di Maria

Maria

 

 

 

 

 

Robecchi è abile nel costruire storie semplici ma avvincenti, costellate di personaggi decisamente simpatici, tratteggiati con poche efficaci pennellate di frasi secche e incisive:

“La signora Rosa, un golfino girocollo color crema su una gonna blu notte, ha guardato nel sacchetto, ha storto la bocca come se vedesse un cane morto, poi ha preso in mano lo scontrino e ha assunto il colore delle pareti della cucina, ma non ora, no, quando le avevano appena imbiancate.”; oppure, il calabrese basso, Salvatore: “Ha due baffi che sembrano disegnati, la carnagione scura, una maglietta stretta che mette in risalto i muscoli, età indefinibile, ma verso i quaranta più che verso i trenta. Ha una voce da basso che non c’entra niente con la faccia e il corpo, chissà dove la prende.”

Caratteristiche queste che si ritrovano anche in Questa non è una canzone d’amore e Dove sei stanotte.

Clicca sulla copertina per accedere al sito della casa editrice.
Clicca sulla copertina per accedere al sito della casa editrice.

Ma Torto marcio è ancora migliore dei precedenti romanzi.

La storia, un thriller sui generis non privo di morti ammazzati e “firme” lasciate dall’assassino, scorre veloce, raccontata con stile fluente e curato e con Milano sullo sfondo, in sordina, a dominare nonostante tutto la scena.

Il vero protagonista è il dolente e discreto Carlo Monterossi, non invadente eppure quasi sempre presente nelle varie fasi della vicenda, con la sua umanità che spicca in un mondo di pescecani, con i suoi pensieri e la sua malinconia per una vita di delusioni sentimentali e di solitudine e con il suo acume per la soluzione degli intrighi. Anche se nella vita di tutti i giorni, poi, Monterossi fa tutt’altro e coltiva segretamente il sogno di scrivere un trattato su Bob Dylan, colonna sonora del romanzo.

Non mancano (rare, ma sottili) riflessioni sul mal di vivere e sull’amore.

E insomma gli ingredienti per un buon libro ci sono tutti!

Maria consiglia: Torto marcio
Tag: