Dieci Buoni Motivi

di Filippo Nicosia

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per NON leggere “Un’invincibile estate

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1) Perché il titolo Un’invincibile estate, che a mio parere è bellissimo, l’ho preso in prestito da una prosa di Albert Camus e quindi il romanzo che ho scritto di mio pugno è, necessariamente, più brutto.
2) Perché Diego, il protagonista, è sempre indeciso, indeciso ai limiti del sopportabile; se ne resta immobile mentre gli eventi cambiano tutto e non riesce proprio a porre argine all’estate che arriva e lo sferza di scirocco, lo acceca di sole, lo scopre solo e pieno di vita.
3) Perché Diego ha un fratello, Giovanni, che dopo aver vissuto anni a Roma si presenta a casa il giorno del funerale del padre e vuole imporre la sua verità. Ma sembra proprio che sia difficilissimo trovarsi d’accordo su cosa sia la verità se di mezzo ci sono gli affetti. Insomma non c’è una visione idilliaca della famiglia.
4) Perché l’oggetto dell’amore di Diego è sempre dall’altra parte di un mare che sia la Calabria dall’altra parte dello Stretto, o il corpo di una ragazza, lo desidera ma ha paura di avvicinarlo. Se Diego lo farà non ve lo dico.
5) Perché Diego è nato il 23 maggio del 1992, la sera della strage di Capaci, e si porta il fardello di una tragedia che non ha vissuto. È nato nel momento più doloroso della sua terra, ma vent’anni dopo, anche se ha capito la grandezza di quel sacrificio, gli sfugge cosa sia cambiato nel concreto, e cosa lui stesso debba fare per essere un uomo migliore.
6) Perché questa storia non è una storia di mafia, di malavita, di poliziotti buoni contro criminali cattivi.
7) Perché questa non è una storia che vi consegna un quadro riabilitante dei quartieri popolari, né una feroce critica dei piccolo borghesi. Ci sono ragazzi violenti, padri non all’altezza, e ragazze bene con la puzza sotto il naso.
8) Perché non è un libro scritto “bene”, ma venuto con la sua lingua semplice. Ci sono parecchi dialoghi e descrizioni del paesaggio. A parlare è Diego, un ventenne, e come tale è crudo, diretto, a volte goffamente lirico, forse ingenuo. Il suo sguardo è quello di chi vede la sua città per la prima volta. Diego voleva raccontarsi così e io gliel’ho permesso.
9) Perché non contiene nessun messaggio ulteriore sul significato dell’esistenza. Non vi insegna niente.
10) Perché, anche se non dovrei svelarvi il finale, all’ultima frase si vede un libro poggiato sul comodino che forse nessuno leggerà mai.

Dieci Buoni Motivi per NON leggere “Un’invincibile estate”
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