di Antonello Saiz

Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”
Libraio a Parma con Alice Pisu di “Libreria Diari di bordo”

Cronache da una libreria : la sicurezza degli oggetti.

Sabato 12 novembre protagonista assoluto della presentazione in libreria de “Lo stesso vento”, il nuovo romanzo di Valerio Aiolli appena uscito per Voland, è stato un ventilatore.

Oggetti protagonisti che osservano le storie e la Storia. Sono tanti i libri che hanno un oggetto inanimato che fa da testimone e staffetta al destino delle persone nel corso del tempo. Oggetti solidi che hanno un ruolo fondamentale all’interno della narrazione e accompagnano le singole vite diventando la chiave di interpretazione di quelle esistenze. Oggetti come veri e propri catalizzatori di atmosfere e situazioni. Oggetti a fare da sfondo ai destini dei protagonisti, ai loro desideri e aspirazioni e alle loro paure e spesso testimonianza del loro dolore. Oggetti che offrono un riparo, una protezione con la solidità della loro sicurezza.

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15057931_10211680959008157_980144502_nBello e malinconico questo ventilatore che soffia e attraversa un pezzo sostanziale del nostro novecento nel romanzo di Aiolli e che rappresenta e scandisce, con le sue pale, lo scorrere delle vite e degli amori. Infatti,intorno a quel ventilatore, si intrecciano le singole storie dei protagonisti e la Storia con la lettera maiuscola. Siamo a Firenze negli anni quaranta e Fausto,uomo moderato e apprendista operaio nella fabbrica che produce ventilatori, ne regala uno ad Adriana, una sera. Un regalo inusuale per una donna borghese che sognava un gioiello come testimonianza del fidanzamento. Ma quel ventilatore in ferro diventa il simbolo dell’inizio della loro vita insieme. Lo stesso vento è la storia di Fausto e Adriana, ma anche di Vittorio, il figlio militante di sinistra di Adriana che lo sottrae alla mamma, a ridosso del 1968,e lo porta alla casa al mare con Francesca. Lo stesso vento è la storia di Peppe e Bianca, i genitori di Francesca che svuotano quella casa al mare con quel ventilatore mentre in diretta televisiva si consuma il dramma di Vermicino con il piccolo Alfredino Rampi, caduto in un pozzo artesiano. Lo stesso vento è la storia di Guido (pittore che quel ventilatore lo acquista in un mercatino dell’usato a Lucca e arriva a influenzare la sua pittura) dopo la fine della storia con Andrea, avvenuta il giorno dell’abbattimento del muro di Berlino. Storie di vite legate da quel ventilatore, che passa di mano in mano, di decennio in decennio acquistando sempre significati differenti. Storie di vite che hanno molto da raccontare e che, dicevamo, si intrecciano alla Storia, attraverso date significative e con una scrittura asciutta e commovente, con quel gusto delle descrizioni fulminee, dove tutto è condensato in un aggettivo. Con quel gusto nel frugare negli accadimenti del ’900 il romanzo finisce per raccontare magnificamente i rapporti umani anche solo attraverso un oggetto. Attraverso il personaggio di Fausto vengono cucite le altre storie e non è casuale che in sole 150 pagine si passi dalla Seconda guerra mondiale all’elezione di Kennedy, dal Sessantotto a Vermicino, fino ad arrivare al crollo del Muro di Berlino. Otto personaggi e sessanta anni di storia tra ricordi personali e memoria collettiva. Si viaggia tra le parole del libro e col rumore del vento prodotto da quel ventilatore.

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A dialogare con Valerio Aiolli, in libreria ai Diari, c’era lo scrittore Andrea Cabassi e dalla chiacchierata tra i due e seguendo le tracce di quel ventilatore ne è scaturita una serata dove a farla da padroni sono stati il Garbo e la Grazia.

Andrea Cabassi, scrittore parmigiano e psicoterapeuta, ha scritto di recente un libro “Traghettando Indipendenze”, e riflettendoci bene anche qui c’è un oggetto che ricorre tra le vie di Barcellona: un cellulare. Il cellulare di Enrico, che proprio da Barcellona, scandisce i tempi e le informazioni di quello che avviene in Catalogna. Oggetti che diventano di grande importanza all’economia di una Storia, come in questo caso: è attraverso le telefonate da quel cellulare che siamo informati di quello che avviene nel romanzo. 15086849_10211680959088159_1128088477_n

Quanto siano importanti gli oggetti o le cose nella definizione di noi stessi è stato uno dei quesiti posti da Cabassi ad Aiolli. Esistiamo anche nelle cose, negli oggetti inanimati che accompagnano le nostre vite e nel turbinio di accadimenti e ricordi si vanno a ripercorrere i passaggi della grande Storia.
310_amhomesOggetti che ci sopravvivono e che diventano protagonisti per non scivolare nel vuoto di esistenze normali come accade nella agghiacciante e bellissima raccolta di racconti dal titolo proprio “La sicurezza degli oggetti” scritto da una delle più coraggiose scrittrici della scena letteraria di oggi, A.M. Homes. Il materassino motorizzato per evitare il decubito al figlio in coma, le piante dell’ufficio su cui orinare a fine giornata, il guantone da baseball, il frullatore rubato al megastore,le sedie, il cono gelato, la boccetta del crack,la sdraio di plastica,le fialette di vetro, Barbie e Ken, le lenzuola di lino appena lavate,le bombole di metallo verde per l’ossigeno, la fuoriserie in premio in mezzo al centro commerciale. Oggetti come ultima speranza a cui aggrapparsi prima di precipitare. Dai dieci racconti al vetriolo della Homes con il suo ritratto spietato di un’America contemporanea al libro di Aiolli il legame non è tanto azzardato. Anche ne “Lo stesso Vento” attraverso un oggetto che fa da enzima catalizzatore si riesce a raccontare una umanità varia e a far riflettere parecchio sul nostro presente.

annie-proulx-1024x741E’ stato proprio Cabassi a citare a inizio della chiacchierata un libro, “I Crimini della fisarmonica” di E. Annie Proulx. Anche qui protagonista assoluto è un oggetto, una piccola fisarmonica verde costruita in Sicilia,che per nave arriva con un emigrante negli Stati Uniti e qui passa di mano in mano, di proprietario in proprietario, abbracciando un secolo di storia e di storie. Un secolo di storia raccontata attraverso famiglie di emigranti nel nuovo continente, dall’Iowa al Texas, dal Maine alla Louisiana, il cui unico punto di connessione è proprio questa fisarmonica e come un filo conduttore serve per raccontare i destini delle famiglie cui viene a contatto. La piccola fisarmonica passa di mano in mano, sempre in modo fortuito e rocambolesco, raccontando sette storie di sette famiglie di diverse nazionalità: messicani, polacchi, norvegesi, spagnoli, tedeschi e africani; tutti in fuga dalla miseria e alla disperata ricerca di fortuna e del sogno di una vita dignitosa in America.

0000934fauAltro oggetto che passa di mano in mano e “spingeva la gente a raccontargli cose, confidargli segreti di famiglia e storie personali inconfessabili, a singhiozzare di cuore sulla sua spalla” è la pallina da baseball di “Underworld” dello scrittore statunitense Don DeLillo. Il romanzo va a ritroso dal 1992 al 1951 quando la palla da baseball inizia a passare di mano in mano, e viene usata come un filo rosso per la costruzione di un gigantesco affresco dell’America dall’inizio della Guerra Fredda fino agli anni novanta. La storia si innesca quando un ragazzino di colore riesce ad entrare nello stadio in cui si sta giocando la storica partita di baseball tra i New York Giants e i Brooklyn Dodgers e riesce a impadronirsi di una pallina mandata fuoricampo dal mitico Bobby Thomson come un cimelio. Feticcio che gli verrà però sottratto dal padre, il quale venderà la palla per 32 dollari e 45 cents e a quel punto passa di mano in mano, di decennio in decennio, e si intreccerà alle storie e alla vita di due dozzine di personaggi,attraversando sentimenti, passioni e riflessioni e l’intento di narrare e tenere assieme i tanti tasselli che formano il mosaico di un’epoca.
downloadSpiegare il mondo, interpretarlo attraverso gli oggetti. Non esistiamo se non negli oggetti ce lo dice anche George Perec nel suo romanzo d’esordio “Le cose” dove racconta di una coppia di giovani vittima del consumismo. I ritmi dell’esistenza di questa coppia sono cadenzati proprio dalle cose che possiedono, dall’universo degli oggetti che hanno inghiottito il loro immaginario. saramago_no_suplemento_clarin500

Oggetti inanimati che diventano soggetti di narrazione o simbolo o metafora di qualcosa, abbiamo visto, ma anche capaci di fare ruotare attorno a sé l’azione, il desiderio e le attenzioni dei personaggi in carne e ossa. Gli oggetti, se sapientemente utilizzati, possono diventare attori a pieno titolo della narrazione. Pensiamo a “Oggetto quasi” di Josè Saramago, una raccolta di racconti, in cui l’autore portoghese rende indipendenti gli oggetti, li dota di pensiero e capacità decisionale, facendoli diventare i protagonisti assoluti di una narrazione surreale. In Sedia la protagonista è una sedia occupata da un uomo che al rallentatore viene indotto a cadere; metafora sul dittatore portoghese Salazar, morto in seguito a una rovinosa caduta da una sedia. In Embargo l’auto utilizzata da un comune impiegato per andare a lavorare diventa protagonista. Non solo essa si ribella, decidendo fermamente di bloccare il conducente con le cinture di sicurezza, ma porta l’uomo alla morte, in una struggente scena finale di fronte all’oceano.

nikolaj_gogol_1Tra i classici, un oggetto protagonista di una narrazione è “Il cappotto” di Gogol, racconto contenuto in “Racconti di Pietroburgo”. Ambientato nel mondo dell’amministrazione burocratica, “Il cappotto” tratta la vicenda umana del funzionario Akàkij Akakièvi, un impiegato timido, vessato da colleghi e capoufficio, escluso dalla vita sociale della Pietroburgo gogoliana, si trova in difficoltà nel momento in cui è costretto a comprarsi una nuova mantella, visto che la vecchia è talmente lisa da non essere più utilizzabile. Per acquistare un nuovo cappotto, inizia a risparmiare e a modificare le sue abitudini, fino a diventare più forte e sicuro di sé, perché giorno per giorno la sua vita ha finalmente uno scopo: il cappotto. L’arrivo del nuovo indumento rappresenta un evento estremamente importante, una gioia che rompe l’assoluta monotonia di un’esistenza dedicata al proprio lavoro, tanto che, appena mostrato il vestito al ministero pare guadagnare il rispetto di quei colleghi e di quei superiori che prima lo infastidivano ferocemente. Anzi addirittura i suoi colleghi arrivano a organizzare una festa per il suo nuovo cappotto, ma proprio dopo la festa viene derubato del suo tesoro. Così inizia la parte finale del racconto che vede l’impiegato prima sbattere il capo contro le assurdità della burocrazia nel suo tentativo di avere giustizia e poi trasformarsi in fantasma che va per la città derubando gli uomini dei propri cappotti.

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Cabassi ha ricordato che in quel giro di pale del ventilatore in molti hanno trovato atmosfere di Vasco Pratolini. Aiolli ha risposto ricordando di aver fatto numerose passeggiate sui luoghi di Pratolini e di averlo amato tanto per la grande capacità narrativa di Metello, ma che il paragone è inappropriato perchè quel mondo non esiste più e quindi datato anche per eccessi ideologici. Sicuramente nelle pagine ambientate negli anni ’40, negli antroni col puzzo di cavolo, si sentono atmosfere di Pratolini, ma, ha aggiunto Aiolli, è uno scrittore che ha scoperto molto più tardi nella sua formazione letteraria. Prima di lui hanno influito parecchio sul percorso romanzi come “Ulisse” di James Joyce e se scrive, molto lo deve all”ultimo capitolo, al soliloquio di Molly Bloom. L’importanza del valore delle parole lo deve a quelle otto lunghe frasi finali senza punteggiatura che descrivono i pensieri di Molly mentre si trova a letto accanto al marito. Vagare per le cinconvoluzioni dei destini umani lo ha imparato prima da Joyce, poi ai primi romanzi di Italo Calvino e a quelli di Ernest Hemingway. Una passione quella di Aiolli per tutti quegli scrittori con un ritmo interiore nella penna capace di renderlo vivo. Per cui tra i russi ha sempre apprezzato il palpitare della varietà del reale di Lev Tolstòj. Altro scrittore di riferimento, per le stesse ragioni, è Gustave Flaubert.

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I Dimenticati : Vasco Pratolini. Negli anni del disimpegno e della superficialità ci siamo dimenticati troppo in fretta di un grande scrittore che ha saputo raccontare la nostra storia in chiave problentatica e senza retorica: Vasco Pratolini. Scrittore fiorentino nato poverissimo e autodidatta, dopo aver fatto diversi lavori umili si dedica completamente alla scrittura e al giornalismo; appassionato e militante politico, partecipa alla Resistenza e alla sua opera di scrittore, dal piglio immediato e realista, accompagnò un notevole impegno di sceneggiatore cinematografico, accanto a nomi come Visconti, Rossellini, Olmi, Risi, e tra i tanti capolavori “Rocco e i suoi fratelli”. Sono passati 25 anni dalla sua morte e tra i suoi titoli ricordiamo”Cronaca familiare”,”La costanza della ragione”,”Cronache di poveri amanti”, “Allegoria e derisione”.  metello“Metello”, il suo capolavoro uscito nel 1955, divenne anche un fortunato film di Mauro Bolognini con Massimo Ranieri e Ottavia Piccolo. Si tratta dell’educazione sentimentale e alla vita, privata e sociale, del muratore Metello Salani a cavallo del secolo, una storia individuale di lavoro, fatica, amori e tradimenti, e corale verso la presa di coscienza della propria dignità, dei propri diritti, della solidarietà. Tutta l’opera di Pratolini a questo tende e si impegna a fare: rileggere e dare un senso alla storia del nostro paese tra Otto e Novecento, raccontare il cambiare di una società e la presa di coscienza delle persone.

 

 

 

573_20160810110420Nello zaino di Antonello questa settimana, oltre “Lo stesso Vento” di Valerio Aiolli e Metello di Vasco Pratolini, kgrhqnjme9kfwnqdmbpipretfq-60_35troviamo :

 

 

 

 

"Traghettando indipendenze" di Andrea Cabassi pubblicato da Fedelo's.
“Traghettando indipendenze” di Andrea Cabassi pubblicato da Fedelo’s.
"La sicurezza degli oggetti" A.M. Homes pubblicato da Minimum Fax.
“La sicurezza degli oggetti” A.M. Homes pubblicato da Minimum Fax.
"I Crimini della fisarmonica" di E. Annie Proulx pubblicato da Baldini e Castoldi.
“I Crimini della fisarmonica” di E. Annie Proulx pubblicato da Baldini e Castoldi.
"Underworld" di Don DeLillo pubblicato da Einaudi.
“Underworld” di Don DeLillo pubblicato da Einaudi.
“Le cose” di George Perec pubblicato da Einaudi.
“Le cose” di George Perec pubblicato da Einaudi.
"Oggetto quasi" di Josè Saramago pubblicato da Feltrinelli.
“Oggetto quasi” di Josè Saramago pubblicato da Feltrinelli.
"I racconti di Pietroburgo" di Nikolaj Gogol'pubblicato da Adelphi.
“I racconti di Pietroburgo” di Nikolaj Gogol’pubblicato da Adelphi.
"Ulisse" di James Joyce pubblicato da Newton Compton
“Ulisse” di James Joyce pubblicato da Newton Compton
Nello zaino di Antonello: Vasco Pratolini e Valerio Aiolli
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