo del libro del giornalista Rai edito da Voland nella collana Confini. Un libro in cui si prova a raccontare la Storia attraverso le storie raccogliendo ricordi, testimonianze, sensazioni che si snodano lungo quasi trent’anni.
Un diario di viaggio. Un viaggio di trent’anni attraverso i cambiamenti di un mondo in tumulto. Di questo si è parlato, citando a inizio presentazione Ettore Mo, giornalista che si è occupato di politica estera, raccontando in prima persona tutte le crisi mondiali e ha conosciuto e intervistato i maggiori protagonisti del XX secolo, sempre secondo la sua filosofia, per la quale per un giornalista l’importante è essere sul posto, vedere con i propri occhi, poter ascoltare dai testimoni diretti quanto è accaduto e poterlo riportare in prima persona. Proprio come ha fatto Fusi per tanti anni al Tg3. In un silenzio religioso e irreale, emozionando il pubblico, si è parlato di nuove geografie e frontiere, fragili paesi che nascono, antiche nazioni che si spengono come stelle fredde, intere comunità costrette all’esilio. Da Sarajevo assediata a Berlino liberata dal muro, da New York inginocchiata davanti alle rovine delle Twin Towers a Mosca che maledice il proprio passato, il cronista raccoglie e racconta, cercando di mettere ordine nel caos che lo circonda. Il cronista è un testimone incantato: di notte vengono a trovarlo in sogno gli spettri benevoli dei compagni che ha incontrato lungo i sentieri dell’Africa, nei villaggi massacrati dell’America Latina e dei Balcani, nelle province dell’Impero sovietico in agonia. Il cronista non è un giudice, ma sempre e soltanto un complice: di volta in volta ritrova i tanti fratelli che non ha mai conosciuto negli esseri umani con cui gli capita di dividere il pane e le giornate. Un libro di memorie, sogni e ricordi. Una storia vera, autentica e infedele: una storia, in fondo, sommamente bugiarda.
Il mondo che racconta Flavio Fusi in questo libro non c’è più, ma ha preparato quello che conosciamo oggi. Con una scrittura semplice e profonda, tra memoria personale e collettiva, tutto filtrando sempre attraverso il setaccio della letteratura più preziosa, Flavio Fusi riaccende i riflettori sulla rivolta del Chiapas, sui Sandinisti e Somoza, sull’orrore di Sarajevo, sul disorientamento di una generazione intera dopo la caduta del Muro di Berlino. Storie da non dimenticare, specie in tempo di revisionismi inquietanti. Flavio Fusi negli ultimi 30 anni ha raccontato i tumultuosi cambiamenti del mondo, montando immagini e parole per i servizi Esteri della RAI. Nel suo libro ce ne presenta delle schegge, più come un diario che come un impossibile resoconto storico. Il risultato è un emozionante libro di cronache infedeli, che spazia da Sarajevo a Manhattan. Giornalista di lungo corso, Flavio Fusi ha imparato il mestiere alla vecchia scuola de “l’Unità” e per trent’anni ha seguito come inviato della Rai tutte le più importanti crisi internazionali. Corrispondente da New York e Buenos Aires, conduttore e commentatore del Tg3, non ha mai vinto premi giornalistici e non appartiene a nessuna scuderia professionale. “Cronache infedeli” è il suo primo, vero libro.
E’ iniziato Maggio, e maggio quest’anno è il mese dei libri più NN E di tutti, ai Diari! Abbiamo iniziato con “Preludio a un bacio” di Tony Laudadio Venerdì 4 maggio, per continuare con “Di ferro e d’acciaio” di Laura Pariani Sabato 19 maggio e finire con la scrittrice irlandese Sara Baume e il suo “fiore frutto foglia fango” Venerdì 25 maggio.
04Il mese più NN Editore ai Diari è iniziato, dicevamo, con un bravissimo attore di teatro Tony Laudadio che ha incontrato il pubblico e firmato le copie del suo libro “Preludio a un bacio”, e ha raccontato la storia di Emanuele tra musica e parole, al ritmo dolce del suo sax. L’attore di tanti film di Moretti e Sorrentino, l’interprete di tante opere teatrali di grande successo,senza saperlo, ha ripreso lo stesso discorso fatto da Bucciarelli, una settimana prima e si è complimentato con i due librai, nei quali ha visto la luce della passione e dell’entusiasmo. Senza essere impostato o autoreferenziale (e ne avrebbe avuta tutta l’autorevolezza) ha parlato di aver visitato, nei tour promozionali dei suoi libri, tante botteghe di Resistenza Culturale, come la nostra, dentro le quali si creano famiglie virtuose di lettori. La mattina succesiva su Twitter ha scritto che è stato un piacere conoscerci e che siamo comunità.

Ha suonato due pezzi molto intensamente con il suo sax. Anzi, divertendo il pubblico, ha detto che nella sua vita avrebbe realmente voluto essere un musicista e, che approfitta di questi giri di promozione al nuovo libro, per poter suonare in tutta libertà.
La musica, del resto, è la protagonista di questo romanzo in cui viene fatta al microscopio una spietata anatomia della esistenza umana. Un romanzo che è soprattutto la storia di una rinascita, quella del protagonista, Emanuele, un musicista, sassofonista di strada con problemi di alcool e di sentimenti. Un senzatetto che suona agli angoli delle strade. Ha rinunciato a ogni affetto e contatto umano, tranne quello di Maria, che lavora in un bar e si prende cura di lui. Finché un giorno, dopo un’aggressione, Emanuele si risveglia in ospedale e si accorge d’un tratto che la sua apatia è scomparsa: persone e cose brillano di una nuova luce, spingendolo ad agire per rimediare agli errori di un passato sprecato. Non solo un romanzo, ma un monologo su carta, ambientato in un teatro fatto di jazz, ricordi e rimpianti; Tony Laudadio ci consegna una storia colorata come una processione lungo le strade di una città di provincia, popolare e anche un po’ kitsch, emozionante come il brivido che ci coglie quando ritroviamo frammenti di fiaba nella vita di tutti i giorni. “Preludio a un bacio” è la storia di una rinascita in crescendo, in corsa verso una felicità inafferrabile, ma comunque capace di dare senso a una vita intera.Questo libro è per chi cerca la divinazione della giornata in libreria, per chi rincorre profumi e colori sulle strade, per chi ascolta tutto l’anno le canzoni di Natale, e per chi si è trovato a piangere lacrime in bianco e nero per la sua vita non vissuta, per poi scoprire che in quello spazio bianco si sono decise le sorti della sua dannata felicità.
Tony Laudadio, da artista eclettico e sorprendente quale è, ha raccontato a braccio e da solo il suo libro e il suo avvicinamento alla scrittura. È un attore di teatro e di cinema che si è formato alla Bottega di Vittorio Gassman. Ha recitato con Andrea Renzi, Fabrizio Bentivoglio, Nicoletta Braschi, Luca Zingaretti, Toni Servillo; ed è stato diretto da Edoardo De Angelis, Marco Risi, Nanni Moretti, Paolo Sorrentino. Ha scritto e curato la regia di opere teatrali di successo, come “Un anno dopo”, “Birre e rivelazioni”, “New magic peole show”. E, negli ultimi anni, presta, con grande efficacia, storie e personaggi alla letteratura. Ci ha raccontato del suo esordio letterario nel 2009, e per giunta con la casa editrice di Santa Maria Capua Vetere di Ugo e Tiziana Di Monaco, Spartaco Edizioni. Di come, dopo quel libro, sia stato contattato dalla sua attuale editrice, Silvia Meucci, che lo ha spronato a scrivere ancora e siano usciti i suoi romanzi, “Esco” (2012) e “Come un chiodo nel muro” (2013) editi da Bompiani. Nel 2015 sempre per NN editore era uscito “L’uomo che non riusciva a morire”.

All’inizio si presenta come un raffreddore, forse un’allergia. Ma poi la malattia entra nella vita del protagonista travolgendone il ritmo e il respiro. Lui la combatte con ogni mezzo, con la voglia di vivere e di curarsi e con le armi della lucidità e dell’ironia che gli sono consuete. E capisce che a volte è il malato stesso a doversi prendere cura dei suoi cari e non viceversa. In questo romanzo, Tony Laudadio ci conduce come sempre sul filo del realismo e del tragico quotidiano. Ma spingendosi nel paradosso della vita che non ha mai fine, ci porta in un luogo diverso, spesso disabitato dai libri, dove la commozione è semplicemente quella della vita vera. Questo libro è per chi tiene sul comodino “Una breve storia del tempo” di Stephen Hawking e le poesie di Caproni, per chi vorrebbe lasciare tutto e partire per il Nepal, e per chi vorrebbe l’olfatto di un elefante per sentire tutti i profumi del mondo.

Tra le nuove uscite di questa settimana segnaliamo “E tutti i mostri saranno uccisi” di Boris Vian tradotto da Giulia Colace per la casa editrice Marcos y Marcos.

Uno scienziato pazzo vuole creare una razza perfetta accoppiando i più belli: e dei brutti che ne sarà?
Chiaroveggente, feroce, dirompente: un grande romanzo porno-rock. La bellezza è una cosa seria: chiedetelo a Rock.
Su e giù per Los Angeles, palestra mattina e sera; staccarsi le donne di dosso a ogni passo.
Cadere nelle grinfie del dottor Schutz, che cerca donatori di seme per selezionare una razza di belli. Rock riesce a liberarsi per un soffio; il tempo di un rapido scambio amoroso e raccoglie rinforzi per assaltare la clinica del dottor Schutz.La missione si complica, si vola sul mare, si aprono paracaduti per calarsi sull’isola per soli belli. Ma in un mondo troppo finto e perfetto il fascino irresistibile dei brutti si scatenerà.
Era nato nel 1920, Boris Vian. Musica e letteratura erano di casa, nella famiglia di Vian, che compone le prime canzonette da bambino, a undici anni suona la tromba a meraviglia e mette su un complessino con fratelli e amici. Diciannovenne, sbarca nella magica Parigi degli anni Cinquanta e apre un locale che accoglie celebrità dell’arte e dell’esistenzialismo. Traduce Chandler, Strindberg e Nelson Algren, scrive canzoni e piece teatrali, articoli di jazz, teatro e varietà. Si laurea in ingegneria cartaria, si sposa, si risposa e riesce perfino a pubblicare con Gallimard, grazie a Raymond Queneau.
Ma i suoi romanzi, seri, surreali e struggenti, sono un fiasco. “Lo strappacuore”, “La schiuma dei giorni”, “L’autunno a Pechino” vendono poche centinaia di copie. Celebrità e grande scandalo gli verranno invece da un crudelissimo pulp a sfondo erotico, scritto per scommessa e sotto pseudonimo: “Sputerò sulle vostre tombe”. Muore non ancora quarantenne, stroncato da un infarto, durante l’anteprima cinematografica di Sputerò sulle vostre tombe. Il film tratto dalla “Schiuma dei giorni”, invece, è uscito nel 2013 con la firma di Michel Gondry.
Marcos y Marcos ha pubblicato “La schiuma dei giorni”, “Sputerò sulle vostre tombe”, “Lo strappacuore” e “Le formiche”.
In libreria da giovedì 3 maggio anche «Autunno», il nuovo romanzo di Ali Smith per Big Sur nella traduzione di Federica Aceto.

cElisabeth, ricercatrice trentenne presso l’università di Londra, torna nella cittadina di provincia dove abita la madre per stare accanto a un vecchio vicino di casa, Daniel, centouno anni, che trascorre in uno stato di sonno profondo quelli che sono forse i suoi ultimi giorni di vita; malgrado la differenza di età i due sono stati a lungo legati da un’amicizia strettissima, che si è bruscamente interrotta anni prima e di cui Elisabeth, al capezzale di Daniel, cerca di riannodare i fili. Fuori da quella stanza c’è poi un paese traumatizzato dal voto sulla Brexit, percorso dalla paura e dall’intolleranza; ma anche una donna di mezza età, la madre di Elisabeth, che grazie a una comparsata in un reality show trova l’amore dove non avrebbe mai immaginato di cercarlo.
Primo romanzo di una tetralogia ispirata alle quattro stagioni, Autunno è costruito come un caleidoscopio di aneddoti, visioni, ricordi che ci fanno entrare in maniera sempre più intensa nella vita dei suoi personaggi. Lucidissimo nel ritrarre una società in crisi, e al tempo stesso carico di compassione e di speranza, è una meditazione sull’incontro con il diverso e sul potere trasformativo della creatività umana; un romanzo dalla voce ammaliante, ricca di echi letterari ma anche capace di parlare in maniera diretta alla nostra inquieta contemporaneità.
Ali Smith è autrice di cinque raccolte di racconti e sei romanzi, fra cui “Hotel World”, “L’una e l’altra” e “Voci fuori campo”. Due volte finalista al Booker Prize, è una delle voci più originali e influenti della letteratura britannica contemporanea.

«Mi piace avere la sensazione di galleggiare evanescente nell’aria e di essere presente solo a tratti, vedere gli altri solo a tratti. Mi trovo bene a recitare la parte che gli altri si sentono di attribuirmi».

Sempre per Sur Edizioni è uscito in questi giorni «Barba intrisa di sangue» di Daniel Galera con traduzione di Patrizia Di Malta.

«I suoi occhi percorrono tutti i quadranti di quel volto nello spazio di un respiro».

Un ragazzo affetto da un raro disturbo che gli impedisce di ricordare i volti, una cittadina di mare fuori stagione, un mistero da svelare, la sola compagnia dell’oceano e di una cagnetta di nome Beta: questi sono gli elementi intorno ai quali Daniel Galera, con una penna finissima, costruisce una storia sulla ricerca dell’identità, di un posto nel mondo e nella propria famiglia. Poco prima di suicidarsi, il padre rivela al protagonista una scomoda verità sul passato di Gaudério, suo nonno. Il ragazzo decide quindi di trasferirsi a Garopaba, idilliaco villaggio di pescatori, dove il nonno è morto in circostanze poco chiare anni prima, per far luce sulla vicenda. Qui la narrazione prende i ritmi del mare in autunno, mentre l’alone di mistero che avvolge il villaggio si fa più fitto: ben presto, il protagonista scopre il lato nascosto di una comunità felice solo in apparenza, dove viene trattato come un intruso. Tutti sembrano ricordarsi di Gaudério, eppure nessuno vuole parlare di lui. In bilico tra due relazioni e due donne che sembrano guidare le sue scelte, il ragazzo riuscirà poco a poco a stringere il cerchio, fino a portare a galla una verità del tutto inaspettata. SUR si affaccia alla narrativa brasiliana contemporanea con un romanzo forte e delicato insieme, che esplode in un finale potentissimo capace di spiazzare piacevolmente il lettore.
Daniel Galera è uno scrittore e traduttore brasiliano. Autore di romanzi e racconti, tra cui “Manuale per investire i cani” (Arcana, 2004) e “Sogni all’alba del ciclista urbano” (Mondadori, 2009), è stato selezionato da Granta tra i migliori giovani scrittori in lingua portoghese. Con “Barba intrisa di sangue” ha vinto il Premio São Paulo per la Letteratura.

Nello Zaino di Antonello: Farsi Alberi