Caterina blogger di Letture in viaggio
Caterina
blogger di Letture in viaggio

Lo ammetto: non è stata una scelta facile. Un po’ perché dove abito non ho molti libri e un po’ perché solo metà della mia libreria è costituita da titoli in lingua italiana. E poi i colori: quali scegliere? A parte il rosa, per il quale non nutro alcuna simpatia, gli altri mi affascinano in egual misura.

Blu

BUR Multicolor

Ho un debole per tutte le gradazioni di blu. E i blu delle copertine che ho scelto hanno una funzione importante nel mio universo personale, come fossero delle coordinate geografiche. La prima testimonia le mie radici, dov’ero; la seconda il mio presente, dove sono ora. Entrambe appartengono alla Biblioteca Universale Rizzoli.

Tempo di uccidere è il romanzo con cui Ennio Flaiano (1910-1972) vinse il Premio Strega nel 1947. Era da tanto che volevo leggerlo, soprattutto perché Flaiano nacque a Pescara, città in cui visse fino al 1922. Abruzzese come me, dunque. L’ho acquistato l’anno scorso in Italia, durante una delle mie solite incursioni in libreria. Trovo che la copertina di questa edizione BUR sia meravigliosa (l’opera utilizzata è dell’artista ungherese Tamas Galambos nel 1997 e appartiene a una collezione privata).

Il blu dà poco all’occhio rispetto agli altri colori. Ma guardate bene il tronco dell’albero. E c’è del blu anche nei petali dei fiori e nei tre insetti posati sul fogliame.

È un albero surreale, proprio come la storia, ambientata in Africa durante la campagna di Etiopia. Tuttavia, la guerra non è che un simbolo e il paesaggio africano un luogo fantastico. Catapultata all’interno di un sogno assurdo e angosciante, sono rimasta incollata alle pagine come se il protagonista, voce narrante della vicenda, fossi io.

Il secondo blu che vi presento domina l’opera utilizzata in copertina: La torre rossa ad Halle (1915), di Ernst Ludwig Kirchner. Il libro è Berlin Alexanderplatz di Alfred Döblin (1878-1957), un romanzo sperimentale, scritto nel 1929 e caratterizzato dalla tecnica del montaggio di matrice dadaista. Attraverso la vicenda di Franz Biberkopf, che uscito dal penitenziario di Tegel cerca di rifarsi una vita e rigare dritto, racconta Berlino e i suoi cambiamenti.

Come afferma Walter Benjamin, autore della prefazione, “questo libro è un monumento al mondo berlinese, proprio perché il narratore non si è preoccupato di celebrare la sua città”.

Dopo i primi capitoli mi sono chiesta cosa stessi leggendo. Due parole mi venivano in mente: destabilizzante, originale. Un classico imperdibile prima di un viaggio nella capitale tedesca.

 

Nero

Arabia Felix

Questo colore lo apprezzo solo se ben dosato con altri colori ed elementi.

Il nero su fondo bianco della collana Luci di Iperborea, essenziale ed espressivo, è un esempio di quello che intendo.

Nata l’anno scorso per festeggiare i trent’anni della nota casa editrice milanese specializzata in letteratura nordica, questa collana appaga i miei occhi come poche altre.

Sulle copertine dei dieci volumi ristampati campeggiano illustrazioni realizzate con la tecnica del linocut, una variante della xilografia, utilizzata per la prima volta dagli artisti appartenenti alla Die Brücke agli inizi del Novecento.

Di questa collana ho letto Arabia Felix, scritto da Thorkild Hansen. Basato su fatti realmente accaduti, il libro racconta della sfortunata spedizione danese partita nel 1761 e diretta in Yemen.

Al centro della storia c’è una vicenda umana, che in quanto tale è senza tempo. Dietro di essa, silenziosamente acquattata in un angolo, incerta del suo valore, sta una domanda: dov’è la felicità? La risposta ce la fornisce la vita dell’unico uomo sopravvissuto all’impresa, Carsten Niebuhr; il vero e proprio eroe della spedizione. Curiosi di sapere qual è?

 

Rosso

Mondadori classici moderni

Rosso nostalgia. Ho recuperato alcuni Oscar Mondadori, collana classici moderni, dalla libreria dei miei genitori. Ho messo in valigia solo Il maestro e Margherita e L’amore ai tempi del colera, due libri che mi sono piaciuti molto.

Per quanto riguarda le due copie, fra loro diverse, di La fattoria degli animali, una l’ho ricevuta in regalo da una cara amica.

A questa raccolta, s’è aggiunto, mesi fa, un vecchio Oscar usato con i racconti di Franz Kafka. Anno 1994. L’ho acquistato al volo.

Dopo aver riunito visivamente i cinque libri, ne ho osservato le differenze. Quella del 1994 era di un rosso meno acceso (e la spina è rosso beige, se gli occhi non mi ingannano). Successivamente è venuta meno la cornice rettangolare intorno al nome dell’autore e al titolo. Cambiate anche le spine e i font. E poi, in anni recenti, la rivoluzione delle ultime copertine. Con il rosso di questi Oscar Mondadori la mente torna agli anni del liceo e a quelli dell’università. Una vita fa. Quella attuale, in fondo, è il frutto di una piccola rivoluzione.

I Tre Colori di Letture in viaggio
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