di Francesca Maccani
Baldini&Castoldi.
Il giorno 2 novembre è uscito nelle librerie il secondo romanzo di Carlo Loforti per Baldini&Castoldi.
Data infausta? Ma no! Per i palermitani il giorno dei morti è un giorno di festa. La tradizione vuole infatti che i cari trapassati, durante la notte, portino dolci succulenti e giocattoli ai piccoli. Mi piace pensare che a Carlo abbiano portato uno scatolone pieno di copie fresche di stampa del suo nuovo libro.
“MALÙRA” è il seguito di “Appalermo”, appalermo, che avevo adorato, una storia assurda ed esilarante che pare partorita da una fantasia fin troppo fervida. Peccato che a Palermo la vita quotidiana superi di gran lunga i voli pindarici della fiction e alimenti generosamente quanti decidano di scrivere storie ambientate in città.
Protagonista di entrambi i romanzi è Mimmo Calò, un combinaguai patentato che per le camurrie (rogne) proprio pare avere la calamita.
Questo personaggio al limite del fantozziano, dopo aver scontato una breve detenzione all’Ucciardone, famoso carcere cittadino, si trova a dover riprendere in mano la sua vita da ex galeotto.
Cosa trova ad aspettarlo?
Genitori recentemente separati, moglie e figlia che pare non lo abbiano aspettato, amici che lo hanno abbandonato.
Per una serie di circostanze, Mimmo si troverà ad affrontare un viaggio tragicomico alla volta della Calabria, a bordo di una Ritmo scassata soprannominata Carnezzeria. Un mezzo dalle portiere sigillate che mi ha ricordato la locomotiva calafatata di Momo di Michael Ende.
Inutile dire che durante questo tragitto ne succedono di tutti i colori. Incontri e scontri incredibili, paesaggi mozzafiato, personaggi affascinanti.
Con una scrittura incredibile, tragicomica, originale e tratti malinconica, Loforti tiene il lettore incollato alle pagine, in un misto di riso, stupore, commozione che si alternano fino alla conclusione.
Sullo sfondo una Palermo e un sud Italia cantati con l’amore che può provare solo chi ci è nato e li ha vissuti con intensità.
Un romanzo che personalmente ho apprezzato moltissimo. Più completo e ricco rispetto al precedente e con una scrittura ancor più curata e teatrale.
Mimmo Calò è veramente un personaggio esilarante e un inguaribile minchione, però non si può fare a meno di amarlo e di fare il tifo per lui.
Calò mi ha ricordato per certi versi l’avvocato Malinconico di De Silva.
Uomini brillanti incastrati in vite troppo incasinate.
Carlo ha scritto davvero un bel libro, che è una lettura obbligata per chi già ha letto Appalermo appalermo.
Ironia e avventure rocambolesche non mancano. Colpi di scena nemmeno.
È proprio perfetto per farci un film!
Inutile dire che s’ha da leggere!
E poi ha una copertina che è uno spettacolo.