di Federica Pergola

Federica Pergola, lettrice, con la rubrica “Le amiche consigliano”

 

 

 

La Strada non presa

due-strade-trovai-nel-bosco-2

“Due strade divergevano in un

bosco e io-

io scelsi la meno battuta

e di qui tutta la differenza è venuta”

Impossibile non partire da qui. La poesia di Robert Frost (La strada non presa) sembra infatti davvero essere il cuore dell’ultima opera di Paul Auster: straordinario, caleidoscopico romanzo; parabola del destino umano- e degli infiniti bivi che ognuno di noi si trova ad affrontare durante il cammino della propria vita. Opera monumentale –  che rimanda a Dickens per la ricchezza di eventi e personaggi e a Borges per la ricerca di tutte le alternative possibili (e i labirinti del caso e del destino)-  “4321” ci racconta la vita di Archie Ferguson.

Anzi, no.

Ce ne racconta quattro.

4321

4321 è infatti il romanzo di tutte le storie dell’unico figlio di Rose e Stanley Ferguson.

Nato nel 1947 a Newark, Archie è un ragazzo appassionato di sport; un talento del baseball (no, del basket); ama i libri grazie a sua zia Mildred, docente universitaria, raffinata e scostante (no, ama i libri grazie al patrigno Gil, che asseconda il suo rifiuto ad iscriversi al college assegnandogli però  “i cento libri da leggere assolutamente nella vita”: tra cui Omero, ovviamente, e Shakespeare e l’Inferno di Dante e Virgilio e Ovidio e le Confessioni di Sant’Agostino e Fielding, Sterne, Austen e Platone Aristotele Cartesio Hume e Balzac, Gogol DickensTolstoj e Dostoevskij…); ha un’incidente d’auto che stronca la sua carriera sportiva (ma no, durante un temporale, in un campo estivo…); scrive articoli di critica cinematografica (no, racconti/ no, un romanzo); adora Kennedy /non ha nessuna passione per Kennedy/ perde la verginità il giorno in cui Kennedy viene ucciso…

Studierà alla Columbia di New York, perché “New York è New York. Non esistono altri posti” /no, studierà a Princeton, grazie a una borsa di studio/ non frequenterà nessun college, trasferendosi nella “gloriosa” Parigi”, “al colmo della bellezza”.

Amerà – e sarà riamato, ma forse no- dalla bellissima, brillante Amy, di volta in volta amica, amante, cugina, sorellastra.

E mentre seguiamo- in parallelo- le 4 possibili vite di Archie, il senso di vertigine aumenta.

Perché davvero 4321 è

un mondo dentro un altro mondo , che era dentro un altro mondo che era dentro un altro mondo, finché il mondo non si riduceva alle dimensioni di un singolo atomo e riusciva comunque, chissà come, a diventare ancora più piccolo”

Tutto quello che sarebbe potuto succedere se avessimo preso un’altra strada; se avessimo fatto una scelta diversa; se gli dei (Dio?) avessero (avesse) deciso diversamente- qui ci è dato di vederlo e viverlo.

E in queste alternative tutte reali, c’è la letteratura e la poesia dei grandi maestri, il cinema degli autori europei e degli efficaci artisti e produttori hollywoodiani (”li amava entrambi”); c’è la musica  (sopra tutti Bach):

“e per il tredicenne Ferguson, che continuava ad adorare il rock and roll che aveva sempre adorato, quelle sere nelle sale da concerto furono addirittura una rivelazione sui meccanismi del proprio cuore, perché capì che la musica era il cuore, l’espressione più piena del cuore umano, e ora che aveva udito ciò che aveva udito, cominciava a udire meglio, e meglio udiva, più profondamente sentiva – a volte così profondamente che il suo corpo tremava”.  

C’è l’assassinio di J.F. Kennedy :

due strade divergevano in una città irreale e il futuro era morto

e lo sport; le proteste contro la guerra in Vietnam e le proteste studentesche del ’68 impazzito e infuocato; ci sono Stanlio e Ollio

“adorava le variazioni della loro personalità e le volte in cui le loro identità si sovrapponevano e addirittura si mescolavano”;

e la perdita di Dio:

e così ebbe inizio l’ultima fase della lunga inchiesta teologica di Ferguson, i mesi di muta preghiera in cui supplicò Dio di rivelarsi, o altrimenti perdere il diritto di essere chiamato Dio (…) Non chiedeva una grandiosa rivelazione biblica, no, gli sarebbe bastata un’inezia(…): che il vento spingesse un foglietto vagante dall’altra parte della strada prima che scattasse il semaforo, che dal cielo limpido gli cadesse sul dito una sola goccia di pioggia (…) che davanti alla finestra passassero diciassette persone entro un minuto e mezzo (…)che apparisse la data sbagliata in prima pagina sul giornale del mattino (…)

Ferguson espresse il desiderio di vedere accadere tutte queste cose, queste e molte altre, e dato che in sei mesi di mute suppliche non accadde nulla di tutto questo, non espresse più alcun desiderio e smise di pensare a Dio”. 

Unico e molteplice, Auster accompagna i suo quattro Archie, identici ma diversi, nel loro cammino

“con la sensazione costante che il mondo effettivo fosse solo una piccola parte di mondo, poiché la realtà consisteva anche in quello che sarebbe potuto succedere ma non era successo”.

E sembra fare propria la domanda del suo indispettito Archie n. 3:

“No, scrisse Ferguson nell’ultimo capoverso, non poteva preferire un film all’altro, perché li amava entrambi. Perché scegliere?”

Già, perché?

__________

“4321”, di Paul Auster, traduzione di Cristiana Mennella, Einaudi, pp. 939, €25,00

Federica consiglia: 4321