Fori_imperiali

Non poteva che essere Roma lo scenario in cui immaginare la chiacchierata con Nelson Martinico. Su un sasso del Foro Romano, alzando spesso gli occhi per ammirare la bellezza delle rovine che ci circondano: ecco io comincio con la prima domanda.

Un uomo affascinante, abilissimo, dalla tempra coraggiosa e temerario, un sovversivo e un rivoluzionario, utopista e leale: Sertorio. Uno dei più grandi nemici di Roma.

copertinasertorioxwebA lui Nelson Martinico ha dedicato un romanzo,” Le pergamene di Sertorio” (Spartaco edizioni) in cui la precisione della ricostruzione storica, anche nei dettagli di vita quotidiana, si coniuga con lo spirito di avventura, il rocambolesco, il meraviglioso e la narrazione piena di colpi di scena e di sorprese, con una prosa serrata e avvolgente. 

Dove e come Nelson Martinico ha “ritrovato” le antiche pergamene scritte da Sertorio? “che contengono, in nitidissima lingua greca oltre che in latino, non pochi episodi, aneddoti e imprese di Sertorio. Le memorie  di una vita. Quasi per intero. Dalla sua infanzia fino alla vigilia della tragedia conclusiva”.

Nella invenzione, nella finzione letteraria. La ‘Vita’ su Sertorio di Plutarco (che mi fa da apripista e che seguo fedelmente) è succinta, asciutta, e però fascinosa; proprio per questo meritava di essere ampliata, romanzata appunto. E da chi se non dallo stesso Sertorio? Da qui l’idea dello escamotage: le ‘sue’ pergamene. La narrazione in prima persona, mutuata e favorita dalla realpolitik traianea (altra finzione), è per sua natura più diretta, intrigante, coinvolgente.

sertoria-2Si rimane avvinti, infatti, sin dalle prime pagine dal fascino che emana dal personaggio.

Plutarco dinnanzi alla richiesta dell’imperatore Traiano rimane perplesso. 

Sertorio ha militato nella parte avversa a Traiano, il primo democratico il secondo conservatore; è un sovversivo laddove Traiano è l’imperatore, quindi il potere; Sertorio un maestro della guerriglia e Traiano un campione dello scontro frontale.

Eppure Traiano incalza, ha il senno e la capacità di comprendere i fatti della Storia, e vuole appurare le matrici gloriose, anche se tragiche, della sua Spagna, ai tempi di Sertorio periferia dell’impero, ma ai suoi tempi divenuta parte costitutiva della istituzione romana.

Ma perché proprio Sertorio? Perché un uomo tanto nobile quanto compromesso? – chiede ancora Plutarco a Traiano.

La stessa domanda la rivolgo a te, Nelson: perché proprio Sertorio? Cosa ha da raccontare ai lettori del XXI secolo? 

nelsonmartinicoAll’interno dello stratagemma narrativo (le pergamene) presumo che l’ispanico Traiano, conservatore sì ma illuminato, individui in Sertorio la genesi del processo di romanizzazione delle Hispaniae. E questo nonostante certa storiografia senatoria lo ritenesse un rinnegato. Inoltre più che probabile che l’imperatore, avveduto, avesse compreso che non era intenzione di Sertorio abbattere Roma, ma la corruzione che in Roma si annidava e proliferava all’interno non solo degli ottimati, ma anche fra i ‘suoi’ democratici. Ed è qui la stupefacente attualità del personaggio: questo ha da raccontare ai lettori del nostro secolo, della nostra sventurata Italia. Sertorio è un rivoluzionario sì, ma per la legalità (ricorda certi magistrati eroici del nostro tempo). Sa di dover combattere contro un destino più forte di lui, ineluttabile. Né può trarsi indietro. Qui la sua grandezza, il suo spessore epico. E questo un imperatore lungimirante come Traiano non poteva ignorarlo.

 

Non voglio addentrarmi nella ricchissima trama del romanzo, ricca di colpi di scena, di effetti a sorpresa, di fortune e sventure, di viaggi e naufragi, di battaglie e speranze, di passione e tradimenti, per non togliere al lettore il piacere della lettura che mi ha accompagnato nelle tue pagine, da cui non riuscivo a staccarmi. In questi casi, quando la narrazione è troppo fitta di eventi, in un marchingegno congeniato per attrarre il lettore con intrecci e concatenazioni di fatti, eventi e personaggi, preferisco cedere la patata bollente all’autore: cosa racconta “Le pergamene di Sertorio”? Quanta parte vi è d’invenzione e quanta (e quindi quale) documentazione è servita per la ricostruzione storica?

sertoria-3Sertorio. Da Nursia. Oratore, soldato, un vero democratico. Mommsen lo definisce “uno dei più grandi uomini, se non il più grande, che Roma avesse prodotto”. Governatore delle Hispaniae si mise contro Roma, non per abbattere la Repubblica, ma la corruzione che in essa si annidava. Dando ai suoi partigiani, romani e iberici, usi e istituzioni romane. Recò gravissimi danni agli eserciti di Metello e Pompeo, prima di cadere vittima del tradimento. Nei paesi iberici è tuttora ritenuto un eroe nazionale. In Italia è praticamente sconosciuto. Il mio è un romanzo storico che persegue il principio della Verosimiglianza. Seguo fedelmente la traccia fornitami da Plutarco (supportato dal vecchio dizionario e da “La civiltà romana”, 1925, del Palazzi): vera la base storica, la successione degli eventi, parte dell’onomastica e della toponomastica. Nessun anacronismo. L’invenzione, dici bene, è caratterizzata da effetti speciali. Mi preme ricordarne uno: gli anagrammi in latino, un latino comprensibile e chiaro, premessa di alcuni colpi di scena. Qui scarico una mia vecchia passione per i giochi di parole e per la teatralità, quanto è vero che l’anagramma di TEATRO è ATTORE.

Un mio omaggio. Anagramma di GIUDITTA CASALE… TI STAGLI AUDACE.

Che graditissimo omaggio, grazie e ancora grazie! (sai che ci tenevo molto, ed aspettavo l’occasione di chiedertelo?).

Non solo guerre e guerriglie, battaglie e fughe, sconfitte e vittorie, avventure e disavventure. “Le pergamene di Sertorio” sono anche romanzo di amore e di amicizia. Anzi, anche questi al plurale: di amori e di amicizie.

Che ruolo hanno questi due sentimenti nella vita di Sertorio? E di quale Sertorio, quello “d’invenzione” o quello storico? E infine quale ruolo svolgono i sentimenti nell’ordito narrativo?

343b4ecf4e6bdeaeece4ee381493abd8Le vicende amorose di Sertorio sono frutto d’invenzione sì, ma comunque verosimili; in tanta temperie bellica e di mutamenti di latitudine ebbe certamente una vita sentimentale intensa e, probabilmente, sofferta. Quanto alle amicizie, queste sono bene accertate in Plutarco: fu l”amico’ Perperna a tradirlo. I sentimenti giocano dunque un ruolo fondamentale nell’evolversi degli eventi, e anzi li condizionano. Ma non solo amori e amicizie. Sertorio, uomo d’arme e coltissimo, non può non rapportarsi ad altri grandi tematiche universali. Ne parleremo a seguire?

Parliamone subito, invece.

Sertorio prende in esame alcuni temi realmente universali. La guerra in primis; non è un guerrafondaio, ma sa che non può ritrarsi indietro (bellum sociale; rivolta contro Roma). Poi: l’istinto di conservazione (la prodigiosa traversata a nuoto del Rodano, benché… monocolo). E ancora: la poesia (l’incontro-dialogo con il poeta pirata CANIMANTRUS = SUNT CARMINA). La lotta alla corruzione. La ribellione (dialogo con Giulio Cesare). In definitiva, in Sertorio ho tentato di riversare quanto di epico e di disperatamente cavalleresco possa caratterizzare la natura degli uomini colti ma, per certi aspetti, controcorrente, fuori dai canoni. Auspico che il romanzo possa contribuire non poco a far conoscere questo personaggio anche in Italia. Oltre che nei paesi iberici dove è oggetto e soggetto di romanzi e saggi.

guerras de sertorio

Veniamo così all’ultima domanda.

C’è un lettore ideale a cui vorresti affidare Sertorio? Io ho pensato che sarebbe interessante farlo leggere ai ragazzi, sia per affinare il loro sguardo critico, rispetto ai manuali scolastici, spesso eccessivamente manichei, sia per entusiasmarli con un racconto romanzesco a un periodo convulso della storia di Roma, per loro sempre molto difficile da memorizzare.

Hai pensato che il tuo romanzo potesse sovrapporsi a un tecnico, freddo manuale di scuola? Gli ingredienti per appassionare i giovani lettori mi pare che ci siano tutti: avventura, amore e guerra.

E il Sertorio che avrebbe scritto le Pergamene, raccontando la propria vita, a chi credi si sarebbe rivolto? 

Il lettore ideale del romanzo su Sertorio? Colui che spera in una Italia nuova, in un ordine sociale diverso, in un Rinascimento culturale che non privilegi l’oligopolio editoriale e l’annesso facile commercio. Chi ama la letteratura, l’eleganza della scrittura calata in una storia accattivante. A maggior ragione dovrebbero leggerlo i ragazzi, specie quelli delle superiori, per i quali la memoria storica è spesso un ingombrante fardello, dici bene, di fredde nozioni. Infine: a chi si sarebbe rivolto Sertorio? A tutti coloro che si battono per la lotta alla corruzione, per la legalità, per riaffermare le ragioni della integrità morale, dell’impegno solidale mai scisso da un principio di severità. Ai magistrati in prima linea nella lotta alla criminalità di alto livello.

Nelle mie presentazioni, alla fine instauro sempre un rapporto di somiglianza, pur nelle diverse condizioni storiche, fra Sertorio e Falcone e Borsellino, cui sono dedicati i versi in terza rima che seguono. Il rapporto Sertorio-Falcone non è campato in aria, entrambi si battevano per la legalità, entrambi eliminati a causa di un tradimento.

Falcone

C’era una volta un giudice… Un giorno decise di rientrare da Roma nella sua Palermo per poi andare ad assistere alla tonnara di Favignana. All’altezza però del paese di Capaci lo attendeva un’altra mattanza.

Ho sognato un’autostrada deserta; un grosso fuoco all’orizzonte. Ho sognato un magistrato, ANZI DUE magistrati…

 

L’autostrada scioglieva il doppiosenso

deserto lungo il mare, aperto ai grilli.

All’orizzonte il fuoco era un immenso

 

sacrario di catastrofe e lapilli.

Correvo disperato in quel binario

d’oleandri, avvertito dagli assilli.

 

Veniva incontro al mio passo contrario

un uomo grande di sovrana flemma,

lo scettico sorriso solitario

 

degli occhi, i baffi quasi stratagemma

delle labbra, la ‘bionda’ a disincanto.

Pareva espulso a vita da un dilemma

 

di fuoco, come un’anima d’amianto,

incolume, elegante: e baluardo.

Quando incrociammo il passo e gli fui accanto,

 

“Dove vai?” mi dissuase. “Sei in ritardo

sui corvi. Ciò che è stato è stato fatto.

Volgi il passo con me, volgi lo sguardo

 

altrove. Ed accompagnami in un tratto

di strada.” “Dove?” “Dove il mare ha cara

la vita ed è frustato ed è scarlatto.

 

Io procedo diritto alla tonnara,

da una camera all’altra della morte,

fra i caselli deserti, alla lampara

 

del sole che è l’estremo contrafforte.”

“Sei tonnaroto?” “Siamo tonni, tutti:

né servono vigilie scudi o scorte.

 

Tonni. Nessuno escluso. E, in mezzo a flutti

velenosi, quei molti pescecani

agitatori di massimi lutti.”

 

“Tu hai l’arpione,” gli dissi, “fra le mani.”

Mentre andavamo sull’asfalto a schegge

pietrose, sgranò termini lontani:

 

“Ero raisi al servizio della Legge,

ma più d’uno mi tolse la paranza

e al pascolo del mare tolse il gregge.

 

La conclusione è sempre la mattanza.

Muore chi entra in un gioco superiore,

muore chi è solo: per pura mancanza

 

d’appoggi, d’alleanze. O per errore.”

Espirò lentamente una voluta.

“Io ne commisi uno. Io, servitore

 

d’uno Stato che serve la cicuta,

accettai le lusinghe d’un podere

in città, di facciata, e decaduta.

 

Io commisi l’errore di volere

scoperchiare il Coperchio e le fornaci

passando nella stanza del Potere,

 

fra collusi, corrotti ed in-Capaci.

Lasciai l’isola. E questo mi fu male.”

……………………..

 

càlati juncu ca passa la china.

Prese a cercare poi una sigaretta

che non trovava. Chiese nicotina

 

che non avevo. Disse, senza fretta:

“Bisogna sempre averne una riserva.

………………………………..

 

Lo interruppi: “Qualcuno è là al casello

dell’orizzonte. Un uomo che ci osserva.”

 

Si morse un labbro. Disse: “Altro tassello

del fuoco. Altro mosaico di pietà.

Viene dalla mattanza. È un mio gemello

 

di sangue morte e luminosità.

Perché la terra ancora non è insorta?

Perché moriamo in una libertà

 

da sempre vigilata o, forse, morta?

Mi porta sigarette da consumo.

Diamo fuoco alle ceneri, alla scorta

 

del mondo. Che, in sostanza, è niente, è fumo.”

 

Per acquistare i libri, puoi servirti di Goobook.it (scopri QUI il progetto del portale)

Con un semplice click sulla foto, ordini il libro e lo ritiri nella tua libreria di fiducia.
Con un semplice click sulla foto, ordini il libro e lo ritiri nella tua libreria di fiducia.
Chiacchierando con… Nelson Martinico