di Maria

Maria

 

 

 

 

 

Ballando nel buioCon “Ballando nel buio” (Marsilio) finalmente Roberto Costantini torna ai vertici del primo libro della Trilogia del male  (“Tu sei il male“, Marsilio) con un bel giallo psicologico ambientato nell’Italia stragista degli anni ’70 e ’80.

Nella ben congegnata trama si muovono personaggi come di consueto alquanto antipatici e, soprattutto, il protagonista soprannominato Africa, ovvero il futuro commissario Balistreri che abbiamo imparato a conoscere nei quattro romanzi precedenti di Costantini (tra cui “La moglie perfetta”, scritto dopo la Trilogia).

“Ballando nel buio” racconta gli anni universitari di Balistreri, connotati da un attivismo simpatizzante con l’estremismo di destra dell’epoca (sulla scia della violenza sperimentata negli anni dell’infanzia trascorsi in Libia prima della caduta di Gheddafi), da cui infine si discosta per l’innato equilibrio interiore che prevale sempre nell’animo del protagonista.

Si potrebbe definire un romanzo storico contemporaneo l’ultimo romanzo dell’ingegnere romano Costantini, che dipinge un Paese a rischio attentati, politicamente instabile e pieno di tensioni:

Sabato 12 gennaio 1974. La gente era chiusa in casa o dentro i ristoranti, i cinema, le discoteche. Fuori dal Piper pioveva e si gelava, il maglione nero a collo alto e la giacca di pelle non bastavano per quell’inverno maledetto. Nevicava in mezza Italia e pure a Roma era sceso qualche fiocco. Ma nella capitale le nevicate rimanevano solo una minaccia. Come la nostra rivoluzione.”.

Consigliato a chi quell’epoca l’ha vissuta e a chi, più giovane, vuole conoscerne uno spaccato.

Maria consiglia: Ballando nel buio
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