Dieci buoni motivi

di Claudio Morandini

Foto di Fabiana Piersanti
Foto di Fabiana Piersanti

per NON leggere Le pietre

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1 – Il romanzo è ambientato in montagna. In montagna, capite? Ambientazioni che non si leggevano dai tempi di Rigoni Stern, o Buzzati, a parte qualcun altro più alla moda. Una montagna che non presenta alcun motivo di fascino, poi, aspra, polverosa, sassosa, opprimente. Chi ci andrebbe davvero su montagne così poco romantiche?

2 – Ma il romanzo fa ridere o inquieta? E perché inquieta quando dovrebbe far ridere e viceversa? L’autore dovrebbe decidersi, una buona volta.

3 – Il solito problema del finale. A Morandini i finali definitivi non piacciono, ormai lo abbiamo capito. Ma perché dovremmo risolvere sempre noialtri lettori la sua riluttanza a concludere?

4 – Ehi, dov’è Adelmo Farandola? Speravamo tanto in un sequel o in un prequel di Neve, cane, piede, con quel matto del vecchio montanaro e quella sagoma del suo cane di nuovo protagonisti. Invece in Le pietre fa una semplice comparsata il guardiacaccia, sai che roba. E queste pietre nemmeno parlano!

5 – Metafore, allegorie, ipotiposi, cosa si nasconde dietro alle pietre? Perché l’autore non ci fa la cortesia di dircelo più chiaramente? Altrimenti potremmo anche pensare che lui dissemini le figure a vanvera, e che a noi tocchi dare un senso anche a questo, oltre a tappare tutti i buchi (le crepe, anzi, le voragini) del plot.

6 – Si sentono troppe letture e troppa letteratura tra le righe, anche se l’autore sceglie di raccontare il tutto attraverso le voci di ingenui montanari. Alcune fonti vengono anche citate, come se ne sentissimo il bisogno: stavolta sono Ramuz, Ionesco, i narratori liguri come Paolo Bertolani o il Biamonti, e la Corinna Bille, che chissà chi era, poi – una svizzera, di sicuro, come troppi scrittori di riferimento del Morandini, da quando si è intestardito a scrivere di montagna.

7 – Non c’erano già troppi libri in giro con la parola “pietre” nel titolo?

8 – Ma perché tutti quegli “orca madosca”? C’era proprio bisogno di quell’infornata di turpiloquio? Lo sappiamo tutti che invece i montanari sono gente pia, schiva, che si sciacqua la bocca due volte prima di parlare.

9 – Perché l’autore si ostina a misurarsi con ciò che gli sta lontano, gli è ignoto, gli sta pure un po’ antipatico? Perché non segue l’andazzo, non scrive di sé, erigendosi a paradigma del mondo, o almeno della sua fascia d’età, invece di animare quelle figurette, quei personaggetti con cui nella realtà non scambierebbe nemmeno due parole?

10 – Scusate, infine, ma non vi sembra che manchi un po’ di Trascendenza? Non è tutto troppo terra-terra, o roccia-roccia, quel che leggiamo? Anche il mistero, alla fine, risulta essere fatto solo di sabbia, pietra, vita minerale… E già che ci siamo: dov’è il Messaggio? Perché abbiamo cercato dappertutto, anche sotto le famose pietre, ma non ci pare di averlo trovato…

Dieci Buoni Motivi per NON leggere “Le pietre”