di Antonello Saiz

Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”
Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”

 

 

 

 

 

 
AMORE, UNICA TREGUA ALL’INFELICITÀ PER NOI GENTE SGANGHERATA!

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“L’amore. Se all’amore aggiungi una consonante, la t, diventa morte ma non dura per sempre. Le parole contengono dei ventagli che nascondono la verità. La t di morte è il ventaglio dell’amore. L’amorte.”

Overlove, Alessandra Minervini.

17555054_10213074798573275_674528809_nEccezionalmente di giovedì, decidendo di tenere aperta la libreria nel suo unico giorno di riposo, con Jacopo Masini abbiamo presentato “Overlove”, il primo libro di Alessandra Minervini, pubblicato nella collana Penne da una casa editrice che la scrittice conosce molto bene, LiberAria. I diari di bordo vengono chiamati il posto della Felicità e dell’Amore ed ovviamente ci siamo adattati volentieri alle esigenze dell’OVERtour trattandosi di un libro che parla di Amore, di Troppo Amore, di Amore che non è mai abbastanza, di amore oltre. E poi, noi, che come Libreria incoraggiamo e sosteniamo non solo gli esordi, ma le belle innovazioni di chi sperimenta, di chi immette sul mercato editoriale energie nuove e prodotti belli, di fronte a un libro così non avremmo mai potuto dire no.

Un esordio nella scrittura originalissimo per chi vive, del resto, di scrittura trattandosi di una docente di scrittura creativa e di un editor. Con la scrittura Alessandra Minervini ci gioca fin troppo bene e procede, nelle pagine del libro, disorientando per sottrazione e racconti di frammenti di vita, mischiando nella narrazione ricordi e pezzi di accadimenti, riuscendo a creare nel lettore quel senso di dipendenza che fa di una storia una storia avvincente.
Anna Dellera, la protagonita, sta con Carmine Alfieri da tre anni. Si amano tanto nella loro vita frammentaria e la loro è una storia d’amore, ma come tutte le storie d’amore che si rispettano,una storia d’amore impossibile. Carmine è sposato e ha una figlia. Anna non è sposata e non ha figli e rincorre, per amore, questa improbabile rockstar. Si prendono e si lasciano diverse volte in un tira e molla di passione e senso di colpa. Carmine è un sofisticato cantautore indipendente che tenta la carriera nazional popolare per sbarcare il lunario. Passa le giornate rinchiuso nel suo studio di registrazione, alternando la fase creativa all’ossessione del controllo del peso. Rancoroso e frustrato, non ha il coraggio di cambiare vita. Fino a quando il cambiamento non glielo serve Anna su un piatto d’argento. Un pegno d’amore. In una Puglia dai colori vivi e velata di un’ironica malinconia, Anna lascia Carmine. Fino al momento prima, niente sembra essere cambiato. Ben presto la mancanza diventa un sentimento ambiguo: non è dolore per qualcosa che non c’è più ma per qualcosa che è avanzato e non è abbastanza. 17618885_10213074842054362_1762725023_n
Ce lo spiega nel suo realismo Anna che cosa è la Felicità tanto richiesta e anelata “la felicità arriva da una mancanza. Se non ti manca mai niente, non sei mai felice”.
Intorno ai due protagonisti tanti sono gli sgangherati personaggi che partecipano alla storia di Overlove: anaffettivi cronici, gente che ricicla fallimenti, artisti egocentrici, goffi ipocondriaci, i nuovi ricchi dell’Est europeo e gli ex benestanti italiani minacciati dalla povertà borghese e, poi, un pavone sopravvissuto che non rinuncia alla sua ruota se pur spiumata.

Amore, tregua all’infelicità anche dentro un capolavoro riscoperto in Italia in questi anni, uno di quei grandi romanzi del Novecento: “La Tregua” di Mario Benedetti.
downloadIl romanzo è quello che ha consegnato a Mario Benedetti il posto che merita dentro la grande letteratura. Pubblicato in Uruguay nel 1960, con questo romanzo Benedetti ha acquistato notorietà internazionale: il libro ha avuto piú di cento edizioni, è stato tradotto in una ventina di lingue e adattato per il teatro, la radio, la televisione e il cinema. In Italia il libro è stato pubblicato, per la prima volta, da Feltrinelli nel 1983, ma è grazie alla casa editrice Nottetempo nel 2014 che il romanzo è esploso in maniera fragorosa.
Romanzo scritto come un diario in cui si racconta un anno della vita del protagonista Martín Santomé “signore maturo, esperto, posato, quarantanove anni, senza gravi acciacchi, ottimo stipendio”. Per Santomé si sta avvicinando il giorno della pensione, la data fatidica in cui “il cielo durerà tutto il giorno”, e la vita davanti a sé si trasformerà in un’eterna domenica. Ma poco prima di questo inferno dell’ozio, la promessa di eternità viene minacciata dai modi timidi di una nuova impiegata, che fa il proprio lavoro con solerzia e silenzio. Si chiama Laura Avellaneda. Santomé si innamorerà di lei, ricambiato. Schiacciato dalla noia di una vita da impiegato di commercio, vedovo con tre figli ormai grandi, guarda al trascorrere del tempo con tranquilla disillusione. E tutto rimarrebbe immobile fino al suo pensionamento, se in ufficio non venisse assunta questa giovane timida e chiusa in una silenziosa bellezza: per lei Santomé sente nascere un amore insperato, che lo porterà a vivere una relazione clandestina, rimettendo il tempo in movimento. La tregua all’infelicità, però, si rivela essere esattamente ciò che ci era stato premesso sin dall’inizio: giorni felici destinati a finire. La tregua racconta la capacità straordinaria che ha la vita di prendere il vento e gonfiare le vele, per poi, caduto il vento, tornare alla quiete della bonaccia.

imagesQuanti sanno in Italia che Nada Malanima, la cantautrice toscana di ‘Ma che freddo fa’ e ‘Amore disperato’ scrive anche libri di ottima fattura ed è già alla quinta pubblicazione? L’ultimo libro arrivato sugli scaffali delle librerie parla proprio di momenti d’amore tra personaggi singolari come tregua dalla infelicità, parla di una famiglia particolarissima ma anche dello scorrere del tempo e della consapevolezza della propria identità. Si intitola “Leonida” ed è pubblicato da quella casa editrice raffinatissima che pubblica libri supercurati che si chiama Le Edizioni Atlantide.

«Mi chiamo Leonida, un nome che ha sempre suscitato stupore, fin dal giorno che vidi la luce del mondo…».
Leonida è una bambina a cui è stato dato il nome che avrebbe dovuto avere il figlio maschio desiderato, Leone. Ed è una bambina non amata da una madre bella, stravagante e straniera. E soprattutto infelice.
Leonida cresce coltivando un suo autismo affettivo, che la rende impermeabile agli altri. Incapace di aderire al mondo che le sta intorno, Leonida, attraversa la vita allontanandosi da un passato senza amore,dalla propria famiglia,da un’infanzia senza amore, da una madre distante, da un uomo e poi da una donna che hanno avuto il suo corpo ma non il suo cuore, e da una figlia nondesiderata, dal proprio Paese, dal proprio nome e anche da se stessa.
Leonida vive ogni cosa come una statua di marmo, incapace di sentire o provare alcuna emozione: nulla la scuote davvero, nulla che le accada la spezza o l’illumina, semplicemente lei non riesce a sentire, a aderire al mondo degli altri, almeno fino a quando un regalo inaspettato, che forse non voleva neppure essere tale, la porterà ancora più lontano, a affrontarsi e infine a riconoscersi, quando tutto invece sembra avere perso di senso e l’amore essere sparito per sempre. Soltanto allora forse imparerà ad essere figlia, madre, amante, imparerà veramente la morte e la vita che ricomincia, sempre.
“Non mi sono mai sentita giovane, e adesso non mi sento nemmeno vecchia, e cammino, cammino tante ore al giorno, ho il mio da fare qui. Ora le stagioni scappano al galoppo di un puledro impazzito, e le ossa mi fanno sempre più male, ma non ci bado, non ho mai ascoltato il mio corpo, continuo a faticare lo stesso, lo metto alla prova e fino adesso ho avuto la meglio io. Se penso alla mia vita, dopo tutto mi sento ancora leggera”

image-624x415Altro titolo particolare dove l’amore sulla carta dovrebbe essere una tregua dall’infelicità è uno strano romanzo dal titolo “Sembrava una felicità” di Jenny Offil, primo libro pubblicato dalla casa editrice NN Editore nel 2015, nella traduzione di Francesca Novajra, dopo che era stato dichiarato Libro dell’anno 2014 da The New York Times Book Review, The Observer, The Guardian, The Times Literary Supplement.
La protagonista del libro non ha un nome specifico: è prima la voce narrante e poi solo “Moglie”. Sono i misteri della vita di coppia ad essere analizzati dalla protagonista dentro una trama particolarissima che si snoda attraverso accadimenti felici e catastrofi del proprio quotidiano. Frasi, aneddoti, citazioni, divagazioni, riportati durante tutto il libro ci fanno conoscere tutti gli altri protagonisti della sua vita e nel frattempo la ragazza riflette di continuo sul proprio ruolo di moglie, amante e madre,confrontandosi pure con quello che è un evento drammatico: il tradimento del marito.
Con un linguaggio irriverente e ironicamente arguto, Jenny Offill ha realizzato una storia d’amore venata di suspense che ha la velocità di un treno che sfreccia nella notte a tutta velocità. Tanta ironia sapientemente mixata a stati d’animo di solitudine e malinconia.
“Sembrava una felicità” è un romanzo da divorare in una sola seduta, anche se le intuizioni e le meditazioni che propone continuano a emozionare nel tempo. La particolarità dei libri della NNE sta nell’indicare sul retro per chi è indicato quel libro, come una sorta di bugiardino. Im questo caso viene detto: “Questo libro è per chi non dorme la notte, per chi legge Il libro dell’inquietudine di Pessoa, per chi si deve comprare un paio di occhiali nuovi e sa già che li prenderà fuori moda, per chi non ha mai pensato di fare yoga e per chi vorrebbe una riproduzione fedele del Golden Record lanciato in orbita con il Voyager nel 1977”.

“Il mio piano era di non sposarmi mai. No, io volevo diventare un mostro d’arte. Le donne non diventano mai mostri d’arte, perché i veri mostri d’arte si preoccupano solo d’arte e mai di cose terrene. Nabokov non si chiudeva nemmeno l’ombrello, era Vera che gli leccava i francobolli”.
DSC_4285_DEF-720x480Una strana storia d’amore di periferia con personaggi stravaganti di borgata è quella contenuta in “Cleopatra va in prigione”, l’ultimo libro di Claudia Durastanti pubblicato per la Minimum Fax. Siamo a Roma. Una storia di margine discreta e non urlata.
Cleopatra in realtà è Caterina una giovane donna che tutte le settimane va a Rebibbia a trovare il suo ragazzo Aurelio. Sono entrambi figli dell’estrema periferia romana, e in passato hanno provato a costruire un sogno insieme: gestire un night club. Ma le cose sono andate diversamente dai loro progetti e Caterina, ex ballerina di danza classica, si è ritrovata a lavorare come spogliarellista proprio nel locale di Aurelio. Adesso lui è in prigione coinvolto in un grosso scandalo ed è dentro con la certezza di essere stato incastrato da qualcuno. Caterina da stripper nel locale del compagno dopo un infortunio viene declassata a truccatrice delle ballerine. Aurelio ignora che Caterina, una volta uscita dal carcere, si infila tra le lenzuola del poliziotto coinvolto nel suo arresto. Tre personaggi discreti e a loro modo singolari in questo triangolo amoroso di gente alla ricerca di un posto dove stare su questa terra. Uno in carcere, una precaria sull’orlo del licenziamento e un altro ancora in attesa di una promozione che tarda ad arrivare. Tutti uniti da quel filo rosso sottile che è la solitudine e la ricerca di mozzichi di felicità.
Cleopatra va in prigione è un romanzo dall’intreccio ordinato ed elegante e allo stesso tempo struggente, duro, pieno di colpi di scena. Romanzo ambientato in una Roma molto più vasta e sconosciuta di ciò che si potrebbe immaginare. Claudia Durastanti scatta una fotografia vivida e accorata della periferia urbana, il vero luogo dove in questi anni nascono le storie, e soprattutto racconta chi, nonostante le delusioni e i sogni infranti, continua a vivere e ad amare.

Domenica 26 marzo siamo stati al Book Pride di Milano, la fiera dell’editoria indipendente, ed è stato bello conoscere e incontrare l’autrice di un libro letto in anteprima e già tanto apprezzato e consigliato ai nostri clienti. Un’altra bella favola per adulti che parla d’amore come tregua dall’infelicità, questo esordio felicissimo di Silvia Greco con “Un’imprecisa cosa felice” uscito per Hacca edizioni.

download“Un’imprecisa cosa felice” è un mondo fatto di personaggi un po’ strambi, che ti diventano famigliari pagina dopo pagina. Il filo rosso che lega tutti i personaggi è che sono rimasti soli e abbandonati dopo una morte assurda, quasi comica, di uno dei loro familiari. Ernesto, Marta e Nino e Elvira sono gli stravaganti sognatori protagonisti di questa storia. Storia di abbandoni e allontanamenti dalle persone amate. Storie di gente strampalata che riesce a ripartire e a ricostruire intorno alle macerie e a riprendere il sorriso di chi li ha lasciato all’improvviso. Gente coraggiosa di “rimettersi in bocca” quel sorriso ti rende capace di essere nuovamente felice, di più, di fare qualcosa di felice.
E così Marta, Nino, Ernesto, Elvira trovano quel coraggio. Sono ingenui e buffi e capaci ancora di “sentirsi felici e riprovare a stare al mondo”. Si riesce a immaginarli come personaggi con una predisposizione verso il genere umano, nonostante il dolore e le perdite. Personaggi di una commedia tenera e struggente che non si arrendono e,malinconicamente, non perdono la voglia di sorridere. Quando gli oggetti a noi più cari si spezzano, si ammaccano, smettono di funzionare, di colpo diventiamo immobili e tristi. Ma cosa succede quando sono le persone a rompersi, magari in modo ridicolo, assurdo, con partenze stupide e improvvise? Un’imprecisa cosa felice racconta, facendoci sorridere e commuovere, gli imprevedibili risvolti nelle vite strampalate di Marta, di suo zio Ernesto e di Nino. Storie di chi resta e non si arrende al dolore, di chi riesce, nonostante tutto, a farsi accecare dalla meraviglia. Specie se fuori ci sono un prato verde e un sole buono a scaldare. Nelle loro case, nei loro gesti quotidiani, tra abbandoni, fughe e ritorni, ci mostrano come sia possibile, davvero, nonostante tutto, trovare e fare qualcosa di felice. Un ricordo, un sorriso, un gesto e una carezza che fanno la differenza e che nelle due citazioni riportate, quella di Fernando Pessoa (Fu un incanto) e di Wislawa Szymborska (La fiera dei miracoli) trovano la miglior chiave di lettura.

Sempre edito da questa casa editrice che tanto ci piace, Hacca Edizioni, è un libro d’amore straordinario scritto sapientemente da Cristiana Alicata e dal titolo “Ho dormito con te tutta la notte”. Ivan Cotroneo in copertina scrive
download (1)“Una storia che vede una famiglia sfaldarsi e in qualche modo misterioso ricomporsi nel ricordo. Una storia in cui i fantasmi dei vecchi amori ritornano e sono nuove persone, nuove avventure, nuova vita. Una storia di abbandoni, e di ritrovamenti. In questo romanzo Cristiana Alicata ha messo su carta con una sincerità e una grazia speciali il cuore dei suoi personaggi. E dietro di loro ci conduce, un po’ incantati, un po’ dolenti, un po’ persi, dalla prima all’ultima pagina, e ancora oltre. Questa storia, più di ogni altra cosa, è un romanzo che prima non c’era, nelle vostre vite e sui vostri scaffali, e adesso c’è, per rimanere.”

È la storia malinconica di una famiglia come ce ne sono tante altre in questo paese, con al suo interno problemi tipici di ogni famiglia. Problemi ma anche inesauribili risorse. Alla ricerca ognuno, a suo modo, della propria felicità. Anche qui è la protagonista del libro a raccontare e pure qui come nel romanzo di Jenny Offil non sappiamo mai il suo nome. Una giovane donna della nostra generazione con le sue due amiche del cuore, Lucia e Sabrina, la sua famiglia composta dal nonno, da una mamma malata e schizofrenica, un fratellino minore e un padre che cerca di tenere uniti i cocci di questo strano nucleo. La protagonista di “Ho dormito con te tutta la notte” decide a un certo punto di staccarsi da questa famiglia e mettersi alla ricerca di se stessa e della propria felicità: “Mi ha sempre stupito l’odore che hanno le famiglie. È l’odore della convivenza che le case trattengono, anche dopo la diaspora, lo restituiscono agli estranei in visita, lo conservano per chi torna. La casa dei tuoi possedeva quell’odore, per esempio. Un odore che mischia la polvere dei modellini di aeroplani di tuo padre e i suoi manifesti dell’Urss, al modo di cucinare di tua madre e ai suoi libri di letteratura inglese. Tu te lo porti addosso”. Anche l’amore per un’altra donna è raccontato con naturalezza senza scandali, ma con la delicata intensità che ogni storia d’amore richiede e deve avere. Una storia d’amore tra due donne capaci di amarsi con un sentimento che che per tutti è sempre uguale e dona ristoro e tregua dall’infelicità.

Io non sono un grande esperto di Poesia e faccio parecchia fatica a distinguere la buona dalla cattiva Poesia. Non amo gli improvvisatori e quelli che si credono poeti perchè capaci di andare a capo e mi dispiace seriamente che nel mio Zainetto riesco sempre raramente e ficcarci dentro un buon libro di Poesia. Questa settimana che ho voluto raccontare l’amore come tregua dall’infelicità per persone sgangherate e bizzarre come me ho scelto un libro e dei versi estratti dall'”Amore in versi” di Mariangela Gualtieri. Poetessa romagnola che dopo una laurea in architettura, ha deciso di dedicare la sua vita alla parola recitata, fondando con Cesare Ronconi nel 1983 il Teatro della Valdoca, e alla parola in versi.

Che cosa siamo io e te? Che cosa eravamo
prima di questo nome? E ancora
saremo qualcosa, lo sappiamo e non
lo sappiamo, con un sentire
che non è intelligente lavorio cerebrale.

Nessuna parte di corpo che muore
nessun pezzo umano, nessun arto,
nessun flusso di sangue, nessun
cuore, nessuno, niente che sia
stretto nel giro del sole, niente
che sia solo terrestre umano muove
il tuo cuore al mio, il mio al tuo,
come fossero due parti di un uno.

Allora tu sei la mia lezione più grande
l’insegnamento supremo.
Esiste solo l’uno, solo l’uno esiste
l’uno solamente, senza il due.

Mariangela Gualtieri, “Bestia di gioia”, Einaudi, 2010

Nello Zaino questa settimana:

"Overlove" di Alessandra Minervini, LiberAria
“Overlove” di Alessandra Minervini, LiberAria
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“La tregua” di Mario Benedetti, Nottetempo
"Leonida" di Nada Malanima, Atlantide edizioni.
“Leonida” di Nada Malanima, Atlantide edizioni.
"Sembrava una Felicità" di Jenny Offil, NN Editore.
“Sembrava una Felicità” di Jenny Offil, NN Editore.
"Da qualche parte c'è un briciolo di felicità" di Svenja Leiber, Keller editore.
“Da qualche parte c’è un briciolo di felicità” di Svenja Leiber, Keller editore.

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"Un'imprecisa cosa felice" di Silvia Greco, Hacca Edizioni.
“Un’imprecisa cosa felice” di Silvia Greco, Hacca Edizioni.
"Ho dormito con te tutta la notte" di Cristiana Alicata, Hacca Edizioni.
“Ho dormito con te tutta la notte” di Cristiana Alicata, Hacca Edizioni.
"Bestia di gioia" di Mariangela Gualtieri, Einaudi, 2010
“Bestia di gioia” di Mariangela Gualtieri, Einaudi, 2010
Nello Zaino di Antonello: AMORE, UNICA TREGUA ALL’INFELICITÀ PER NOI GENTE SGANGHERATA!