10 buoni motivi

di Francesco Marocco

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per NON leggere “Cronache della discordia”

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  1. Perché racconta la storia di due paesi di un immaginario sud Italia, Paludazzo e Montesole, che si odiano da sempre, vengono accorpati in un solo municipio per volontà del presidente del consiglio e, chiamati alle urne, devono scegliere il loro primo sindaco unificato: il terrore di essere governati dal candidato rivale innescherà nei due paesi una serie mirabolante di trovate che vi terranno incollati alla pagina e vi faranno far tardi a tutti gli appuntamenti che avete per la serata.
  2. Perché pur essendo un romanzo sulla discordia, in realtà racconta la storia d’amore tra Riccio, scapestrato adolescente di Paludazzo e Fulvia, la figlia del sindaco di Montesole. E quindi: nessuno ha detto all’autore che una storia del genere l’aveva già scritta un certo Shakespeare?
  3. Perché è un romanzo sulla forza della lettura e sull’amore per i libri e contiene così tanti riferimenti (evidenti e nascosti) a decine di capolavori della letteratura degli ultimi due secoli, che se proprio volete leggervi un romanzo che non dimenticherete, certamente è meglio scegliere uno di quelli che l’autore dissemina nella sua storia.
  4. Perché in qualunque parte d’Italia voi vi troviate, riconoscerete che anche voi avete una città rivale con cui la vostra è in lotta da sempre e vi identificherete con fastidio con gli abitanti di Paludazzo e Montesole quando ammetterete che effettivamente l’Italia è un paese in cui “la vera festa consiste nel veder rovinata la festa degli altri”.
  5. Perché si tratta di un romanzo corale e alla fine di ogni paragrafo vi innamorerete del personaggio di cui avete appena letto e non sopporterete il fatto di dover interrompere la storia della sua vicenda perché un altro personaggio è appena saltato sulla pagina. Poi vi innamorerete di quest’altro e così via, e in breve tempo il libro sarà già finito e voi neanche ve ne sarete accorti.
  6. Perché chissà magari un giorno ne faranno un film e allora perché buttare tre pomeriggi a leggere un romanzo quando basterebbero due ore al cinema (oltretutto si tratterà probabilmente dell’unico caso in cui la gente dirà che il film è venuto meglio del libro)?
  7. Perché spesso vi trovereste a ridere da soli e la gente attorno a voi potrebbe prendervi per matti.
  8. Perché il libro, che in copertina ha uno scintillante paio di corna rosse, conviene invece lasciarlo in auto a portata di mano, così da potere mostrarlo al cospetto del primo automobilista che vi dovesse tagliare la strada.
  9. Perché al giorno d’oggi tutti scrivono noir, gialli, personalissime storie di formazione, struggimenti d’amore, invece “Cronache della discordia” si guarda intorno e riflette su quello che l’Italia è diventata, addirittura si avventura nel nostro momento politico attuale e porta in scena un giovane presidente del consiglio e la sua roboante squadra di ministri e per quanto questi vi sembreranno grotteschi e improbabili, converrete con l’autore che la pur illimitata fantasia di uno scrittore non potrà mai eguagliare le vette irraggiungibili di certi ministri reali che l’Italia ha avuto negli ultimi vent’anni.
  10. Perché l’autore che vive a New York si è messo in testa di raccontare una storia ambientata nell’ombelico del più profondo Sud Italia e cosa mai può saperne uno che scrive da così lontano?
Dieci Buoni Motivi per NON leggere “Cronache della discordia”