di Antonello Saiz

Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”
Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”

 

 

 

 

 

 

Formelunghe e Formebrevi per sfidare i lettori.
16117660_10212349228594479_1317235563_nSfidare i Lettori: ecco cosa deve saper anche fare una Libreria indipendente che punta tutto sulla qualità. E per questa ragione, sabato 14 Gennaio ai Diari abbiamo presentato il libro di Luigi Cecchi “Il Karma del pinolo”, edito da Del Vecchio.
A dialogare con Luigi Cecchi, autore di uno dei migliori fumetti italiani attualmente in circolazione,”Drizzit”, è stato un amico storico dei Diari, lo scrittore Jacopo Masini. Si è parlato con competenza e preparazione dell’uso del”fantastico” nei racconti. Ma soprattutto, essendo presente alla serata anche Paola Del Zoppo, traduttrice ed editor della Del Vecchio, si è riusciti a parlare, davanti a un pubblico numerosissimo, di una delle casa editrici più innovative del panorama editoriale.

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La Del Vecchio è una casa editrice fondata nel 2007 da Pietro Del Vecchio in collaborazione proprio con Paola Del Zoppo. Una delle poche case editrici che, puntando tutto sulla qualità di autori e progetti, è riuscita a fare una profonda ricerca pubblicando letteratura in tre sole collane, sviluppate per categorie rispetto alla forma: formelunghe, formebrevi, poesia. La prima si concentra sul romanzo e quindi sui classici moderni, le grandi scritture contemporanee, senza fare nessun tipo di preclusione geografica o ideologica. Nella collana formebrevi, invece, vengono presentati al lettore testi brevi di varia natura, raccolte di racconti, novelle, brevi saggi narrativi, assemblaggi tematici di testi in origine non pubblicati insieme, ma anche riflessioni, testi di taglio più giornalistico, come nel caso delle “Acqueforti di Buenos Aires” di Roberto Arlt. La collana poesia propone in testo a fronte i maggiori poeti contemporanei internazionali. La distinzione tra la collana formebrevi e la collana formelunghe non è data solo dalla lunghezza dei testi. Nella collana formelunghe si trovano romanzi di poche pagine e nella collana formebrevi, in alcuni casi, novelle piuttosto lunghe. Le forme vengono distinte in base alla struttura narrativa. Un metodo innovativo, quello di sciogliere definitivamente le categorie di genere e intercettare e conquistare in questo modo alla grande letteratura un pubblico trasversale di Lettori. 16128946_10212349228514477_950422966_n

Guardando la veste grafica di altissima qualità delle copertine, curate da Maurizio Ceccato, ci si può fare un’idea già del testo attraverso le parole chiave in quarta oppure scoprire la chiave di lettura della redazione attraverso le “istruzioni per l’uso”. Una delle primissime case editrici a dare importanza anche al nome del traduttore che da sempre si trova accanto a quello dell’autore in copertina e all’interno, grazie alla “scatola nera del traduttore”, si possono leggere le scelte che lo hanno guidato nell’uso dei vocaboli e l’impegno profuso nel rendere più agevole un testo al di là di ogni traduzione letterale. Da dieci anni a questa parte pubblicano libri di grande significato, senza limitazioni cronologiche o geografiche, ma con una decisa attenzione al Novecento e alla contemporaneità. Punto di forza della casa editrice, come abbiamo visto, è proprio la cura del testo: ogni volume, di per sé assolutamente compiuto, è curato e arricchito, reso unico, dalla veste grafica, dal paratesto, dal significato preciso che l’oggetto libro acquisisce nella realtà editoriale contemporanea italiana e nel preciso momento in cui appare. Per questo, accanto a testi letterari dei nostri giorni, vengono pubblicati libri che sono contemporanei nella loro essenza o che lo diventano nel rapporto con il nostro oggi: volumi inediti o ormai dimenticati di autori di grande spessore e di eccezionale capacità di descrizione di realtà umane e sfondi sociali. Vengono proposti ai lettori libri che li sfidino, che non li rassicurino. Ogni libro si propone di volta in volta come unico, nel suo sfiorare corde talvolta dimenticate della comunicazione letteraria, e il lettore stesso è reso parte attiva di tale processo grazie allo stimolo e alla valorizzazione delle sue percezioni, conoscenze e curiosità.
16128883_10212349228794484_550308867_nQuella di sabato sera era la prima presentazione ufficiale di un libro della Del Vecchio, ma in quasi due anni e mezzo abbiamo creato numerosi eventi intorno ai suoi libri: siamo partiti all’inizio della nostra avventura con il CruciverbArlt e le “Acqueforti di Buenos Aires” di Roberto Arlt; e poi abbiamo continuato con una giornata della Memoria del 27 gennaio costruita intorno al libro di Hans Sahl “Mi rifiuto di scrivere un necrologio per l’uomo”; abbiamo aperto la nuova stagione degli eventi nel settembre 2015 con un accurato studio delle Antologie di poesie di una delle voci poetiche più significative della seconda metà del novecento, Hilde Domin; anche la nuova stagione 2016 è stata aperta con una mostra fotografica sull’Albania di Stefano Anzola con letture di brani tratti da “Breve diario di frontiera” di Gazmend Kapllani.

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“Il Karma del pinolo” è, invece, un libro di diciasette racconti brevi, delle vere e proprie short-stories, in cui l’autore gioca con le componenti classiche del racconto fantastico, e le congiunge con una ironia talvolta amara e con molteplici possibilità di umana reazione agli eventi, per offrire visioni oblique della realtà. Si spazia dal fantastico al visionario, dal surreale al soprannaturale e i protagoniti sono, di volta in volta, bambini, preti, alieni, angeli e serial killer insospettabili. Molto bella e particolareggiata l’introduzione di Jacopo Masini (autore tra l’altro del recentissimo e divertente “Ziofà” per Epika edizioni) sulla storia del racconto fantastico come genere letterario e le differenze dal fantasy. Masini, leggendoci un passaggio tratto dal saggio “La letteratura fantastica” di Cvetan Todorov, ci ha spiegato come una situazione iniziale normale può essere capovolta da un fatto inatteso, strano, imprevedibile proprio come accade nel primo racconto di Cecchi, dove sotto gli occhi increduli di un prete di provincia, Don Oreste, le persone spariscono una a una in un quieto ufficietto postale. 16144547_10212349227994464_443509556_n
Facendo poi una lettura ad alta voce da “Trauma”, uno dei racconti più belli del “Karma del Pinolo”, ci ha fatto capire come, con una scrittura pulita, essenziale e precisa, si possa narrare una vicenda che per alcuni suoi aspetti si colloca al di fuori della normalità, con episodi misteriosi e inspiegabili ambientati nel mondo reale.
Mescolando umorismo e surreale al quotidiano, si passa così da una storia all’altra facendo in modo che la fantasia e il divertimento scorrano e vadano ad alimentare paure, malinconie e inquietudini. Tutti elementi capaci di tenerci, però, incollati dalla prima all’ultima pagina. Toccando quasi ogni declinazione del fantastico, dove questo è sempre in una perfetta alchimia con il reale, si danno vita a tante piccole narrazioni capaci ognuna di dare una scossa alla realtà delle cose ed evidenziando le contraddizioni e i pericoli cui l’individuo va incontro. Ogni situazione sorprende, diverte, spiazza, o strappa un sorriso di commosso disincanto: una celebrazione della bellezza, dell’inevitabile tristezza della condizione umana e delle sconfinate possibilità dell’immaginazione. “Il Karma del pinolo” risulterà una lettura sorprendente e spiazzante, capace davvero di lanciare una sfida al lettore e per questo merita di esser letto.

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Paola Del Zoppo, oltre che responsabile editoriale della Del Vecchio editore, si occupa anche di poetica della traduzione e traduzione. Ha tradotto e curato edizioni di poesie di Gwyneth Lewis, Rose Ausländer, Lutz Seiler e Heinz Czechowski,e narrativa dall’inglese e dal tedesco. Alcuni di questi titoli giganteggiano dagli scaffali dei Diari: Deborah Willis con ” “Svanire”, Birgit Vanderbeke con “Si può fare” e”Sweet Sixteen”, Sibylle Lewitscharoff con il magnifico “Apostoloff” e il più recente “Blumenberg”, Max Frisch con ” Il Silenzio”, anche di Lutz Seiler sono presenti in libreria “Il peso del tempo” e poi l’interessante “Kruso”, di Leonhard Frank ricordiamo l’immenso “L’uomo è buono”, un libro che tutti i Lettori dovrebbero leggere. Ha curato, sempre per Del Vecchio Editore, l’edizione completa delle opere di Hilde Domin in collaborazione con la Kunststiftung Nordrhein Westfalien (“Lettera su un altro continente”, “Alla fine è la parola”, “Con l’avallo delle nuvole” e “Il coltello che ricorda”).

Sono diverse le raccolte di racconti inserite nella collana formebrevi. Mi piace ricordarne due molto, molto belle : “Tutameia. Terze storie”, un meraviglioso caleidoscopio di racconti brevissimi del messicano Guimaraes Rosa, finora inedito in Italia, dalla solida coesione interna; “I mondi reali ” di Abelardo Castillo, racconti perturbanti e “al limite” che vedono protagonisti le figure più disparate in un’Argentina complessa e inconfondibile, e il tutto raccontato con un linguaggio semplice ed elegante.

Tre sono invece i libri che voglio attenzionare nel finale, tra i tanti della casa editrice Del Vecchio.

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Il primo è “Padre di Dio” dello scrittore olandese Martin Michael Driessen. Una colta “integrazione” delle Sacre Scritture ricca di umorismo, in cui Driessen s’interroga sul rapporto tra padre e figlio e sull’accettazione dei limiti umani, tradotto splendidamente da Stefano Musilli. A questo libro mi lega un ricordo personale felice: la presentazione del libro al Pisabook festival di Domenica 8 novembre 2015 assieme ai miei amici Fiorenza e Antonio e al mio compagno Igino, scomparso da appena un mese. Ci divertimmo tanto a sentir parlare di quel Dio che vive con la governante Bartje in una casa a forma di cubo e che inizialmente impegna tutto il suo tempo nel miglioramento del creato, ma quando l’Uomo comincia puntualmente a mandare all’aria i suoi piani, in preda alla frustrazione decide di lasciare l’umanità a se stessa e di dedicarsi a passioni meno impegnative, come il fai–da–te e l’addestramento delle colombe, finché … Un pastore, Mosè, non irrompe in casa, dà una sbirciata alle bozze abbandonate della Genesi e sottrae i Dieci Comandamenti. Il Signore è così costretto a interessarsi nuovamente delle sorti delle sue creature, ma stavolta, decide, sarà un Dio più severo. Dopo una prima avventura sulla terra all’insegna della dissolutezza, vuole coronare un suo vecchio sogno: quello di avere un padre che possa fargli da mentore. Cerca un ruolo che gli permetta di tornare sulla terra e di “aiutare gli uomini senza perdere la faccia”. Sceglie quindi di rinunciare all’onniscienza e di incarnarsi in un bambino a cui spetterà il ruolo del Redentore. Giuseppe, padre prescelto dell’incarnazione di Dio, è consapevole dell’infausto destino che attende Gesù, e nel disperato tentativo di sottrarlo alla morte prematura e al disprezzo dei suoi contemporanei, lo rapisce. Insieme, padre e figlio tentano di raggiungere il confine dell’Impero romano, dando inizio a un viaggio biblico dai toni on the road. Intanto, nei cieli, la fuga getta nello scompiglio gli angeli, che a Gesù preferiscono il carismatico Giovanni, cugino del Messia. In una narrazione dal ritmo serrato, costante, e con uno stile esatto e denso, Driessen pone e discute a modo suo due quesiti cui la Bibbia non dà risposta: dov’era Gesù tra i dodici e i ventisei anni? E soprattutto: ma che fine avrà fatto Giuseppe?

Gli altri due libri che voglio segnalare sono tra i più recenti pubblicati dalla casa editrice Del Vecchio e soprattutto sono opera di due bravissimi scrittori italiani.

franceschelliIl primo è “Italia” di Fabio Massimo Franceschelli
Siamo ai giorni nostri e nessuno può essere sicuro del proprio posto di lavoro. Diciassette lettere di cassa integrazione, più una – giustificatissima – di licenziamento, devono essere recapitate ai rispettivi destinatari. La consegna di tali missive scatena una rocambolesca girandola di avvenimenti, intrecciandosi alle minute vicende di un grande centro commerciale alla periferia di una città del Sud che affaccia sul mare, dove «si parla un dialetto stretto stretto fatto di ì, ù e ò accentate». È l’imponente supermercato La Cattedrale il microcosmo in cui si snodano i destini dei personaggi: un direttore connivente e succube del potere mafioso locale, un manager freddo e insensibile alla sofferenza dei lavoratori, che però si rivela anche ingenuo e sprovveduto, un attempato dongiovanni ossessionato dal sesso, una giovane promoter frustrata da un lavoro indecoroso, un sindacalista incapace di far fronte alla crisi, una guardia giurata perseguitata dai gabbiani, un ex artificiere ossessionato dall’11 settembre, e infine Italia, ostinata vecchina affondata nel proprio oscuro dialetto, che, apparentemente ai margini della modernità, sarà testimone coriacea del maelstrom degli eventi.
Franceschelli mescola con sapienza tutti i generi, dall’horror alla commedia, dal grottesco al realistico, in una narrazione pacata e implacabile, caratterizzata da una raffinatezza che non cade mai nell’affettazione e da una ricchezza linguistica che conferisce un’aura di realismo e insieme di universalità a ognuno dei personaggi. In una sorta di molteplicità indotta, i protagonisti si muovono freneticamente intorno alla Cattedrale, rendendo comicità e ironia alla tragedia annunciata negli allucinanti e allucinati inseguimenti, tra reazioni sconnesse, assurde riflessioni e una labile accettazione della verità quotidiana della natura umana.

daniela alibrandiAltro titolo italiano è quello di Daniela Alibrandi e il suo”Una morte sola non basta”.
Siamo a Roma, anni Cinquanta. L’Italia si sta lasciando alle spalle l’orrore della guerra, e si avvia a grandi passi verso gli anni del boom economico. Due uomini si incontrano su una panchina dell’ospedale San Camillo. Due storie si incrociano per pochi minuti per poi proseguire parallele e distanti. Anni Settanta. Il sogno del “miracolo italiano” lascia il passo alle contraddizioni e ai fermenti della rivoluzione sociale e dei movimenti giovanili. Due ragazze, poco più che adolescenti, si conoscono. Segnate, ognuna a sua modo, dalla violenza e dal silenzio di chi avrebbe dovuto proteggerle, continuano a collezionare errori e profonde delusioni. Nell’amicizia che si instaura, riconoscono entrambe la possibilità di un reciproco riscatto, che porterà a un epilogo imprevedibile. Sullo sfondo, si staglia la città eterna in continuo mutamento, che con le sue atmosfere e i suoi linguaggi commenta le fragilità e le contraddizioni di un’intera epoca e del Belpaese. In una narrazione limpida, senza artifici, che si sviluppa in un crescendo ininterrotto, seguiamo Ilaria e Michela in un impietoso viaggio alla scoperta della costruzione del male, che nulla concede all’ipocrisia o all’ipotesi d’innocenza.

Munitevi di uno zaino capiente questa settimana, perchè assieme a

 "Il Karma del Pinolo"
“Il Karma del Pinolo”

sono proprio molti i libri da aggiungere:

“Acqueforti di Buenos Aires” di Roberto Arlt.
“Acqueforti di Buenos Aires” di Roberto Arlt.
“Mi rifiuto di scrivere un necrologio per l’uomo” di Hans Sahl.
“Mi rifiuto di scrivere un necrologio per l’uomo” di Hans Sahl.
"Breve diario di frontiera" di Gazmend Kapllani.
“Breve diario di frontiera” di Gazmend Kapllani.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"Ziofà" di Jacopo Masini, Epika Edizioni.
“Ziofà” di Jacopo Masini, Epika Edizioni.
"La letteratura fantastica" di Cvetan Todorov, Garzanti.
“La letteratura fantastica” di Cvetan Todorov, Garzanti.
"Svanire" di Deborah Willis, Del Vecchio.
“Svanire” di Deborah Willis, Del Vecchio.
"Si può fare" di Birgit Vanderbeke, Del Vecchio.
“Si può fare” di Birgit Vanderbeke, Del Vecchio.
"Sweet Sixteen" di Birgit Vanderbeke, Del Vecchio.
“Sweet Sixteen” di Birgit Vanderbeke, Del Vecchio.
"Apostoloff" e "Blumenberg" di Sibylle Lewitscharoff, Del Vecchio.
“Apostoloff” e “Blumenberg” di Sibylle Lewitscharoff, Del Vecchio.
" Il Silenzio" di Max Frisch, Del Vecchio.
” Il Silenzio” di Max Frisch, Del Vecchio.
"L’uomo è buono" di Leonhard Frank, Del Vecchio.
“L’uomo è buono” di Leonhard Frank, Del Vecchio.
"Kruso" di Lutz Seiler, Del Vecchio.
“Kruso” di Lutz Seiler, Del Vecchio.
 "Il peso del tempo", Del Vecchio
“Il peso del tempo”, Del Vecchio
"Lettera su un altro continente" di Hilde Domin, Del Vecchio.
“Lettera su un altro continente” di Hilde Domin, Del Vecchio.
"Alla fine è la parola" di Hilde Domin, Del Vecchio.
“Alla fine è la parola” di Hilde Domin, Del Vecchio.
"Con l’avallo delle nuvole" di Hilde Domin, Del Vecchio.
“Il coltello che ricorda” di Hilde Domin, Del Vecchio.
"Con l'avallo delle nuvole" di Hilde Domin, Del Vecchio.
“Con l’avallo delle nuvole” di Hilde Domin, Del Vecchio.
“Tutameia. Terze storie”di Guimaraes Rosa, Del Vecchio.
“Tutameia. Terze storie”di Guimaraes Rosa, Del Vecchio.
"I mondi reali" di Abelardo Castillo, Del Vecchio.
“I mondi reali” di Abelardo Castillo, Del Vecchio.
"Padre di Dio" di Martin Michael Driessen, Del Vecchio.
“Padre di Dio” di Martin Michael Driessen, Del Vecchio.
"Italia" di Fabio Massimo Franceschelli, Del Vecchio.
“Italia” di Fabio Massimo Franceschelli, Del Vecchio.
"Una morte sola non basta" di Daniela Alibrandi, Del Vecchio.
“Una morte sola non basta” di Daniela Alibrandi, Del Vecchio.
Nello zaino di Antonello: Formelunghe e Formebrevi per sfidare i lettori.